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Papa Francesco: “La Chiesa non ha bisogno di soldi sporchi”

Il Pontefice all'udienza del mercoledì: "Se un benefattore mi porta un'offerta con le mani sporche del sangue di lavoratori sfruttati, io dirò ' brucia l'assegno'. Pensate invece ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare"
Papa Francesco: “La Chiesa non ha bisogno di soldi sporchi”
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“Il Popolo di Dio, cioè la Chiesa, non ha bisogno di soldi sporchi”. Parola di Papa Francesco, nel discorso pronunciato durante l’udienza generale del 2 marzo, un appuntamento in linea ciclo di catechesi sulla misericordia nella prospettiva biblica. “Se viene qualche benefattore – ha detto il Pontefice – con un’offerta frutto del sangue di gente sfruttata, maltratta, schiavizzata, con il lavoro mal pagato, io dirò a questa gente, ‘per favore portati indietro il tuo assegno, brucialo'”.

“È necessario – ha aggiunto, suscitando convinti applausi – avvicinarsi a Dio con mani purificate evitando il male e praticando il bene e la giustizia”. Ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro il Papa ha dunque ricordato che “Dio, dice il profeta Isaia, non gradisce il sangue di tori e di agnelli, soprattutto se l’offerta è fatta con mani sporche del sangue dei fratelli. La Chiesa non ha bisogno di soldi sporchi. È invece necessario avvicinarsi a Dio con mani purificate, evitando il male e praticando il bene e la giustizia”.

Nel suo discorso il Papa ha rivolto un nuovo appello ai fedeli sulla questione dei migranti, a pochi giorni dal suo ultimo intervento sul tema. “Cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso. Rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova, pensare ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare”. Se si compiono le opere di misericordia, tra cui il soccorso ai profughi, allora, ha spiegato papa Francesco, “i peccati diventeranno bianchi come la neve”. E ai pellegrini di lingua araba presenti in Piazza il Pontefice ha detto: “Dio, da padre, usa pazienza con il peccatore per condurlo al pentimento, ma non trascura mai le urla dei suoi figli oppressi”.

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