E’ stata smentita la cattura di Mihai Florin e Catalin Ciobanu, i due romeni di 28 e 33 anni evasi domenica sera dal carcere di Rebibbia. In un primo momento il sindacato di polizia penitenziaria Cisl Fns Lazio aveva dato notizia della localizzazione dei due in un appartamento di Tivoli, come riporta il sito de Il Messaggero. La notizia però non è stata confermata dai carabinieri né dalla procura. In mancanza di riscontri è stato quindi lo stesso sindacato, attraverso il segretario aggiunto Massimo Costantino, a fare marcia indietro smentendo la cattura.
Per evadere i detenuti avevano tagliato le sbarre del magazzino in cui lavoravano ed erano scappati scavalcando la rete e il muro di cinta, per poi darsi alla fuga. Il primo ha una condanna definitiva per rapina, legata in particolare a rapine in villa, con fine pena nel 2021. L’altro è stato condannato, in via non definitiva, per omicidio. Ciobanu è stato infatti accusato nel 2014 di omicidio preterintenzionale per aver partecipato, in concorso con altri, al sequestro di un commerciante egiziano, poi deceduto a causa di un infarto avuto in seguito al rapimento.
La ricostruzione – Ai due detenuti era stato permesso di lavorare nel magazzino del carcere. Secondo le prime ricostruzioni, sono riusciti a superare tre sbarramenti prima di allontanarsi dalla struttura. Dopo aver segato le sbarre del deposito verso le 18.30 di domenica, i due si sono calati all’esterno usando lenzuola legate fra loro. Una volta a terra si sono spostati verso l’intercinta che hanno scalato e scavalcato grazie a un rudimentale sistema costruito con lenzuola, ganci di metallo e manici di scopa legati tra loro: calatisi dal muro i due si sono poi arrampicati sulla rete elettro-saldata, superando così anche l’ultimo ostacolo. Alcuni degli attrezzi usati per la fuga, come il seghetto a ferro con cui hanno tagliato le sbarre, erano alla portata di uno dei due evasi, Florin Mihai Diaconescu, grazie ai lavori di manutenzione che svolgeva all’interno del carcere. I due infine si sarebbero allontanati salendo su un autobus. Quest’ultimo dettaglio della ricostruzione escluderebbe quindi l’ipotesi che all’esterno ci fosse un’auto ad attenderli.
La ricostruzione è arrivata dal segretario del sindacato di polizia penitenziaria Cisl Fns Lazio Massimo Costantino. Dopo l’evasione, Costantino ha spiegato con un comunicato che “il personale in servizio di polizia penitenziaria nei quattordici istituti penitenziari della regione Lazio risulta essere sottodimensionato e non più rispondente alle esigenze funzionali degli Istituti dove si continua a registrare un esubero di detenuti rispetto alla capienza detentiva prevista”. Secondo il rappresentante cislino dei poliziotti del settore carcerario, “solo a Rebibbia ci sono 157 detenuti in più rispetto ai 1.235 previsti. La Fns Cisl Lazio pertanto chiede al Dipartimento amministrazione penitenziaria un aumento di personale che consenta lo svolgimento del servizio nelle migliori condizioni lavorative”.
L’appello degli avvocati dei due romeni – I difensori di Diaconescu e Ciobanu hanno fatto un appello ai loro assistiti: “Consegnatevi subito all’autorità giudiziaria e ponete fine alla vostra fuga”. In particolare, l’avvocato Cristiano Brunelli, ha spiegato che “Diaconescu negli ultimi giorni era molto agitato per un residuo di pena che era arrivato, di ulteriori 2 anni e mezzo, ma non immaginavo prendesse una decisione simile”. E il difensore di Ciobanu, l’avvocato Andrea Palmiero, ha aggiunto che “questo non è certo il modo migliorare per dimostrare la propria innocenza”. L’uomo è stato accusato della morte di un commerciante egiziano, vittima di estorsioni, prelevato da casa e deceduto per infarto nel 2013.