Quella di Saimir Pirgu, il tenore di origini albanesi che ha stregato i teatri di mezzo mondo con le sue strepitose interpretazioni operistiche, è una storia che ha dell’incredibile: diplomatosi a soli 16 anni in violino nella natia Elbasan, giunge in Italia con l’obiettivo di studiare canto. Si diploma in tempi record, a soli 21 anni, presso il conservatorio di Bolzano, mentre per mantenersi gli studi lavora come lavapiatti in un convitto di salesiani. Sono poi due incontri, uno più fruttuoso dell’altro, a fare da detonatore di quella che si preannunciava già come una grande carriera: nel 2001, presso le terme di Merano, si imbatte nel re della musica lirica, Luciano Pavarotti, che, sentendolo cantare, si innamora da subito della sua voce; pochi anni dopo, nel 2004, sarà invece l’incontro con Claudio Abbado a lanciare definitivamente la carriera del tenore.
Il grande direttore d’orchestra infatti lo sceglie per il ruolo di Ferrando nel Così fan tutte di Mozart andato in scena a Ferrara. Così, fin da giovanissimo, Pirgu inizia a calcare le scene dei più importanti teatri di tutto il mondo: dal Rigoletto della Royal Opera House di Londra alla Traviata presso il Metropolitan Opera di New York; da Un Ballo in Maschera a Tel Aviv a L’Elisir d’Amore presso lo Staatsoper di Vienna; da Il Flauto Magico del Teatro Alla Scala di Milano a Bohème presso il Gran Teatre del Liceu di Barcellona, fino al Rigoletto dell’Arena di Verona e al Requiem di Verdi del Festival di Salisburgo.
Il beniamino ed erede di Luciano Pavarotti è ora in tour per la presentazione del suo ultimo lavoro discografico, Il mio Canto, album che ha deciso di registrare con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino: “Ho scelto l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino perché è una delle migliori orchestre italiane. A luglio mi trovavo a Tel Aviv per il mio debutto nel Ballo in Maschera diretto da Zubin Mehta e proprio in quell’occasione parlai con il Maestro Mehta chiedendogli di poter collaborare con questa orchestra strepitosa, la volevo partner per la registrazione del mio secondo disco. Io stavo cercando proprio quel suono, del belcanto, del Verismo, che solo le orchestre italiane hanno. Avevo bisogno di quel modo di suonare Verdi: unico al mondo, perché nel dna dei complessi italiani”.
Performance, quelle del tenore con doppia cittadinanza italo-albanese, che spazia da Verdi a Bellini, da Donizetti a Puccini, fino a Mozart, Massenet, Gounod e tanti altri, prediligendo, in questo suo secondo cd, alcuni di questi immensi compositori: “Mi sono confrontato a lungo per la scelta dei brani con il maestro Speranza Scapucci, che nell’album dirige l’orchestra del Maggio Musicale e che conosce molto bene la mia voce. Il Mio Canto è il riflesso di quello che sono in questo punto della mia carriera. Se fossi un pittore sarebbe il mio autoritratto. Sono convinto che il repertorio belcantista e verdiano, già protagonisti nel mio percorso artistico, lo saranno ancora di più in futuro. Se guardo in là, vedo tanto Donizetti, Verdi e il repertorio francese”.
Il lascito che il re della lirica, Luciano Pavarotti, ha dato al giovane tenore e al suo canto è, a detta dello stesso Pirgu, “immenso. Non dico che non farei questo mestiere se non avessi incontrato il Maestro Pavarotti, ma sono certo che senza di lui non avrei capito appieno che cos’è il canto, l’importanza della dizione e della linea di canto. Oggi tutti i suoi preziosi insegnamenti, con cui ho avuto la fortuna di misurarmi in giovanissima età, sono come delle finestre pronte a spalancarsi in tutte le situazioni in cui ne avverto il bisogno. Una ricchezza inestimabile”.
L’ascesi e l’affermazione di Saimir Pirgu nel mondo della lirica sono tra le più veloci e sorprendenti di tutti i tempi, e questo certamente grazie anche alla sua personale storia di vita: “Senza la mia storia, senza le difficoltà della mia vita dei primissimi anni, credo non avrei avuto la spinta e la forza a venir fuori. Non ho mai smesso di crederci, nemmeno per un attimo. Sono fermamente convinto che la chiave del successo sia non smettere mai di credere in se stessi e nei propri sogni, anche se a volte sembrano irrealizzabili. Mai mollare insomma, e studiare sempre per migliorarsi”.
Un successo strepitoso quello di Pirgu, tale da poterlo definire una vera e propria liric-star, e a confermarlo è quella incredibile fila di oltre 400 persone che in luogo della prima tappa dell’odierno tour, a Tokio, ha atteso a lungo per un autografo del celebre tenore. Ed è a Firenze, presso il Teatro dell’Opera, che questa sera Saimir Pirgu si esibirà accompagnato dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta dal Maestro Speranza Scappucci. Una tappa che il giovane ma già grande tenore ha deciso letteralmente di regalare al capoluogo toscano, senza perciò percepire alcun compenso e preparandosi al contempo alle future tappe del suo tour: il 5 marzo a Tirana, il 10 a Mosca, il 13 a Vienna, il 15 a Berlino, il 31 a Parigi, per chiudere, in bellezza, il 9 aprile a New York.