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La nostra tanto vituperata (anche da me stesso) civiltà capitalista e borghese ci ha dato moltissimo. Moltissimi europei hanno avuto un’educazione solidissima sia a scuola che in famiglia. Mentre nella maggior parte del pianeta vive gente in una stramerda tale da non riuscire più a tirarsi fuori nemmeno con programmi speciali, poiché ormai sono privi dell’educazione basilare sia scolastica che familiare. Non sanno fare letteralmente 2+2. Non hanno la minima idea di cosa significhi avere una famiglia con la quale ti trovi a cena la sera. Mentre da una parte ci stiamo interrogando sullo sfacelo del mondo occidentale, dall’altra occorre considerare che lo sradicamento totale, talvolta proprio causato dall’avvento della tecnologia, è un disastro.
Lo “sviluppo” in Brasile ha distrutto il territorio per piantare canna da zucchero che serve a generare biomasse per la produzione di energia. Le piantagioni sfruttano il terreno all’inverosimile, le compagnie sfruttano i lavoratori con paghe da fame, la lavorazione della canna inquina i mari.
Alla canna da zucchero si affiancano centrali idroelettriche le quali, oltre ad avere devastato il territorio, anche con eventi disastrosi come quello recente nel Minas Gerais, hanno tolto l’acqua a intere popolazioni, indigene e non. Mentre il governo, quando non è impegnato a rubare i soldi della Petrobras o dei contribuenti, si preoccupa di far fare sempre più soldi ai ricchi, anche dando credito al consumo alla classe media di ignoranti mal pagati, che non hanno accesso a una vita davvero di qualità, ma non hanno nemmeno più le tradizioni e il legame col territorio di un tempo, devono solo consumare e basta.
Completano il quadretto i culti evangelici, i veri demoni di questo sistema allo sbando. Ormai hanno invaso il Brasile in maniera capillare: non c’è favela, comunità, quartiere, paesino, che non abbia la sua brava congrega con canti, danze e sermoni per onorare il Signore. Chiedono soldi agli adepti senza tanti complimenti, in cambio salvano folle adoranti dalla droga, dalla disoccupazione, dalle malattie, grazie ai miracoli. Sostituiscono vecchie schiavitù con quella imposta da loro: non si può più sambare, danzare, fare il carnevale, scopare, bere, divertirsi, meditare, godere. Solo adorare il Signore e….pagare la congrega. Il Signore vuole così.
L’apoteosi di questo fenomeno è lo Show da Fé di Romildo Ribeiro Soares, fra i predicatori televisivi il maestro incontrastato: lui si fa chiamare “Misionario”. Soares non è certo un improvvisato sprovveduto, figlio di un muratore battista, già da piccolo mostrò accese inclinazioni religiose. Conosce a menadito ogni versetto della Bibbia e imbonisce platee affollatissime con tournée in tutto il paese, oltre che con quotidiane apparizioni televisive, con le sue brave canzoncine marketing-religiose. È addirittura un grande, una specie di Berlusconi della fede. Ha soldi a non finire, con un impero mediatico impressionante sbarcato persino a Miami, dove è record di audience. E la gente ci crede, paga e rinuncia a tutto pur di salvarsi il culo dalla crisi massacrante che sta rovinando il paese o per salvare il figlio dall’alcol o la droga, altre due piaghe inarrestabili.
E veniamo alla salute. Cancro e ciccia in Brasile. Nel paese, a differenza di dieci o venti anni fa, ciò che salta all’occhio del visitatore non è più la gnocca, bensì la ciccia. I tanto sbandierati 20 milioni di nuovi “classe media” non sono altro che poveracci nuovi schiavi ai quali hanno insegnato a mangiare patatine e altre schifezze, innaffiate da birra di bassa qualità e bibite gassate a fiumi. Il risultato sono i panzoni che tutti potranno ammirare se verranno per le Olimpiadi a Rio. Ma non basta. I poveri milioni di ciccioni hanno ormai il colesterolo e la pressione alta e una quantità di altre patologie verso le quali sono stati inoltre istruiti ad avere paura. Sono così diventati, oltre che schiavi di alimenti-veleno, anche schiavi degli esami e dei medicinali, smerciati come noccioline nelle farmacie supermercato.
Gli “esperti” dichiarano che il cancro sarà la principale causa di morte dei brasiliani dal prossimo anno in avanti. (Quando le cose sono fatte bene i risultati arrivano). E dicono che hanno bisogno di più “tecnici” per intervenire chirurgicamente sugli schiavi-macchine ormai in totale balia del sistema.
Con una gigantesca unica operazione si devastano milioni di persone, messe a lavorare per guadagnare il sufficiente per curarsi con i veleni prodotti dallo stesso sistema che produce gli alimenti-veleno, venduti agli stessi poveracci a caro prezzo. Poi terrorizzati e convinti di avere bisogno del sistema per salvarsi. Magistrale.
Anche se di sicuro non è che in Italia o altri paesi sia molto meglio.
Istruire a una alimentazione migliore, meditazione e cultura, respirare in luoghi non devastati dalla polluzione, sognare solo per sognare, anziché bere birra alle 8 del mattino è troppo alternativo. Anzi no, renderebbe molto meno ai luridi e renderebbe meno schiavi i poveracci.
E soprattutto, silenzio assoluto sul fatto che le sopravvissute comunità di indios il cancro non sanno nemmeno cosa sia.
Quello che c’è di meraviglioso nel paese, il suo popolo e la natura, sono seriamente a rischio. Il futuro che tanto aspettavamo è arrivato. E supera davvero le più rosee aspettative.
Mauro Villone
Scrittore e operatore socioculturale
Mondo - 1 Marzo 2016
Brasile: cancro, droga e sfruttamento. Ecco come hanno distrutto un Paese
La nostra tanto vituperata (anche da me stesso) civiltà capitalista e borghese ci ha dato moltissimo. Moltissimi europei hanno avuto un’educazione solidissima sia a scuola che in famiglia. Mentre nella maggior parte del pianeta vive gente in una stramerda tale da non riuscire più a tirarsi fuori nemmeno con programmi speciali, poiché ormai sono privi dell’educazione basilare sia scolastica che familiare. Non sanno fare letteralmente 2+2. Non hanno la minima idea di cosa significhi avere una famiglia con la quale ti trovi a cena la sera. Mentre da una parte ci stiamo interrogando sullo sfacelo del mondo occidentale, dall’altra occorre considerare che lo sradicamento totale, talvolta proprio causato dall’avvento della tecnologia, è un disastro.
Lo “sviluppo” in Brasile ha distrutto il territorio per piantare canna da zucchero che serve a generare biomasse per la produzione di energia. Le piantagioni sfruttano il terreno all’inverosimile, le compagnie sfruttano i lavoratori con paghe da fame, la lavorazione della canna inquina i mari.
Alla canna da zucchero si affiancano centrali idroelettriche le quali, oltre ad avere devastato il territorio, anche con eventi disastrosi come quello recente nel Minas Gerais, hanno tolto l’acqua a intere popolazioni, indigene e non. Mentre il governo, quando non è impegnato a rubare i soldi della Petrobras o dei contribuenti, si preoccupa di far fare sempre più soldi ai ricchi, anche dando credito al consumo alla classe media di ignoranti mal pagati, che non hanno accesso a una vita davvero di qualità, ma non hanno nemmeno più le tradizioni e il legame col territorio di un tempo, devono solo consumare e basta.
Completano il quadretto i culti evangelici, i veri demoni di questo sistema allo sbando. Ormai hanno invaso il Brasile in maniera capillare: non c’è favela, comunità, quartiere, paesino, che non abbia la sua brava congrega con canti, danze e sermoni per onorare il Signore. Chiedono soldi agli adepti senza tanti complimenti, in cambio salvano folle adoranti dalla droga, dalla disoccupazione, dalle malattie, grazie ai miracoli. Sostituiscono vecchie schiavitù con quella imposta da loro: non si può più sambare, danzare, fare il carnevale, scopare, bere, divertirsi, meditare, godere. Solo adorare il Signore e….pagare la congrega. Il Signore vuole così.
L’apoteosi di questo fenomeno è lo Show da Fé di Romildo Ribeiro Soares, fra i predicatori televisivi il maestro incontrastato: lui si fa chiamare “Misionario”. Soares non è certo un improvvisato sprovveduto, figlio di un muratore battista, già da piccolo mostrò accese inclinazioni religiose. Conosce a menadito ogni versetto della Bibbia e imbonisce platee affollatissime con tournée in tutto il paese, oltre che con quotidiane apparizioni televisive, con le sue brave canzoncine marketing-religiose. È addirittura un grande, una specie di Berlusconi della fede. Ha soldi a non finire, con un impero mediatico impressionante sbarcato persino a Miami, dove è record di audience. E la gente ci crede, paga e rinuncia a tutto pur di salvarsi il culo dalla crisi massacrante che sta rovinando il paese o per salvare il figlio dall’alcol o la droga, altre due piaghe inarrestabili.
E veniamo alla salute. Cancro e ciccia in Brasile. Nel paese, a differenza di dieci o venti anni fa, ciò che salta all’occhio del visitatore non è più la gnocca, bensì la ciccia. I tanto sbandierati 20 milioni di nuovi “classe media” non sono altro che poveracci nuovi schiavi ai quali hanno insegnato a mangiare patatine e altre schifezze, innaffiate da birra di bassa qualità e bibite gassate a fiumi. Il risultato sono i panzoni che tutti potranno ammirare se verranno per le Olimpiadi a Rio. Ma non basta. I poveri milioni di ciccioni hanno ormai il colesterolo e la pressione alta e una quantità di altre patologie verso le quali sono stati inoltre istruiti ad avere paura. Sono così diventati, oltre che schiavi di alimenti-veleno, anche schiavi degli esami e dei medicinali, smerciati come noccioline nelle farmacie supermercato.
Gli “esperti” dichiarano che il cancro sarà la principale causa di morte dei brasiliani dal prossimo anno in avanti. (Quando le cose sono fatte bene i risultati arrivano). E dicono che hanno bisogno di più “tecnici” per intervenire chirurgicamente sugli schiavi-macchine ormai in totale balia del sistema.
Con una gigantesca unica operazione si devastano milioni di persone, messe a lavorare per guadagnare il sufficiente per curarsi con i veleni prodotti dallo stesso sistema che produce gli alimenti-veleno, venduti agli stessi poveracci a caro prezzo. Poi terrorizzati e convinti di avere bisogno del sistema per salvarsi. Magistrale.
Anche se di sicuro non è che in Italia o altri paesi sia molto meglio.
Istruire a una alimentazione migliore, meditazione e cultura, respirare in luoghi non devastati dalla polluzione, sognare solo per sognare, anziché bere birra alle 8 del mattino è troppo alternativo. Anzi no, renderebbe molto meno ai luridi e renderebbe meno schiavi i poveracci.
E soprattutto, silenzio assoluto sul fatto che le sopravvissute comunità di indios il cancro non sanno nemmeno cosa sia.
Quello che c’è di meraviglioso nel paese, il suo popolo e la natura, sono seriamente a rischio. Il futuro che tanto aspettavamo è arrivato. E supera davvero le più rosee aspettative.
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Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il momento più stressante? Quando i Duran Duran si sono presentati con un tir di strumenti loro e durante uno stacco pubblicitario abbiamo dovuto fare un miracolo per portare sul palco e collegare tutto. Ma ci siamo riusciti. Perché al lavoro sul festival c'è una squadra incredibile, tecnici di eccellenza". A parlare con grande orgoglio del lavoro fatto su Sanremo 2025 è Pippo Balistreri, direttore di palco del festival dal 1981: "Mi chiamò Ravera. Io facevo il dj. La mia fortuna fu parlare le lingue. Arrivarono i Dire Straits e nessuno riusciva a comunicarci, tranne io. Lì è iniziato tutto", racconta Balistreri in un'intervista all'Adnkronos.
Quest'anno con 29 artisti in gara, più le 4 Nuove Proposte, e una serata cover con oltre 140 artisti sul palco, il lavoro è stato frenetico: "A Sanremo tutte le edizioni sono impegnative. Certo la serata cover è sempre quella che ci mette più alla prova, con tutti quegli artisti ospiti, molti con strumenti sul palco. Dietro le quinte c'è un traffico che nemmeno nelle metropoli all'ora di punta". L'unico disguido è successo con Bresh e De André: "Sì ma la reazione di Cristiano De André non è stata carina, anche perché il body pack si era staccato perché lui si era mosso sullo sgabello. Può succedere e bisogna avere rispetto di chi lavora ai ritmi in cui si lavora a Sanremo. Non mi è piaciuto", sottolinea senza giri di parole. Così come, in maniera molto schietta, dice di non essere contento della vittoria di Olly: "Una vittoria muscolare. Musicalmente c'era di meglio", afferma. E confessa quello che sarebbe stato il suo podio ideale: "Giorgia al primo posto, Gabbani al secondo e Achille Lauro al terzo".
"Il momento più bello del festival? Per me il duetto di Giorgia con Annalisa sulle note di 'Skyfall'. Una performance stupenda. Ho fatto i complimenti a Giorgia, il suo festival è stato bellissimo. E non sono l'unico a pensare che meritasse lei la vittoria visto il boato di disapprovazione che si è sentito all'Ariston dopo l'annuncio della cinquina finalista che non prevedeva né lei né Lauro. Un peccato", insiste.
Negli ultimi due anni, Balistreri, a chi glielo ha chiesto subito dopo la fine del festival, ha detto che sarebbe stato il suo ultimo Sanremo. Ma a richiederglielo oggi, con qualche giorno di decompressione, la risposta cambia: "La domenica sono esausto e dico sempre: 'mai più'. Finiamo alle 2, andiamo a cena, andiamo a dormire alle 4, e io alle 9.30 sono di nuovo in piedi per andare alle prove. Impegnativo. Ma, se me lo chiederanno ancora, vedremo. Negli ultimi anni la Rai mi ha affiancato dei giovani, è normale che prima o poi ci sia un passaggio di consegne", dice senza sciogliere la riserva sul prossimo anno.
Di una cosa però Balistreri è certo: "Un festival di Sanremo fuori dalla Rai non ce lo vedo proprio. Nessuno può avere una competenza, un know how come quello accumulato da questa azienda. E questo dovrà pure pesare. I materiali e la tecnica della Rai su questo fronte non hanno eguali, non solo in Italia". (di Antonella Nesi)
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".