Le mani del cardinale Crescenzio Sepe sulle reliquie di San Gennaro. E’ da tempo che il capo della Curia di Napoli ci provava. Lo sanno bene le parenti del Santo Patrono più volte zittite nei loro canti-invocazione in occasione delle celebrazioni del miracoloso scioglimento del sangue oppure i rappresentanti della Deputazione che per tradizione devono essere omaggiati e salutati dall’arcivescovo mentre mostra loro l’ampolla. E’ la tradizione, la prassi, la liturgia laica che l’impone.
Ma Sepe piano piano negli anni ha imposto una sua ‘personalissima’ rivisitazione che a molti non è piaciuta. E’ stata una lenta, perpetua e scientifica strategia di avvicinamento culminata con il decreto firmato dal ministro dell’Interno che equipara la Deputazione alla Fabbriceria e nei fatti mette di chiatto l’Arcidiocesi di Largo Donnaregina. Chi ora grida, alza la voce e protesta sembra davvero venuto da Marte.
Crescenzio Sepe è garanzia dell’intrallazzo, della trama e del potere per il potere. E’ la sua storia che parla. Questa è davvero una brutta storia. La connessione sentimentale tra il popolo di Napoli e il suo Santo è un qualcosa che va oltre. Il porporato violerebbe un principio inviolabile: snaturare un’istituzione laica, identitaria e che appartiene alla sola gente di Napoli. Il decreto del ministro Alfano, invocato anche da ambienti della Curia di Napoli, si sta rivelando un vero affronto, un atto di arroganza, un tentativo di contribuire direttamente alla gestione della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro e della storia di un popolo. E’ un’usurpazione che nessun partenopeo accetta e tollera.
La temperatura in città è elevatissima. Le polemiche crescono e non casualmente sabato alle 15 attorno al Duomo ci sarà un abbraccio collettivo al Santo Patrono, evento che conta già 1300 partecipanti e 1600 “interessati” alla “mobilitazione in difesa della nostra identità”. Sono gli indignatos di San Gennaro. A questo cardinale è stato perdonato troppo: i suoi guai giudiziari, le raccomandazioni ai nipoti, le case offerte come merce di scambio, la cricca di amici poco raccomandabili, le tante iniziative di autopromozione a favore di telecamera. Va bene tutto, ‘a madonna t’accumpagn, il folclore colorito e cafonesco, le battute offensive verso le suore con il Papa sull’altare del Duomo, le statue raffiguranti il suo faccione, il narcisismo dei premi e delle sale intitolate in vita alla sua pregevolissima persona però c’è un punto oltre il quale non si può andare: San Gennaro.
Il cardinale Crescenzio Sepe e il suo cerchio magico rinuncino a qualsiasi tentativo di assoggettare la Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, organismo laico che da secoli gestisce e custodisce il sangue prodigioso. Sepe si faccia consigliare e lasci in pace i discendenti delle famiglie nobili della città che diedero esecuzione ad un voto del popolo formulato nel 1527: erigere una Cappella in onore del patrono per lo scampato pericolo nell’eruzione del Vesuvio ed a protezione di Napoli. In queste ore difficili e drammatiche deve prevalere il buonsenso e il rispetto per i napoletani. Il suo accanimento, l’abitudine al potere gli potrebbe costare molto caro.
Il cardinale faccia il bene della città. Preghi se è capace e stia accanto alle chiese partenopee ed ai tanti parroci impegnati in prima linea che senza soldi – quelli li trattiene l’arcidiocesi – aiutano i bisognosi, tolgono i giovani dalle brutte strade e animano i quartieri funestati dalla camorra. Ora facciamo i seri, Sepe smetta di bestemmiare contro il popolo e la città. L’appello è a San Gennaro: aiutaci e ancora una volta mettici la tua mano!
Arnaldo Capezzuto
Giornalista
Giustizia & Impunità - 1 Marzo 2016
Napoli: Cardinale Sepe, San Gennaro non si tocca
Le mani del cardinale Crescenzio Sepe sulle reliquie di San Gennaro. E’ da tempo che il capo della Curia di Napoli ci provava. Lo sanno bene le parenti del Santo Patrono più volte zittite nei loro canti-invocazione in occasione delle celebrazioni del miracoloso scioglimento del sangue oppure i rappresentanti della Deputazione che per tradizione devono essere omaggiati e salutati dall’arcivescovo mentre mostra loro l’ampolla. E’ la tradizione, la prassi, la liturgia laica che l’impone.
Ma Sepe piano piano negli anni ha imposto una sua ‘personalissima’ rivisitazione che a molti non è piaciuta. E’ stata una lenta, perpetua e scientifica strategia di avvicinamento culminata con il decreto firmato dal ministro dell’Interno che equipara la Deputazione alla Fabbriceria e nei fatti mette di chiatto l’Arcidiocesi di Largo Donnaregina. Chi ora grida, alza la voce e protesta sembra davvero venuto da Marte.
Crescenzio Sepe è garanzia dell’intrallazzo, della trama e del potere per il potere. E’ la sua storia che parla. Questa è davvero una brutta storia. La connessione sentimentale tra il popolo di Napoli e il suo Santo è un qualcosa che va oltre. Il porporato violerebbe un principio inviolabile: snaturare un’istituzione laica, identitaria e che appartiene alla sola gente di Napoli. Il decreto del ministro Alfano, invocato anche da ambienti della Curia di Napoli, si sta rivelando un vero affronto, un atto di arroganza, un tentativo di contribuire direttamente alla gestione della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro e della storia di un popolo. E’ un’usurpazione che nessun partenopeo accetta e tollera.
La temperatura in città è elevatissima. Le polemiche crescono e non casualmente sabato alle 15 attorno al Duomo ci sarà un abbraccio collettivo al Santo Patrono, evento che conta già 1300 partecipanti e 1600 “interessati” alla “mobilitazione in difesa della nostra identità”. Sono gli indignatos di San Gennaro. A questo cardinale è stato perdonato troppo: i suoi guai giudiziari, le raccomandazioni ai nipoti, le case offerte come merce di scambio, la cricca di amici poco raccomandabili, le tante iniziative di autopromozione a favore di telecamera. Va bene tutto, ‘a madonna t’accumpagn, il folclore colorito e cafonesco, le battute offensive verso le suore con il Papa sull’altare del Duomo, le statue raffiguranti il suo faccione, il narcisismo dei premi e delle sale intitolate in vita alla sua pregevolissima persona però c’è un punto oltre il quale non si può andare: San Gennaro.
Il cardinale Crescenzio Sepe e il suo cerchio magico rinuncino a qualsiasi tentativo di assoggettare la Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, organismo laico che da secoli gestisce e custodisce il sangue prodigioso. Sepe si faccia consigliare e lasci in pace i discendenti delle famiglie nobili della città che diedero esecuzione ad un voto del popolo formulato nel 1527: erigere una Cappella in onore del patrono per lo scampato pericolo nell’eruzione del Vesuvio ed a protezione di Napoli. In queste ore difficili e drammatiche deve prevalere il buonsenso e il rispetto per i napoletani. Il suo accanimento, l’abitudine al potere gli potrebbe costare molto caro.
Il cardinale faccia il bene della città. Preghi se è capace e stia accanto alle chiese partenopee ed ai tanti parroci impegnati in prima linea che senza soldi – quelli li trattiene l’arcidiocesi – aiutano i bisognosi, tolgono i giovani dalle brutte strade e animano i quartieri funestati dalla camorra. Ora facciamo i seri, Sepe smetta di bestemmiare contro il popolo e la città. L’appello è a San Gennaro: aiutaci e ancora una volta mettici la tua mano!
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Mondo
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Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Stupiscono le critiche superficiali alle dichiarazioni dell’onorevole Giovanni Donzelli. Le polemiche che imperversano non aiutano la coalizione anche se capisco sono frutto della passione e la gratitudine verso il grande leader che è stato Berlusconi". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, coordinatore della Direzione nazionale di Fratelli d'Italia.
"Le dichiarazioni di Donzelli invece sono un'analisi elettorale, perché la figura di Berlusconi non è in discussione per nessuno di noi in Fdi; molti hanno militato nel Pdl e molti provengono da Forza Italia. Egli ha conquistato un posto nella storia, è stato il leader della coalizione e ognuno di noi è riconoscente alla sua opera e alla sua azione", ha continuato Cirielli.
"Donzelli ha fatto solo un esame quantitativo. Prima della discesa in campo di Berlusconi nelle comunali del 1993 di Napoli e Roma, il MSI aveva raccolto oltre il 30%; con la discesa in campo di Forza Italia nel 1994 - pochi mesi dopo - il Msi scese al 13.5% -precisa Cirielli-. Se questa è storia, è altrettanto un fatto storico che grazie a Berlusconi nacque la Destra di Governo. La coalizione che seppe mettere in campo e che solo lui poteva creare ancora oggi, con la guida di Giorgia Meloni, è protagonista. Di questo gli saremo grati per sempre".
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Le parole del vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Raffaele Fitto, evidenziano una questione cruciale per il futuro dell'Unione Europea: l'importanza di accelerare l'attuazione dei programmi di coesione. È fondamentale che i fondi europei vengano utilizzati in modo tempestivo e strategico per garantire una crescita equilibrata, in particolare nelle regioni più vulnerabili". Lo ha detto Denis Nesci, coordinatore del Gruppo Ecr nella commissione Regi del Parlamento europeo.
"Accogliamo con favore l'idea di una revisione intermedia dei programmi di coesione, che rappresenta una straordinaria opportunità per riallineare le priorità e accelerare l'assorbimento dei fondi. Questo processo non solo deve essere rapido, ma deve anche puntare alla semplificazione delle procedure, in modo da evitare ritardi burocratici che rischiano di compromettere l'efficacia degli investimenti", ha dichiarato Nesci.
"In un periodo di incertezze globali, l'Europa ha bisogno di una politica di coesione che risponda in modo agile e concreto alle sfide emergenti. Non possiamo permetterci di sprecare risorse vitali per il nostro futuro", ha concluso.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Qualcuno spieghi a Tajani, che parla di Ocalan, che all’epoca dei fatti la segretaria del Pd Schlein aveva 13 anni. Dovrebbe trovare argomenti più solidi per coprire la responsabilità del suo governo sul caso Almasri". Così il Pd replica alle ultime affermazioni di Antonio Tajani.
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - L'orario, il luogo e un'immagine "rilevante". La consulenza dell'esperto informatico Marco Tinti, incaricato dalla procura di Milano, rafforza la credibilità di Omar T., il giovane testimone dell'incidente in cui ha perso la vita Ramy Elgaml. Davanti agli inquirenti aveva raccontato di aver assistito e registrato con il cellulare quanto accaduto, la sera del 24 novembre scorso, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta dove lo scooter guidato da Fares Bouzidi, su cui viaggiava anche la vittima, si è scontrato con un'auto dei carabinieri, dopo che il T Max non si era fermato all'alt e aveva proseguito la fuga per venti minuti.
Il testimone aveva raccontato di essere stato costretto da altri due carabinieri, indagati per favoreggiamento e depistaggio, a cancellare un video. Se l'esame del cellulare, voluto dalla procura, non ha restituito nessun video di quella notte, "tuttavia, dall'analisi della timeline è emersa la presenza una miniatura, presumibilmente di un video, di possibile interesse". La miniatura è un'immagine di anteprima, di piccole dimensioni, generata automaticamente dal cellulare. Il frame mostra - confrontando anche con la geolocalizzazione del cellulare - un incrocio cittadino, probabilmente quello dove, intorno alle ore 4, avviene l'incidente mortale. "La rilevanza della miniatura è attribuibile sia alia data e all'ora dell'ultima modifica, sia agli elementi visivi che essa presenta" si legge nella relazione.
"La data di ultima modifica associata al file risale al giorno 24 novembre 2024 ore 4:05:07. Inoltre, comparando la miniatura con le immagini dell'incrocio stradale fornite da Google Streei View, è possibile affermare con un ragionevole grado di certezza come il file ritragga una strada cittadina compatibile con via Ripamonti a Milano. L'inquadratura sembra essere in direzione nord verso via Ripamonti, dall'angolo sud-est dell'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta". Che si tratta di un fotogramma di un video, e non di una semplice foto, il consulente lo deduce dalla dimensione del file, "tipico della maggior parte dei video registrati dal dispositivo e tuttora salvati su di esso". Inoltre, dalla cronologia di navigazione web di quella sera si evidenziano ricerche ripetute su Google 'come recuperare video da cestino' a partire dalle ore 4.38.
Palermo, 30 gen. (Adnkronos) - La ragazza di 17anni accusata di avere ucciso, nel febbraio 2024, insieme con il padre e una coppia di amici dei genitori, la madre e due fratelli, "è imputabile e capace di intendere e di volere". Lo ha deciso il gip del tribunale per i minorenni Nicola Aiello in seguito alla perizia di un neuropsichiatra infantile di Roma che ha valutato la capacità della ragazza. Il gip ha disposto l'inizio della requisitoria per il prossimo 6 marzo. La giovane è imputata per omicidio plurimo aggravato e soppressione di cadavere.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Luisa Morgantini è stata rilasciata insieme al giornalista de Il Sole 24 Ore dopo essere stati fermati in Cisgiordania dalle truppe israeliane . È una buona notizia che tuttavia non cancella la vergogna dei metodi usati contro attivisti e giornalisti stranieri dalle autorità israeliane". Lo dicono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Avs, quest’ultimo ha parlato poco fa direttamente con Morgantini che insieme a Roberto Bongiorni è in attesa che le autorità israeliane liberino i due accompagnatori palestinesi ancora in stato di fermo.
"I fermi, le prevaricazioni e le infinite attese per fare qualsiasi cosa sono il loro modo di agire per scoraggiare chiunque chieda diritti per il popolo palestinese. Ringraziamo i funzionari della Farnesina e il personale diplomatico italiano in Israele che si è impegnata in tutte queste ore per il loro rilascio. Luisa non si è mai fermata - concludono - e non lo farà neanche stavolta. Nemmeno noi".
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - In un'informativa della Guardia di finanza di Milano, tra gli atti che fanno parte del fascicolo del processo contro Chiara Ferragni - imputata per truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali 'Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022) - emergono una serie di mail in cui si evince il malumore su come il team dell'imprenditrice digitale sembra voler gestire la comunicazione sugli accordi commerciali raggiunti. In una mail dell'azienda dolciaria di Cerealitalia si evidenzia come la dicitura 'acquistate l'uovo per sostenere' sarebbe "fuorviante in quanto passerebbe l'errato concetto che acquistando l'uovo si sostiene la causa benefica", mentre in realtà il numero dei prodotti venduti nulla c'entra con la somma destinata all'ente di sostegno per bambini.
Ancora più esplicite le mail in casa Balocco dopo il contrasto con il team di Chiara Ferragni è esplicito. "Mi verrebbe da rispondere 'in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante...'" scrive una dipendente all'amministratrice delegata Alessandra Balocco (indagata) che replica: "Hai perfettamente ragione. Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno". E chi cura la comunicazione mette in allarme l'azienda dolciaria di Cuneo. "Chiara Ferragni si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. (...) Alla faccia del nuovo Natale rosa e stiloso, insomma. Fate molta attenzione".
E le paure diventano realtà quando le denunce portano all'apertura di un fascicolo in procura e alla perquisizione della Guardia di finanza nelle aziende Ferragni. Nell'informativa viene evidenziato un messaggio Whatsapp inviato al personale: "Avviso importante. Fabio (Damato ex braccio destro dell'imprenditrice digitale, ndr) mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in Tbs, sia noi dell'ufficio sia chi aveva meeting con lui. C'è la Guardia di finanza e stanno interrogando parte del team". E ancora: "Ragazzi anche chi sta andando in Fenice non andate in ufficio. Sono arrivati anche li, Fabio non vuole che inizino a interrogare tutti".