Il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan fu nominato dal premier Matteo Renzi. Ma fu scelto da quelli del “quartierino”, dagli uomini della “combriccola”, da un “clan” che conta membri oggi accusati di associazione per delinquere. A dirlo è l’ex ministra Federica Guidi, in uno dei tanti sfoghi con il compagno Gianluca Gemelli, che, secondo la Procura di Potenza e la Squadra mobile, era in grado di “manovrare” il Mise, non soltanto attraverso Guidi, ma anche il suo sottosegretario De Vincenti. Sviluppo economico e Finanze: se l’ipotesi della Procura avrà riscontro, saremmo dinanzi una “cricca” in grado di incidere su due dicasteri fondamentali. In grado di “piegare a proprio esclusivo e personale interesse” sia le “decisioni” sia “le procedure di singoli funzionari e varie istituzioni pubbliche”, si legge in un’informativa della polizia. Quando scopre di essere stata sorpassata da De Vincenti in un tavolo con Finmeccanica, Guidi sbotta. E “aggiungeva di aver capito quale era il giochino, affermando a tal proposito: ‘O il giochino è sempre uguale oppure il giochino si interrompe'”.
La nomina all’Economia – L’ex ministra dice che sia Padoan, sia De Vincenti, sono “pedine” in mano al “quartierino”: “Gianluca, Padoan viene fuori, ma sai chi glielo ha messo lì Padoan, te lo devo spiegare io? Glielo ha messo sempre quel quartierino lì. Innocenti, l’hai capito chi glielo ha messo Padoan? Non è che ti devo spiegare. Sempre quel quartierino. Oltre al fatto che si conoscono perché andavano a scalare insieme da vent’anni, lui De Vincenti e Padoan… ma glielo ha messo sempre quel quartierino lì… Quelle pedine, cioè De Vincenti da me, non è un caso, non è per farmi un favore, perché De Vincenti è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo, perché Pier Carlo è bravo”. Nella stessa discussione Guidi rivela di voler lanciare un avvertimento anche alla senatrice Pd Anna Finocchiaro – la “fida amica” di Gemelli – proprio in merito al tavolo con Finmeccanica: “Io non vado a chiamare Anna, perché non sono io che devo andare a spiegare alla Finocchiaro… non so neanche bene per quale motivo devo spiegare queste cose, questa vicenda, prendano atto della cosa loro, lo prendano come un avvertimento”. E poi conclude: “Gianluca, se tirano giù me, tirano giù pure te” per realizzare i loro scopi, secondo l’accusa, il “clan” inserisce nel Mise il consulente Valter Pastena che, intercettato, dice al telefono che vuole un ufficio tutto suo al ministero: “No, ma io senza stanza non ci vado! Se passerò, come passo, con la ministra dello Sviluppo Economico si apre tutto un altro scenario”.
Il regalino a Delrio: “Ti togli uno sfizio” – Pastena parla anche di un dossieraggio nei confronti di Delrio. “Io ti devo parlare da vicino”, esordisce con Gemelli. “Ma proprio da vicino, molto da vicino, ma tutte cose che addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio… ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh?”. E aggiunge: “Tieni conto che i carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio, Cutro (paese calabro, ndr) con i mafiosi… Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta… (…)… no, te l’ho detto, perché che ha fatto le indagine è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi”.
Fuoco incrociato: “Lotti? Fregatene” – Uno degli obiettivi di Gemelli era quello di piazzare il suo amico (…) Franco Broggi a capo di un’azienda partecipata. E per questo scopo metteva la Guidi “in croce” dicendole di fregarsene di tutti: “Con ‘tutti’ – annota la Squadra mobile – intendeva riferirsi ai vari Andrea Guerra, Luca Lotti“. Per lo stesso scopo, in un “fuoco incrociato”, erano stati investiti Antonello Montante, Presidente Confindustria Sicilia, oggi accusato di associazione mafiosa in un’altra inchieste, e un politico del Pd, Paolo Quinto, che non sono indagati. Dice Gemelli a Broggi: “Federica l’ho messa in croce, gli ho detto ‘senti figlia mia, ma non…’ perché anche l’hanno fatta incazzare Renzi, poi c’è sta testa di cazzo di questo qua di Luxottica, come si chiama, Andrea Guerra… che glielo hanno messo a controllare la cosa dell’Ilva! E le stanno rompendo… ho detto ‘senti tu mollali…’, ora c’è Montezemolo che vuole prendersi l’Ice però sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, voleva fare la guerra di crociate, gli ho detto ‘senti fammi ‘na cortesia , se tu metti una combinazione, Renzi-Montezemolo, due che mezzora di lavoro nella loro vita non l’hanno mai fatta e che devono… coordinare duecento, trecento persone per portare fatti concreti… se te lo tieni sotto tu, t’inculano prima o poi a te, perché son bravissimi, son bravi solo a fare quello!”. E prosegue: “Fede, fammi una cortesia, fai alla Razzi, fatti le cazzi tua? (…) mollagli sta cosa qua tu devi pensare solo a un cristiano”. Pochi minuti più tardi Broggi replica: “Se mi mettete in una posizione. Ma poi nelle cose c’è un ritorno. Io te ci siamo capiti”.
I fratelli Pittella e la fuga di notizie – Gemelli sapeva di essere finito nelle indagini e ne aveva messo al corrente anche la compagna. A quanto ricostruiscono gli inquirenti ad aver appreso la notizia erano stati i fratelli Pittella, Marcello e Gianni, rispettivamente presidente della Regione Basilicata ed europarlamentare. Loro l’avrebbero comunicata a Gemelli. Quest’ultimo cerca di ottenere informazioni in merito all’avanzamento delle indagini anche da altri conoscenti. Il primo gennaio del 2015 lo chiama Valter Pastena riferendogli di essere stato a pranzo con Leonardo Gallitelli, comandante generale dei carabinieri in carica fino al 15 gennaio successivo. “Tu mi dici ‘Valter tu controlla’.. sono andato a far gli auguri al Gallitelli”, dice Pastena. “Poi ne parliamo da vicino”, aggiunge e racconta che Gallitelli gli ha detto di aver già visto Gemelli, “forse a Modena o Bologna”. Gemelli scherzando risponde che l’importante è essere conosciuto ma non “attenzionato”. Ma sono numerose anche le intercettazioni tra Guidi e Gemelli che dimostrano come fossero entrambi al corrente del coinvolgimento nelle indagini. “Telefoniamo eh, telefoniamo”, il ministro rimprovera il suo compagno della facilità con cui parla. Riferimenti espliciti emergono da una conversazione intercettata il 22 gennaio 2015. I due, annotano gli inquirenti, “fanno espliciti riferimenti al probabile coinvolgimento del Gemelli in una questione non meglio specificata ed alla possibilità di conseguenze politiche indirette anche per lo stesso Ministro: evidenti sono i riferimenti per cui è procedimento penale”. “Il giorno successivo – si legge nell’informativa – i due hanno fatto riferimenti ancora più diretti “alla questione”. Questa volta un cenno lo facevano anche a ‘Marcello’ (Pittella), nonché al fratello di costui, attuale europarlamentare, Gianni Pittella”.
Da Il Fatto Quotidiano del 7 aprile 2016
Lobby
Petrolio Basilicata, Guidi al telefono con Gemelli: “Padoan e De Vincenti? Pedine in mano al quartierino”
Nelle intercettazioni l'ex ministro dello Sviluppo economico si lamenta del gruppo legato agli ex Ds e alle multinazionali del greggio. Agli atti: "Manovrano decisioni e istituzioni". Le sparate sul suo vice allo Sviluppo. Pastena, Gemelli e il ricatto a Delrio: “Le sue foto con i mafiosi”
Il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan fu nominato dal premier Matteo Renzi. Ma fu scelto da quelli del “quartierino”, dagli uomini della “combriccola”, da un “clan” che conta membri oggi accusati di associazione per delinquere. A dirlo è l’ex ministra Federica Guidi, in uno dei tanti sfoghi con il compagno Gianluca Gemelli, che, secondo la Procura di Potenza e la Squadra mobile, era in grado di “manovrare” il Mise, non soltanto attraverso Guidi, ma anche il suo sottosegretario De Vincenti. Sviluppo economico e Finanze: se l’ipotesi della Procura avrà riscontro, saremmo dinanzi una “cricca” in grado di incidere su due dicasteri fondamentali. In grado di “piegare a proprio esclusivo e personale interesse” sia le “decisioni” sia “le procedure di singoli funzionari e varie istituzioni pubbliche”, si legge in un’informativa della polizia. Quando scopre di essere stata sorpassata da De Vincenti in un tavolo con Finmeccanica, Guidi sbotta. E “aggiungeva di aver capito quale era il giochino, affermando a tal proposito: ‘O il giochino è sempre uguale oppure il giochino si interrompe'”.
La nomina all’Economia – L’ex ministra dice che sia Padoan, sia De Vincenti, sono “pedine” in mano al “quartierino”: “Gianluca, Padoan viene fuori, ma sai chi glielo ha messo lì Padoan, te lo devo spiegare io? Glielo ha messo sempre quel quartierino lì. Innocenti, l’hai capito chi glielo ha messo Padoan? Non è che ti devo spiegare. Sempre quel quartierino. Oltre al fatto che si conoscono perché andavano a scalare insieme da vent’anni, lui De Vincenti e Padoan… ma glielo ha messo sempre quel quartierino lì… Quelle pedine, cioè De Vincenti da me, non è un caso, non è per farmi un favore, perché De Vincenti è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo, perché Pier Carlo è bravo”. Nella stessa discussione Guidi rivela di voler lanciare un avvertimento anche alla senatrice Pd Anna Finocchiaro – la “fida amica” di Gemelli – proprio in merito al tavolo con Finmeccanica: “Io non vado a chiamare Anna, perché non sono io che devo andare a spiegare alla Finocchiaro… non so neanche bene per quale motivo devo spiegare queste cose, questa vicenda, prendano atto della cosa loro, lo prendano come un avvertimento”. E poi conclude: “Gianluca, se tirano giù me, tirano giù pure te” per realizzare i loro scopi, secondo l’accusa, il “clan” inserisce nel Mise il consulente Valter Pastena che, intercettato, dice al telefono che vuole un ufficio tutto suo al ministero: “No, ma io senza stanza non ci vado! Se passerò, come passo, con la ministra dello Sviluppo Economico si apre tutto un altro scenario”.
Il regalino a Delrio: “Ti togli uno sfizio” – Pastena parla anche di un dossieraggio nei confronti di Delrio. “Io ti devo parlare da vicino”, esordisce con Gemelli. “Ma proprio da vicino, molto da vicino, ma tutte cose che addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio… ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh?”. E aggiunge: “Tieni conto che i carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio, Cutro (paese calabro, ndr) con i mafiosi… Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta… (…)… no, te l’ho detto, perché che ha fatto le indagine è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi”.
Fuoco incrociato: “Lotti? Fregatene” – Uno degli obiettivi di Gemelli era quello di piazzare il suo amico (…) Franco Broggi a capo di un’azienda partecipata. E per questo scopo metteva la Guidi “in croce” dicendole di fregarsene di tutti: “Con ‘tutti’ – annota la Squadra mobile – intendeva riferirsi ai vari Andrea Guerra, Luca Lotti“. Per lo stesso scopo, in un “fuoco incrociato”, erano stati investiti Antonello Montante, Presidente Confindustria Sicilia, oggi accusato di associazione mafiosa in un’altra inchieste, e un politico del Pd, Paolo Quinto, che non sono indagati. Dice Gemelli a Broggi: “Federica l’ho messa in croce, gli ho detto ‘senti figlia mia, ma non…’ perché anche l’hanno fatta incazzare Renzi, poi c’è sta testa di cazzo di questo qua di Luxottica, come si chiama, Andrea Guerra… che glielo hanno messo a controllare la cosa dell’Ilva! E le stanno rompendo… ho detto ‘senti tu mollali…’, ora c’è Montezemolo che vuole prendersi l’Ice però sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, voleva fare la guerra di crociate, gli ho detto ‘senti fammi ‘na cortesia , se tu metti una combinazione, Renzi-Montezemolo, due che mezzora di lavoro nella loro vita non l’hanno mai fatta e che devono… coordinare duecento, trecento persone per portare fatti concreti… se te lo tieni sotto tu, t’inculano prima o poi a te, perché son bravissimi, son bravi solo a fare quello!”. E prosegue: “Fede, fammi una cortesia, fai alla Razzi, fatti le cazzi tua? (…) mollagli sta cosa qua tu devi pensare solo a un cristiano”. Pochi minuti più tardi Broggi replica: “Se mi mettete in una posizione. Ma poi nelle cose c’è un ritorno. Io te ci siamo capiti”.
I fratelli Pittella e la fuga di notizie – Gemelli sapeva di essere finito nelle indagini e ne aveva messo al corrente anche la compagna. A quanto ricostruiscono gli inquirenti ad aver appreso la notizia erano stati i fratelli Pittella, Marcello e Gianni, rispettivamente presidente della Regione Basilicata ed europarlamentare. Loro l’avrebbero comunicata a Gemelli. Quest’ultimo cerca di ottenere informazioni in merito all’avanzamento delle indagini anche da altri conoscenti. Il primo gennaio del 2015 lo chiama Valter Pastena riferendogli di essere stato a pranzo con Leonardo Gallitelli, comandante generale dei carabinieri in carica fino al 15 gennaio successivo. “Tu mi dici ‘Valter tu controlla’.. sono andato a far gli auguri al Gallitelli”, dice Pastena. “Poi ne parliamo da vicino”, aggiunge e racconta che Gallitelli gli ha detto di aver già visto Gemelli, “forse a Modena o Bologna”. Gemelli scherzando risponde che l’importante è essere conosciuto ma non “attenzionato”. Ma sono numerose anche le intercettazioni tra Guidi e Gemelli che dimostrano come fossero entrambi al corrente del coinvolgimento nelle indagini. “Telefoniamo eh, telefoniamo”, il ministro rimprovera il suo compagno della facilità con cui parla. Riferimenti espliciti emergono da una conversazione intercettata il 22 gennaio 2015. I due, annotano gli inquirenti, “fanno espliciti riferimenti al probabile coinvolgimento del Gemelli in una questione non meglio specificata ed alla possibilità di conseguenze politiche indirette anche per lo stesso Ministro: evidenti sono i riferimenti per cui è procedimento penale”. “Il giorno successivo – si legge nell’informativa – i due hanno fatto riferimenti ancora più diretti “alla questione”. Questa volta un cenno lo facevano anche a ‘Marcello’ (Pittella), nonché al fratello di costui, attuale europarlamentare, Gianni Pittella”.
Da Il Fatto Quotidiano del 7 aprile 2016
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Tel Aviv, 19 feb. (Adnkronos) - Quattro ebrei israeliani ultra-ortodossi sono stati arrestati dai soldati dell'IDF e consegnati alla polizia dopo essere entrati ieri sera nel territorio libanese per visitare un luogo sacro. Lo ha riferito la polizia, nel contesto di un aumento degli attraversamenti illegali della frontiera con il Libano, segnalando scontri sul posto tra i soldati e alcuni israeliani, che hanno lanciato pietre. I quattro sospettati sono stati arrestati con l'accusa di aver attraversato il confine e disturbato la quiete pubblica, mentre altri sono stati allontanati dal posto e riportati in Israele.
Gli israeliani avevano tentato di visitare quella che tradizionalmente è considerata la tomba del rabbino babilonese Rav Ashi, vicino a Manara. Domenica, la polizia aveva riferito che 20 cittadini israeliani avevano attraversato il confine libanese. Una fonte militare ha detto che erano giovani uomini haredi. Un'altra fonte militare ha dichiarato ad Haaretz che quasi ogni sabato cittadini israeliani vengono sorpresi ad attraversare illegalmente il confine.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Al Question time in programma oggi alla Camera alle 15, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponderà ad un'interrogazione presentata da Italia viva, primo firmatario il capogruppo Davide Faraone, sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale, con la richiesta di chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
In particolare, prendendo spunto dalla recente vicenda legata all'utilizzo software fornito dalla società Paragon solutions, nel documento di sindacato ispettivo si chiede "quali siano le spese che il ministero della Giustizia sostiene per il funzionamento del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria), quanto per le strutture del Gom (Gruppo operativo mobile), per le strutture del Nic (Nucleo investigativo centrale), per le intercettazioni e se vi siano contratti stipulati senza gara o tutti con gara pubblica, nonché quante persone siano state intercettate da strutture finanziate dal ministero della Giustizia nel 2024, se ci siano persone intercettate da Polizia penitenziaria ma non indagate e se le dimissioni del capo del Dap Russo siano state accompagnate da una lettera personale al Ministro interrogato con rilievi critici sulla situazione del Dap e se intenda condividerla coi parlamentari o la ritenga personale e dunque secretata".
Kiev, 19 mar. (Adnkronos) - "Sono attualmente in corso operazioni di soccorso a Odessa in seguito a un altro attacco russo alle infrastrutture energetiche della città. 160mila persone sono al momento senza luce e riscaldamento". Lo scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che "ancora una volta, le strutture energetiche civili sono state colpite: da quasi tre anni, l'esercito russo utilizza senza sosta missili e droni d'attacco contro di esse".
"Proprio ieri - prosegue il post - dopo il famigerato incontro a Riad, è diventato chiaro che i rappresentanti russi stavano di nuovo mentendo, sostenendo di non prendere di mira il settore energetico ucraino. Eppure, quasi contemporaneamente, hanno lanciato un altro attacco, con droni che hanno colpito trasformatori elettrici. E questo durante l'inverno: di notte c'erano meno 6 gradi Celsius".
"Almeno 160.000 residenti di Odessa sono ora senza riscaldamento ed elettricità. Tredici scuole, un asilo e diversi ospedali sono rimasti senza elettricità o riscaldamento. Le squadre di riparazione stanno lavorando instancabilmente e tutti i servizi comunali sono impegnati. Sono grato a ogni soccorritore e a tutti coloro che aiutano le persone. Non dobbiamo mai dimenticare che la Russia è governata da bugiardi patologici: non ci si può fidare di loro e bisogna fare pressione. Per amore della pace".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si svolge oggi, alle 15, il Question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, risponde a una interrogazione sulle iniziative volte a salvaguardare la produzione nazionale di ortofrutta, attraverso un corretto equilibrio tra esigenze produttive e sicurezza alimentare.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, risponde a interrogazioni sulle iniziative normative per limitare il ricorso alla custodia cautelare, anche nell'ottica della riduzione del sovraffollamento all'interno delle carceri; sulle iniziative in relazione alla situazione all'interno delle carceri, con particolare riferimento al sovraffollamento e al fenomeno dei suicidi; sulle tecnologie in uso alla polizia penitenziaria; sulle risorse finanziarie destinate al funzionamento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, del Gruppo operativo mobile e del Nucleo investigativo centrale e chiarimenti in ordine ad attività di intercettazione svolte da strutture finanziate dal ministero della Giustizia.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte ad arginare i fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito delle filiere del made in Italy; sullo sviluppo dell'industria aerospaziale italiana; sulle iniziative volte a salvaguardare la continuità produttiva degli stabilimenti liguri della Piaggio aerospace e i relativi livelli occupazionali, con riferimento alla procedura di cessione all'azienda turca Baykar; sulle iniziative a sostegno della produzione industriale nazionale a tutela dei livelli occupazionali, nonché per stimolare la crescita economica e rafforzare la competitività; sull'adozione del Libro bianco sulla nuova strategia italiana di politica industriale.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, unitamente a personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Gruppo Operativo Regionale Antifrode - Gora), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Termini Imerese (su richiesta della Procura termitana), con cui è stato disposto il sequestro preventivo di 10 complessi aziendali, nonché di beni e di disponibilità finanziarie per oltre 15 milioni di euro nei confronti di 13 soggetti (anche per equivalente). Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Palermo in co-delega con il citato Ufficio dell’A.D.M., hanno consentito di ricostruire l’operatività di un’associazione per delinquere attiva nelle province di Palermo, Agrigento e Catania e dedita alla commissione di illeciti tributari, con particolare riferimento alla commercializzazione di prodotti energetici sottoposti ad aliquota agevolata (c.d. “gasolio agricolo”).
Secondo la ricostruzione compiuta, la frode avrebbe permesso di sottrarre al pagamento delle imposte oltre 11 milioni di litri di prodotto petrolifero e sarebbe stata perpetrata attraverso l’utilizzo strumentale di operatori economici del settore e la predisposizione di documentazione mendace. Più nel dettaglio, diversi depositi commerciali riconducibili ai vertici del sodalizio criminale avrebbero emesso fatture per operazioni inesistenti e predisposto DAS fittizi al fine di documentare cartolarmente la vendita di carburante a “società di comodo” o aziende del tutto ignare di quanto avveniva, mentre lo stesso, in realtà, veniva ceduto “in nero” a soggetti terzi non aventi titolo a riceverlo. Il che consentiva a questi ultimi di praticare prezzi fortemente concorrenziali a discapito degli altri operatori del settore.
Il descritto sistema di frode - come accertato all’esito di indagini tecniche, servizi di riscontro su strada e mirate attività ispettive - avrebbe garantito un significativo abbattimento dell’I.V.A. e delle Accise dovute, oltre che delle imposte dirette, generando un’evasione d’imposta, e un conseguente danno alle casse dello Stato, pari a 15.231.376,80 euro. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici, irregolarità nella loro circolazione e illeciti di natura tributaria.
Abu Dhabi, 19 feb. (Adnkronos) - Il segretario di Stato americano Marco Rubio è arrivato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio incontrerà ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan.
La visita di Rubio negli Emirati Arabi Uniti precede il vertice di venerdì in Arabia Saudita dei sei Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo, nonché di Egitto e Giordania, per rispondere al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per la Gaza del dopoguerra.
L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
Kiev, 19 feb. (Adnkronos) - Il massiccio attacco notturno con droni russi contro la città e l'oblast meridionale di Odessa ha ferito almeno quattro persone, tra cui un bambino. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, secondo cui nell'attacco sono rimasti danneggiati una clinica pediatrica, un asilo, grattacieli e alcune automobili.