Un crac da 300 milioni di euro provocato dal fallimento di 10 società. Per questo l’immobiliarista Danilo Coppola è stato condannato a 9 anni di reclusione nel processo concluso davanti al tribunale di Roma. I giudici hanno inflitto condanne ad altri imputati, mentre hanno pronunciato 4 assoluzioni tra cui quella della moglie di Coppola, Silvia Necci. I giudici hanno condannato, tra gli altri, a 5 anni e 8 mesi Francesco Bellocchi, amministratore di alcune delle società, a 4 anni la commercialista Daniela Candeloro, a 4 anni e sei mesi Luca Necci, cognato di Coppola, e a 2 anni e tre mesi l’avvocato Paolo Colosimo. Tutti i condannati sono stati inabilitati all’impresa per 10 anni mentre a Coppola anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Gli illeciti secondo l’accusa sarebbero stati messi in atto tra il 2007 al 2009. Coppola divenne noto al pubblico nel 2005 quando emerse lo scandalo su “Bancopoli” che riguardo tra gli altri l’allora governatore di Banca d’Italia Antonio Fazio e i cui protagonisti erano anche il banchiere Gianpiero Fiorani, i finanzieri Emilio Gnutti e Stefano Ricucci e lo stesso Coppola. Questi ultimi erano stati soprannominati, appunto, “i furbetti del quartierino“.
“Il pregiudizio regna, sono sbalordito, ma fiducioso” commenta Coppola. “La sentenza – aggiunge – è stata pronunciata su società fallite, su istanza della sola Procura, durante la mia custodia cautelare nel 2007, in relazione a potenziali debiti fiscali in ordine ai quali l’Agenzia delle Entrate non aveva ancora richiesto nessun pagamento. Tali società, già nel 2009, erano ritornate tutte in bonis previo pagamento di importi rilevanti (circa 160 milioni di euro), all’esito dei quali la stessa Agenzia delle Entrate aveva dichiarato che ogni debito era stato estinto”.
Secondo la Procura Coppola avrebbe trasferito immobili tra società del suo gruppo a prezzi superiori a quelli di acquisto al fine di ottenere finanziamenti dalle banche. Nel capo di imputazione si parla di sottrazione dalla casse delle società venditrici di risorse finanziarie, del trasferimento di quote sociali e di cariche amministrative delle società di Coppola a prestanome o a soggetti inesistenti, la messa in liquidazione o il trasferimento all’estero di società per ostacolare i tentativi di recupero dei crediti erariali e di evitare o ritardare il fallimento. L’inchiesta dei pm si è concentrata sulle società Assa, Gen 5, Chiaravalle, Gabbiano Immobiliare, Immobiliare Le Mole, Immobiliare Valadier, Montenapoleone, Phoenix Real Estate, Promar e Spica Immobiliare.
Durante il dibattimento Coppola è stato esaminato come imputato e ha affermato che questa vicenda gli “ha distrutto la vità”. All’epoca dei fatti, disse l’imprenditore rispondendo al pm Paolo Ielo, il gruppo era “proprietaria di immobili prestigiosi come il Lingotto di Torino e alberghi in varie città. Quando venni arrestato (marzo 2007), l’Agenzia delle Entrate non mi aveva contestato nulla. Le società furono dichiarate fallite successivamente e quando sono tornato in libertà la prima cosa che ho fatto è saldare il debito con l’erario pari a 160 milioni di euro quando le tasse non pagate ammontavano invece a 30-40 milioni. E pagai svendendo il mio patrimonio immobiliare”. Intanto a Milano il tribunale che deve decidere sul futuro di Porta Vittoria spa, riferibile a Coppola, vuole certezze sulla sostenibilità finanziaria della società per i prossimi mesi. Per questo ha dato tempo fino al 7 aprile ai creditori della società.
Giustizia & Impunità
Furbetti del quartierino, Danilo Coppola condannato a 9 anni per bancarotta: “Crac da 300 milioni”. Lui: “Il pregiudizio regna”
L'immobiliarista era accusato di aver fatto fallire una serie di sue società tra il 2007 e il 2009: "Le avevo riportate in bonis con 160 milioni di euro". Pene per altri 8 imputati. Assolte 4 persone, tra cui la moglie
Un crac da 300 milioni di euro provocato dal fallimento di 10 società. Per questo l’immobiliarista Danilo Coppola è stato condannato a 9 anni di reclusione nel processo concluso davanti al tribunale di Roma. I giudici hanno inflitto condanne ad altri imputati, mentre hanno pronunciato 4 assoluzioni tra cui quella della moglie di Coppola, Silvia Necci. I giudici hanno condannato, tra gli altri, a 5 anni e 8 mesi Francesco Bellocchi, amministratore di alcune delle società, a 4 anni la commercialista Daniela Candeloro, a 4 anni e sei mesi Luca Necci, cognato di Coppola, e a 2 anni e tre mesi l’avvocato Paolo Colosimo. Tutti i condannati sono stati inabilitati all’impresa per 10 anni mentre a Coppola anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici. Gli illeciti secondo l’accusa sarebbero stati messi in atto tra il 2007 al 2009. Coppola divenne noto al pubblico nel 2005 quando emerse lo scandalo su “Bancopoli” che riguardo tra gli altri l’allora governatore di Banca d’Italia Antonio Fazio e i cui protagonisti erano anche il banchiere Gianpiero Fiorani, i finanzieri Emilio Gnutti e Stefano Ricucci e lo stesso Coppola. Questi ultimi erano stati soprannominati, appunto, “i furbetti del quartierino“.
“Il pregiudizio regna, sono sbalordito, ma fiducioso” commenta Coppola. “La sentenza – aggiunge – è stata pronunciata su società fallite, su istanza della sola Procura, durante la mia custodia cautelare nel 2007, in relazione a potenziali debiti fiscali in ordine ai quali l’Agenzia delle Entrate non aveva ancora richiesto nessun pagamento. Tali società, già nel 2009, erano ritornate tutte in bonis previo pagamento di importi rilevanti (circa 160 milioni di euro), all’esito dei quali la stessa Agenzia delle Entrate aveva dichiarato che ogni debito era stato estinto”.
Secondo la Procura Coppola avrebbe trasferito immobili tra società del suo gruppo a prezzi superiori a quelli di acquisto al fine di ottenere finanziamenti dalle banche. Nel capo di imputazione si parla di sottrazione dalla casse delle società venditrici di risorse finanziarie, del trasferimento di quote sociali e di cariche amministrative delle società di Coppola a prestanome o a soggetti inesistenti, la messa in liquidazione o il trasferimento all’estero di società per ostacolare i tentativi di recupero dei crediti erariali e di evitare o ritardare il fallimento. L’inchiesta dei pm si è concentrata sulle società Assa, Gen 5, Chiaravalle, Gabbiano Immobiliare, Immobiliare Le Mole, Immobiliare Valadier, Montenapoleone, Phoenix Real Estate, Promar e Spica Immobiliare.
Durante il dibattimento Coppola è stato esaminato come imputato e ha affermato che questa vicenda gli “ha distrutto la vità”. All’epoca dei fatti, disse l’imprenditore rispondendo al pm Paolo Ielo, il gruppo era “proprietaria di immobili prestigiosi come il Lingotto di Torino e alberghi in varie città. Quando venni arrestato (marzo 2007), l’Agenzia delle Entrate non mi aveva contestato nulla. Le società furono dichiarate fallite successivamente e quando sono tornato in libertà la prima cosa che ho fatto è saldare il debito con l’erario pari a 160 milioni di euro quando le tasse non pagate ammontavano invece a 30-40 milioni. E pagai svendendo il mio patrimonio immobiliare”. Intanto a Milano il tribunale che deve decidere sul futuro di Porta Vittoria spa, riferibile a Coppola, vuole certezze sulla sostenibilità finanziaria della società per i prossimi mesi. Per questo ha dato tempo fino al 7 aprile ai creditori della società.
Articolo Precedente
Scandalo petrolio, assunzioni e imposizioni alla lobby. E la sindaca disse: “A noi la sicurezza non ce ne fotte niente”
Articolo Successivo
Inchiesta petrolio, indagato il capo della Marina De Giorgi. Boschi e Guidi saranno interrogate. Pm vogliono arresto Gemelli
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Putin: “Non vogliamo ciò che non è nostro, ma non rinunceremo a ciò che è nostro”. Lituania fuori dal trattato su bombe a grappolo: “Temiamo la Russia”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".