Riguadagna terreno il fronte dei favorevoli alle benedizioni pasquali tra i banchi di scuola. Se a Bologna l’Istituto comprensivo 20 si prepara a richiamare parroci e acqua santa, dopo che il Consiglio di Stato il 7 marzo ha sospeso la sentenza del Tar dell’Emilia Romagna, che vieta i riti in classe anche al di fuori delle ore di lezione, a Coriano, in provincia di Rimini, 539 mamme e papà hanno detto sì al referendum indetto dal Comune per decidere se autorizzare o meno le celebrazioni religiose entro le mura scolastiche.
La questione dei riti a scuola, quindi, nonostante il parere negativo del tribunale amministrativo regionale, è tutt’altro che chiusa. E così le polemiche, iniziate nel 2015 quando un gruppo di genitori e insegnanti dell’Ic 20 bolognese presentarono ricorso al Tar contro la delibera del consiglio di istituto, che autorizzava tre parroci a benedire – entro le mura scolastiche – mamme, papà, docenti e alunni, pur a fine lezione. Ricorso accolto lo scorso febbraio: “Non può la scuola – scrivono i giudici del Tar nella sentenza – essere coinvolta nella celebrazione di riti religiosi che sono attinenti unicamente alla sfera individuale di ciascuno”. Tempo pochi giorni, però, e il ministero dell’Istruzione, tramite l’avvocatura di Stato, si è appellato al Consiglio di Stato, che il 7 marzo scorso, in attesa di discutere, il 28 aprile, il ricorso presentato da Roma, ha congelato la sentenza del tribunale amministrativo con effetto immediato. Riaprendo il dibattito.
Coriano esulta, perché sull’onda dell’iniziativa bolognese, e nonostante il verdetto del Tar, a febbraio aveva indetto una sua consultazione sul tema. Dei 1.305 questionari recapitati alle mamme e ai papà degli alunni iscritti alle scuole della città romagnola, il 41,5% è stato compilato, e il 94,1% dei votanti ha risposto sì alle benedizioni scolastiche. Così ora il Comune è pronto esportare il proprio metodo. “Oggi stesso parlerò al telefono con il sindaco di Bologna, Virginio Merola – racconta a ilfattoquotidiano.it il sindaco Domenica Spinelli – per un confronto su un dato essenziale, quello del nostro referendum”. A Coriano i riti religiosi tra i banchi di scuola erano vietati dal 2009, da quando, cioè, un gruppo di genitori, anticipando il verdetto del Tar emiliano romagnolo, chiese ai presidi, tramite diffida, di tenere la religione fuori dalle aule. E nonostante le proteste dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, secondo cui “il referendum è stato spreco di soldi pubblici – sottolinea Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’associazione – il campione preso in considerazione non è rappresentativo di alcunché, e anche lo fosse, una cosa non diviene meno ingiusta se a sostenerla è la maggioranza”, l’esito del voto potrebbe cambiare le carte in tavola. E riportare l’acqua santa nelle scuole del Comune romagnolo. “Molto soddisfatta del risultato”, invece, è il primo cittadino del Comune romagnolo: “In gioco c’è una questione di cultura: qualcuno vuole costringerci a privarci di un patrimonio, la religione, che non è solo parte della nostra storia, ma anche del nostro presente”.
E poi c’è Bologna, che ha in tasca la delibera del Consiglio di Stato, e senza perdere altro tempo si prepara a benedire – sempre a scuola – genitori e alunni delle elementari Carducci e Fortuzzi, e delle medie Rolandino, che assieme formano l’Ic 20. “Il rito si farà – conferma al fattoquotidiano.it la preside, Daniela Turci, che è anche consigliere comunale del Pd di Bologna – il consiglio d’istituto sarà convocato per deliberare quando”. I giorni sono contati, e con Pasqua che si avvicina, i parroci hanno parecchi impegni. “Ma cercheremo di contattare le parrocchie, e faremo la benedizioni, nei locali della scuola e in orario extrascolastico, non appena possibile”.
Laici, comitati della scuola e Uaar non resteranno fermi a guardare: “Presenteremo un’istanza di sospensione”, dicono, “l’urgenza con cui è stata sospesa la sentenza del Tar non è nemmeno motivata. E’ un’urgenza tutta politica”. Ma l’ultima parola spetterà al Consiglio di Stato.
In attesa del verdetto, però, in città c’è già chi pensa a soluzioni alternative, “per non offendere la sensibilità di nessuno”. Come Don Matteo Prodi, parroco bolognese e nipote dell’ex premier Romano Prodi, che al posto dell’acqua santa, propone di celebrare la resurrezione di Cristo con prodotti di pasticceria. “Invece che qualche goccia d’acqua, perché negli uffici e nelle scuole non portiamo qualche ovetto di Pasqua? La riflessione che faccio è semplice – scrive – se buttare qualche goccia d’acqua fa così male, vuol dire che la benedizione non suscita del bene; vuol dire, con qualche probabilità, che si deve cambiare strada”.
Scuola
Benedizioni pasquali a scuola, a Rimini le famiglie votano sì. E Don Prodi a Bologna: “Ovetti invece dell’acqua santa”
A Coriano via libera delle famiglie al rito. Il Consiglio di Stato intanto ha sospeso la sentenza del Tar per l'istituto bolognese. E il parroco propone un'idea alternativa per evitare le polemiche
Riguadagna terreno il fronte dei favorevoli alle benedizioni pasquali tra i banchi di scuola. Se a Bologna l’Istituto comprensivo 20 si prepara a richiamare parroci e acqua santa, dopo che il Consiglio di Stato il 7 marzo ha sospeso la sentenza del Tar dell’Emilia Romagna, che vieta i riti in classe anche al di fuori delle ore di lezione, a Coriano, in provincia di Rimini, 539 mamme e papà hanno detto sì al referendum indetto dal Comune per decidere se autorizzare o meno le celebrazioni religiose entro le mura scolastiche.
La questione dei riti a scuola, quindi, nonostante il parere negativo del tribunale amministrativo regionale, è tutt’altro che chiusa. E così le polemiche, iniziate nel 2015 quando un gruppo di genitori e insegnanti dell’Ic 20 bolognese presentarono ricorso al Tar contro la delibera del consiglio di istituto, che autorizzava tre parroci a benedire – entro le mura scolastiche – mamme, papà, docenti e alunni, pur a fine lezione. Ricorso accolto lo scorso febbraio: “Non può la scuola – scrivono i giudici del Tar nella sentenza – essere coinvolta nella celebrazione di riti religiosi che sono attinenti unicamente alla sfera individuale di ciascuno”. Tempo pochi giorni, però, e il ministero dell’Istruzione, tramite l’avvocatura di Stato, si è appellato al Consiglio di Stato, che il 7 marzo scorso, in attesa di discutere, il 28 aprile, il ricorso presentato da Roma, ha congelato la sentenza del tribunale amministrativo con effetto immediato. Riaprendo il dibattito.
Coriano esulta, perché sull’onda dell’iniziativa bolognese, e nonostante il verdetto del Tar, a febbraio aveva indetto una sua consultazione sul tema. Dei 1.305 questionari recapitati alle mamme e ai papà degli alunni iscritti alle scuole della città romagnola, il 41,5% è stato compilato, e il 94,1% dei votanti ha risposto sì alle benedizioni scolastiche. Così ora il Comune è pronto esportare il proprio metodo. “Oggi stesso parlerò al telefono con il sindaco di Bologna, Virginio Merola – racconta a ilfattoquotidiano.it il sindaco Domenica Spinelli – per un confronto su un dato essenziale, quello del nostro referendum”. A Coriano i riti religiosi tra i banchi di scuola erano vietati dal 2009, da quando, cioè, un gruppo di genitori, anticipando il verdetto del Tar emiliano romagnolo, chiese ai presidi, tramite diffida, di tenere la religione fuori dalle aule. E nonostante le proteste dell’Uaar, l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, secondo cui “il referendum è stato spreco di soldi pubblici – sottolinea Adele Orioli, responsabile iniziative legali dell’associazione – il campione preso in considerazione non è rappresentativo di alcunché, e anche lo fosse, una cosa non diviene meno ingiusta se a sostenerla è la maggioranza”, l’esito del voto potrebbe cambiare le carte in tavola. E riportare l’acqua santa nelle scuole del Comune romagnolo. “Molto soddisfatta del risultato”, invece, è il primo cittadino del Comune romagnolo: “In gioco c’è una questione di cultura: qualcuno vuole costringerci a privarci di un patrimonio, la religione, che non è solo parte della nostra storia, ma anche del nostro presente”.
E poi c’è Bologna, che ha in tasca la delibera del Consiglio di Stato, e senza perdere altro tempo si prepara a benedire – sempre a scuola – genitori e alunni delle elementari Carducci e Fortuzzi, e delle medie Rolandino, che assieme formano l’Ic 20. “Il rito si farà – conferma al fattoquotidiano.it la preside, Daniela Turci, che è anche consigliere comunale del Pd di Bologna – il consiglio d’istituto sarà convocato per deliberare quando”. I giorni sono contati, e con Pasqua che si avvicina, i parroci hanno parecchi impegni. “Ma cercheremo di contattare le parrocchie, e faremo la benedizioni, nei locali della scuola e in orario extrascolastico, non appena possibile”.
Laici, comitati della scuola e Uaar non resteranno fermi a guardare: “Presenteremo un’istanza di sospensione”, dicono, “l’urgenza con cui è stata sospesa la sentenza del Tar non è nemmeno motivata. E’ un’urgenza tutta politica”. Ma l’ultima parola spetterà al Consiglio di Stato.
In attesa del verdetto, però, in città c’è già chi pensa a soluzioni alternative, “per non offendere la sensibilità di nessuno”. Come Don Matteo Prodi, parroco bolognese e nipote dell’ex premier Romano Prodi, che al posto dell’acqua santa, propone di celebrare la resurrezione di Cristo con prodotti di pasticceria. “Invece che qualche goccia d’acqua, perché negli uffici e nelle scuole non portiamo qualche ovetto di Pasqua? La riflessione che faccio è semplice – scrive – se buttare qualche goccia d’acqua fa così male, vuol dire che la benedizione non suscita del bene; vuol dire, con qualche probabilità, che si deve cambiare strada”.
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Washington, 8 gen. (Adnkronos) - Un vasto incendio ha costretto migliaia di persone a evacuare le colline che sovrastano Los Angeles, dove venti violenti alimentano le fiamme. L'incendio è scoppiato nella tarda mattinata nel quartiere di Pacific Palisades, sulle montagne a nord-ovest della città. Ha già devastato quasi 1.200 ettari. Le autorità hanno identificato “molte strutture già distrutte”, ha spiegato ieri sera il governatore della California Gavin Newsom durante una conferenza stampa.
Secondo le autorità, circa 30.000 persone hanno ricevuto l'ordine di evacuazione. Al momento non sono stati segnalati feriti. Molti residenti sono fuggiti in preda al panico, con solo pochi averi e i loro animali domestici. Più di 100.000 persone sono senza elettricità nella contea di Los Angeles, secondo poweroutage.us , un database che tiene traccia e aggrega in tempo reale le interruzioni di corrente negli Stati Uniti.
La vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato: "Il mio cuore è rivolto a tutti coloro che sono stati colpiti" dagli incendi boschivi nella California meridionale. "Come orgogliosa figlia della California - ha aggiunto - conosco i danni che gli incendi boschivi hanno sui nostri vicini e sulle nostre comunità. So anche che l'impatto si fa spesso sentire molto tempo dopo che l'incendio è stato domato. Mentre rispondiamo e mentre i californiani si riprendono, mi assicurerò che la nostra amministrazione sia in contatto costante con i funzionari statali e locali".
Treviso, 07 gen. - (Adnkronos) - “Finora non abbiamo mai parlato con gli investigatori, né col procuratore di Treviso. A distanza di sette mesi però ci sentiamo presi in giro e vogliamo sapere a che punto sono le indagini. E poi perché tutti questi esami, come il tossicologico che tarda da mesi, solo per Alex e non per tutti gli altri che hanno partecipato allo stesso rito? Nemmeno un test è stato richiesto per loro” si domandano Sabrina e Luca Marangon, i genitori di Alex Marangon il 25enne di Marcon (Venezia) ritrovato morto nel luglio scorso sul Piave, dopo aver partecipato a un rito sciamanico a base di ayahuasca nell’abbazia di Vidor (Treviso), ma per il quale la procura trevigiana mantiene aperto un fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti. Nella lunga intervista in diretta andata in onda stasera sull’emittente Antenna Tre, i genitori non hanno nascosto di avere più di qualche dubbio sulla bontà della conduzione delle indagini già a partire da quella domenica mattina del 30 giugno in cui fu dato l’allarme della scomparsa del ragazzo.
“L’abbazia non è stata sigillata, non è stata chiamata la Scientifica per raccogliere ed esaminare eventuali prove, non sono state trattenute le persone, quelle poche che quella mattina erano forse ancora recuperabili perché erano scappati tutti. I carabinieri ci hanno risposto: ‘sono tutti maggiorenni’ e basta. Noi quella mattina siamo arrivati là sul tardi, ma forse chi era arrivato prima poteva fare qualcosa in più” raccontano i genitori. Che sono sempre più convinti che tutti gli altri partecipanti, nelle 4 ore fra la scomparsa di Alex e la prima chiamata alle forze dell’ordine, si siano accordati su una versione di comodo, mentre rimettevano tutto in perfetto ordine e stato nella chiesa dove si era svolto il rito sciamanico con i due curanderos colombiani.
“Una bella messinscena, come hanno fatto due giorni dopo facendoci ritrovare il materassino di Alex con tutto buttato sopra alla rinfusa: non era da lui. Pensavano che noi genitori non sapessimo nulla. Invece Alex, anche tramite sua sorella Giada, ci raccontava tutto e sapevamo dell’ayahuasca e delle punture di veleno di kambo in programma quel weekend con i colombiani che, non a caso, costava 400 euro” raccontano. Poi mostrano una foto scattata poco prima dell’inizio del rito, dove si vedono disposte in cerchio dentro la chiesa i 20 materassini dei partecipanti con accanto i secchi per vomitare e le bottigliette di ayahuasca: al centro c’è l’organizzatore, il musicista Andrea Zuin: “Tutto materiale che avrebbe potuto essere sequestrato per essere poi analizzato” spiegano i genitori di Alex che hanno raccontato anche di aver parlato con un partecipante di quella notte che smentirebbe la versione sempre fornita da Zuin: “Ci ha detto che solo un gruppetto di 4 o 5 persone è uscito dalla chiesa per cercare Alex, tutti gli altri sono rimasti dentro. Lui aveva notato che mancava Alex e gli altri quattro ed era uscito per chiedere cosa fosse successo, ma Zuin gli ordinò ‘vai dentro’ e lui invece di insistere gli obbedì”.
Stefano Marcon è sicuro che Alex sia stato ucciso nell’abbazia - “probabilmente con qualcosa tipo una mazza da baseball, non certo per annegamento” - e che il corpo sia stato fatto ritrovare sull’isolotto del Piave quattro giorni dopo con l’intento di depistare le indagini e distogliere l’attenzione dalla ‘setta dell’abbazia di Vidor’. “Dove quella sera c’era gente importante e di una certa posizione – dice – tanto che Alex era uno dei più giovani. Nella chat di Telegram che usavano per gli appuntamenti c’erano ben 160 iscritti, ma è stata prontamente cancellata e ora è irrecuperabile”. “Sappiamo che c’è gente che quella sera c’era e che sa come sono andate davvero le cose, ma che non si fa avanti e non parla per paura di compromettersi a causa dell’ayahuasca, delle sostanze allucinogene e forse anche della cocaina che qualcuno potrebbe aver dato a forza a mio figlio quella sera” conclude la madre Stefania.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - C’è la data del debutto stagionale indoor di Marcell Jacobs: l’oro di Tokyo esordirà nei 60 metri il 2 febbraio a Boston in occasione del New Balance Indoor Grand Prix. Sarà subito un big match: l’azzurro delle Fiamme Oro incontrerà il campione olimpico dei 100 metri di Parigi Noah Lyles.
L’annuncio è arrivato nella serata italiana: per Jacobs si tratterà di un ritorno sui 60 metri a distanza di quasi due anni dalla medaglia d’argento conquistata agli Europei indoor di Istanbul 2023 alle spalle dell’altro azzurro Samuele Ceccarelli. In questa specialità, Jacobs è stato campione del mondo a Belgrado nel 2022 con il record europeo di 6.41 dopo aver vinto l’oro nella stagione precedente agli Euroindoor di Torun 2021. Per l’atleta allenato da Rana Reider in Florida è il primo confronto diretto con Lyles sui 60 dopo tre sfide sui 100 metri, tutte terminate in favore dello statunitense: Parigi in Diamond League nel 2023, semifinale dei Mondiali di Budapest 2023, finale delle Olimpiadi di Parigi 2024. Il primato personale di Lyles sulla distanza risale alla scorsa stagione: 6.43 ad Albuquerque.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - "Fra una tanto propagandata ed inutile 'zona rossa' e l’altra, ora il governo Meloni e il ministro Piantedosi permettono un altro tipo di zona: la 'zona nera' fatta di neofascisti con la loro squallida ed inaccettabile simbologia, certi di essere impuniti. Una vergogna per il nostro Paese, un’onta per questo governo". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs sulla manifestazione ad Acca Larentia.
Roma, 7 gen. (Adnkronos) - Riunione del gruppo Pd Camera con la segretaria Elly Schlein. All'ordine del giorno dell'assemblea un punto sulla ripresa dei lavori parlamentari e sulla riforma della giustizia, con la separazione delle carriere, che sarà all'esame dell'aula.
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Conservare i territori nella loro genuina consistenza è una opera preziosa di carattere nazionale, ma non si può fare se vengono impoverite, indebolite o addirittura abbandonate comunità delle aree interne montane". E' la denuncia del Capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo intervento a Militello Val di Catania. "Vi sono gli strumenti moderni che consentono ormai di rispondere a questa esigenza - prosegue Mattarella - Il digitale consente di annullare le distanze, l'isolamento di un tempo, delle campagne, delle montagne, ma occorre procedere velocemente in queste direzione. Occorre accogliere, quindi, l'invito che arriva oggi da Militello di tenere conto di quanto sia elemento nazionale rilevante la sorte delle aree interne montane e delle isole minori. Quindi, da Militello parte una esortazione, una condivisione di opinioni che non è solo nell'interesse di questa città ma di tutti i comuni del nostro paese, grandi e piccoli, di pianura, di montagna, di aree interne, che avvertono quanto il vincolo nazionale sia essenziale, importante per ciascuno di loro e quanto sia indispensabile garantire nei territori servizi adeguati, collegamenti adeguati, e per tutti i cittadini e le cittadine".
Militello (Catania), 7 gen. (Adnkronos) - "Nel nostro paese, nel nostro Bel paese tante città, come Militello Val di Catania, tante aree interne o montane sono protagoniste della storia". Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella intervenendo a Militello Val di Catania. "Le aree interne, montane, delle piccole isole coprono il 60 per cento del nostro territorio, ci vivono 13 milioni di nostri concittadini - dice - Le aree interne, montane,sono per il nostro paese una ricchezza non solo storica, di memoria, conservano una immensa ricchezza di patrimonio artistico e culturale.Che fa parte essenziale, protagonista dell'attrazione che il nostro paese esercita nel mondo per la sua cultura, la sua arte, la sua storia, il suo modello di vita. Sono aree che richiedono, quindi, un intervento costante". "E' vero, come sanno bene i sindaci, vi è un problema che riguarda le comunicazioni, una quantità di servizi che vanno garantiti nell'interesse del'intero paese, non solo delle comunità interne", aggiunge.