Non solo in Parlamento, il soccorso di Denis Verdini al Partito democratico ora arriva anche per le elezioni comunali. Al Nord come al Sud e al netto delle smentite di rito. Per quanto riguarda Milano, già a gennaio l’ex braccio destro di Berlusconi aveva candidamente detto in tv che avrebbe votato per Giuseppe Sala. A Roma, invece, i verdiniani appoggeranno Giachetti: “Ho già chiesto ai miei amici di andare ai gazebo per votare per lui” ha detto il verdiniano Abrignani, almeno a leggere il retroscena di Repubblica. A Cosenza, invece, non ci sono smentite né indiscrezioni di stampa: il matrimonio è cosa già fatta. Giacomo Mancini, ex assessore regionale della Calabria, ai tempi del governo di centrodestra guidato da Giuseppe Scopelliti, e oggi “adottato” dal movimento Ala ha annunciato il suo appoggio al candidato dem Lucio Presta. “Nelle ultime settimane”, ha detto Mancini, “abbiamo registrato che il Partito democratico (il primo partito d’Italia, in Calabria e a Cosenza) in tutte le sue rappresentazioni istituzionali territoriali e di collocazione interna ha aderito alla proposta di Lucio Presta e quindi, ragionando con Denis Verdini, abbiamo deciso di supportare e sostenere questa idea”.

Se non è una dichiarazione d’amore per l’ex ballerino e manager dei vip, poco ci manca. Se solo poche ore fa il presidente Pd Matteo Orfini rifiutava il presunto appoggio di Verdini per i candidati di Roma e Milano, a Cosenza il Pd non disdegna l’appoggio del senatore plurimputato ed ex braccio destro di Berlusconi.

L’aiuto di Ala è provvidenziale per i dem nella città calabrese. Per le comunali infatti, Renzi ha “convinto” i suoi a non fare le primarie e a puntare su Presta. Una candidatura imposta dal premier che ha registrato l’applauso (obbligato) dei segretari regionali e provinciali del Pd Ernesto Magorno e Luigi Guglielmelli. Questi ultimi non ci hanno messo molto ad abbandonare le loro convinzioni sull’importanza delle primarie, anche a costo di perdere le elezioni e riconsegnare la città di Cosenza al centrodestra.

È proprio di questo, infatti, che si sta parlando in Calabria. Il rischio è concreto perché una parte della maggioranza di centrosinistra, che aveva già presentato le candidature alle primarie, si è sganciata e correrà da sola. Il Nuovo Centrodestra di Alfano, che in Calabria parla la lingua del neo sottosegretario Tonino Gentile e di suo fratello Pino, traccheggia e prende tempo (ufficialmente perché non condivide il metodo di scelta del candidato che alla fine appoggerà comunque). Ecco quindi, che Denis Verdini diventa l’ancora di salvezza del Pd calabrese, il pompiere che rinuncia a candidare il suo uomo, Giacomo Mancini, che da mesi stava lavorando per le primarie, poi annullate, del 6 marzo. Dovrà quindi accontentarsi di presentare una lista in sostegno di Lucio Presta.

Intanto i dem difendono il candidato: “Le prossime elezioni amministrative”, hanno detto in una nota il segretario regionale Ernesto Magorno e i deputati calabresi del Pd Ferdinando Aiello, Stefania Covello ed Enza Bruno Bossio, “devono segnare un punto di svolta per Cosenza e la sua comunità. È comunemente avvertita la necessità di dare discontinuità ad una pessima gestione amministrativa ed è per questo che  il Pd ha deciso di puntare sull’esperienza e le indubbie qualità di un manager che ama la sua città e vuol mettersi al suo servizio. Il resto sono polemiche strumentali”. E poco importa se la gestione amministrativa dell’ex sindaco Mario Occhiuto, di Forza Italia, è stata possibile grazie ai voti, 5 anni fa, dei fratelli Gentile e, soprattutto, di Nicola Adamo, indagato nell’inchiesta “Rimborsopoli”, ancora testa pensante del Pd calabrese e marito della deputata Enza Bruno Bossio.

In questa tornata elettorale, tutti sosterranno il manager dei vip Lucio Presta il cui incubo, adesso, si chiama ballottaggio. Al secondo turno, infatti, i transfughi del Pd potrebbero votare Occhiuto. Ed ecco perché il Pd e Renzi non possono rifiutare l’aiuto Verdini. Che dal canto suo è felice di darlo.

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