“Sulla pedofilia tanti gli errori compiuti dalla Chiesa. Ben venga Spotlight”. Lo ha affermato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, al termine delle deposizioni che il cardinale australiano George Pell ha fatto via webcam da Roma davanti alla Commissione nazionale d’inchiesta del suo Paese sugli abusi sessuali sui minori. “Si deve dare atto al cardinale Pell – ha affermato padre Lombardi – di una testimonianza personale dignitosa e coerente (una ventina di ore di dialogo con la Commissione reale) da cui risulta una volta di più un quadro obiettivo e lucido degli errori compiuti in molti ambienti ecclesiali, in questo caso in Australia, nei decenni passati. E questa è un’acquisizione non inutile nella prospettiva della comune ‘purificazione della memoria’”.
“Se dunque – ha aggiunto padre Lombardi – gli appelli seguiti a Spotlight e alla mobilitazione di vittime e organizzazioni in occasione delle deposizioni del cardinale Pell contribuiranno a sostenere e intensificare la lunga marcia della lotta contro gli abusi su minori nella Chiesa cattolica universale e nel mondo di oggi (dove la dimensione di questi drammi è sconfinata) siano benvenuti”. Il portavoce vaticano ha ribadito che “la Chiesa, ferita e umiliata dalla piaga degli abusi, intende reagire non solo per il suo proprio risanamento, ma anche per mettere a disposizione la sua dura esperienza in questo campo, per arricchire il suo servizio educativo e pastorale alla società intera, che generalmente ha ancora un lungo cammino da fare per rendersi conto della gravità dei problemi e per affrontarli”.
Padre Lombardi ha anche chiarito che le vittime australiane giunte a Roma per assistere alle deposizioni del cardinale Pell hanno incontrato soltanto il porporato e il gesuita padre Hans Zollner, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ma non il Papa perché “non risulta essere stata inviata alcuna richiesta di udienza né alla sua segreteria particolare, né alla Segreteria di Stato”. Durante l’incontro avuto con padre Zollner le vittime hanno chiesto di “discutere le nostre idee riguardo alla guarigione e alla futura tutela dei minori degli abusi commessi da membri di istituzioni. Sappiamo che tale problema è più ampio dell’ambito della Chiesa cattolica, ma è in tale ambito che sono avvenute le nostre esperienze di abuso. Desideriamo sviluppare rapporti con il vostro gruppo perché si tratta di una questione di ampiezza mondiale”.
Il cardinale Pell, dopo aver fatto mea culpa sugli abusi ammettendo davanti alla Commissione d’inchiesta che “la Chiesa cattolica ha commesso errori enormi sulla pedofilia”, ha assicurato alle vittime: “Collaborerò. Anche un solo suicidio è troppo e in questo caso ce ne sono stati molti”. Il porporato, dopo aver negato diverse volte di essere stato a conoscenza degli abusi commessi dal clero australiano e delle motivazioni reali dei trasferimenti dei preti pedofili da una parrocchia all’altra, ha accusato il suo predecessore alla guida della diocesi di Melbourne, monsignor Frank Little, morto nel 2008, di aver insabbiato questi reati. Ma alla fine Pell, che ha assicurato che non si dimetterà dal suo incarico di prefetto della Segreteria per l’economia, ha ammesso che “con l’esperienza di 40 anni dopo, sono certamente d’accordo che avrei dovuto fare di più. Non avevo idea che i fratelli cristiani stessero insabbiando in questo modo evidente. La Chiesa troppo spesso non si è adeguatamente preoccupata delle vittime di abusi. Ho letto molte storie di ragazzi abusati. Sono racconti strazianti e mi sento profondamente addolorato per loro”. Ora la speranza delle vittime è che finalmente cambi qualcosa.
Twitter: @FrancescoGrana