Diego Piacentini, vicepresidente di Amazon, diventerà commissario del governo per il digitale e l’innovazione a partire dall’estate 2016. L’annuncio è arrivato via Twitter direttamente dal numero uno del gruppo statunitense dell’e commerce, Jeff Bezos, che ha scritto a Matteo Renzi “siamo così orgogliosi di Diego. Grandioso per l’Italia. Kudos (letteralmente “gloria”) a tutti!”. Poi il link a una pagina del sito di Amazon che informa come Piacentini “a partire dall’estate prenderà due anni di aspettativa per tornare nel suo Paese, l’Italia, e guidare l’ufficio per la tecnologia digitale del primo ministro”. Lavorerà pro bono, cioè senza compenso. Il premier ha ringraziato con un tweet aggiungendo che “sarà un piacere lavorare con Diego” e ha invitato Bezos in Italia “a parlare di innovazione”.
Il bocconiano Piacentini, 55 anni, “porterà con sé molte lezioni da Amazon”, si legge nel comunicato-intervista su Amazon.com. “La cosa più importante? Pensa in grande e stai focalizzato sul cliente. E’ questo che vogliamo fare in Italia”, spiega lui. “Dopo 16 anni ad Amazon, è un modo per restituire qualcosa al Paese in cui sono nato e ho vissuto per 40 anni”. “Farò il pendolare” tra Roma e Seattle, anticipa poi. “Viaggio comunque molto, quindi non sarà un grande cambiamento”. Nella Penisola Amazon gestisce un centro smistamento merci vicino a Piacenza e, a Milano, un magazzino per il servizio Prime Now, la consegna in un’ora.
Mr. Prime Minister @matteorenzi, we are so proud of Diego. Great for Italy. Kudos to all! https://t.co/Mk0jcTZ2gT
— Jeff Bezos (@JeffBezos) 10 Febbraio 2016
Thank you, @JeffBezos. It will be a pleasure to work with @diegopia. Come to Italy and we can talk about innovation!
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 10 Febbraio 2016
Dopo l’apertura di un’indagine da parte della Commissione europea per verificare se abbia ricevuto aiuti di Stato dal Lussemburgo nella forma di un trattamento fiscale di favore, Amazon ha deciso lo scorso anno di aprire in alcuni Paesi Ue tra cui l’Italia “stabili organizzazioni” ai fini del pagamento delle tasse. Poco dopo un’inchiesta del New York Times ha fatto scoppiare però un nuovo caso: nel mirino sono finite le condizioni di lavoro, descritte come brutalmente competitive. Il gruppo ha risposto con un’operazione “porte aperte”: invita i giornalisti a visitare i suoi stabilimenti per vedere di persona.