Inter, impresa sfiorata: rimonta 3 gol, ma la Juve vince ai rigori. Che in finale di Coppa Italia incontrerà il Milan – Video

La miglior Inter della stagione, forse degli ultimi cinque anni. Rinasce, ritrova un’anima e un’identità tattica credibile. Mette alle corde la Juventus per 120 minuti, come hanno fatto in pochissimi quest’anno (e non solo). Ribalta clamorosamente lo 0-3 di Torino con la doppietta di Brozovic e in mezzo la rete di Perisic, uno dei tanti protagonisti di una serata magica. Trascina la doppia sfida ai supplementari, un po’ come nel 2013 in Europa League contro il Tottenham. Ma anche stavolta l’impresa nerazzurra è una meravigliosa incompiuta: ai rigori non c’è lieto fine, un errore di Palacio manda la Juve in finale contro il Milan.
Il segreto è l’intensità, per novanta minuti ed oltre. L’Inter ritrova energie che sembravano perdute, la Juve – un po’ sorpresa, deconcentrata da altri obiettivi e dal punteggio blindato dell’andata – si scopre svuotata. E il problema non è il turnover moderato di Allegri, che lascia a riposo Buffon, Barzagli, Pogba e Dybala. Il copione della partita è quello delle imprese storiche. Un gol all’inizio del primo tempo, con Brozovic bravo a sfruttare una palla rubata ad Hernanes (puntato sistematicamente dal pressing dei padroni di casa: è una delle chiavi del match). Il raddoppio, più volte sfiorato già prima dell’intervallo, in avvio di ripresa con Perisic. Quindi il forcing finale, fino al rigore del 3-0 procurato da Perisic (migliore in campo, davvero scatenato) e trasformato da Brozovic. La Juve? Non pervenuta. E nel finale, quando gli animi si surriscaldano e San Siro è una bolgia, solo un miracolo di Neto nega il gol dell’apoteosi al solito Perisic.
Ai supplementari i nerazzurri tirano il fiato e con l’ingresso di Pogba la Juve smette di tremare. Zaza, con la sua azione tipo (pallone sradicato a D’Ambrosio e conclusione secca di sinistro) sfiora il 3-1 in contropiede. La palla esce di un millimetro, e pure una girata di Pogba nel secondo tempo. La stanchezza e il nervosismo prendono il sopravvento, si moltiplicano i fallacci da una parte e dall’altra: Santon, Pogba, Zaza. È una corrida, derby d’Italia vero. Nessuno vuole perdere. E al 120’ un doppio miracolo di Carrizo su Morata salva l’Inter. Giusto così: si va ai rigori, degno epilogo drammatico di una notte di emozioni. Ma per i bianconeri è solo una semifinale di Coppa Italia qualsiasi: Barzagli, Zaza, Morata e Pogba segnano senza batter ciglio. L’errore decisivo e di Palacio, il gol – manco a dirlo – e di capitan Bonucci, ex sempre un po’ avvelenato.
Niente impresa, niente storia. I nerazzurri escono dalla coppa con tanti rimpianti. E quelli per la beffarda eliminazione sono i meno amari, vista la relativa importanza del traguardo. L’Inter è ancora una squadra. Forte, orgogliosa, in grado di mettere in ginocchio i campioni d’Italia. Ma i protagonisti sono gli stessi degli ultimi, disastrosi quattro mesi. Forse i giocatori potevano dare di più, sicuramente Mancini doveva fare meglio. Con idee tattiche chiare, con coraggio e personalità, questa rosa avrebbe potuto lottare. Magari non per lo scudetto, ma comunque lottare. Non lo ha fatto e la stagione, l’ennesima, è quasi andata in fumo. Come il sogno di una rimonta storica, sfiorata e svanita sul più bello.
La miglior Inter della stagione, forse degli ultimi cinque anni. Rinasce, ritrova un’anima e un’identità tattica credibile. Mette alle corde la Juventus per 120 minuti, come hanno fatto in pochissimi quest’anno (e non solo). Ribalta clamorosamente lo 0-3 di Torino con la doppietta di Brozovic e in mezzo la rete di Perisic, uno dei tanti protagonisti di una serata magica. Trascina la doppia sfida ai supplementari, un […]