Nel giorno del vertice straordinario a Bruxelles sui migranti, dove la Turchia ha chiesto altri 3 miliardi tra l’imbarazzo dei 28 per le continue violazioni della libertà di stampa, da Istanbul arriva la notizia che una corte turca ha ordinato il commissariamento dell’agenzia di stampa Cihan dello stesso gruppo editoriale del quotidiano Zaman. I cui giornalisti il 5 marzo scorso hanno non solo subito una perquisizione, ma sono stati buttati fuori dalla redazione. Il giornale è legato all’imam Fethullah Gulen, ex alleato e ora avversario del presidente Recep Tayyip Erdogan.
L’agenzia di stato Anadolu ha precisato che una corte di Istanbul ha nominato tre amministratori per gestire la Cihan News Agency. Considerata l’unica – oltre a quella statale Anadolu – a essere in grado di fornire una copertura a livello nazionale delle operazioni di scrutinio durante le elezioni. Secondo la stessa Anadolu, inoltre, la rete di Cihan aveva garantito la distribuzione del neonato quotidiano Yarina Bakis (Lo sguardo al domani), fondato da alcuni ex giornalisti di Zaman dopo il commissariamento dello stesso, con conseguente stravolgimento nel giro di poche ore della sua linea editoriale in senso filo-governativo.
Yarina Bakis vorrebbe dar voce a quelle che erano le istanze di Zaman. Un’operazione lampo a cui, almeno ufficialmente, non partecipano gli attuali giornalisti: pur privati anche dei loro indirizzi di posta elettronica, quasi tutti sono ancora dipendenti di Zaman e non autorizzati a scrivere per altri. Ma l’avventura è partita con il piede giusto: oltre un milione di follower in poche ore sulla sua pagina Twitter e la speranza di resistere anche dopo la bufera.
Quando a Zaman verrà nominata un nuovo direttore pro-Erdogan, nella nuova redazione di Yarina Bakis potrebbero confluire molti degli attuali reporter del giornale. Una battaglia in edicola dietro cui si cela lo scontro con la rete finanziaria di Gulen, che Erdogan accusa di aver creato uno “stato parallelo” per rovesciarlo. Gli ambienti filo-governativi attaccano il nuovo giornale, accusandolo di sfruttare le risorse del gruppo editoriale commissariato e denunciando che anche molti dei computer della redazione sarebbero stati stati fatti sparire. “A Zaman se lo aspettavano da novembre, hanno avuto tutto il tempo di prepararsi”, attaccano fonti vicine ai nuovi amministratori. Sarebbe questo, dicono, a spiegare anche la capacità di mettere in piedi un’immediata distribuzione a livello nazionale, effettuata dallo stesso gruppo Cihan che fino a venerdì distribuiva proprio Zaman. Ma la prima risposta sembra essere arrivata con la decisione del tribunale di commissariare l’agenzia di stampa.
Tutto questo mentre oggi i grandi d’Europa ribadivano l’importanza della libertà di espressione più o meno direttamente. Meno direttamente Angela Merkel, che ha disperato bisogno di fermare il flusso di rifugiati e tradisce l’imbarazzo e arrivando al Consiglio nonndo tocca il tema delle libertà violate da Ankara. Più direttamente François Hollande che invece afferma che “cooperare con la Turchia non vuol dire che accettiamo tutto, dobbiamo essere vigili” perché “la stampa deve essere libera come in tutti i Paesi e anche in Turchia”. Mentre Matteo Renzi ha posto un ultimatum: o nelle conclusioni del vertice europeo c’è un riferimento alle libertà di stampa o l’Italia non le approva.
Mondo
Turchia, commissariata agenzia di stampa del gruppo Zaman. E a Bruxelles Ankara chiede altri 3 miliardi per migranti
Nel giorno del vertice straordinario a Bruxelles sui migranti da Ankara arriva la notizia che una corte turca ha ordinato il commissariamento dell’agenzia di stampa Cihan dello stesso gruppo editoriale del quotidiano Zaman. I cui giornalisti il 5 marzo scorso hanno non solo subito una perquisizione, ma sono stati buttati fuori dalla redazione
Nel giorno del vertice straordinario a Bruxelles sui migranti, dove la Turchia ha chiesto altri 3 miliardi tra l’imbarazzo dei 28 per le continue violazioni della libertà di stampa, da Istanbul arriva la notizia che una corte turca ha ordinato il commissariamento dell’agenzia di stampa Cihan dello stesso gruppo editoriale del quotidiano Zaman. I cui giornalisti il 5 marzo scorso hanno non solo subito una perquisizione, ma sono stati buttati fuori dalla redazione. Il giornale è legato all’imam Fethullah Gulen, ex alleato e ora avversario del presidente Recep Tayyip Erdogan.
L’agenzia di stato Anadolu ha precisato che una corte di Istanbul ha nominato tre amministratori per gestire la Cihan News Agency. Considerata l’unica – oltre a quella statale Anadolu – a essere in grado di fornire una copertura a livello nazionale delle operazioni di scrutinio durante le elezioni. Secondo la stessa Anadolu, inoltre, la rete di Cihan aveva garantito la distribuzione del neonato quotidiano Yarina Bakis (Lo sguardo al domani), fondato da alcuni ex giornalisti di Zaman dopo il commissariamento dello stesso, con conseguente stravolgimento nel giro di poche ore della sua linea editoriale in senso filo-governativo.
Yarina Bakis vorrebbe dar voce a quelle che erano le istanze di Zaman. Un’operazione lampo a cui, almeno ufficialmente, non partecipano gli attuali giornalisti: pur privati anche dei loro indirizzi di posta elettronica, quasi tutti sono ancora dipendenti di Zaman e non autorizzati a scrivere per altri. Ma l’avventura è partita con il piede giusto: oltre un milione di follower in poche ore sulla sua pagina Twitter e la speranza di resistere anche dopo la bufera.
Quando a Zaman verrà nominata un nuovo direttore pro-Erdogan, nella nuova redazione di Yarina Bakis potrebbero confluire molti degli attuali reporter del giornale. Una battaglia in edicola dietro cui si cela lo scontro con la rete finanziaria di Gulen, che Erdogan accusa di aver creato uno “stato parallelo” per rovesciarlo. Gli ambienti filo-governativi attaccano il nuovo giornale, accusandolo di sfruttare le risorse del gruppo editoriale commissariato e denunciando che anche molti dei computer della redazione sarebbero stati stati fatti sparire. “A Zaman se lo aspettavano da novembre, hanno avuto tutto il tempo di prepararsi”, attaccano fonti vicine ai nuovi amministratori. Sarebbe questo, dicono, a spiegare anche la capacità di mettere in piedi un’immediata distribuzione a livello nazionale, effettuata dallo stesso gruppo Cihan che fino a venerdì distribuiva proprio Zaman. Ma la prima risposta sembra essere arrivata con la decisione del tribunale di commissariare l’agenzia di stampa.
Tutto questo mentre oggi i grandi d’Europa ribadivano l’importanza della libertà di espressione più o meno direttamente. Meno direttamente Angela Merkel, che ha disperato bisogno di fermare il flusso di rifugiati e tradisce l’imbarazzo e arrivando al Consiglio nonndo tocca il tema delle libertà violate da Ankara. Più direttamente François Hollande che invece afferma che “cooperare con la Turchia non vuol dire che accettiamo tutto, dobbiamo essere vigili” perché “la stampa deve essere libera come in tutti i Paesi e anche in Turchia”. Mentre Matteo Renzi ha posto un ultimatum: o nelle conclusioni del vertice europeo c’è un riferimento alle libertà di stampa o l’Italia non le approva.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.