Cinema

Weekend, i vescovi bocciano la storia gay del film: “Scabroso”. La casa di distribuzione: “La CEI ci fa schifo”

Cesare Petrillo di Teodora al Fattoquotidiano.it: "Di fronte ad una vetusta e omofoba categorizzazione come questa nessuno mi toglie dalla testa che non avrebbero usato le stesse parole se la coppia fosse stata eterosessuale. Questi giudizi dimostrano l’orrore provato per il corpo maschile e verso l’omosessualità da parte di una Chiesa Cattolica ferma a secoli fa"

di Davide Turrini

“Sconsigliato, non utilizzabile, scabroso”. Questo il giudizio che la Commissione Nazionale Valutazione Film della CEI ha dato a Weekend, il film diretto da Andrew Haigh – il cui trailer è stato pubblicato in esclusiva sul Fatto.it – che uscirà nelle sale italinane giovedì 10 marzo 2016 con protagonisti due ragazzi gay di Nottingham che nel giro di poche ore si incontrano, si amano, si allontanano, si reincontrano, per una storia d’amore tutta al maschile priva di eccessi e spettacolarizzazione.

La Commissione, presieduta da don Ivan Maffeis, e che tra i diciotto membri ha come segretario Massimo Giraldi, si è espressa definitivamente sul film mettendo online soltanto tre sintetiche parole di valutazione che, spiegano dall’ufficio stampa della CNVF, nelle prossime ore saranno accompagnate dalla scheda completa del film. Un giudizio che potrebbe aver influito per esempio sui cinema d’essai che si ritrovano con le mura di proprietà del Vaticano.

Ma è il distributore italiano Teodora a rimanere perplesso sulla valutazione della Commissione CEI: “Pur essendo abituati a questo tipo di giudizi per alcuni dei titoli più innovativi e irriverenti del proprio catalogo, colpisce che stavolta la valutazione riguardi un film che racconta una semplice storia d’amore, “un’onesta, intima, autentica storia d’amore” come la descrivono le parole del regista, appena reduce dal trionfo di 45 anni con Charlotte Rampling”.

All’interno della scheda nel paragrafo “Tematiche” il tutto è ridotto a “Droga e omosessualità”. Quando ad esempio nello stesso spazio per un film come Il caso Spotlight – vincitore dell’Oscar come miglior film  erano riportati “Giovani, potere, tematiche religiose”, o in un lavoro intimista come Anomalisa di Charlie Kaufman le parole “Libertà, metafore del nostro tempo, psicologia” che potrebbero essere intercambiabili anche per Weekend, film altrettanto intimista tutto costruito sullo scavo interiore e psicologico dei due protagonisti.

“Aspettiamo una valutazione completa, Giraldi è un critico cinematografico di prim’ordine”, spiega Cesare Petrillo di Teodora al Fattoquotidiano.it. “Però di fronte ad una vetusta e omofoba categorizzazione come questa nessuno mi toglie dalla testa che non avrebbero usato le stesse parole se la coppia fosse stata eterosessuale. Questi giudizi dimostrano l’orrore provato per il corpo maschile e verso l’omosessualità da parte di una Chiesa Cattolica ferma a secoli fa”.

Curioso infatti che un film, in cui la vita amorosa di due ragazzi gay che non viene sbandierata ma osservata e raccontata in tutta la loro “normale” problematizzazione sentimentale, diventi oggetto di una durissima presa di posizione escludente. “Forse Brokeback Mountain con questi cowboy gay, belli, e con i jeans attillati non hanno fatto lo stesso effetto di Weekend. L’approccio realistico evidentemente turba di più”.

Raramente la CNVF, istituzione ecclesiale volta alle “valutazioni morali ai fini pastorali” è arrivata ad un giudizio così tranchant per un film, suggerendo ben tre stadi di valutazione: dal non essere consigliato, alle stigmate della scabrosità, fino alla richiesta diretta della non utilizzabilità per le sale. “Anche il nostro Lo sconosciuto del lago venne classificato inutilizzabile, ma lì avevamo immagini di fellatio in primo piano e di sesso anale. Chiaro, non condivido quel giudizio, ma comprendo che per la categorie della Commissione si potesse prestare a una tale proibizione – continua Petrillo – però qui mi scandalizzo di più perché il film parla di una storia d’amore, e racconta di paure ed incertezze nel parlare e confrontarsi con l’altro. Una questione dell’anima e del sentimento molto complessa ridotta a ‘droga e omosessualità’. Per questo affermo serenamente che la CEI ci fa schifo”.

Il trailer

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