Delrio e Lo Bello stanno portando avanti la nostra nomina”. È questa frase di Gianluca Gemelli che illumina definitivamente gli investigatori sul vero do ut des legato alla “legge navale”. Lo stanziamento da 5,4 miliardi di euro, l’ammodernamento della nostra intera flotta.

Come rivelato dal Fatto Quotidiano tre giorni fa, il sogno del capo di stato maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, serve a realizzare un altro sogno di grandezza, quello che Gianluca Gemelli – ingegnere, imprenditore e compagno dell’ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi – coltiva da tempo: fare del porto di Augusta (Siracusa), la sua città natale, uno dei principali poli di stoccaggio di petrolio nel Mediterraneo.

E a dargli una mano, stando alle intercettazioni, sarebbe il ministro Graziano Delrio che, attraverso la catena dei suoi più alti funzionari, autorizza la nomina di Alberto Cozzo a capo dell’Autorità portuale di Augusta. E così anche il ministero retto da Delrio, insieme all’ex presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, entra nell’indagine sul “quartierino” – come lo chiama la Guidi in un’altra intercettazione – che controllava mezzo governo, visto che, secondo l’ex ministra, poteva contare sul suo sottosegretario dell’epoca, Claudio De Vincenti e addirittura sul ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, entrambi indicati come “pedine” della combriccola guidata da Gemelli e dal suo fidato amico Nicola Colicchi, presidente della Camera di commercio di Siracusa, in passato a capo della Compagnia delle opere. Senza contare le pressioni che riuscivano a esercitare anche sul ministeri delle Finanze e della Difesa, scoperte proprio nella gestione della Legge Navale.

Per realizzare il suo sogno, uno stoccaggio che vale milioni di euro l’anno, Gemelli chiede aiuto a De Giorgi: è necessario sbloccare, all’Autorità portuale di Augusta, un uomo a lui vicino, che non creerà problemi nell’attrezzare il pontile necessario all’attraccaggio delle petroliere, nell’installazione dei tubi necessari al trasbordo, nell’autorizzare la serie di serbatoi che conserveranno il greggio. Quell’uomo si chiama Alberto Cozzo e, nel dicembre 2015, il ministero di Delrio lo conferma nel suo ruolo di capo dell’autorità portuale di Augusta. Però c’è un altro problema. Al Comando Marittimo Sicilia di Augusta, c’è l’ammiraglio Roberto Camerini, che per Gemelli e Colicchi è un “soggetto scomodo”. Ed è proprio questo il do ut des che oggi costa, all’ammiraglio De Giorgi, l’accusa di abuso d’ufficio.

“Non si esclude (anzi appare alquanto logico) che a fronte del loro interessamento per far inserire un “emendamento” in seno alla legge di stabilità, che andrebbe a beneficio del “capo” (della Marina Militare evidentemente), i due soggetti si attendano quale contropartita la messa “fuori gioco” per neutralizzare l’ammiraglio Camerini”.

Insomma, De Giorgi si impegna a far promuovere Camerini per spostare l’uomo “scomodo” a Gemelli e Colicchi, in cambio di una spintarella alla Legge Navale. “In merito al marinaio di Augusta”, si scrivono Gemelli e Colicchi in un sms, “l’ipotesi di portarlo a Taranto non va bene, perché avrebbe presa su Augusta… Deve andare da Roma in su… Uno perché cosi si neutralizza, due perché ci sono tempi piu stretti”.

Per portare a termine i suoi scopi, la “combriccola” – altra espressione usata dalla Guidi al telefono – ha persino fatto assumere, come consulente a titolo gratuito, un uomo fidato al Ministero dello Sviluppo economico: si chiama Valter Pastena. Lo stesso Pastena, riportando le parole di De Giorgi, si vanta di aver scritto di proprio pugno la “legge navale”: “Il dott. Pastena che sta a questo tavolo a fianco a me – ha detto De Giorgi –, l’uomo che ha scritto materialmente la Legge Navale e che c’ha trovato i sei miliardi…”. Ma c’è ancora un tassello da aggiungere, dopo la promozione-rimozione dell’ammiraglio Camerini, ed è la nomina del nuovo capo dell’Autorità portuale di Augusta. È a quel punto che, stando al tenore delle intercettazioni, scende in campo un pezzo da novanta come Lo Bello, ex presidente di Confindustria Sicilia. È lui l’uomo che spinge. E che riesce a far breccia con Delrio. “Delrio e Lo Bello stanno si stanno muovendo per la nomina che ci interessa”, dice Gemelli al telefono, nell’autunno 2015.

Gli investigatori seguono passo dopo passo l’iter burocratico, nelle decine di telefonate che si scambiano gli uomini della “combriccola”. E restano increduli. Perché la nomina avviene. Come avviene anche il trasferimento dell’ammiraglio Camerini. Se quanto emerge dagli atti fosse confermato, la combriccola avrebbe scritto la Legge Navale da 5,4 miliardi, trasferito un ammiraglio, nominato il capo di un’autorità portuale. E con l’aiuto – consapevole o non – del ministro Delrio. Sul quale pendeva, da parte della stessa combriccola, persino un’attività di dossieraggio sulla quale la Procura intende fare ulteriore chiarezza. E quella doppia casella sbloccata ad Augusta, per Gemelli e Colicchi, con l’aiuto di Lo Bello e Delrio, valeva milioni di barili l’anno da stoccare in Sicilia. Un affare milionario. Stroncato dalla Squadra mobile di Potenza e dalla Procura.

Da Il Fatto Quotidiano dell’8 aprile 2016

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