“Stiamo discutendo con la Ue, è tutto sotto controllo“, ripete come un mantra il ministro Padoan. Intanto la Commissione Ue sta incollando i francobolli alle lettere indirizzate ai Paesi dai conti pubblici sballati, quelli con i conti pubblici che rischiano “deviazioni importanti” dagli obiettivi per esprimere preoccupazione circa il percorso dei loro bilanci. E alcune, ormai è certo, saranno indirizzate all’Italia. E’ quanto si apprende da fonti Ue. Le lettere, che esulano dal processo del semestre europeo ma rientrano nella possibilità che la Commissione ha di richiamare i Paesi Ue quando necessario, dovrebbero essere inviate nei primi giorni della prossima settimana. La lettera che esprime preoccupazione sul percorso dei conti pubblici potrebbe quindi arrivare assieme ai giudizi definitivi sugli squilibri macroeconomici, attesi per martedì. Per l’Italia, non si attendono sorprese dalle “pagelle”, perché dovrebbe restare nel gruppo di Paesi con squilibri eccessivi che necessitano di un monitoraggio stretto ma nessuna misura correttiva obbligatoria.
Ovvero, non scatterà una procedura per squilibri eccessivi, prevista dalle regole ma mai applicata finora, che può comportare anche sanzioni. Nemmeno la lettera di richiamo sui conti dovrebbe contenere richieste specifiche, cioè non tradurrà in cifre la necessità di correzione del bilancio evidenziata. Ma i rilievi di Bruxelles rientreranno nella partita aperta con il Governo italiano sulla flessibilità, la cui risposta definitiva è attesa per maggio, dopo che Eurostat avrà certificato i dati del 2015. “Con Bruxelles è in corso una discussione normale per verificare i dati del 2016 di finanza pubblica e quindi con il Def, il documento di economia e finanza di aprile, troveremo una soluzione definitiva sia del quadro di finanza pubblica sia delle previsioni di crescita”. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, rispondendo a Londra, a margine della conferenza internazionale di Aspen Institute e Chatham House, a una domanda su una possibile lettera di richiamo sul debito in arrivo all’Italia dall’Ue.