La legge sulle unioni civili riceve il primo via libera, quello del Senato. “Oggi l’Italia è un Paese più forte – dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi – perché oggi siamo tutti più forti”. “La giornata di oggi – aggiunge – resterà nella cronaca di questa legislatura e nella storia del nostro Paese. Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo”. “L’amore vince“, twitta. La legge è senza stepchild e senza obbligo di fedeltà. Riceve 173 voti favorevoli e 18 di questi sono di Ala, il gruppo dei verdiniani. Non sono determinanti per far passare la legge visto che i contrari si fermano a 71 e il M5s – che esce in blocco dall’Aula – a Palazzo Madama può contare su 35 voti. I senatori di Verdini non sono decisivi, ma danno un piccolo segnale politico. Senza di loro per il secondo giorno consecutivo la maggioranza che sostiene il governo Renzi sarebbe andata sotto quota 161. Erano stati 155 i voti nel voto di fiducia per il decreto Milleproroghe, sarebbero stati 155 oggi se non fossero arrivati i sì pronunciati dai parlamentari verdiniani sotto al banco della presidenza.
Le opposizioni: “Maggioranza cambiata, Renzi salga al Quirinale”
Per questo ora tutte le opposizioni chiamano in causa il Quirinale. Lo fa la Lega Nord, lo fa Forza Italia, lo fa il Movimento Cinque Stelle, lo fa Sel. “A questo punto – dice Roberto Calderoli – anche il presidente Mattarella dovrà aprire gli occhi, dovrà verificare e chiamare Renzi per prendere atto che la maggioranza è cambiata, che si è allargata o addirittura è stata sostituita, e forse il fatto che la settimana scorsa il senatore Verdini sia andato al Colle è prodromica al cambiamento di questa maggioranza”. A rispondere non è un fedelissimo renziano, ma il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che come tutta la sinistra di governo ha dovuto ingoiare la retromarcia per fare l’accordo con Alfano: il voto di Ala alla fiducia “non certifica un ingresso in maggioranza”, visto che ieri “vi è stata una fiducia (sul Milleproroghe) e Verdini non l’ha votata. Se ci fosse un allargamento strutturale è una cosa di cui si può discutere”, ha aggiunto Orlando spiegando come, tuttavia, “sarebbe bene non far finta che questa legislatura non necessiti di larghe intese”.
La benedizione di Napolitano
A benedire tutto, fiducia allargata a Verdini e legge così com’è stata approvata, è il presidente emerito Giorgio Napolitano. “E’ importante che la maggioranza di governo sia rimasta insieme”, dice, quelli di altri gruppi sono “voti aggiuntivi e non sostituivi”. I casi di voti aggiuntivi “si sono già verificati in passato”, spiega Napolitano osservando come il problema si ponga quando una minoranza diventa “sostitutiva” formano una maggioranza a sostegno del governo “aleatoria”. Nel merito poi il senatore a vita si dice “sollevato”, perché è una legge che, senza l’adozione, “evita scontri e equivoci anche pericolosi”.
Non votano 6 di Ap e 2 del Pd, sì da 3 ex M5s. Esulta la Cirinnà
Tra i parlamentari della maggioranza non hanno votato in 6 tra quelli di Area Popolare: Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Gabriele Albertini, Giuseppe Esposito, Aldo Di Biagio e Giuseppe Marinello. Nel Pd ne sono mancati due: Luigi Manconi e Felice Casson. “La dignità non può essere parziale o intermittente: è o non è – dice Manconi – In questo ddl si affaccia ‘la questione della dignità’ ma non è adeguatamente riconosciuta e legittimata. Per questa ragione, non sostengo questa nuova versione e non partecipo al voto, consapevole che il voto per la conquista per i diritti omosessuali è appena agli inizi”. Entrambi ritengono la legge meno avanzata di quanto volevano. Tra i voti favorevoli degli ex grillini Maurizio Romani e Alessandra Bencini (ora entrambi Italia dei Valori) e Serenella Fucksia (espulsa a gennaio perché aveva difeso la Boschi sulle banche) e del senatore a vita e ex presidente del Consiglio Mario Monti. Tra i sì anche quelli di 4 del gruppo Gal: il “renziano” Paolo Naccarato, l’ex sottosegretaria Angela D’Onghia, l’ex Lega e Idv Michelino Davico e l’ex Fi Riccardo Villari (un tempo nel Pd, che aveva già votato le riforme istituzionali). Monica Cirinnà ha esultato al momento dell’annuncio dell’approvazione dell’emendamento governativo. Lo stralcio della stepchild adoption, ha spiegato, “resta un buco nel mio cuore”, tuttavia “non abbiamo avuto il coraggio di esporre alla roulette del voto segreto i diritti delle persone”.
LA CRONACA ORA PER ORA
Ore 18.27 – Ddl passa al Senato
Via libera del Senato alle unioni civili con 173 voti favorevoli, 71 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. I 173 sì alla fiducia sulle unioni civili arrivano con 245 senatori presenti e 244 votanti, come comunicato dal presidente Pietro Grasso in Aula. Il ddl ora passa all’esame della Camera.
Ore 17.55 – Al via il voto di fiducia
Ore 17.23 – Ap: Formigoni, Marinello e Sacconi non votano la fiducia
Ore 17.09 – Napolitano: “Sono sollevato, stralcio della stepchild evita scontri”
“Tutto è bene quel che finisce bene”, spiega Napolitano citando, in inglese la commedia di William Shakespeare parlando di “riformulazione apprezzata” visto che il mantenimento della stepchild avrebbe provocato equivoci e scontri. “Ci mancava solo il referendum sulle unioni civili”, sottolinea, facendo riferimento alla consultazione con la stepchild adoption più volte annunciata dai centristi nelle settimana scorse prima dell’accordo con il Pd.
Ore 16.27 – Adinolfi: “Così Renzi segna la sua sconfitta al referendum”
Mario Adinolfi, tra i promotori dello stesso Family Day, rimarca: “Renzi con questo passaggio sulle unioni civili ha segnato la sua sconfitta al referendum, oggi si consuma uno strappo che avrà le sue conseguenze evidenti tra otto mesi”.
Ore 16.27 – Gandolfini (Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’): “Renzi avrà la nostra risposta al referendum sulle riforme”
Il popolo del Family Day annuncia battaglia e sulla scia dello scontento per la richiesta di fiducia sulle unioni civili annuncia che la contropartita sarà il no al referendum costituzionale di ottobre. “Il premier ha evitato qualsiasi contatto con noi e il popolo che ha detto no ai matrimoni gay senza se e senza ma presenterà il suo conto”, ha detto Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ e annunciando che potrebbero essere organizzati i “circoli per il no” per il referendum costituzionale.
Ore 16.08 – Pd, malumori per il sostegno dei verdiniani
La minoranza Pd si sta riunendo al Senato con Roberto Speranza. Tra i senatori della sinistra molti i malumori per come è andata la partita sul ddl Cirinnà sia nel merito del provvedimento sia per le conseguenze politiche del voto di fiducia. Nel mirino ci sono i 19 sì dei verdiniani. Uno “snaturamento del governo”, è la valutazione della minoranza.
Ore 16.11 – Sono iniziate le dichiarazioni di voto sulla fiducia al maxiemendamento.
Ore 15.57 – Airola (M5s): “State approvando una schifezza, andare a fan..” (guarda il video)
Politica
Unioni civili, ok al Senato: ci sono anche i verdiniani. M5s non vota. Renzi: “L’amore vince”. Le opposizioni: “Salga al Quirinale”
Il provvedimento approvato con 173 sì e 71 no. Ora passa alla Camera. I 5 Stelle escono da Palazzo Madama, mentre 18 esponenti di Ala votano sì e consentono di superare quota 161. Il ministro Orlando: "Non è un ingresso in maggioranza". Non votano 6 di Ap e 2 del Pd. La Cirinnà esulta. Napolitano benedice il piano Renzi: "Bene una legge non divisiva"
La legge sulle unioni civili riceve il primo via libera, quello del Senato. “Oggi l’Italia è un Paese più forte – dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi – perché oggi siamo tutti più forti”. “La giornata di oggi – aggiunge – resterà nella cronaca di questa legislatura e nella storia del nostro Paese. Abbiamo legato la permanenza in vita del Governo a una battaglia per i diritti mettendo la fiducia. Non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo”. “L’amore vince“, twitta. La legge è senza stepchild e senza obbligo di fedeltà. Riceve 173 voti favorevoli e 18 di questi sono di Ala, il gruppo dei verdiniani. Non sono determinanti per far passare la legge visto che i contrari si fermano a 71 e il M5s – che esce in blocco dall’Aula – a Palazzo Madama può contare su 35 voti. I senatori di Verdini non sono decisivi, ma danno un piccolo segnale politico. Senza di loro per il secondo giorno consecutivo la maggioranza che sostiene il governo Renzi sarebbe andata sotto quota 161. Erano stati 155 i voti nel voto di fiducia per il decreto Milleproroghe, sarebbero stati 155 oggi se non fossero arrivati i sì pronunciati dai parlamentari verdiniani sotto al banco della presidenza.
Le opposizioni: “Maggioranza cambiata, Renzi salga al Quirinale”
Per questo ora tutte le opposizioni chiamano in causa il Quirinale. Lo fa la Lega Nord, lo fa Forza Italia, lo fa il Movimento Cinque Stelle, lo fa Sel. “A questo punto – dice Roberto Calderoli – anche il presidente Mattarella dovrà aprire gli occhi, dovrà verificare e chiamare Renzi per prendere atto che la maggioranza è cambiata, che si è allargata o addirittura è stata sostituita, e forse il fatto che la settimana scorsa il senatore Verdini sia andato al Colle è prodromica al cambiamento di questa maggioranza”. A rispondere non è un fedelissimo renziano, ma il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che come tutta la sinistra di governo ha dovuto ingoiare la retromarcia per fare l’accordo con Alfano: il voto di Ala alla fiducia “non certifica un ingresso in maggioranza”, visto che ieri “vi è stata una fiducia (sul Milleproroghe) e Verdini non l’ha votata. Se ci fosse un allargamento strutturale è una cosa di cui si può discutere”, ha aggiunto Orlando spiegando come, tuttavia, “sarebbe bene non far finta che questa legislatura non necessiti di larghe intese”.
La benedizione di Napolitano
A benedire tutto, fiducia allargata a Verdini e legge così com’è stata approvata, è il presidente emerito Giorgio Napolitano. “E’ importante che la maggioranza di governo sia rimasta insieme”, dice, quelli di altri gruppi sono “voti aggiuntivi e non sostituivi”. I casi di voti aggiuntivi “si sono già verificati in passato”, spiega Napolitano osservando come il problema si ponga quando una minoranza diventa “sostitutiva” formano una maggioranza a sostegno del governo “aleatoria”. Nel merito poi il senatore a vita si dice “sollevato”, perché è una legge che, senza l’adozione, “evita scontri e equivoci anche pericolosi”.
Non votano 6 di Ap e 2 del Pd, sì da 3 ex M5s. Esulta la Cirinnà
Tra i parlamentari della maggioranza non hanno votato in 6 tra quelli di Area Popolare: Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni, Gabriele Albertini, Giuseppe Esposito, Aldo Di Biagio e Giuseppe Marinello. Nel Pd ne sono mancati due: Luigi Manconi e Felice Casson. “La dignità non può essere parziale o intermittente: è o non è – dice Manconi – In questo ddl si affaccia ‘la questione della dignità’ ma non è adeguatamente riconosciuta e legittimata. Per questa ragione, non sostengo questa nuova versione e non partecipo al voto, consapevole che il voto per la conquista per i diritti omosessuali è appena agli inizi”. Entrambi ritengono la legge meno avanzata di quanto volevano. Tra i voti favorevoli degli ex grillini Maurizio Romani e Alessandra Bencini (ora entrambi Italia dei Valori) e Serenella Fucksia (espulsa a gennaio perché aveva difeso la Boschi sulle banche) e del senatore a vita e ex presidente del Consiglio Mario Monti. Tra i sì anche quelli di 4 del gruppo Gal: il “renziano” Paolo Naccarato, l’ex sottosegretaria Angela D’Onghia, l’ex Lega e Idv Michelino Davico e l’ex Fi Riccardo Villari (un tempo nel Pd, che aveva già votato le riforme istituzionali). Monica Cirinnà ha esultato al momento dell’annuncio dell’approvazione dell’emendamento governativo. Lo stralcio della stepchild adoption, ha spiegato, “resta un buco nel mio cuore”, tuttavia “non abbiamo avuto il coraggio di esporre alla roulette del voto segreto i diritti delle persone”.
LA CRONACA ORA PER ORA
Ore 18.27 – Ddl passa al Senato
Via libera del Senato alle unioni civili con 173 voti favorevoli, 71 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento ora passa alla Camera. I 173 sì alla fiducia sulle unioni civili arrivano con 245 senatori presenti e 244 votanti, come comunicato dal presidente Pietro Grasso in Aula. Il ddl ora passa all’esame della Camera.
Ore 17.55 – Al via il voto di fiducia
Ore 17.23 – Ap: Formigoni, Marinello e Sacconi non votano la fiducia
Ore 17.09 – Napolitano: “Sono sollevato, stralcio della stepchild evita scontri”
“Tutto è bene quel che finisce bene”, spiega Napolitano citando, in inglese la commedia di William Shakespeare parlando di “riformulazione apprezzata” visto che il mantenimento della stepchild avrebbe provocato equivoci e scontri. “Ci mancava solo il referendum sulle unioni civili”, sottolinea, facendo riferimento alla consultazione con la stepchild adoption più volte annunciata dai centristi nelle settimana scorse prima dell’accordo con il Pd.
Ore 16.27 – Adinolfi: “Così Renzi segna la sua sconfitta al referendum”
Mario Adinolfi, tra i promotori dello stesso Family Day, rimarca: “Renzi con questo passaggio sulle unioni civili ha segnato la sua sconfitta al referendum, oggi si consuma uno strappo che avrà le sue conseguenze evidenti tra otto mesi”.
Ore 16.27 – Gandolfini (Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’): “Renzi avrà la nostra risposta al referendum sulle riforme”
Il popolo del Family Day annuncia battaglia e sulla scia dello scontento per la richiesta di fiducia sulle unioni civili annuncia che la contropartita sarà il no al referendum costituzionale di ottobre. “Il premier ha evitato qualsiasi contatto con noi e il popolo che ha detto no ai matrimoni gay senza se e senza ma presenterà il suo conto”, ha detto Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ e annunciando che potrebbero essere organizzati i “circoli per il no” per il referendum costituzionale.
Ore 16.08 – Pd, malumori per il sostegno dei verdiniani
La minoranza Pd si sta riunendo al Senato con Roberto Speranza. Tra i senatori della sinistra molti i malumori per come è andata la partita sul ddl Cirinnà sia nel merito del provvedimento sia per le conseguenze politiche del voto di fiducia. Nel mirino ci sono i 19 sì dei verdiniani. Uno “snaturamento del governo”, è la valutazione della minoranza.
Ore 16.11 – Sono iniziate le dichiarazioni di voto sulla fiducia al maxiemendamento.
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Unioni civili, innaturale è… Alfano. E non amare i Beatles
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Elezioni 2016, in Puglia la responsabile regionale della comunicazione Pd scende in campo contro il Pd
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“Sui migranti un sistema, l’avevo denunciato”. Meloni attacca sull’arresto del tesoriere Pd Campania. Conte: “Ci prende per idioti?”
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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. Prima lo farà, prima potrà occuparsi dei gravi problemi del Paese e tentare qualche soluzione alla crisi industriale, al Pil che ristagna, alla sanità ormai alla deriva. Perda meno tempo nella comunicazione social e ne trovi per cose più gravi e urgenti. Chi la segue nei suoi video e poi legge la bolletta della luce e del gas comincia a chiedersi come mai tanta distanza fra la realtà e la rappresentazione che ne dà Meloni. Sulla vicenda Almasri ci metta la faccia, ma in Parlamento e non su X o Instagram. Solo così potrà chiudere una vicenda gestita male e conclusa peggio". Lo dice Daniela Ruffino di Azione.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Fdi e Lega all'attacco del Pd sull'inchiesta campana sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che vede coinvolto il tesoriere regionale dem, Nicola Salvati, già sospeso ieri dal partito. "Siamo sconcertati da queste notizie che coinvolgono i 'buoni e generosi' del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo", attacca direttamente Matteo Salvini via social. Anche la premier Giorgia Meloni dedica un post alla vicenda sottolineando come l'inchiesta campana confermi "ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli". La premier garantisce: "Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità".
Non tarda la replica dei dem che, dopo aver sospeso ieri Salvati, oggi hanno incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale. "Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall'incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall'anagrafe degli iscritti del Pd -sottolinea lo stesso Fina-. E' giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto indagine per truffa ai danni dello Stato, siede ancora tranquillamente al suo posto. Prego di notare le differenze".
Nella vicenda intervengono anche i 5 Stelle. Il capogruppo Riccardo Ricciardi va giù duro: "Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza. Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 stelle faccia una pulizia totale in casa propria". Una 'pulizia' che in Campania la stessa Elly Schlein ha come obiettivo. Giuseppe Conte ricorda come "l'etica pubblica è fondamentale" per i 5 Stelle ma è su Meloni che il leader M5S batte, anche su questa vicenda. E a stretto giro ribatte via social al post della premier. "Non posso crederci: Meloni, davvero hai fatto un post per denunciare che l’'immigrazione non può essere lasciata in balia della criminalità'? Cioè tu scappi dal Parlamento per non spiegare agli italiani perché hai rimpatriato con volo di Stato un boia, con accuse di stupri di bambini, al centro dei traffici di migranti e oggi te ne esci con un post così? Ma davvero ti sei convinta che noi italiani siamo tutti idioti a eccezione di te, tua sorella e dei tuoi stretti sodali? Per farti tornare alla realtà ti allego due immagini: in una il criminale Almasri che scende dal volo di Stato, nell'altra una notizia di qualche mese fa dai comuni d'Italia".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a fuggire dal parlamento preferendo parlare continuamente sui social, quasi fosse una influencer e non la Presidente del Consiglio. Manda i due ministri, Nordio e Piantedosi, che avevano fatto saltare la precedente informativa con una motivazione menzognera: siccome c'era il segreto istruttorio e per rispetto delle indagini, non avrebbero potuto partecipare. Mentivano sapendo di mentire". Così Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e portavoce di Europa Verde.
"Perché la Legge Costituzionale n°1 del 16 gennaio 1989, all'articolo 6, stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. È quindi evidente che gli interessati sapevano che non ci sono indagini e che non c'è alcun segreto istruttorio da rispettare. Infatti, domani i ministri Piantedosi e Nordio si presentano a Montecitorio per l'informativa. Si presentano per non far venire la premier Meloni: colei che ha accusato l'opposizione, in particolar modo Alleanza Verdi e Sinistra, di essere amici dei trafficanti di esseri umani".
"Ora l'Italia e l'opinione pubblica internazionale hanno la prova che lei è amica e complice dei trafficanti di esseri umani. Giorgia Meloni venga in Aula a spiegare perché! È ora di farla finita con il complottismo e il vittimismo da propaganda di Giorgia Meloni, che sparge sui social e nelle trasmissioni televisive amiche", conclude Bonelli.
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Terminal Donato Bramante che, ci auguriamo, sarà pronto entro la seconda parte del 2025. Sarà una struttura completamente green che migliorerà l’esperienza dei crocieristi che vengono qui a Civitavecchia. Abbiamo inoltre completato l’impianto fotovoltaico del Terminal Vespucci, che quindi sarà interamente alimentato da energia rinnovabile. Stiamo lavorando sul rinnovamento del design del Terminal 10 per poi trasferirlo al 18 e che sarà dedicato alle navi boutique, a conferma della vocazione di Civitavecchia come hub europeo principale per questo genere di imbarcazioni". Ad affermarlo è John Portelli, Direttore Generale della Roma Cruise Terminal (Rct) alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – illustrando i molteplici interventi infrastrutturali che stanno rendendo il porto di Civitavecchia sempre più funzionale ed ecosostenibile.
"Ma ci sono altri progetti importanti che vedono il ripensamento di tutta l’area portuale di Civitavecchia – continua Portelli -, i nuovi varchi che saranno inaugurati nel 2025, il ponte che collegherà questa parte del porto con le banchine delle crociere. E poi, le nuove bitte di 300 tonnellate che sono piuttosto rare nei porti italiani e che sono fondamentali per dare flessibilità agli ormeggi, specialmente per le grandi navi che si fermano nel porto di Civitavecchia".
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Dopo aver superato la soglia dei 3 milioni di turisti in transito nel porto di Civitavecchia, l’anno scorso, traguardo mai raggiunto da nessun porto in Italia, oggi celebriamo il risultato di 3.459.000, un risultato importantissimo e straordinario, non solo su base nazionale, ma europeo e mondiale, visto che siamo secondi – e, ormai, di poco – solo a Barcellona, e contiamo di superarla in un paio d’anni, posizionandoci ormai tra i primi sei porti crocieristici al mondo". Ad affermarlo è Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – per illustrare i dati delle crociere del 2024 e le prospettive di sviluppo del traffico crocieristico.
"Un altro dato importante – continua Musolino – riguarda anche l’effetto che le crociere turnaround, cioè che partono e arrivano a Civitavecchia hanno prodotto sui servizi di ricettività della città. Il 79% degli operatori di bed and breakfast o di alberghi dichiara che senza le crociere il loro lavoro sarebbe fortemente penalizzato. Parliamo di ristoranti, parcheggi fuori dal porto un’industria che produce tanto lavoro in molti settori”. Un indotto che non favorisce solo Civitavecchia, ma di cui beneficia, ovviamente, oltre alla città di Roma, meta di riferimento per i turisti delle crociere, anche tutto il territorio laziale. “In questi anni, siamo riusciti a mandare oltre 20.000 persone in località come Viterbo e Bomarzo", conclude il Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "Non mi aspetto che altri seguano passivamente quanto detto da noi a Orvieto (...) però mi porrei almeno la domanda perché questi due convegni hanno fatto parlare molto. Non sarà perché c’era un eccessivo silenzio autocompiaciuto sul relativo rafforzamento del Pd in un gioco a somma zero col Movimento Cinque Stelle che al momento non rende comunque le opposizioni competitive per il Governo nazionale?". Lo dice Stefano Ceccanti in un'intervista a Formiche.
Quanto alla costruzione di una coalizione Ceccanti osserva: ". Le culture politiche del centrosinistra, pur separate per decenni dalla Guerra Fredda, erano più facilmente sommabili allora perché si erano progressivamente avvicinate. Non è invece così semplice sommare gli elettorati delle odierne forze di opposizione perché il M5S è sorto come movimento di opposizione all’intero sistema dei partiti e, anche qualora vi siano intese di vertice, non è detto che il messaggio riesca a passare".
"Però non esistono trucchi rispetto a un tentativo che va esperito di formulare in positivo un’ipotesi di Governo senza reticenze e avendo un rapporto risolto con le proprie esperienze passate di guida del Paese e di corresponsabilità nelle istituzioni europee. Il passato non è riproponibile, ma siamo chiamati a fare opposizione al Governo Meloni, non a quelli di Renzi e Gentiloni. In questo senso il passaggio referendario sul jobs act, a cui opporsi, sarà un test significativo".
Milano, 4 feb. (Adnkronos) - "Ha vinto il progetto migliore". E' questo il senso delle dichiarazioni rese davanti al gip di Milano Luigi Iannelli dagli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi indagati per turbativa d'asta perché, in qualità rispettivamente di presidente e commissario della giuria, avrebbero scelto - in conflitto di interesse, secondo la procura - il progetto vincitore per la realizzazione della Beic, la Biblioteca europea di Informazione e Cultura che dovrebbe sorgere nella zona centrale di Porta Vittoria.
Nell'interrogatorio preventivo conseguente alla richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla procura, "entrambi hanno risposto a tutte le domande", secondo le indiscrezioni e hanno consegnato, nonostante l'interrogatorio sia durato circa un'ora e mezza per ciascun indagato, una memoria al giudice e ai pm Paolo Filippini e Giancarla Serafini. Meno risposte, ma una memoria scritta è stata presentata anche da Pier Paolo Tamburelli (così come dai due indagati per cui è stata chiesta la misura interdittiva), considerato dalla procura il "collettore tra Boeri e Zucchi e gli studi Onsitestudio e Baukuh vincitori del bando".
Sia Zucchi che Boeri hanno negato incontri con personaggi coinvolti nel bando di gara e hanno rimarcato la competenza nello scegliere, in pieno anonimato, il progetto migliore. Una valutazione di merito su cui non ha inciso la conoscenza di alcuni professionisti dei numerosi studi internazionali di architettura partecipanti. La decisione del gip è attesa nei prossimi giorni: già nel fine settimana o entro il termine di dieci giorni.