In Italia nel quasi 80% dei casi di suicidio si tratta di uomini. Nei paesi occidentali le donne soffrono di disturbi psichici, come la depressione, un 20-40% in più rispetto agli uomini, le statistiche ci dicono che le donne hanno tendenze suicide in percentuale maggiore.
Alla fine però non si tolgono la vita. Gli uomini che si suicidano lo fanno per cause legate alla perdita del lavoro, motivi economici, alcol. Quello che le statistiche non dicono ma che qualsiasi donna sa è che il contenitore di sofferenza presente in ogni essere umano, nelle donne è più grande. Praticamente incolmabile.
Le donne sono abituate da sempre, a ogni latitudine, a sopportare di più. Sopportano di tutto. Fino a quando qualcuna decide di svuotare quel contenitore.
T. ci ha voluto credere. Per davvero. Sua figlia non era ancora uscita dalla pancia che già il marito teneva un pied-à-terre dove portare l’amante. Diceva che aveva bisogno dei suoi spazi, per capire veramente chi fosse. Ci ha creduto anche quando l’amante numero uno ha lasciato il posto alla numero due. E poi la due alla tre. Così per vent’anni. Prima della mente è stato il suo corpo a darle coscienza che era ora di smettere, fare l’amore era diventato impossibile, doloroso. Bisognava tornare a casa, una buona volta. T. è single da anni, il suo unico rimpianto è quello di non averlo lasciato prima.
D. ne ha prese. Ma proprio tante. Mazzate, schiaffoni, insulti da riempirci uno stadio. E’ più facile illudersi che il tuo compagno possa cambiare piuttosto di ammettere di aver sbagliato tutto, ricominciando da capo ammaccata e spolpata. Nell’ostinarsi a non riconoscere il proprio carnefice, è quasi automatico incolpare se stesse per qualche futile mancanza o arrendevolezza. Quasi a giustificare che in fondo, la sottomissione è un dovere da meritarsi. Quando in una mattina di aprile D. ha capito che anche lei era degna di qualcosa di più, ha raccattato qualche giocattolo, alcuni vestiti, la sua borsa in finta pelle e ha chiuso la porta alle spalle. La porta non era affatto pesante come credeva. E adesso D. riesce persino a sentire il profumo dei fiori.
C. si è sposata giovane, quello di lui è stato l’unico corpo che abbia conosciuto. Quando lui lavorava in fabbrica, lei studiava per diventare insegnante. Dei due, lei era quella buona a niente. Incapace persino di preparare una buona pasta con panna e prosciutto cotto, le veniva sempre troppo asciutta, diceva lui. E’ intelligente C., a scuola era la prima della classe ma su di lei tutti hanno puntato poche lire. Valeva nulla, diceva lui. Troppo grassa, quasi goffa. Quando le urlava dietro, a fine giornata, era spesso ubriaco o drogato. Quando C. ha scoperto che lui, invece di lavorare fuori città, se la spassava con una barista dell’autogrill ha capito che una finestra si era aperta ma non lo sarebbe stata per molto. E’ tornata dai suoi, ora vive con sua figlia nella stessa cameretta di quando era ragazzina. E’ durissima ripartire da zero, soprattutto quando sua figlia le domanda quand’è che torneranno a vivere con papà. Lei sa che questo non accadrà, perché se suo padre non è cambiato in vent’anni, non potrà farlo ora. Ma questo non può raccontarlo a sua figlia.
Si è tutti un po’ più capaci di essere impavidi da giovani, quando la bellezza e il corpo ti sostengono. Sfidiamo le battaglie che ci attendono all’orizzonte con la leggerezza degli anni. Ricominciare quando il futuro significa possibilità ha un sapore dolce. Col peso delle stagioni diventa facile convincersi che le nostre disillusioni siano il frutto dei nostri sbagli senza rimedio.
Le donne che a quarant’anni cambiano il finale della sceneggiatura e con cieco vigore si rialzano dal fango sono eroine dei nostri tempi. Si consegnano al mondo scommettendo unicamente sulla forza delle loro gambe e la fibra del loro coraggio. Nei loro occhi brucia la fiamma dell’ostinazione, capace di riempire il pozzo della solitudine e della paura, in barba alle convenzioni. Quando tutto viene a mancare, si può trovare conforto nelle parole di Nina Simone, e cullarsi nel pensiero che in fin dei conti “rimane la libertà, rimane la vita, ed è bene tenersela stretta”.
Auguri guerriere.
Erica Vecchione
Ex casalinga e blogger
Donne di Fatto - 8 Marzo 2016
8 marzo, alle guerriere che si rialzano dal fango
In Italia nel quasi 80% dei casi di suicidio si tratta di uomini. Nei paesi occidentali le donne soffrono di disturbi psichici, come la depressione, un 20-40% in più rispetto agli uomini, le statistiche ci dicono che le donne hanno tendenze suicide in percentuale maggiore.
Alla fine però non si tolgono la vita. Gli uomini che si suicidano lo fanno per cause legate alla perdita del lavoro, motivi economici, alcol. Quello che le statistiche non dicono ma che qualsiasi donna sa è che il contenitore di sofferenza presente in ogni essere umano, nelle donne è più grande. Praticamente incolmabile.
Le donne sono abituate da sempre, a ogni latitudine, a sopportare di più. Sopportano di tutto. Fino a quando qualcuna decide di svuotare quel contenitore.
T. ci ha voluto credere. Per davvero. Sua figlia non era ancora uscita dalla pancia che già il marito teneva un pied-à-terre dove portare l’amante. Diceva che aveva bisogno dei suoi spazi, per capire veramente chi fosse. Ci ha creduto anche quando l’amante numero uno ha lasciato il posto alla numero due. E poi la due alla tre. Così per vent’anni. Prima della mente è stato il suo corpo a darle coscienza che era ora di smettere, fare l’amore era diventato impossibile, doloroso. Bisognava tornare a casa, una buona volta. T. è single da anni, il suo unico rimpianto è quello di non averlo lasciato prima.
D. ne ha prese. Ma proprio tante. Mazzate, schiaffoni, insulti da riempirci uno stadio. E’ più facile illudersi che il tuo compagno possa cambiare piuttosto di ammettere di aver sbagliato tutto, ricominciando da capo ammaccata e spolpata. Nell’ostinarsi a non riconoscere il proprio carnefice, è quasi automatico incolpare se stesse per qualche futile mancanza o arrendevolezza. Quasi a giustificare che in fondo, la sottomissione è un dovere da meritarsi. Quando in una mattina di aprile D. ha capito che anche lei era degna di qualcosa di più, ha raccattato qualche giocattolo, alcuni vestiti, la sua borsa in finta pelle e ha chiuso la porta alle spalle. La porta non era affatto pesante come credeva. E adesso D. riesce persino a sentire il profumo dei fiori.
C. si è sposata giovane, quello di lui è stato l’unico corpo che abbia conosciuto. Quando lui lavorava in fabbrica, lei studiava per diventare insegnante. Dei due, lei era quella buona a niente. Incapace persino di preparare una buona pasta con panna e prosciutto cotto, le veniva sempre troppo asciutta, diceva lui. E’ intelligente C., a scuola era la prima della classe ma su di lei tutti hanno puntato poche lire. Valeva nulla, diceva lui. Troppo grassa, quasi goffa. Quando le urlava dietro, a fine giornata, era spesso ubriaco o drogato. Quando C. ha scoperto che lui, invece di lavorare fuori città, se la spassava con una barista dell’autogrill ha capito che una finestra si era aperta ma non lo sarebbe stata per molto. E’ tornata dai suoi, ora vive con sua figlia nella stessa cameretta di quando era ragazzina. E’ durissima ripartire da zero, soprattutto quando sua figlia le domanda quand’è che torneranno a vivere con papà. Lei sa che questo non accadrà, perché se suo padre non è cambiato in vent’anni, non potrà farlo ora. Ma questo non può raccontarlo a sua figlia.
Si è tutti un po’ più capaci di essere impavidi da giovani, quando la bellezza e il corpo ti sostengono. Sfidiamo le battaglie che ci attendono all’orizzonte con la leggerezza degli anni. Ricominciare quando il futuro significa possibilità ha un sapore dolce. Col peso delle stagioni diventa facile convincersi che le nostre disillusioni siano il frutto dei nostri sbagli senza rimedio.
Le donne che a quarant’anni cambiano il finale della sceneggiatura e con cieco vigore si rialzano dal fango sono eroine dei nostri tempi. Si consegnano al mondo scommettendo unicamente sulla forza delle loro gambe e la fibra del loro coraggio. Nei loro occhi brucia la fiamma dell’ostinazione, capace di riempire il pozzo della solitudine e della paura, in barba alle convenzioni. Quando tutto viene a mancare, si può trovare conforto nelle parole di Nina Simone, e cullarsi nel pensiero che in fin dei conti “rimane la libertà, rimane la vita, ed è bene tenersela stretta”.
Auguri guerriere.
Articolo Precedente
Mestruazioni, e se chiedessimo il congedo?
Articolo Successivo
8 marzo, i vostri fiori sono ancora incolore e non profumano di libertà
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump taglia gli aiuti a Kiev, Zelensky ora è pronto a firmare “una tregua immediata”. Mosca: “Positivo”. “Rearm Europe”: i punti del maxi-piano dell’Europa
Mondo
La Germania corre verso il riarmo: il piano da 900 miliardi di Merz per infrastrutture e forze armate
Zonaeuro
Poroshenko all’Eurocamera: l’ex presidente ucraino invitato dal Ppe. È un nome per il post-Zelensky?
Il Cairo, 4 mar. (Adnkronos) - I leader arabi concordano di istituire un fondo fiduciario per finanziare la ricostruzione della Striscia di Gaza, devastata dalla guerra, sollecitando il contributo internazionale per accelerare il processo di ricostruzione. Secondo il comunicato finale del vertice della Lega araba al Cairo, visionato dall'Afp, il fondo "riceverà impegni finanziari da tutti i paesi donatori e dalle istituzioni finanziarie" per realizzare progetti di ricostruzione nel territorio.
Tel Aviv, 4 mar. (Adnkronos) - Il Ministero degli Esteri israeliano afferma che la dichiarazione del vertice arabo tenutosi al Cairo per discutere della ricostruzione di Gaza non ha affrontato la realtà della situazione successiva al massacro perpetrato da Hamas il 7 ottobre 2023. "È degno di nota che il feroce attacco terroristico di Hamas non venga menzionato e che non vi sia nemmeno una condanna di questa entità terroristica omicida, nonostante le atrocità documentate", afferma la dichiarazione.
il ministero elogia invece il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire i cittadini di Gaza, sostenendo — nonostante Trump parli di trasferire tutta la popolazione della Striscia — che in base a questo, "c'è un'opportunità per i cittadini di Gaza di scegliere liberamente. Questo deve essere incoraggiato".
Sana'a, 4 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno abbattuto un drone statunitense nei cieli della città portuale di Hodeidah nello Yemen. Lo ha dichiarato portavoce del gruppo, Yahya Saree, in un post su Telegram.
Washington, 4 mar. (Adnkronos) - Secondo due fonti informate sui colloqui, gli Stati Uniti e l'Ucraina potrebbero firmare l'accordo sui minerali già oggi. Lo rende noto Abc News, secondo cui Trump ha indicato ai suoi principali consiglieri che vorrebbe concludere l'accordo prima del suo discorso congiunto al Congresso.
Il Cairo, 4 mar. (Adnkronos) - Il vertice arabo convocato al Cairo ha adottato un piano egiziano per la ricostruzione di Gaza. Lo ha affermato il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi in una dichiarazione conclusiva. Il piano mira a contrastare le proposte del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per una "Riviera mediorientale" con un piano per ricostruire la Striscia devastata senza sfollare la sua popolazione.
Parigi, 4 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente francese Emmanuel Macron ha accolto con favore la volontà del suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky “di riprendere il dialogo con gli Stati Uniti d'America”, secondo quanto riferito dall'Eliseo.
Il capo di Stato “ha ribadito la determinazione della Francia a lavorare con tutte le parti interessate per attuare una pace solida e duratura in Ucraina”, ha dichiarato la presidenza.
Roma, 4 mar. (Adnkronos) - Elly Schlein è netta sul piano lanciato oggi da Ursula Von der Leyen. "Noi non ci stiamo", la posizione della segretaria del Pd. Una linea che, pur con sfumature diverse, trova d'accordo anche l'area riformista dem. Servono "modifiche", dice Lorenzo Guerini. In particolare, a mettere tutti d'accordo è la bocciatura della proposta della presidente della Commissione Ue sulla possibilità di dirottare i fondi di Coesione sulle spese per la difesa. E non solo. Anche la deroga al patto di Stabilità da parte dei singoli Stati, fuori da regia e investimenti comuni sulla difesa, è giudicata un errore trasversalmente tra i dem.
Schlein ha già annunciato che porterà la posizione del Pd alla riunione dei Socialisti e Democratici giovedì mattina a Bruxelles, il pre-vertice che precede il Consiglio europeo straordinario. In vista dell'appuntamento Schlein oggi ha sentito il premier spagnolo Pedro Sanchez. "Una lunga conversazione sullo scenario internazionale e la complicata situazione mondiale", fanno sapere fonti dem. Quella del Pd è la delegazione più numerosa nella famiglia socialista europea. Senza l'ok dei socialisti il piano Von der Leyen traballa. "È il momento delle scelte e della chiarezza. Abbiamo bisogno di una risposta all'altezza della sfida globale - strategica, economica, politica - al ruolo dell'Europa nel mondo. E questa risposta non è quella presentata oggi", rimarca Schlein.
Negli equilibri interni al Pd, la sollecitazione dei riformisti è quella di lavorare per modificare il piano Von der Leyen, "aiutare ad andare nella direzione giusta" ed evitare che ci si arrocchi in un "no a tutti i costi". L'importante, si spiega, "è non mettere in discussione la necessità dell'aumento di risorse per la difesa europea". Per Guerini si tratta di un'esigenza "ineludibile". Quindi la sollecitazione del presidente del Copasir: "Ora bisogna mettersi al lavoro, innanzitutto all’interno del Pse, per confermare in maniera convinta il nostro impegno per maggiori investimenti e capacità militari europee provando a dare un indirizzo più coerente agli strumenti per farlo".
Per Schlein "quella presentata oggi da Von Der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse". Anche il titolo 'Rearm' ha fatto sobbalzare più di uno e anche la segretaria lo mette in evidenza. "Il piano Von Der Leyen, a partire dal titolo, punta sul riarmo e non emerge un indirizzo politico chiaro verso la difesa comune".
Quindi elenca i nodi: "Indica una serie di strumenti che agevolerebbero la spesa nazionale ma senza porre condizioni sui progetti comuni, sull’interoperabilità dei sistemi. Ci sono molti aspetti da chiarire, ad esempio su come funzionerebbe il nuovo meccanismo in stile Sure, per capire se finanzia progetti comuni o spesa nazionale. Ma questa -avverte- non è la strada giusta. Manca ancora la volontà politica dei governi di fare davvero una difesa comune e in questo piano della Commissione mancano gli investimenti europei finanziati dal debito comune, come durante la pandemia. Così rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 paesi e noi non ci stiamo".
"Noi -insiste- abbiamo un’idea precisa. Quello che serve oggi è un grande piano di investimenti comuni per l’autonomia strategica dell’Ue, che è insieme cooperazione industriale, coesione sociale, transizione ambientale e digitale, sicurezza energetica e anche difesa comune. Anche, ma non solo! Magari cancellando le altre cruciali priorità su cui i governi sono più divisi. È irrinunciabile contrastare le diseguaglianze che sono aumentate. Per questo è inaccettabile utilizzare i fondi di coesione per finanziare le spese militari nazionali".
Punti critici che vengono rilevati anche dai riformisti. Per Guerini "la proposta Von der Leyen definisce giustamente l’obiettivo in termini di risorse", ma "così come è stata prospettata necessita di essere modificata: è sbagliato l’utilizzo dei fondi di coesione e c’è poco coraggio a sostenere un vero salto in senso europeo delle spese per la difesa". Avverte Alessandro Alfieri: gli strumenti "che mettiamo in campo devono portare ad una maggiore integrazione delle principali aziende della difesa europea. In questo senso, se non vengono messe condizionalità alle deroghe al patto di stabilità, l’aumento dei bilanci dei singoli Paesi verrà speso prevalentemente su mercati extra Ue, da cui oggi dipendiamo per l’80%. Aumentando la dipendenza strategica dagli Usa anziché diminuirla".
Per il coordinatore della minoranza dem, il Pd non dovrà far "mancare il proprio contributo in tutte le sedi così come spiegheremo che serve una narrazione diversa che convinca le opinioni pubbliche europee a sostenere la sfida ineludibile della costruzione della difesa europea. Magari chiamando questa sfida Protect Europe invece di Rearm. Perché anche il linguaggio ha la sua importanza...”.
Interviene anche Giorgio Gori a sollevare criticità: sarebbe "un errore - ritengo, da parte della Commissione Europea - autorizzare maggiori spese per la difesa dei singoli Stati membri, in deroga al patto di stabilità, fuori da una comune regia. Ciò finirebbe per approfondire la frammentazione, senza apprezzabili benefici per la sicurezza comune. La deroga dal patto dovrebbe invece essere autorizzata solo per gli investimenti comuni: così si porrebbero le condizioni per l'avvio di un vero sistema di difesa europeo". E poi "ugualmente discutibile appare poi la contrapposizione tra spesa per la difesa e spesa sociale, suggerita dalla facoltà per gli Stati membri di attingere ai fondi per la coesione". Intanto questa mattina la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno ha lanciato un appello via social per un'Europa 'Libera e forte' in 5 punti, difesa comune compresa. Oltre duemila, finora, le adesioni.