“Sono pronto e so cosa dire. Lo Stato italiano mi garantisca sicurezza dentro e fuori dal carcere”. Parla l’ex super latitante Pasquale Scotti in un colloquio con i suoi legali brasiliani. L’ex braccio destro del boss Raffaele Cutolo svela le sue intenzioni in vista dell’imminente estradizione in Italia. Pare di capire che Scotti una volta giunto in patria, voglia vuotare il sacco. Potrebbe raccontare la sua verità, i misteri, i segreti che custodisce, forse per ‘negoziare’ un accordo, un’intesa. Intenzione che non sorprende.

Chi lo conosce e gli è stato con il fiato sul collo per oltre un trentennio per acciuffarlo non si meraviglia di quelle parole sussurrate in carcere. “Scotti prima di darsi alla macchia per 31 anni è stato in detenzione per un breve lasso di tempo e quasi mai in carcere. Insomma giunto in Italia potrebbe verosimilmente cominciare a collaborare con la giustizia e tentare di agguantare sconti di pena e una condizione carceraria meno restrittiva. Questa mossa è in linea con il personaggio”. Scongiurato il rischio di una clamorosa scarcerazionel’Italia ha accelerato le procedure di estradizione anche a seguito di iniziative parlamentari, come l’interrogazione presentata al ministro della Giustizia Orlando da una pattuglia di deputati del Movimento 5 Stelle capitanati da Riccardo Nuti.

Resta da capire perchè gli uffici del ministero si sono impantanati ed hanno girato per giorni a vuoto. Una possibile non risposta l’ha fornita il giudice Raffaele Piccirillo, direttore dell’ufficio Affari penali del ministero della Giustizia che intervenendo il 19 febbraio a Caserta alla presentazione del libro Il camorrista fantasma. Le mille vite del super latitante Pasquale Scotti scritto da Enzo Musella, Gaetano Pragliola, Gianmaria Roberti e Luigi De Stefano per Iupper Edizioni ha liquidato le polemiche ribadendo che l’estradizione di Scotti non ha subito alcun ritardo ed è fisiologica con le attività della difesa del condannato. Però il giudice Piccirillo qualcosa di significativo dice: “Scotti è stato catturato a maggio 2015 in circostanze che aprono qualche dubbio, nel senso che mi sembra eccessiva l’ingenuità di un uomo che va via e rilascia le impronte digitali poi usate per una comparazione. Comunque sono vicende che non ci interessano e possono avere spiegazioni molteplici”. E in chiusura sottolinea: “Una cosa è certa: nessuno ha paura che Scotti rientri in Italia”. Pausa e cinque parole: “Io sicuramente non ne ho”.

E sono tante le vicende che in questa strana storia hanno spiegazioni molteplici. Appaiono sempre più gravi e inquietanti le parole pronunciate dall’ex presidente del Tribunale di Napoli Carlo Alemi, che ha affermato: “Pasquale Scotti ha vissuto protetto da servizi segreti come protetti sono stati Vincenzo Casillo e Corrado Iacolare”. Questo è il nodo da sciogliere. Scotti torna in Italia e annuncia di “essere pronto e sapere cosa dire”. La partita è agli sgoccioli. Il presidente della Repubblica del Brasile Dilma Rousseff avrebbe apposto l’ultimo sigillo e sarebbe già stata inviata una comunicazione ufficiale all’ambasciata italiana. E’ il via libero all’Interpol per concordare e stabilire tempi e modi del ritorno di Scotti in Italia. La nuova scadenza da rispettare è fissata per il 2 marzo, data utile per rendere operativa l’estradizione. C’è una certa apprensione negli apparati italiani, Scotti è nel mirino della camorra e non solo. Lo rivelano anche delle recenti indagini. Il suo trasferimento in Italia deve avvenire in modo segreto e nella massima sicurezza, quella invocata dallo stesso boss. Dal Brasile sono stati contattati dei legali in servizio presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, loro seguiranno Scotti nella sua probabile collaborazione con i giudici. C’è una richiesta: una struttura carceraria adeguata con gli standard di massima sicurezza. La storia è tutt’altro che chiusa e archiviata. Pasquale Scotti continua a lanciare messaggi e giocare la sua partita a scacchi.

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Cosa potrebbe raccontare di così tanto clamoroso l’ex primula rossa se realmente decidesse di collaborare con i giudici? A chi fa paura? C’entra qualcosa il caso Moro? E di Cirillo che dice? Davvero fu la camorra ad ordinare l’omicidio del sindaco di Pagani Marcello Torre? E se non fu Cutolo, chi avrebbe avuto interesse all’eliminazione del ‘sindaco gentile’? E perchè? Furono i carabinieri a far fuggire Scotti? Perchè i giudici di Santa Maria Capua Vetere non indagarono su quella rocambolesca evasione? E’ vero che Scotti, Casillo e Iacolare furono reclutati dai servizi? Quali missioni gli furono affidate? Cosa può raccontare dei misteri che ancora avvolgono l’uccisione del banchiere Roberto Calvi?

Chi ha garantito i suoi 31 anni di latitanza? Chi ha coperto le attività di Scotti? Chi ha fornito l’identità anagrafica di Francisco De Castro Visconti a Scotti con regolare attribuzione di catasto delle persone fisiche n. 799.650.674-49? E perché i magistrati brasiliani non hanno contestato a Scotti la falsa identità? Come mai solo dopo l’arresto di Scotti, il boss Raffaele Cutolo ha deciso di riferire alla Commissione d’indagine sul caso Moro fatti e circostanze finite segretate in alcuni verbali? Perchè il 95enne ex assessore Dc Ciro Cirillo ha deciso di concedere un’intervista a un’emittente svizzera dove fa piccole ammissioni, si contraddice e mente sulla sua vicenda come ha rilevato di recente il giudice Carlo Alemi? E perchè la moglie di Cutolo, Immacolata Iacone, parla sempre alla tv svizzera della decisione del marito di conferire con la Commissione d’indagine sul caso Moro? E perché pochi giorni fa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando del sequestro di Aldo Moro dice: “E’ ancora necessario diradare zone d’ombra”? A questi ed altri interrogativi Pasquale Scotti dovrà rispondere e raccontare tutta la verità su molti misteri d’Italia.

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