Daria Bignardi, Ilaria Dallatana e Andrea Fabiano: sono questi i tre nuovi direttori di rete Rai che Antonio Campo Dall’Orto proporrà al consiglio d’amministrazione giovedì 18 febbraio. “Sono scelte basate su esperienza, merito e autonomia dai partiti“, ha fatto sapere il dg. “Sono guidate dalla volontà di rinnovamento proprio attraverso la competenza e nel segno della valorizzazione delle risorse interne”. Il tandem Bignardi-Dallatana segna una prima assoluta: fino a oggi nessuna direzione di rete Rai era mai stata affidata a una donna. “La nuova legge”, ha detto Campo Dall’Orto in audizione in Vigilanza, “ha dato più potere ma anche più responsabilità all’amministratore. Per questo mi sono assunto la responsabilità di proporre ai consiglieri nomine basate sul principio del pluralismo culturale. E’ questa la vera cesura rispetto alla politica. Abbiamo agito in modo tale che il rinnovamento sia basato sulle competenze. Questi nomi sono la chiara espressione delle nostre ambizioni”.
Bignardi, oggi conduttrice de Le invasioni barbariche su La7, sarà il nuovo direttore di Rai3 al posto di Andrea Vianello. A Rai2 è invece in arrivo Ilaria Dallatana, fondatrice di Magnolia con Giorgio Gori, ex direttore di canale 5 e Italia 1 e da giugno 2014 sindaco di Bergamo per il Pd. L’attuale direttore Angelo Teodoli si sposta a Rai4. A guidare la prima rete del servizio pubblico un interno: la nomina che sarà proposta è quella di Andrea Fabiano, ora vice dell’attuale direttore Giancarlo Leone. A Rai Sport sbarcherà il giornalista di Repubblica ed ex direttore di Gq Gabriele Romagnoli.
Il sindacato dei giornalisti Rai ha criticato il fatto che due su tre siano nomi esterni: “Nei fatti è una sonora sfiducia e delegittimazione di tutti i dipendenti della tv pubblica”, ha scritto in una nota l’Usigrai. “Siamo di fronte a un fatto grave. Salvo l’eccezione di Rai1, l’ennesima infornata di esterni. Evidentemente il Dg ritiene che tra gli 11mila dipendenti non ci sono professionisti in grado di assumere ruoli di rilievo”. Lo stesso Campo Dall’Orto in Vigilanza ha replicato: “Il ragionamento è partito dal posizionamento della Rai. Alcune persone sono state spostate perché fanno bene il loro mestiere e possono interpretare al meglio la missione dei vari pezzi del servizio pubblico”.
Le scelte non hanno convinto le opposizioni. “La nuova Rai”, hanno commentato i 5 Stelle, “si costruisce anche utilizzando metodi diversi in totale discontinuità con il passato. Il vero cambio di passo sarebbe stato intraprendere una procedura pubblica e trasparente così come proposto dal M5s nella legge sulla governance Rai. Siamo davanti allo spoil system renziano: vengono scelte figure professionali senza nessun bando e senza trasparenza”. All’attacco anche il leader del Carroccio Matteo Salvini: “Nomine dei vertici Rai, signore e signori ecco a voi… telerenzi. Contenti di pagare il Canone per sentire la voce del padrone?”. Soddisfatto il membro del cda Carlo Freccero: “Rispetto ad altre nomine”, ha detto a Radio Capital, “mi pare che stavolta abbia vinto l’aspetto professionale e tecnico”.
La gestione della nuova Rai è al centro delle polemiche politiche da settimane. Il deputato renzianissimo e membro della commissione di Vigilanza Michele Anzaldi in un’intervista al Corriere della Sera il 9 febbraio scorso ha detto: “Su Campo Dall’Orto e Maggioni ci siamo sbagliati”. L’onorevole è stato subito smentito dai capigruppo Pd in Parlamento, ma l’attacco ha fatto molto discutere. Anzaldi infatti è stato anche tra i renziani in prima linea contro il conduttore di Ballarò Giannini, accusato di aver parlato di “rapporto incestuoso” in riferimento al caso Banca Etruria-Boschi. Un comportamento che, secondo Anzaldi, è da condannare più di quello del capostruttura Rai che ha chiesto di anticipare il countdown di Capodanno e che è stato poi licenziato.
Le nomine arrivano a pochi giorni dalla fine di Sanremo e dovranno essere ratificate dal consiglio d’amministrazione. Questi i profili dei nuovi candidati alla guida delle reti Rai:
Andrea Fabiano, il più giovane di sempre – Fabiano, barese classe 1976, sarà il più giovane direttore di rete della storia. Dal 2011 al 2013 è stato capo delle strategie di marketing e dei nuovi progetti della Rai, poi è diventato vicedirettore marketing e un anno fa è stato nominato vicedirettore di rete al fianco di Giancarlo Leone. In Rai dal 1999, Fabiano si è laureato all’Università degli Studi di Bari in Economia e Commercio nel 1998 e nel 2006 ha completato gli studi presso la Harvard Business School con un master in Strategic Marketing Management. Di Giancarlo Leone, Fabiano è stato anche assistente all’università Luiss per il corso di Economia e Gestione dei Media.
Dallatana, da Mediaset a Magnolia e ritorno – Dallatana, parmense classe 1966, ha lavorato in Mediaset dal settembre 1997 al 2001 come capo della divisione Entertainment di Canale 5 e Italia 1. Nell’estate 2001 ha fondato con l’attuale sindaco Pd di Bergano Giorgio Gori e Francesca Canetta la società di produzione Magnolia (L’eredità, Masterchef, L’isola dei Famosi, Pechino Express), di cui è stata vicepresidente fino al 2014. Lo scorso anno è tornata al Biscione come consulente per l’acquisto di format internazionali. Laureata in lettere moderne alla Cattolica di Milano, ha un’esperienza più che ventennale nel mondo della televisione.
Sorpresa Bignardi in arrivo da La7 – Ma la vera sorpresa è la Bignardi, oggi conduttrice de Le invasioni barbariche su La7. La giornalista e scrittrice, che ha lavorato in Rai fino al 1994 e nel 2000 ha condotto su Canale 5 Il Grande Fratello, nel 2009 era tornata per pochi mesi a Rai2 per condurre L’era glaciale. Nel 2010 il ritorno al canale di Urbano Cairo.Nel gennaio 2014 ha intervistato alle Invasioni l’allora neo segretario del Pd Matteo Renzi e dopo la trasmissione è andato in scena nei corridoi un siparietto con il marito Luca Sofri, direttore de Il Post, che si è complimentato con il futuro presidente del Consiglio dicendogli: “Ottima intervista capo”.
Media & Regime
Nomine Rai, Campo Dall’Orto chiama Bignardi a dirigere Rai3. A Rai1 Fabiano, vice di Leone. A Rai2 Dallatana
Sono i tre nomi che il direttore generale proporrà al cda il 18 febbraio: "Scelte basate su autonomia dai partiti". A Rai Sport sbarcherà il giornalista di Repubblica ed ex direttore di Gq Gabriele Romagnoli. Fino a oggi nessuna direzione di rete della tv pubblica era mai stata affidata a una donna. Usigrai: "Due su tre sono esterni: uno schiaffo"
Daria Bignardi, Ilaria Dallatana e Andrea Fabiano: sono questi i tre nuovi direttori di rete Rai che Antonio Campo Dall’Orto proporrà al consiglio d’amministrazione giovedì 18 febbraio. “Sono scelte basate su esperienza, merito e autonomia dai partiti“, ha fatto sapere il dg. “Sono guidate dalla volontà di rinnovamento proprio attraverso la competenza e nel segno della valorizzazione delle risorse interne”. Il tandem Bignardi-Dallatana segna una prima assoluta: fino a oggi nessuna direzione di rete Rai era mai stata affidata a una donna. “La nuova legge”, ha detto Campo Dall’Orto in audizione in Vigilanza, “ha dato più potere ma anche più responsabilità all’amministratore. Per questo mi sono assunto la responsabilità di proporre ai consiglieri nomine basate sul principio del pluralismo culturale. E’ questa la vera cesura rispetto alla politica. Abbiamo agito in modo tale che il rinnovamento sia basato sulle competenze. Questi nomi sono la chiara espressione delle nostre ambizioni”.
Bignardi, oggi conduttrice de Le invasioni barbariche su La7, sarà il nuovo direttore di Rai3 al posto di Andrea Vianello. A Rai2 è invece in arrivo Ilaria Dallatana, fondatrice di Magnolia con Giorgio Gori, ex direttore di canale 5 e Italia 1 e da giugno 2014 sindaco di Bergamo per il Pd. L’attuale direttore Angelo Teodoli si sposta a Rai4. A guidare la prima rete del servizio pubblico un interno: la nomina che sarà proposta è quella di Andrea Fabiano, ora vice dell’attuale direttore Giancarlo Leone. A Rai Sport sbarcherà il giornalista di Repubblica ed ex direttore di Gq Gabriele Romagnoli.
Il sindacato dei giornalisti Rai ha criticato il fatto che due su tre siano nomi esterni: “Nei fatti è una sonora sfiducia e delegittimazione di tutti i dipendenti della tv pubblica”, ha scritto in una nota l’Usigrai. “Siamo di fronte a un fatto grave. Salvo l’eccezione di Rai1, l’ennesima infornata di esterni. Evidentemente il Dg ritiene che tra gli 11mila dipendenti non ci sono professionisti in grado di assumere ruoli di rilievo”. Lo stesso Campo Dall’Orto in Vigilanza ha replicato: “Il ragionamento è partito dal posizionamento della Rai. Alcune persone sono state spostate perché fanno bene il loro mestiere e possono interpretare al meglio la missione dei vari pezzi del servizio pubblico”.
Le scelte non hanno convinto le opposizioni. “La nuova Rai”, hanno commentato i 5 Stelle, “si costruisce anche utilizzando metodi diversi in totale discontinuità con il passato. Il vero cambio di passo sarebbe stato intraprendere una procedura pubblica e trasparente così come proposto dal M5s nella legge sulla governance Rai. Siamo davanti allo spoil system renziano: vengono scelte figure professionali senza nessun bando e senza trasparenza”. All’attacco anche il leader del Carroccio Matteo Salvini: “Nomine dei vertici Rai, signore e signori ecco a voi… telerenzi. Contenti di pagare il Canone per sentire la voce del padrone?”. Soddisfatto il membro del cda Carlo Freccero: “Rispetto ad altre nomine”, ha detto a Radio Capital, “mi pare che stavolta abbia vinto l’aspetto professionale e tecnico”.
La gestione della nuova Rai è al centro delle polemiche politiche da settimane. Il deputato renzianissimo e membro della commissione di Vigilanza Michele Anzaldi in un’intervista al Corriere della Sera il 9 febbraio scorso ha detto: “Su Campo Dall’Orto e Maggioni ci siamo sbagliati”. L’onorevole è stato subito smentito dai capigruppo Pd in Parlamento, ma l’attacco ha fatto molto discutere. Anzaldi infatti è stato anche tra i renziani in prima linea contro il conduttore di Ballarò Giannini, accusato di aver parlato di “rapporto incestuoso” in riferimento al caso Banca Etruria-Boschi. Un comportamento che, secondo Anzaldi, è da condannare più di quello del capostruttura Rai che ha chiesto di anticipare il countdown di Capodanno e che è stato poi licenziato.
Le nomine arrivano a pochi giorni dalla fine di Sanremo e dovranno essere ratificate dal consiglio d’amministrazione. Questi i profili dei nuovi candidati alla guida delle reti Rai:
Andrea Fabiano, il più giovane di sempre – Fabiano, barese classe 1976, sarà il più giovane direttore di rete della storia. Dal 2011 al 2013 è stato capo delle strategie di marketing e dei nuovi progetti della Rai, poi è diventato vicedirettore marketing e un anno fa è stato nominato vicedirettore di rete al fianco di Giancarlo Leone. In Rai dal 1999, Fabiano si è laureato all’Università degli Studi di Bari in Economia e Commercio nel 1998 e nel 2006 ha completato gli studi presso la Harvard Business School con un master in Strategic Marketing Management. Di Giancarlo Leone, Fabiano è stato anche assistente all’università Luiss per il corso di Economia e Gestione dei Media.
Dallatana, da Mediaset a Magnolia e ritorno – Dallatana, parmense classe 1966, ha lavorato in Mediaset dal settembre 1997 al 2001 come capo della divisione Entertainment di Canale 5 e Italia 1. Nell’estate 2001 ha fondato con l’attuale sindaco Pd di Bergano Giorgio Gori e Francesca Canetta la società di produzione Magnolia (L’eredità, Masterchef, L’isola dei Famosi, Pechino Express), di cui è stata vicepresidente fino al 2014. Lo scorso anno è tornata al Biscione come consulente per l’acquisto di format internazionali. Laureata in lettere moderne alla Cattolica di Milano, ha un’esperienza più che ventennale nel mondo della televisione.
Sorpresa Bignardi in arrivo da La7 – Ma la vera sorpresa è la Bignardi, oggi conduttrice de Le invasioni barbariche su La7. La giornalista e scrittrice, che ha lavorato in Rai fino al 1994 e nel 2000 ha condotto su Canale 5 Il Grande Fratello, nel 2009 era tornata per pochi mesi a Rai2 per condurre L’era glaciale. Nel 2010 il ritorno al canale di Urbano Cairo.Nel gennaio 2014 ha intervistato alle Invasioni l’allora neo segretario del Pd Matteo Renzi e dopo la trasmissione è andato in scena nei corridoi un siparietto con il marito Luca Sofri, direttore de Il Post, che si è complimentato con il futuro presidente del Consiglio dicendogli: “Ottima intervista capo”.
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Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Questo è un Governo serio, non soltanto questo è Governo capace, ma questo è un Governo responsabile e che si assume tutte le responsabilità, ivi compresa anche quella di poter prevedere -e sarà portato in Parlamento nel momento in cui dovesse esservene effettivamente la necessità- una riprogrammazione del Pnrr su alcune misure che non hanno dato l'esito soddisfacente o che ci aspettavamo. Ma proprio perché le risorse le vogliamo utilizzare, e non buttare, siamo disposti anche a una riprogrammazione". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Il racconto di Giorgia Meloni ponte tra Trump e l'Unione europea è una roba molto provinciale, inventata, non esiste. Trump ha parlato con Macron, Starmer, con il primo ministro giapponese, israeliano, con leader di altri continenti ma non ha mai fatto un incontro con la Meloni. E' andata lei tre volte a trovarlo e a baciare la pantofola. Ma all'interesse nazionale chi ci pensa?". Lo ha detto Matteo Renzi a Radio Uno Rai.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Domani esce il libro 'L'influencer' e l'influencer è Giorgia Meloni. E' la più brava di tutti a comunicare, molto più brava di me e più brava del più bravo di tutti, Berlusconi. E' perfetta, come tutti gli influencer sceglie il momento giusto e il giusto contenuto, però in questo periodo le famiglie non hanno bisogno di una comunicazione perfetta o di reel virali, c'è bisogno di politica". Lo ha detto Matteo Renzi a Radio Uno Rai.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha 194,4 miliardi a disposizione, ha ad oggi ottenuto 122,3 miliardi, pari al 63 per cento della dotazione complessiva. Ha speso il 52 per cento di quanto ha ottenuto dei 122 miliardi. Questo piano si regge anche su 270.406 progetti. Bene, di questi 270.406 progetti ne sono stati completati e ne sono stati già chiusi 164.566, pari al 60,86 per cento; quanto al valore dell'importo, è pari a 46,43 miliardi che, su 141 miliardi e 740 milioni, quanto si compone il paniere di tutti gli interventi, è pari al 33 per cento". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione della mozione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.
"Ora, non mi pare -ha aggiunto- che aver ultimato il 60 per cento -tra ultimato e in fase di ultimazione il 60,86 per cento- dei progetti, dovrebbe essere preso come un dato negativo: in primo luogo, perché è offensivo rispetto a tutte le amministrazioni che già si sono attivate per concludere quei progetti; in secondo luogo, perché è evidente che, quanto al valore, prima si concludono i progetti che hanno un minore impatto economico e quelli successivi sono quelli che hanno maggiore impatto economico".
"Perché -ha poi lamentato Foti- continuare a dire che i dati non sono disponibili? Vi è una pigrizia da parte di chi lo dice, perché basterebbe andare sul sito Italia Domani e sono tutti dati aperti; ognuno può andare a vedere singolarmente lo stato di progetto per progetto. Consiglierei anche di farlo, magari qualcuno potrebbe avere amare sorprese anche in ordine all'efficienza di alcune regioni o alla sedicente efficienza di alcune regioni".
Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - "Il settore farmaceutico rappresenta una punta di diamante per l'Italia e per l'Europa, sia per il contributo al benessere e alla salute dei cittadini, sia in termini di competitività e di resilienza per il sistema industriale ed economico. Noi chiediamo, prima di tutto, di avere un sistema a casa nostra che aiuti queste aziende a continuare a crescere a livello internazionale. Il nostro settore, in particolare le aziende italiane, fanno quasi il 50% dell'investimento in innovazione in Italia". Così Alessandro Chiesi, presidente Chiesi Farmaceutici Spa, nel suo intervento questa mattina a Milano all'evento per la pubblicazione del rapporto di Fondazione Edison sulle Fab 13, le multinazionali del Made in Italy di Farmindustria.
"Quello di cui noi abbiamo bisogno è stabilità - sottolinea Chiesi - Il sistema competitivo internazionale è fortissimo. Gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato e rappresentano il primo motore dell'innovazione nel settore della sanità, ma oggi l'Europa continua a perdere colpi e la Cina invece avanza e ci incalza. Dall'Italia, queste aziende hanno saputo imporsi a livello globale". Per mantenere qui 'il cuore e la mente' delle "nostre attività, continuiamo ad investire a livello di ricerca e sviluppo e per poterlo fare davvero bisogna avere consapevolezza e lavorare come sistema".
A proposito dei dazi dagli Stati Uniti, "è evidente che un'azienda americana, che ha investito in Italia, fa molto prima a riposizionarsi e a tornare indietro. E' importantissimo creare le condizioni, non i soldi, ma le condizioni - rimarca - a livello italiano ed europeo perché si possa continuare a funzionare e le aziende italiane possano investire in Italia. Ma è già in arrivo la nuova normativa farmaceutica europea, che ci porta indietro. Gli altri sistemi, gli americani, i cinesi, stanno allungando la protezione brevettuale proprio per favorire l'innovazione, attrarre gli investimenti, in Europa si fa il contrario. E' solo un esempio, ma c'è veramente bisogno di coerenza e una strategia che sia molto più concreta", conclude.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "La divisione è sia dentro la maggioranza che dentro l'opposizone. Ma è chiaro che il governo che ha linee diverse è un problema maggiore". Lo ha detto Matteo Renzi, a Radio Uno Rai, a proposito del voto di domani del Parlamento sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Sembra il minimo poter intervenire dopo le numerose richieste che sono state, più volte, riservate su agenzie, comunicati e quant'altro, che il Governo non debba sottrarsi al confronto parlamentare. In verità devo dire che il Governo è presente. Mi dispiace che dopo, e soltanto, alcuni interventi molti dei pochi presenti si siano dileguati: erano 20 e siamo rimasti molto meno. È pur vero che questo è un consesso che, in questo momento, non necessita del numero legale, però penso che se si vuole confronto bisognerebbe poi praticarlo e non soltanto enunciarlo sulle agenzie o sugli articoli di stampa". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione della mozione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.