A Milano la lista ‘arancione’ si farà. A guidarla, dopo il gran rifiuto dell’attuale vice sindaco Francesca Balzani, sarà Daria Colombo, attivista legata alla sinistra milanese, scrittrice e moglie del cantautore Roberto Vecchioni. Ne faranno parte Sel, i Verdi, i comitati per Milano guidati da Paolo Limonta, braccio destro di Giuliano Pisapia, oltre che quel pezzo di Pd che alle primarie ha preferito Balzani al vincitore Giuseppe Sala e a Pierfrancesco Majorino, il terzo arrivato. Sarà questa la lista che dovrà garantire all’ex numero uno di Expo la copertura laddove è più scoperto, ovvero sul lato a sinistra della coalizione. “Siamo sicuri che Sala vincerà le elezioni anche grazie a noi”, ha detto Colombo nel corso della conferenza stampa di martedì mattina in cui è stato annunciato il suo impegno. “Vogliamo indicargli la strada per governare Milano ancora da sinistra”.
Le sue parole fanno il paio con quelle di Pisapia, soddisfatto nel poter dire che “finalmente c’è una lista di sinistra all’interno di una coalizione ampia che in questi anni ha governato con le mani pulite e con attenzione affinché i diritti civili e sociali andassero di pari passo”. Ancora da definire le candidature da inserire nella lista, così come il suo nome. Ma il risultato oggi raggiunto era tutt’altro che scontato, dopo che una parte del popolo delle primarie era rimasta orfana in seguito al no della Balzani. Soprattutto Sel, passata attraverso un lungo travaglio, prima di decidere di non sfilarsi: “Una scelta che non è stata fatta per rimanere in vita – ha detto Anita Pirovano, coordinatrice milanese del partito di Nichi Vendola – ma per incidere sul governo futuro della città”. Ed è proprio su questo punto che si giocherà la tenuta della coalizione e il successo del progetto arancione, visto che tra le cause del rifiuto della Balzani ci sono proprio i dubbi sulla centralità di tale progetto.
Il rischio che a sinistra molti vedono, infatti, è che la candidatura di Sala sia troppo rivolta al centro, con una coalizione che, oltre agli arancioni e al Pd, includerà una lista civica legata al candidato sindaco di cui potrebbero fare parte nomi come quello di Massimo Ferlini, ex presidente milanese ed ex vice presidente nazionale della Compagnia delle opere, il braccio operativo di Cl. Ed è questo uno dei nodi ancora da sciogliere. Perché da un lato c’è chi come Carmela Rozza, una degli assessori comunali che alle primarie hanno sostenuto Sala, apre a Ferlini, ricordando in un’intervista al Corriere che si tratta di un “ritorno a casa”, considerata la sua passata appartenenza al Pci. Ma dall’altro lato c’è chi non dà per scontate candidature provenienti da Comunione e liberazione, come il sindaco Pisapia che, a domanda specifica, in conferenza stampa ha risposto: “Sono convinto che nel momento in cui si faranno le liste ci si confronterà. Ci sono dei paletti, non sulle persone ma su cosa rappresentano. Sentiremo chi coordina quelle liste. All’interno dovranno avere persone che parlano a mondi diversi, ma chiaramente non ai mondi che hanno governato male e che hanno dimostrato che per loro la legalità era secondaria. E parlo di Formigoni e di quell’ambiente”.
Tra gli obiettivi degli arancioni ci sarà dunque quello di “scongiurare una deriva centrista del Pd”, secondo quanto spiegato da Gad Lerner, anche lui tra i sostenitori della lista guidata dalla Colombo. Il giornalista, che è tra i fondatori del Partito democratico, ha parlato di una Milano che si conferma “laboratorio politico nazionale in cui la sinistra, a differenza che altrove, si presenta unita”. In realtà la lista arancione dovrà vedersela soprattutto con quella parte di sinistra milanese e di società civile che non vuole saperne di sostenere Sala. E che con ogni probabilità sarà guidata dal presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo. La sua disponibilità, dopo il no dell’ex magistrato Gherardo Colombo, è già arrivata.