“Dal punto di vista giuridico ho appreso definitivamente di essere persona offesa”. Così l’ex ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi al termine dell’incontro con i pm di Potenza titolari dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata che l’ha portata alle dimissioni, dopo la diffusione delle intercettazioni telefoniche da cui emergono le pressioni del suo compagno Gianluca Gemelli a un emendamento che avrebbe sbloccato il progetto Tempa Rossa. Guidi, a quanto si apprende, ha risposto alle domande dei magistrati. “Si, assolutamente”, ha risposto il capo della squadra mobile di Potenza Carlo Pagano, che ha coordinato l’indaine sugli affari di Eni e Total nella regione, ai cronisti che gli chiedevano se l’ex ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi avesse risposto a tutte le domande. “Vorrei prima di tutti ringraziare i magistrati per avermi dato la possibilità in tempi così brevi di chiarire questa vicenda così spiacevole per me. Ho risposto a tutte le loro domande”, ha affermato Guidi. Il contenuto del colloquio, durato circa tre ore, è secretato.
Intanto continuano a emergere dettagli dalle carte dell’inchiesta. Un presunto dossier da preparare contro il ministro Graziano Delrio. Il sottosegretario Claudio De Vincenti definito un “pezzo di merda”. Il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan “messo da quel quartierino lì”, quello dei petrolieri. Il ministro dello Sviluppo Economico che risponde al suo compagno lobbista, Gianluca Gemelli, dicendo che lui la tratta come una “sguattera del Guatemala”. Sembra una guerra tra bande, invece, è il quadro che emerge dalle telefonate di Gianluca Gemelli con gli amici imprenditori, ma anche con la stessa Federica Guidi.
Prima di arrivare alla Procura di Potenza come persona informata sui fatti, l’ex ministro si è studiata le carte, in cui il suo nome ricorrre in passaggi delicati. “Non fai altro che chiedermi favori – dice tra l’altro la Guidi , con me ti comporti come un sultano… mi sono rotta… a 46 anni… tu siccome stai con me e hai un figlio con me, mi tratti come una sguattera del Guatemala“dice il ministro per lo Sviluppo ancora in carica il 28 giugno 2015. “Io per te valgo meno di zero – continua la Guidi – Le cose che ho fatto per te non vanno mai bene, non sono sufficienti”. Il privato si mescola al pubblico, come si capisce dall’approfondimento della Stampa. Una settimana prima Guidi e Gemelli si sentono al telefono, il ministro contesta il compagno. “Gianluca, io lavorativamente parlando t’ho mai chiesto…” e gli rimprovera errori professionali, sprechi di denaro. “No, quanto ti è costato l’ufficio, dimmi? Un milione di euro”. “Ma quanto tu ti sei andato a sputtanare centinaia di milioni di euro, in una situazione che neanche un deficiente”. E il ministro rivendica: “Io a 46 anni, mi alzo domani mattina alle 3,30 perché vado a lavorare, perché so com’è fatto il mondo, non vivo su Marte. Tu invece”.
Lui invece si lamenta perché lei non gli presenta nessuno. “Presentami l’amministratore delegato della Drilling, presentami l’amministratore delegato di Shell, di Total, di Tamoil, e così, fammi ‘sta cortesia, tanto non è una cortesia, cioè non te l’ho mai chiesto, però, visto che con gli altri… fallo anche per me”. Gemelli, spiega la Stampa, parla dell’interessamento del ministro Guidi per mettere in contatto il presidente degli Aeroporti Toscani e una compagnia aerea. Ma la Guidi risponde e tiene il punto. Sembra l’ultimo presidio affinché l’attività del governo non finisca in mano a interessi di parte. “Fa il presidente degli Aeroporti Toscani – dice a Gemelli – e sta parlando con uno che è il… di una società che fa… tratte aeree, capito? Non sono né amici, né parenti, né cognati, né fratelli. Io conto di risolvere il problema di Meridiana che è una crisi aziendale”. Ma secondo la polizia è una resistenza che regge per poco: “Per quanto non si ritiene contestarle condotte penalmente rilevanti, si ricava che il Gemelli abbia inteso approfittare del suo ruolo istituzionale”.