Salerno, Bari, Brescia. Per ora. Documenti falsi e contatti con il commando che il 22 marzo ha compiuto la strage di Bruxelles, ma anche con Salah Abdeslam, l’8° uomo del gruppo di fuoco protagonista degli attentati di Parigi del 13 novembre. Si moltiplicano i fili che legano l’Italia alle carneficine compiute in Francia e Belgio.
Salerno, arrestato l’uomo dei documenti falsi – Djamal Eddine Ouali, 40 anni, algerino. La polizia lo ha arrestato sabato a Bellizzi, in provincia di Salerno. Secondo gli investigatori fa parte di una rete clandestina che produce falsi documenti utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles, tra cui lo stesso Salah Abdeslam. Il 6 gennaio le autorità di Bruxelles avevano emesso nei suoi confronti un mandato di arresto europeo per i reati di partecipazione ad un’organizzazione dedita al falso documentale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il suo nome era venuto fuori nel corso di una perquisizione effettuata in un covo di falsari a Saint-Gilles, sobborgo della capitale belga, a ottobre del 2015, qualche settimana prima delle stragi di Parigi: in quell’occasione i poliziotti trovarono e sequestrarono circa un migliaio di immagini digitalizzate, tutte riferibili a falsi documenti d’indentità. Tra questi, ce ne erano tre che sono stati utilizzati da altrettanti terroristi che hanno partecipato ai due attentati. Uno di questi, intestato a Yassine Baghli, nato il 29 settembre del 1989, è stato utilizzato da colui che doveva farsi saltare in aria allo Stade de France e che all’ultimo si è tirato indietro, arrestato 10 giorni fa a Bruxelles: Abdeslam Salam. Il secondo documento, intestato a Samir Bouzid, nato l’8 luglio del 1977, è stato invece utilizzato – secondo gli investigatori – da Mohamed Belkaid, ucciso durante il blitz del 15 marzo nell’appartamento di rue de Dries a Forest dove si nascondeva proprio Salah. L’ultimo falso documento d’identità, infine, intestato a Soufiane Kayal, nato il 28 agosto 1988 sarebbe servito a Najim Laachraoui, uno dei due kamikaze che si è fatto saltare in aria martedì all’aeroporto di Zaventen.
Il collegamento con l’Italia è emerso quando l’algerino si è rivolto alla questura di Salerno per chiedere il permesso di soggiorno: i controlli effettuati dalla Polizia hanno infatti consentito di scoprire che un soggetto omonimo di quello che aveva presentato la richiesta era ricercato dal Belgio. Tramite Interpol, nella serata di ieri le autorità italiane hanno inviato ai colleghi belgi la foto dell’algerino che aveva presentato la richiesta di soggiorno e questi hanno confermato che si trattava proprio del soggetto che stavano cercando. Immediatamente sono scattate le ricerche: gli uomini della Digos di Roma e di Salerno, quelli dell’Antiterrorismo e della Polizia Scientifica, si sono messi alla caccia di Ouali, che è stato rintracciato e arrestato nel tardo pomeriggio di oggi mentre camminava lungo una strada a Bellizzi. Ma il lavoro degli investigatori non è finito: bisognerà ricostruire i motivi della presenza di Ouali in Italia, capire con chi è entrato in contatto, verificare la presenza nel nostro paese di altri appartenenti all’organizzazione.
Bari: la porta d’ingresso è la Puglia – Ancora documenti falsi, ma non solo. Bari è un probabile luogo di passaggio di terroristi e base per supporto logistico a foreign fighter. E’ l’ipotesi investigativa alla quale sta lavorando da mesi la magistratura barese e che ha portato nei giorni scorsi ai fermi (poi convalidati in arresti in carcere) dell’iracheno Ridha Shwan Jalal, 38 anni, alias Kaka Sherzad (sedicente finlandese), e poi di due inglesi 31enni di origini irachene. Le accuse: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e possesso di documenti falsi. La loro posizione, però, è all’attenzione della Dda nell’ambito di una più ampia indagine sul terrorismo internazionale di matrice islamica avviata nel giugno 2015. Gli accertamenti, coordinati dai pm Renato Nitti e Roberto Rossi, sono affidati agli agenti della Digos e ai carabinieri del Ros e prendono avvio da un’altra inchiesta barese su un presunto componente della cellula jihadista di ‘Ansar Al Islam’, il 45enne iracheno Muhamad Majid, arrestato a dicembre.
L’uomo era arrivato in Italia da Milano Malpensa il 25 febbraio 2015. Il 5 agosto viene arrestato nel porto di Bari mentre è sul punto di imbarcarsi per la Grecia, perché trovato in possesso di un documento greco falso. Proprio in quei giorni era passato dal porto di Bari Salah Abdeslam. L’indagine barese non sembra aver collegamenti con i fatti di Parigi e di Bruxelles ma dagli accertamenti emerge che nel giungo scorso Jalal aveva chiesto in un’agenzia viaggi di Matera un preventivo per il trasporto di 20 cittadini iracheni i quali, distinti in gruppi di cinque persone, sarebbero partiti dall’aeroporto di Sulayrmaniyah (nella regione del Kurdistan iracheno), alla volta di Parigi con uno scalo intermedio ad Istanbul (Turchia). I voli, mai acquistati, gli sarebbero costati 21mila euro. Sono trascorsi altri due mesi e Jalal è stato arrestato nel porto di Bari. Tornato in libertà gli è stato notificato presso la Questura di Matera il mancato riconoscimento della richiesta di protezione internazionale. Da quel momento aveva fatto perdere le sue tracce fino a qualche giorno fa, quando è stato trovato nuovamente con un documento falso, questa volta della Repubblica Ceca, intestato ad un cittadino finlandese. Proprio dalle sue dichiarazioni agli investigatori baresi si è risaliti poi all’identità dei due britannici, ora in carcere a Bari.
Brescia, il marocchino e l’sms con il kamikaze della metro – Un altro possibile collegamento tra i terroristi di Bruxelles e l’Italia passa da Brescia. Uno dei due presunti jihadisti risultati in contatto con i fratelli El Bakraoui arrestati in Germania nel distretto di Giessen durante un normale controllo, è un marocchino di 28 anni che è stato in carcere in Italia. Si chiama, scrive L’Espresso, Mohammed Lahlaoui, è nato nel 1987 in Marocco. In Italia dal 2007, l’uomo ha accumulato molti precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio e la persona. Nulla a che vedere con l’estremismo jihadista in pratica, ma un en plein in fatto di con la criminalità comune. Il giovane “gravitava per lo più nel bresciano” dove nel 2014 era finito agli arresti domiciliari a Vestone per tentato omicidio, porto abusivo di armi e evasione. Sul suo cellulare “sono stati trovati messaggi molto compromettenti con la data del 22 marzo, il giorno delle stragi nell’aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles .Uno degli sms conteneva il nome del kamikaze del metrò, Khalid El Bakraoui. In un altro messaggio c’era la parola “fin“, che in francese significa “fine”. Questo messaggio – scrive L’Espresso – sarebbe stato inviato alle 9.08. Mentre Khalid si è fatto esplodere tre minuti più tardi, alle 9.11″. Un tempismo che, per gli inquirenti, è ritenuto molto inquietante.
Cronaca
Attentati Bruxelles. Salerno, Bari, Brescia: la filiera dei documenti falsi. Il filo rosso che lega l’Italia alle stragi dell’Isis
Documenti falsi e contatti con il commando che il 22 marzo ha compiuto la strage di Bruxelles, ma anche con Salah Abdeslam, l'8° uomo del gruppo di fuoco protagonista degli attentati di Parigi del 13 novembre. Si moltiplicano i fili che legano l'Italia alle carneficine compiute in Francia e Belgio
Salerno, Bari, Brescia. Per ora. Documenti falsi e contatti con il commando che il 22 marzo ha compiuto la strage di Bruxelles, ma anche con Salah Abdeslam, l’8° uomo del gruppo di fuoco protagonista degli attentati di Parigi del 13 novembre. Si moltiplicano i fili che legano l’Italia alle carneficine compiute in Francia e Belgio.
Salerno, arrestato l’uomo dei documenti falsi – Djamal Eddine Ouali, 40 anni, algerino. La polizia lo ha arrestato sabato a Bellizzi, in provincia di Salerno. Secondo gli investigatori fa parte di una rete clandestina che produce falsi documenti utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles, tra cui lo stesso Salah Abdeslam. Il 6 gennaio le autorità di Bruxelles avevano emesso nei suoi confronti un mandato di arresto europeo per i reati di partecipazione ad un’organizzazione dedita al falso documentale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il suo nome era venuto fuori nel corso di una perquisizione effettuata in un covo di falsari a Saint-Gilles, sobborgo della capitale belga, a ottobre del 2015, qualche settimana prima delle stragi di Parigi: in quell’occasione i poliziotti trovarono e sequestrarono circa un migliaio di immagini digitalizzate, tutte riferibili a falsi documenti d’indentità. Tra questi, ce ne erano tre che sono stati utilizzati da altrettanti terroristi che hanno partecipato ai due attentati. Uno di questi, intestato a Yassine Baghli, nato il 29 settembre del 1989, è stato utilizzato da colui che doveva farsi saltare in aria allo Stade de France e che all’ultimo si è tirato indietro, arrestato 10 giorni fa a Bruxelles: Abdeslam Salam. Il secondo documento, intestato a Samir Bouzid, nato l’8 luglio del 1977, è stato invece utilizzato – secondo gli investigatori – da Mohamed Belkaid, ucciso durante il blitz del 15 marzo nell’appartamento di rue de Dries a Forest dove si nascondeva proprio Salah. L’ultimo falso documento d’identità, infine, intestato a Soufiane Kayal, nato il 28 agosto 1988 sarebbe servito a Najim Laachraoui, uno dei due kamikaze che si è fatto saltare in aria martedì all’aeroporto di Zaventen.
Il collegamento con l’Italia è emerso quando l’algerino si è rivolto alla questura di Salerno per chiedere il permesso di soggiorno: i controlli effettuati dalla Polizia hanno infatti consentito di scoprire che un soggetto omonimo di quello che aveva presentato la richiesta era ricercato dal Belgio. Tramite Interpol, nella serata di ieri le autorità italiane hanno inviato ai colleghi belgi la foto dell’algerino che aveva presentato la richiesta di soggiorno e questi hanno confermato che si trattava proprio del soggetto che stavano cercando. Immediatamente sono scattate le ricerche: gli uomini della Digos di Roma e di Salerno, quelli dell’Antiterrorismo e della Polizia Scientifica, si sono messi alla caccia di Ouali, che è stato rintracciato e arrestato nel tardo pomeriggio di oggi mentre camminava lungo una strada a Bellizzi. Ma il lavoro degli investigatori non è finito: bisognerà ricostruire i motivi della presenza di Ouali in Italia, capire con chi è entrato in contatto, verificare la presenza nel nostro paese di altri appartenenti all’organizzazione.
Bari: la porta d’ingresso è la Puglia – Ancora documenti falsi, ma non solo. Bari è un probabile luogo di passaggio di terroristi e base per supporto logistico a foreign fighter. E’ l’ipotesi investigativa alla quale sta lavorando da mesi la magistratura barese e che ha portato nei giorni scorsi ai fermi (poi convalidati in arresti in carcere) dell’iracheno Ridha Shwan Jalal, 38 anni, alias Kaka Sherzad (sedicente finlandese), e poi di due inglesi 31enni di origini irachene. Le accuse: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e possesso di documenti falsi. La loro posizione, però, è all’attenzione della Dda nell’ambito di una più ampia indagine sul terrorismo internazionale di matrice islamica avviata nel giugno 2015. Gli accertamenti, coordinati dai pm Renato Nitti e Roberto Rossi, sono affidati agli agenti della Digos e ai carabinieri del Ros e prendono avvio da un’altra inchiesta barese su un presunto componente della cellula jihadista di ‘Ansar Al Islam’, il 45enne iracheno Muhamad Majid, arrestato a dicembre.
L’uomo era arrivato in Italia da Milano Malpensa il 25 febbraio 2015. Il 5 agosto viene arrestato nel porto di Bari mentre è sul punto di imbarcarsi per la Grecia, perché trovato in possesso di un documento greco falso. Proprio in quei giorni era passato dal porto di Bari Salah Abdeslam. L’indagine barese non sembra aver collegamenti con i fatti di Parigi e di Bruxelles ma dagli accertamenti emerge che nel giungo scorso Jalal aveva chiesto in un’agenzia viaggi di Matera un preventivo per il trasporto di 20 cittadini iracheni i quali, distinti in gruppi di cinque persone, sarebbero partiti dall’aeroporto di Sulayrmaniyah (nella regione del Kurdistan iracheno), alla volta di Parigi con uno scalo intermedio ad Istanbul (Turchia). I voli, mai acquistati, gli sarebbero costati 21mila euro. Sono trascorsi altri due mesi e Jalal è stato arrestato nel porto di Bari. Tornato in libertà gli è stato notificato presso la Questura di Matera il mancato riconoscimento della richiesta di protezione internazionale. Da quel momento aveva fatto perdere le sue tracce fino a qualche giorno fa, quando è stato trovato nuovamente con un documento falso, questa volta della Repubblica Ceca, intestato ad un cittadino finlandese. Proprio dalle sue dichiarazioni agli investigatori baresi si è risaliti poi all’identità dei due britannici, ora in carcere a Bari.
Brescia, il marocchino e l’sms con il kamikaze della metro – Un altro possibile collegamento tra i terroristi di Bruxelles e l’Italia passa da Brescia. Uno dei due presunti jihadisti risultati in contatto con i fratelli El Bakraoui arrestati in Germania nel distretto di Giessen durante un normale controllo, è un marocchino di 28 anni che è stato in carcere in Italia. Si chiama, scrive L’Espresso, Mohammed Lahlaoui, è nato nel 1987 in Marocco. In Italia dal 2007, l’uomo ha accumulato molti precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio e la persona. Nulla a che vedere con l’estremismo jihadista in pratica, ma un en plein in fatto di con la criminalità comune. Il giovane “gravitava per lo più nel bresciano” dove nel 2014 era finito agli arresti domiciliari a Vestone per tentato omicidio, porto abusivo di armi e evasione. Sul suo cellulare “sono stati trovati messaggi molto compromettenti con la data del 22 marzo, il giorno delle stragi nell’aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles .Uno degli sms conteneva il nome del kamikaze del metrò, Khalid El Bakraoui. In un altro messaggio c’era la parola “fin“, che in francese significa “fine”. Questo messaggio – scrive L’Espresso – sarebbe stato inviato alle 9.08. Mentre Khalid si è fatto esplodere tre minuti più tardi, alle 9.11″. Un tempismo che, per gli inquirenti, è ritenuto molto inquietante.
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(Adnkronos) - La Roma batte la Lazio per 2-0 e si aggiudica il derby del 5 gennaio 2025, valido per la 19esima giornata della Serie A. I giallorossi si impongono con i gol di Pellegrini (10') e Saelemakers (18'). Il successo consente alla formazione allenata da Ranieri di salire a 23 punti, a metà classifica. La Lazio rimane a quota 35 punti, al quarto posto, e perde la chance di guadagnare terreno su Juventus e Fiorentina, appaiate a 32.
Ranieri per il derby sceglie, un po' a sorpresa, Pellegrini dal 1' a supporto di Dybala e Dovbyk. In mezzo al campo Konè e Paredes, e sulle corsie laterali confermati Saelemakers e Angelino. Baroni dall'altra parte opta per Isaksen preferito a Tchaouna a destra per completare la trequarti con Dele-Bashiru e Zaccagni. In avanti Castellanos.
Al 3' Koné si libera al limite dell'area e conclude con un destro a giro ma è bravo Provedel a respingere in angolo. La Lazio prova a reagire e al 5' Tavares serve Isaksen ma la conclusione viene ribattuta due volte e sulla respinta Marusic manda alto sopra la traversa. Al 10' la Roma passa: grande ripartenza dei giallorossi con Dybala che allarga, poi la palla arriva al limite a Pellegrini che con un tiro a giro di gran classe batte Provedel per l'1-0. La Lazio accusa il colpo e la Roma prova ad affondare.
Al 13' iniziativa personale di Hummels che conduce palla per diversi metri prima di concludere verso lo specchio ma la palla viene deviata in angolo. Al 17' la squadra di Baroni prova a reagire con Isaksen ma il rasoterra è troppo lento.
Al 18' la Roma raddoppia: sul rinvio di Svilar arriva la sponda di Dovbyk per Dybala si presenta al limite dell'area e scarica per Saelemakers che conclude di destro, Provedel respinge ma sulla respinta il belga deposita in rete il gol del 2-0. I biancocelesti continuano a fare girare il pallone per trovare lo spazio giusto e al 22' Dele-Bashiru semina il panico sulla trequarti prima di concludere verso la porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 38' ancora Lazio pericolosa con Isaksen che devia il cross di Tavares ma la sua spizzata termina al lato.
Ad inizio ripresa Baroni cambia e inserisce Tchaouna e Dia per Isaksen e Dele-Bashiru. La Lazio spinge e sfiora il gol al 48' con Castellanos su cui è attento Svilar e al 50' con Guendouzi che dalla lunga distanza lascia partire un mancino, deviato, su cui Svilar si invola a manda in angolo. La squadra di Ranieri dopo i primi minuti di difficoltà sfiora il tris al 58' ancora con Pellegrini che tenta la conclusione di mancino ma è bravo Provedel a respingere e bloccare su un successivo rimpallo. La Lazio riprende a spingere e Hummels salva su Zaccagni entrato in area dopo aver saltato Mancini.
Al 60' enorme occasione per i biancocelesti con Tchaouna, ben servito da Dia di testa, davanti a Svilar tocca male e va a colpire la parte alta della traversa. Al 65' ancora Lazio pericolosa, questa volta con Tchaouna che di tacco prova a servire Castellanos ma decisivo Hummels in copertura. Poi Ranieri cambia Pellegrini e Saelemakers inserendo Pisilli ed El Shaarawy.
La pressione della Lazio non accenna ad affievolirsi e al 69' Castellanos conclude da posizione defilata ma è attento Svilar. Ranieri cerca forze fresche e toglie Dybala e Dovbyk per Baldanzi e Shomurodov. Al 76' la Roma si salva ancora sull'ennesimo spunto di Tchaouna che crossa per Zaccagni che è bravo a servire Dia a due passi dalla porta ma è decisivo l'intervento di N'Dicka. Al 79' altra perentoria azione di Tavares che entra in area e conclude di sinistro ma il suo tiro termina di pochissimo al lato. Finale concitato e nervoso con rissa finale e Lazio che chiude in dieci uomini per l'espulsione di Castellanos. La Roma vince il derby, la squadra che va tutta sotto la Sud a ricevere l'abbraccio del pubblico giallorosso.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Ha sparato con la pistola di servizio (Glock 17 cal. 9) regolarmente detenuta un colpo alla moglie 29enne, romena, per poi spararsi alla tempia. Sono i dettagli emersi dalla ricostruzione dell'omicidio-suicidio avvenuto questa mattina a Gualdo Tadino, nella frazione Gaifana, in una abitazione in via degli Ulivi.
L'uomo, una guardia giurata di 38 anni, è stato trovato senza vita accanto alla vittima. I rilievi ancora in corso, a cura della Sezione rilievi del Nucleo Investigativo di Perugia e Compagnia Carabinieri di Gubbio, confermano la dinamica. Secondo gli investigatori, il movente sarebbe legato a dissidi coniugali. Sul posto il medico legale e il sostituto procuratore di turno.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Una pronuncia del Consiglio regionale della Sardegna sulla decadenza della presidente della Regione Alessandra Todde per presunte irregolarità sul rendiconto delle spese elettorali non è ipotizzabile nell'immediato. "Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà solo nel momento in cui il provvedimento diventerà 'definitivo'". A indicare la significativa sentenza della Consulta è il professore ordinario di Diritto pubblico all'università di Roma Tor Vergata, Giovanni Guzzetta che, analizzando all'Adnkronos una vicenda ingarbugliata sia sul fronte politico che giudiziario, rileva anche che"il giudizio del Consiglio regionale è sempre sindacabile in sede giurisdizionale".
Pertanto, "immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto, sul piano giudiziario i tempi non saranno brevi: la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare".
Secondo il costituzionalista, "la vicenda è molto complessa perché ha evidentemente implicazioni politiche e giuridiche ma le letture appaiono molto semplificate e assertive". "Sul piano politico - analizza - ci troviamo di fronte ad una ordinanza-ingiunzione che contesta gravi violazioni della disciplina in materia di spese elettorali e relativa rendicontazione. In base alla legislazione vigente applicabile anche alla regione Sardegna, a seguito dell’accertamento di tali violazioni consegue anche la sanzione accessoria della decadenza, in quanto si concretizza una causa di ineleggibilità del consigliere regionale che si riflette sulla carica di presidente della Regione, perché, in base alla disciplina vigente ribadita dalla stessa legislazione sarda, il Presidente non può non essere anche membro del consiglio regionale. Sul piano politico la rilevanza della questione, e quindi le conseguenze in termini di opportunità, sono rimesse alle valutazioni degli interessati e al dibattito politico".
"Sul piano giuridico quello che succede è che il provvedimento, che è immediatamente esecutivo, è comunque un provvedimento amministrativo, sebbene adottato da un organo particolarmente autorevole in quanto istituito presso la Corte d’Appello e presieduto dal Presidente della Corte d’Appello. A tale provvedimento si può fare opposizione davanti al giudice ordinario, cui spetta anche decidere se sospenderne o meno l’esecutività. Secondo la Corte costituzionale (sent. 387/1996) la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà nel momento in cui il provvedimento diventerà “definitivo” (cioè una volta esauriti i gradi di giudizio di impugnazione dell’ordinanza o qualora tale impugnazione non ci sia, nei termini di 30 giorni dall’adozione del provvedimento). Da questa sentenza della Corte costituzionale sembrerebbe dunque che fino a quel momento il Consiglio non possa pronunciarsi, anche se il provvedimento del Collegio regionale di Garanzia rimanesse esecutivo".
Guzzetta osserva che "in questa prospettiva, immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l’atto bisognerà attendere i vari gradi di giudizio e potrebbero passare mesi. Nel momento in cui il provvedimento, confermato dai giudici, divenisse effettivamente definitivo spetterebbe al Consiglio regionale dichiarare la decadenza. Sui poteri del Consiglio in questa materia c’è molta confusione, perché si tende a pensare in modo analogo a quello che vale per le Camere. Ma c’è una fondamentale differenza. Le Camere sono organi costituzionali e la Costituzione riserva a esse in via esclusiva la valutazione della decadenza. Lo stesso principio non vale per i Consigli regionali, le cui deliberazioni sono impugnabili davanti al giudice ordinario secondo i principi generali che valgono in questa materia, peraltro ribaditi dalla stessa legge statutaria della regione Sardegna 2007 articolo 26 comma 9. Questo vuol dire che i margini di valutazione dei Consiglio regionale sono comunque più ristretti, perché le loro scelte sono sindacabili quanto al rispetto delle norme sulla decadenza".
"Il controllo del Consiglio regionale, dunque, è vincolato dal quadro normativo e non può ritenersi politicamente libero. Il che non vuol dire che il suo voto sia una formalità (possono essere rilevati vizi procedurali ad esempio), ma certo la valutazione non è meramente politica. Né la legge ordinaria potrebbe riconoscere ai consigli regionali quella garanzia di insindacabilità degli atti che è assicurata dalla Costituzione alle Camere - sottolinea il professore di Tor Vergata - Questo peraltro vale per tutti i casi in cui i Consigli regionali accertino cause di decadenza. Le dichiarazioni di decadenza sono impugnabili davanti al giudice ordinario. Al limite possono ipotizzarsi anche dei conflitti di attribuzione davanti alla Corte costituzionale tra Regione e autorità giudiziaria".
"Sul piano giudiziario, dunque, i tempi non saranno brevi.Sul piano politico, ovviamente, la lunghezza dei tempi si trasforma in una prolungata spada di Damocle 'politica' sulla Presidente e sulla sua legittimazione. E qui, subentrano tutte le valutazioni di opportunità che non spetta a me fare", conclude il costituzionalista. (di Roberta Lanzara)
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Papa Francesco ha ricevuto una targa con riflessioni su Gesù da parte della Guida suprema iraniana, l'Ayatollah Ali Khamenei. Secondo quanto rende noto l'agenzia di stampa Irna, la targa è stata consegnata al Pontefice dall'ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Mohammad Hossein Mokhtari, ricevuto nei giorni scorsi.
''Se Gesù fosse tra noi oggi - scrive Khamenei - non esiterebbe un attimo a combattere i leader dell'oppressione e dell'arroganza globale. Non tollererebbe la fame e lo sfollamento di miliardi di persone spinte dalle potenze egemoniche verso la guerra, la corruzione e la violenza".
Partendo dal fatto che ''l'importanza di Gesù per i musulmani non è senza dubbio inferiore alla sua importanza e stima agli occhi dei devoti cristiani'', il testo sottolinea che ''questo grande profeta divino ha trascorso tutto il suo tempo tra il popolo in lotta per opporsi all'oppressione, all'aggressione e alla corruzione'' e ''a coloro che usavano la loro ricchezza e il loro potere per schiavizzare le nazioni e trascinarle nell'inferno di questo mondo e dell'aldilà''.
Nelle riflessioni di Khamenei è contenuto un invito: ''Cristiani e musulmani che credono in questo grande profeta devono rivolgersi ai suoi insegnamenti per stabilire un giusto ordine mondiale. Devono promuovere le virtù umane come sono state insegnate da questi maestri dell'umanità''. Quindi, prosegue il testo, ''per essere un seguace di Gesù Cristo bisogna sostenere la verità e rifiutare i poteri che vi si oppongono. Si spera che i cristiani e i musulmani in ogni angolo del mondo manterranno viva questa profonda lezione del profeta Gesù nelle loro vite e azioni'', auspica il leader iraniano.
Perugia, 5 gen. (Adnkronos) - Marito e moglie sono stati trovati morti nell'abitazione nella quale vivevano a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che indagano sull'ipotesi di omicidio-suicidio. Da una prima ricostruzione si tratta di una coppia giovane, i due avevano una trentina di anni. L'uomo, dai primissimi accertamenti, avrebbe ucciso la donna per poi togliersi la vita.
Milano, 5 gen. (Adnkronos) - Sono in corso le indagini dei carabinieri per fare luce sulla morte di un 28enne marocchino trovato morto ieri sera a Cisliano in provincia di Milano. E' stato un passante ieri a chiamare il 112 dopo aver notato un uomo riverso sul ciglio della strada in via Regina Elena, quasi all'incrocio con una strada provinciale. Sul posto sono intervenuti, insieme al 118, i carabinieri di Bareggio e Magenta che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. A quanto si apprende si indaga per omicidio perché, da una prima ispezione del medico legale, è emersa sul cadavere una lesione all'addome inferiore compatibile con un'azione violenta. Tuttavia sarà l'autopsia a fare definitivamente chiarezza.
Roma, 5 gen. (Adnkronos) - Visita lampo di Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, dove la premier ha incontrato il presidente eletto degli Usa Donald Trump. Dopo circa 5 ore dal suo arrivo a Palm Beach, la premier è risalita sul volo che la sta riconducendo a Roma.