Il 15 aprile prossimo Papa Francesco sarà in Grecia, a Mitilene sull’isola di Lesbo, per testimoniare la sua vicinanza ai migranti. Dopo la lavanda dei piedi ai profughi di Castelnuovo di Porto e i numerosi appelli in favore dell’accoglienza degli immigrati, questo gesto si inserisce nei “segni di misericordia” che Bergoglio sta compiendo durante il Giubileo straordinario della misericordia. Un viaggio lampo organizzato con una preparazione rapidissima in stretto contatto con la Chiesa ortodossa greca. Anche il Vaticano ha confermato la notizia attraverso il portavoce padre Federico Lombardi: “Ci sono contatti in corso, nulla di certo è definito, ma le fonti greche sono autorevoli”. Il Patriarcato di Costantinopoli ha comunicato che con il Papa in Grecia ci sarà anche Bartolomeo I.
La notizia del viaggio a sorpresa di Bergoglio tra i profughi di Mitilene arriva proprio mentre l’Austria si dice pronta ad affrontare altri flussi di migranti diretti nel Paese con l’esercito. Un centinaio di soldati è già stato inviato, numero che se fosse necessario potrebbe essere aumentato. A dichiararlo è stato il ministro della Difesa, Hans Peter Doskozil, citato dal giornale austriaco Kronen Zeitung. Il ministro nel fine settimana aveva annunciato “controlli massicci al Brennero, anche con i soldati”. Secondo Doskozil, il numero dei migranti al valico è “aumentato in modo spaventoso”. Bergoglio, che ha scelto Lampedusa come meta del primo viaggio del suo pontificato, ha chiesto più volte a ogni parrocchia e santuario d’Europa di accogliere almeno una famiglia di profughi, come hanno fatto il Vaticano e la Conferenza episcopale italiana.
Recentemente Francesco aveva lodato la Grecia per i suoi sforzi umanitari nell’accoglienza dei migranti chiedendo all’Europa di non lasciarla sola. “La mia preghiera, e certamente anche la vostra – aveva affermato Bergoglio ai fedeli presenti in piazza San Pietro all’Angelus del 28 febbraio 2016 – ha sempre presente il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea stanno prestando a essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni. Una risposta corale può essere efficace e distribuire equamente i pesi. Per questo occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati”.