Il faccendiere Flavio Carboni è indagato dalla procura di Arezzo per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. Lo riferisce l’Ansa aggiungendo che la notizia è trapelata dagli ambienti vicini a palazzo di giustizia dopo le perquisizioni compiute giovedì dalla Guardia di finanza del comune toscano in varie regioni italiane. Con lui risulterebbe indagato anche l’imprenditore Valeriano Mureddu, da tempo vicino a Carboni e il cui nome era emerso anche nel corso dell’inchiesta su Banca Etruria. Carboni sarebbe al centro di un’organizzazione che riciclava denaro prevalentemente provento di evasione fiscale per l’acquisizione di grosse aziende in crisi.
Secondo quanto emerso nel gennaio scorso in seguito a un’anticipazione di Libero, Carboni nel 2014 aveva incontrato tra volte Pier Luigi Boschi che si era rivolto a lui per selezionare una persona adeguata per il ruolo di direttore generale di Banca Etruria di cui il padre del ministro delle Riforme era da poco divenuto vicepresidente. A organizzare gli incontri era stato Mureddu, imprenditore 46enne di origini sarde, cresciuto a pochi passi da casa Renzi a Rignano sull’Arno e poi stabilitosi ad Arezzo.
Intanto nel tribunale aretino il gup Anna Maria Lo Prete ha rinviato al 13 aprile l’udienza preliminare per l’inchiesta per ostacolo alla vigilanza che vede imputati tra gli altri l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasari. Hanno presentato richiesta di costituzione come parte civile Confconsumatori, Codacons, Unione italiana consumatori, azionisti e risparmiatori singoli, First/Cisl e Banca d’Italia. Complessivamente le richieste presentate sono 74, anche se alcuni avvocati hanno spiegato di essere pronti in fase di dibattimento a presentarne altre. L’avvocato di Banca d’Italia, Raffaele D’Ambrosio avrebbe tuttavia chiesto di escludere dal processo associazioni e consumatori ritenendo via Nazionale unico ente danneggiato dagli ex amministratori di Banca Etruria. Il procuratore Roberto Rossi ha invece auspicato l’accettazione di tutte le richieste prima che il gup decidesse il rinvio per dare tempo alle difese di Fornasari, Bronchi e Canestri di vedere la nuova documentazione.
Intanto il coordinatore dell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, commentando la scelta di alcune associazioni che tutelano i risparmiatori di non costituirsi parte civile nel procedimento per ostacolo alla vigilanza, fa sapere che “la quasi totalità degli amministratori di Banca Etruria sono nullatenenti … I risparmiatori, oltre ad essere stati derubati, vengono presi persino per il naso dagli allora amministratori dell’istituto di credito, che evidentemente hanno intestato ad altri i beni di cui erano proprietari”.
E ancora: “E’ vergognoso che quasi tutti gli ex amministratori si siano tutelati da eventuali rimborsi a cui potrebbero essere condannati sbarazzandosi di qualsiasi proprietà. Un fatto che spiega molto più di qualsiasi altro processo: oltre al danno provocato nei confronti di decine di migliaia di persone che avevano investito i propri risparmi, c’è ora anche la beffa. In tutto questo il governo tace sull’annunciato provvedimento riparatorio nei confronti dei risparmiatori, promesso e mai predisposto. Fra agevolazioni, intrecci, affari di famiglia e faccendieri, quella a cui stiamo assistendo si sta configurando sempre più come una vera e propria truffa aggravata di Renzi a danno dei cittadini”.
Aggiornato da Redazione Web alle 18.56 del 10 marzo 2016