Allo strapotere del Bayern Monaco basta un quarto d’ora per scacciare gli incubi di un’eliminazione clamorosa, più i supplementari per spazzare via ciò che resta della Juventus al termine di una partita quasi perfetta. All’Allianz Arena finisce 4-2, dopo che per oltre un’ora Massimiliano Allegri era riuscito a ridicolizzare le manie di calcio totale di Pep Guardiola con un 4-5-1 in linea, difesa e contropiede da manuale. Poi un paio di occasioni sprecate, tanta paura e un po’ di stanchezza, la classe sopita di Lewandowski e Muller, hanno fatto risorgere i tedeschi. E Thiago Alcantara e Kinglsey Coman (sì, proprio lui, l’ex talentino francese che tanto piaceva ad Allegri) hanno completato la rimonta ai supplementari.
I gol di Pogba e Cuadrado erano solo un’illusione. Ai quarti ci va il Bayern: la squadra più forte, non la migliore. Nonostante le pesanti assenze di Chiellini, Marchisio e Dybala, i bianconeri sono perfetti nell’approccio alla partita. Il gol del vantaggio è una topica della difesa da horror bavarese: su un banale lancio in profondità, Alaba interviene male di tacco, e Neuer esce coi tempi sbagliati. Nel pasticcio generale è bravo Morata ametterci lo zampino, e a trovare Pogba pronto al tap-in a porta vuota. Siamo solo al 6’ e la Juventus è già virtualmente qualificata dopo il 2-2 dell’andata . Al di là dell’episodio, però, è l’atteggiamento a impressionare. La formazione studiata da Allegri, che sceglie di lasciare fuori Mandzukic per inserire Alex Sandro, è la mossa che manda in tilt la macchina tedesca. Una doppia cerniera, con quasi due terzini per fascia, che tarpa le ali fondamentali nel gioco di Guardiola, chiudendo tutte le linee di passaggio. Anche perché non c’è solo difesa, ma anche tanto pressing per strappare palla agli avversari, velocità di ripartenza e coraggio di alzare il baricentro.
Lo svantaggio insinua nelle mente dei padroni di casa il dubbio di non farcela. Gli scricchiolii si percepiscono da qualche facile controllo sbagliato di troppo, poi diventano palesi al 20’, quando la Juve sarebbe già sul 2-0 grazie ad un altro erroraccio di Neuer su rinvio, se l’arbitro Eriksson non annullasse per posizione irregolare il gol di Morata. Il fuorigioco non c’è (e si vedeva anche in presa diretta) ma non porta rimpianti: il raddoppio arriva dopo poco, con una meravigliosa discesa in contropiede proprio di Morata, e Cuadrado bravo a finalizzare davanti al portiere. Il doppio svantaggio mette i campioni di Germania spalle al muro, costretti a fare due gol solo per andare ai supplementari ma soprattutto a non sbagliare più in difesa. Ma al ritorno dagli spogliatoi è ancora la Juve a sfiorare il colpo del ko, con il solito imprendibile Morata e il solito disastroso Alaba. Fino a quel punto la serata sciagurata del Bayern si può riassumere proprio nella partita dell’austriaco: è lui che con un tacco in ripiegamento difensivo propizia il gol dell’1-0; ed è sempre lui che in posizione di centravanti, pur essendo terzino, dà il via con una palla persa al contropiede del 2-0.
Stavolta, però, Morata si fa sporcare la conclusione in angolo e tiene in vita il Bayern. Errore fatale, contro una squadra agonizzante ma pur sempre fortissima. Basta una scintilla per infiammare il finale: cross di Douglas Costa, colpo di testa di Lewandoski e tutto di nuovo in discussione. Resta un quarto d’ora d’assedio: la Juve comincia a scivolare all’indietro, a perdere i contrasti, a lasciare spazi sulle fasce. E la beffa si concretizza al 90’, quasi in fotocopia: altro cross dalla fascia, altro colpo di testa di Muller, un fantasma fino a quel momento. Stavolta l’assist è di Kingsley Coman, ex acquistato a peso d’oro in estate dal Bayern. Proprio lui firmerà anche il 4-2 finale, rimpianto nei rimpianti della serata bianconera. Nei supplementari la Juve non cede di schianto, onorando fino in fondo la grande prestazione. Ma non ne ha proprio più fisicamente e anche tatticamente Mandzukic non è per nulla funzionale al momento della partita. Regge fino al secondo tempo supplementare, poi nelle maglie allargate dalla fatica Thiago Alcantara trova il varco giusto per battere Buffon, e poco dopo arriva anche il quarto gol. Difficile rinfacciare qualcosa ai bianconeri e ad Allegri: l’occasione sbagliata da Morata, la sostituzione prematura dello spagnolo e anche di Khedira, forse un po’ di superficialità negli ultimi minuti del match. Imperfezioni minime ma decisive.
Resta l’orgoglio di aver giocato alla pari e a lungo meglio di una di una delle squadre più forti al mondo, di aver dimostrato di fare ormai parte dell’elite del calcio europeo. Ma dopo essere stati così vicini all’impresa, è davvero troppo poco per consolarsi.