Mi sono innamorata di Cambridge. Non lo dico in senso retorico – e lo so che l’avevo detto anche parlando di Bath. Intendo dire che Cambridge mi ha causato tutti i sintomi di una cotta bella e buona: mi ha fatto battere il cuore e mi ha fatto star male, mi ha cullata tra le sue braccia e mi ha fatto passare notti insonni senza aver mangiato peperoni per cena.
Ma andiamo con ordine. Quando programmavamo il nostro viaggio in Inghilterra abbiamo deciso che Cambridge sarebbe stata la nostra prima tappa, questo perché è facilmente raggiungibile dall’aeroporto di Stansted (un’ora di viaggio con il bus della National Express al prezzo di 8 £ a persona). Devo essere onesta, non avevo grosse aspettative su Cambridge. Mi aspettavo una graziosa cittadina universitaria con tanto verde e i college, che come le chiese si assomigliano un po’ tutti.
Semplicisticamente si può dire che è così, ma è l’atmosfera che si respira a renderla speciale e a farti nascere un grande rimpianto per non aver studiato qui. Perché studiare a Cambridge dev’essere un’esperienza incredibile.
Abbiamo già parlato nel dettaglio dei college di Cambridge descrivendo le loro peculiarità. L’Università di Cambridge è formata da 31 college; i college non sono specializzati per materia ma hanno studenti che appartengono a diverse facoltà. Per esempio: le matricole di giurisprudenza dell’Università di Cambridge saranno sparse per tutti i college; potranno quindi appartenere al Trinity College, al Clare College, al Christ College e così via ma frequenteranno gli stessi corsi. Gli studenti potranno studiare nella biblioteca centrale dell’Università oppure nella biblioteca del proprio college e parteciperanno insieme alle supervision. Le supervision sono una peculiarità dell’Università di Cambridge. Si tratta di lezioni settimanali di un’ora fatte da un insegnante a gruppetti di tre studenti su argomenti trattati nel corso della settimana. Le supervision delle matricole trattano tematiche basilari che in Italia i professori si rifiuterebbero di spiegare a uno studente ma che evidentemente rappresentano un ottimo metodo di studio, dal momento che l’Università di Cambridge detiene il record di studenti che hanno ricevuto il premio Nobel.
Il senso di appartenenza al proprio college è molto forte; il legame che si crea tra gli studenti è simile a quello delle confraternite statunitensi. Questa è una peculiarità del mondo accademico anglosassone: creare un gruppo coeso che si aiuterà anche nel futuro professionale. Per creare il legame fra gli studenti questi dormono nella stessa struttura (nei college più blasonati e più antichi dividono anche i bagni), mangiano assieme nella hall (simile a quella di Harry Potter), indossano accessori coi colori del proprio college, organizzano balli, competizioni sportive, e altre attività.
Durante la nostra permanenza a Cambridge mi sono soffermata a guardare le vetrine dei fotografi, consiglio di farlo anche a voi, per poter sbirciare qualche dettaglio della vita interna ai college. Ho osservato foto di gruppo degli studenti, squadre sportive, scorci suggestivi con candele e abiti da sera durante il ballo di fine anno (il cosiddetto “May Ball” di cui si vedono alcune scene nel film “La teoria del tutto”); ma più di tutto mi ha colpito una foto che immortalava un gruppo di studentesse capitanato da una ragazza che con la gonna tirata su, mentre reggeva a due mani la bandiera del suo college, guidava le compagne attraverso un percorso sui carboni ardenti. Gli studenti a Cambridge sono molto meno affettati rispetto agli studenti nostrani (oh, mi ci metto in mezzo anch’io). Non viene chiesto con la stessa intensità alle studentesse di essere costantemente attente al loro aspetto. Lo sono nelle occasioni mondane, ma per girare per l’Università le ragazze adottano uno stile preppy che fa risparmiare loro tempo, da dedicare a scopi più importanti.
I ragazzi (maschi e femmine) fanno sport, non vanno in palestra. Vogliamo parlare di quanto è più divertente e più utile per le relazioni sociali praticare uno sport di squadra, anziché sollevare ripetutamente un peso in solitudine o aprire e chiudere le gambe per rassodare l’interno coscia? A Cambridge ci sono numerosi campi di cricket, pallavolo, basket, aperti, disponibili e gratuiti. Ci sono tavoli di ping pong disseminati nei parchi a disposizione di tutti. Ci si muove comodamente (e in sicurezza) in bicicletta. E poi c’è il fiume Cam dove poter fare canottaggio o punting (attività che si compie nelle acque basse dove si spinge un’imbarcazione piatta con una pertica).
Gli studenti svolgono lavori legati all’Università mentre studiano. Ad esempio conducono i turisti nei punting tour, oppure gestiscono i negozi di merchandising dell’Università o altre attività simili. In questo modo gli studenti di Cambridge, perlopiù appartenenti alle classi privilegiate, restano ancorati alla realtà anche se alcuni di loro sono così famosi da sostenere gli esami accompagnati dalle guardie del corpo. Brevemente vi ho parlato di ciò che mi ha colpito di più di Cambridge e di ciò che ho appreso parlando con qualche studente. Sulla nostra pagina facebook potete vedere qualche foto che rende meglio l’idea della vita a Cambridge.
Un’ultima osservazione, forse un po’ polemica, riguarda i nostri politici che mandano i figli a studiare all’estero. I politici invece di migliorare l’Università si sono limitati a cambiarla in peggio (vedi il ciclo 3+2, le sovvenzioni date alle università in base al numero di laureati) perseguendo l’unico scopo di aumentare a livello statistico la percentuale di laureati. Obiettivo raggiunto al costo dell’impoverimento del valore della laurea. Tanto a loro che gliene frega, i loro figli studieranno, a suon di quattrini, in Università valide e non avranno mai bisogno di fare stage non pagati per acquisire esperienza. Per carità, non stiamo scoprendo adesso che così funziona il mondo, ma se questo è accettabile per coloro che possiamo inserire genericamente nella categoria dei “ricchi”, lo è molto meno per i rappresentanti istituzionali di una Nazione, che dovrebbero usare ciò che hanno contribuito a creare.
Tornando in tema, per organizzare la vostra visita a Cambridge vi consiglio di dare uno sguardo al sito dell’ente del turismo della città.