La discussione del pomeriggio sul ddl Cirinnà al Senato è tutta sul canguro o emendamento Marcucci, capace di sgomberare il tavolo di molti degli oltre 6mila presentati e che fa cadere tutti quelli simili. Una discussione che non arriva nemmeno alla votazione del canguro stesso, visto che Palazzo Madama – a meno di tre ore dall’apertura della seduta pomeridiana – ha deciso di sospendere i lavori, dando il via libera alla proposta della senatrice Loredana De Petris di Sel (155 sì, 141 no). Una richiesta arrivata dopo l’annuncio dei 5 Stelle sul no al provvedimento, che senza il loro appoggio rischia concretamente di non passare. Di fatto, secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, “questa mossa rende più impervia una strada che era già significativamente impervia” e il capogruppo Pd Luigi Zanda a fine seduta ha aggiunto che “dal M5S c’è stato un voltafaccia assoluto che mette a rischio elevatissimo”.
Difendendo la scelta in aula, il senatore M5s Alberto Airola ha detto: “Ci assumiamo una pesantissima responsabilità. Dio solo sa quanto teniamo alle legge sulle unioni civili – ha proseguito -. Davanti ad un artificio costituzionale come il canguro, dico però ai colleghi del Pd, io ci penserei”. Ma gli esponenti del Movimento, che volevano andare al voto e avevano chiesto di procedere “con 500 emendamenti a voto palese”, alla decisione del rinvio dei lavori hanno accusato i senatori di Sel di essere dei “venduti”. La giornata si conclude quindi con un nulla di fatto sul ddl Cirinnà. Nessuna votazione sul canguro e, di conseguenza, non si è entrati nel merito del provvedimento.
La proposta della Lega e il no del Pd – Contrari al canguro anche Forza Italia, Ncd, Udc e Lega che, se in mattinata non aveva raggiunto l’accordo sul taglio delle proposte di modifica col Pd, nel pomeriggio lo ha sfidato. Il capogruppo Gian Marco Centinaio aveva proposto il ritiro di 4500 emendamenti (ovvero il 90%) se il partito di Renzi avesse messo da parte il “canguro”. Un'”offerta” respinta dai dem perché, ha spiegato Zanda, il canguro “ha un obiettivo sano”. In più, se questo emendamento sarà approvato, aveva precisato, “voteremo comunque la legge in tutti i suoi articoli, compreso l’articolo 5 (che riguarda la stepchild adoption) e se richiesto con voto segreto”. L’intenzione della Lega col ritiro degli emendamenti era di fare discutere tutte le proposte di modifica che riguardavano le adozioni, punto sul quale la maggioranza è spaccata, con i cattodem contrari. Oggi si erano detti favorevoli all’ipotesi dello spacchettamento del canguro, per votare prima la decadenza di una parte degli emendamenti e poi separatamente quelli relativi all’adozione.
Zanda difende il canguro: “Non elimina la discussione” – “Io capisco che fa effetto la Lega nord che ritira 4.500 emendamenti – ha detto Luigi Zanda motivando in aula il rifiuto della “proposta” del Carroccio – noi però abbiamo necessità che gli emendamenti siano pochi. Io credo – ha proseguito – che questo disegno di legge con due-trecento emendamenti possa essere discusso nel merito e che i voti segreti debbano essere una decina, trenta al massimo”.
Un risultato che, ha proseguito il capogruppo dem, “non è stato raggiunto. L’emendamento Marcucci ha il proponimento sano di eliminare gli emendamenti che è possibile cancellare con un emendamento iniziale. La Lega, nei 600 emendamenti lasciati, ne ha più di 150 che hanno analoghi effetti dell’emendamento Marcucci”. E smentisce la “vulgata secondo cui con l’emendamento Marcucci si elimina la discussione”. In realtà, ha detto, “con l’emendamento Marcucci si elimina la metà degli emendamenti presentati, ma verranno comunque votati tutti gli articoli, compreso l’articolo 5 (sulle adozioni, ndr). Quindi il provvedimento può essere esaminato tutto intero. La preghiera che rivolgo a tutti i colleghi è di tener conto che si potrà votare su tutti gli articoli e noi lo faremo nel modo in cui riterremo opportuno farlo”.
Viotti contro i cattodem: “Avete rotto il cazzo” – Se in mattinata nessun accordo è stato raggiunto tra i due partiti, il clima in Parlamento in mattinata è diventato sempre più teso. La giornata è iniziata tra gli insulti. All’attacco il leghista Centinaio: “La parola del Pd vale quanto un peto. Io sono stato corretto sin dall’inizio. Abbiamo stretto un accordo sul ritiro degli emendamenti. Ho stretto la mano sia a Zanda che a Marcucci. Ma loro si sono rimangiati la parola data. Non mi hanno mai chiesto di esaminare prima quali emendamenti avremmo mantenuto”. Poi l’affondo dem contro l’ala cattolica del partito. “La dico semplice – ha scritto l’europarlamentare Pd Daniele Viotti – ma non mi vengono altre parole: i senatori Di Giorgi, Lepri e i cattodem hanno rotto il cazzo. Buongiorno”. Il renziano, attivista Lgbt, su Twitter ha attaccato l’ala cattolica del partito, tra cui gli onorevoli Rosa Maria Di Giorgi e Stefano Lepri. Toni più delicati, ma sempre critici quelli della prima firmataria del provvedimento Monica Cirinnà: “Chi è contro il ddl è per la discriminazione”.
Il canguro e il rischio per i cattodem – Il “super canguro” fa discutere anche i cattodem. Si tratta di un emendamento a firma di Andrea Marcucci che permette di far cadere tutti quelli simili e quindi smaltire in un colpo solo le oltre 5mila richieste di modifica presentate dalla Lega Nord. A essere colpiti però sarebbero anche gli emendamenti dell’ala cattolica in tema di adozioni. Dopo tre ore e mezza di mediazioni il 15 febbraio scorso, il Pd non è riuscito a trovare un’intesa interna. “Tenteremo fino all’ultimo”, ha commentato il senatore Giuseppe Lumia. “I contatti non si sono mai fermati. Si continua a lavorare”. I senatori Pd hanno stabilito che, salvo sorprese nei voti segreti, saranno compatti nel sostenere l’impianto generale della legge. Il problema però riguarda il tema della stepchild adoption, adozione del figlio del partner di fatto già più volte autorizzata in sede giudiziaria. Il timore dei cattodem è che sia un primo passo verso l’autorizzazione della pratica dell’utero in affitto e per questo, da giorni chiedono una mediazione.
Riunione capigruppo senza accordo – La mattinata si è conclusa senza un’intesa tra Pd e Lega la riunione tra dem, Ap, Carroccio e Fi. “A questo punto in Aula si andrà con il canguro e si aprirà un ampio dibattito”, aveva spiegato il capogruppo di Area popolare Renato Schifani. “Le posizioni restano distanti, la riunione non è andata bene”, aveva detto al termine della riunione osservando come, nel mancato ritiro degli emendamenti Lega e del canguro Pd. “Ognuno ha avuto le sue motivazioni ed entrambe sono rispettabili”. All’attacco anche il leghista Gian Marco Centinaio: “La parola del Pd vale quanto un peto. Io sono stato corretto sin dall’inizio. Abbiamo stretto un accordo sul ritiro degli emendamenti. Ho stretto la mano sia a Zanda che a Marcucci. Ma loro si sono rimangiati la parola data. Non mi hanno mai chiesto di esaminare prima quali emendamenti avremmo mantenuto”.