“Si dipinge questa banca come se vendesse carciofi. Ma era una banca come tutte le altre, dove tutto funzionava regolarmente secondo legge”. Parola del senatore Denis Verdini, interrogato martedì al Tribunale di Firenze dove è imputato per la bancarotta del Credito Cooperativo Fiorentino, di cui è stato presidente, e per truffa ai danni dello Stato per i contributi pubblici ricevuti dalla sua Società Toscana di Edizioni. Verdini ha rigettato tutti gli addebiti mossi dai pubblici ministeri Luca Turco e Giuseppina Mione su presunte operazioni bancarie sospette e finanziamenti dubbi chiamando in causa anche la vigilanza, cioè la Banca d’Italia. “Nel sistema bancario niente è oscuro – ha sostenuto Verdini – Perché esiste una centrale rischi che aggiorna continuamente tutti i dati di ogni banca. Non è possibile nascondere niente nel sistema bancario. E’ un sistema trasparente“. Quanto a via Nazionale, “la Banca d’Italia è la mia chiesa, verso la quale ho il massimo rispetto“, ha rivendicato. “Io sono di cultura laica e considero la Banca d’Italia come un santuario“. E, per restare in tema, “sono stato descritto come un piccolo diavolo, ma io ho sempre agito correttamente e nel rispetto delle norme”.
Tornando al ruolo della Banca d’Italia, Verdini si è difeso dall’accusa di aver violato le norme sulla concentrazione dei rischi concedendo troppi finanziamenti alla Btp e alle altre società collegate all’amico e co-imputato Riccardo Fusi ricordando: “La mia banca era in contatto continuo con Bankitalia. Ogni quattro anni viene fatta un’ispezione alle banche, anche alla nostra. E sullo sviluppo immobiliare, sulle grandi partite tra Firenze e Prato, il Credito cooperativo fiorentino era protagonista”. “Bankitalia ci chiedeva spiegazioni analitiche su ogni grande rischio: carteggi in cui Bankitalia scrive tutto e il contrario di tutto, in un modo che la Crusca li boccerebbe tutti. A Bankitalia scrivono in modo esoterico. Ma lo dico con rispetto, Bankitalia è la mia chiesa”.
“Prendo la presidenza nel 1990 luglio 2010, la prendo anche dopo controlli di Bankitalia con praticamente zero di patrimonio“, ha ricostruito Verdini. “L’ho fatta crescere con una passione senza uguali e in un rapporto con Bankitalia difficile perché quel territorio è esploso. Prima, a venire da Campi Bisenzio a Firenze erano 10 km di praterie. Ora è tutto costruito. C’era una vocazione immobiliare del territorio. E noi ci siamo dedicati. C’è stato costante rapporto con Bankitalia su tutte queste partite, sapendo che è un tempo lungo quello del prestito immobiliare e quello del rientro, mentre c’è un elemento serio, solido, che è la garanzia immobiliare”. “Non è possibile sia stata erogata una qualche forma di finanziamento a una persona fisica su preliminare senza firma, non esiste”, ha reagito poi davanti a una pratica senza la firma del contraente portata come prova delle irregolarità. “C’è un iter, la pratica passa di mano, si controlla, è tutto automatico, c’è un sistema informativo. Lo vedo che qui non ci sono le firme. Ma non è giusto dire questo, scusi lo sfogo. Saranno smarriti gli originali…”.
Il pm Turco ha anche presentato a Verdini una lettera scritta di suo pugno all’allora presidente di Mps Giuseppe Mussari per chiedere di finanziare il costruttore amico Fusi. “Sì – ha detto Verdini – scrissi a Mussari, ma in precedenza la nostra direzione aveva scritto preventivamente a uffici Mps perché noi non potevamo tenere la partita di un finanziamento di altri 10 milioni a Fusi su un’operazione globale da 150 milioni con Mps, finalizzata da Fusi per andare in Borsa”. E al pm che sottolineava il tono confidenziale della missiva, Verdini ha risposto: “Mussari lo conosco personalmente, quindi potevo ritenere di scrivergli ‘Caro Beppe’ in una lettera protocollata”. Sull’intercessione per finanziare la Btp di Fusi, il senatore ha spiegato: “Fusi viene da noi in banca e mi dice ‘Mi servono altri 10 milioni’. ‘Non si può fare, andiamo fuori’, gli risposi. Per una banca come Mps è normale costruire un’operazione da 150 milioni”.
Quello in corso a Firenze è uno dei cinque processi che coinvolgono Verdini: il grande sponsor del patto del Nazareno è infatti imputato anche per il fallimento di un’azienda indebitata con l’istituto, per il cosiddetto “affare P3“, per la Scuola dei marescialli di Firenze e per presunto finanziamento illecito nella compravendita di un appartamento di via della Stamperia, a Roma.
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Verdini al processo per crac del Credito Fiorentino: “Non sono diavolo, contatti continui con Bankitalia che è mia chiesa”
Il senatore di Ala si è difeso dalle accuse su presunte operazioni bancarie sospette e finanziamenti dubbi chiamando in causa la vigilanza: "Ci chiedeva spiegazioni analitiche su ogni grande rischio. Abbiamo carteggi in cui scrive tutto e il contrario di tutto, in modo esoterico. Ma lo dico con rispetto, la considero un santuario"
“Si dipinge questa banca come se vendesse carciofi. Ma era una banca come tutte le altre, dove tutto funzionava regolarmente secondo legge”. Parola del senatore Denis Verdini, interrogato martedì al Tribunale di Firenze dove è imputato per la bancarotta del Credito Cooperativo Fiorentino, di cui è stato presidente, e per truffa ai danni dello Stato per i contributi pubblici ricevuti dalla sua Società Toscana di Edizioni. Verdini ha rigettato tutti gli addebiti mossi dai pubblici ministeri Luca Turco e Giuseppina Mione su presunte operazioni bancarie sospette e finanziamenti dubbi chiamando in causa anche la vigilanza, cioè la Banca d’Italia. “Nel sistema bancario niente è oscuro – ha sostenuto Verdini – Perché esiste una centrale rischi che aggiorna continuamente tutti i dati di ogni banca. Non è possibile nascondere niente nel sistema bancario. E’ un sistema trasparente“. Quanto a via Nazionale, “la Banca d’Italia è la mia chiesa, verso la quale ho il massimo rispetto“, ha rivendicato. “Io sono di cultura laica e considero la Banca d’Italia come un santuario“. E, per restare in tema, “sono stato descritto come un piccolo diavolo, ma io ho sempre agito correttamente e nel rispetto delle norme”.
Tornando al ruolo della Banca d’Italia, Verdini si è difeso dall’accusa di aver violato le norme sulla concentrazione dei rischi concedendo troppi finanziamenti alla Btp e alle altre società collegate all’amico e co-imputato Riccardo Fusi ricordando: “La mia banca era in contatto continuo con Bankitalia. Ogni quattro anni viene fatta un’ispezione alle banche, anche alla nostra. E sullo sviluppo immobiliare, sulle grandi partite tra Firenze e Prato, il Credito cooperativo fiorentino era protagonista”. “Bankitalia ci chiedeva spiegazioni analitiche su ogni grande rischio: carteggi in cui Bankitalia scrive tutto e il contrario di tutto, in un modo che la Crusca li boccerebbe tutti. A Bankitalia scrivono in modo esoterico. Ma lo dico con rispetto, Bankitalia è la mia chiesa”.
“Prendo la presidenza nel 1990 luglio 2010, la prendo anche dopo controlli di Bankitalia con praticamente zero di patrimonio“, ha ricostruito Verdini. “L’ho fatta crescere con una passione senza uguali e in un rapporto con Bankitalia difficile perché quel territorio è esploso. Prima, a venire da Campi Bisenzio a Firenze erano 10 km di praterie. Ora è tutto costruito. C’era una vocazione immobiliare del territorio. E noi ci siamo dedicati. C’è stato costante rapporto con Bankitalia su tutte queste partite, sapendo che è un tempo lungo quello del prestito immobiliare e quello del rientro, mentre c’è un elemento serio, solido, che è la garanzia immobiliare”. “Non è possibile sia stata erogata una qualche forma di finanziamento a una persona fisica su preliminare senza firma, non esiste”, ha reagito poi davanti a una pratica senza la firma del contraente portata come prova delle irregolarità. “C’è un iter, la pratica passa di mano, si controlla, è tutto automatico, c’è un sistema informativo. Lo vedo che qui non ci sono le firme. Ma non è giusto dire questo, scusi lo sfogo. Saranno smarriti gli originali…”.
Il pm Turco ha anche presentato a Verdini una lettera scritta di suo pugno all’allora presidente di Mps Giuseppe Mussari per chiedere di finanziare il costruttore amico Fusi. “Sì – ha detto Verdini – scrissi a Mussari, ma in precedenza la nostra direzione aveva scritto preventivamente a uffici Mps perché noi non potevamo tenere la partita di un finanziamento di altri 10 milioni a Fusi su un’operazione globale da 150 milioni con Mps, finalizzata da Fusi per andare in Borsa”. E al pm che sottolineava il tono confidenziale della missiva, Verdini ha risposto: “Mussari lo conosco personalmente, quindi potevo ritenere di scrivergli ‘Caro Beppe’ in una lettera protocollata”. Sull’intercessione per finanziare la Btp di Fusi, il senatore ha spiegato: “Fusi viene da noi in banca e mi dice ‘Mi servono altri 10 milioni’. ‘Non si può fare, andiamo fuori’, gli risposi. Per una banca come Mps è normale costruire un’operazione da 150 milioni”.
Quello in corso a Firenze è uno dei cinque processi che coinvolgono Verdini: il grande sponsor del patto del Nazareno è infatti imputato anche per il fallimento di un’azienda indebitata con l’istituto, per il cosiddetto “affare P3“, per la Scuola dei marescialli di Firenze e per presunto finanziamento illecito nella compravendita di un appartamento di via della Stamperia, a Roma.
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Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con il 'ritocco' al rialzo annunciato dal Mef diventa più appetibile il Btp Più, il nuovo titolo di Stato a 8 anni, il cui collocamento si è chiuso alle 13 con quasi 15 miliardi raccolti. Rispetto ai rendimenti originari (2,80% i primi 4 anni e 3,60% i successivi 4) l'aumento annunciato - rispettivamente a 2,85% e 3,70% - rappresenta un incremento complessivo di oltre l'8% sul fronte interessi. Infatti, investendo 10 mila euro, e considerando la trattenuta del 12,5% (inferiore a quella del 26% applicata sui dividendi azionari) in 8 anni il risparmiatore può incassare 2422 euro netti, a fronte dei 2240 euro previsti con i rendimenti 'iniziali'. Un dato che rappresenta un rendimento netto del 3,03% annuo: è questo il dato di riferimento per giudicare la redditività del titolo a fronte dell'inflazione (che inevitabilmente erode il valore delle somme investite). Se la Bce dovesse riuscire nell'intento di mantenere stabilmente la crescita dei prezzi sotto il 2%, allora chi ha investito nel Btp Più potrà dire di aver fatto un buon affare. Ma sull'inflazione, come insegna la storia recente, è difficile fare previsioni.
(Adnkronos) - La letteratura fantastica in Italia si prende sempre più spazio. Questo fine settimana si tiene a Roma la prima edizione di ‘Oblivion, fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale', dedicata alla letteratura di genere horror, fantasy, fantascienza e weird.
"È nato tutto da una pizza a San Lorenzo insieme a Claudio Kulesko, Paolo di Orazio ed Edoardo M. Rizzoli", spiega all’Adnkronos Emmanuele Pilia, alla direzione editoriale dell’evento. "Volevamo ribadire il valore artistico letterario del mondo della letteratura fantastica, che in Italia ha poche piattaforme in cui fare rete e in cui avere dignità, e così ci siamo ispirati a eventi come ‘Stranimondi’ e ‘Marginalia’ che si svolgono a Milano, per creare qualcosa di simile", dice.
Alla Città dell’Altra Economia, nel quartiere Testaccio di Roma, il 22 e il 23 febbraio, 45 case editrici indipendenti italiane propongono i propri libri e un programma ricco di incontri, che si terranno tra le 10 e le 20 di sabato e domenica. "Niente presentazioni classiche, ma piccole conferenze sui temi in cui siamo riusciti a coinvolgere tutti gli editori", spiega Pilia. E così dalla crisi climatica al femminismo, dall’intelligenza artificiale alle relazioni affettive sono tantissimi gli argomenti che verranno affrontati da autori ed editori attraverso la lente della letteratura di genere.
Nell'anno che si è appena concluso si è registrato un calo del numero generale di lettori, eppure il fantasy è in controtendenza: le vendite nel 2024 sono cresciute del 27,1% da gennaio a ottobre, superando il milione di libri venduti. Gli italiani hanno riscoperto un genere considerato a lungo di ‘serie b’? “I lettori e le lettrici italiani – spiega Pilia – hanno sempre letto tanta letteratura fantastica, ma prima era meno monitorata. Pensiamo alla collana di successo ‘Urania’, che esce in edicola e non è tracciata. Però negli ultimi anni c’è stata sicuramente una crescita dell’ecosistema editoriale: ci sono più editor, più traduttori, sono nate molte case editrici di genere che hanno portato un ‘know how’ che prima era appannaggio di accademici. È aumentata la qualità, ma anche il discorso attorno al genere, con un grande lavoro di riscoperta del fantasy italiano".
Non c’è una motivazione unica dietro alla cresciuta di interesse registrata negli ultimi anni: da un lato ci sono il successo di saghe letterarie e cinematografiche/televisive come ‘Harry Potter’, ‘Hunger Games’ o ‘Il trono di spade’, dall’altro c’è chi ritiene che il fantasy, con le sue metafore, sia uno strumento utile a interpretare il tempo presente. Emmanuele Pilia ci tiene a sottolineare l’aspetto più importante quando si devono avvicinare nuovi lettori: "Credo che l’idea moralistica che leggere sia utile e necessario abbia danneggiato la letteratura. Leggere è divertente, è bello, è fico. Si può paragonare a una partita di calcio o una cena fuori. Bisogna desacralizzare la lettura per darle valore e noi, con il nostro evento, abbiamo puntato tutto su questo concetto anche per avvicinare chi non ha ancora scoperto il fantastico".
La manifestazione, che beneficia del patrocinio del Comune di Roma, dell’Assessorato alla Cultura e del I Municipio, è completamente gratuito e non sarà solo un'occasione per i lettori, ma anche per chi sogna di lavorare nel campo. Nel corso della fiera infatti verrà assegnato il Premio di Racconti Brevi, "dedicato agli autori e alle autrici che vogliono esplorare i temi dell’horror, del fantasy, della fantascienza e del weird", si legge sul sito ufficiale, e che avranno così l'opportunità di sottoporre il proprio scritto a una giuria di editori esperti, presenti alla fiera. Sono previste anche diverse menzioni speciali, con relativi premi e targhe, per le opere che si distingueranno per originalità e stile. (di Corinna Spirito)
Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - "La prima richiesta che facciamo al ministro della Salute Schillaci è quella di valutare e concludere la questione medico-legale istituendo una commissione super partes, che valuti prima di ogni iter, di ogni pratica, la questione, in modo tale che il numero delle denunce venga ridotto. Questo accade negli Stati Uniti, accade anche in Francia, quindi crediamo che debba essere applicato anche in Italia. Seconda cosa", serve "intervenire sulla questione delle nuove tecnologie, che ha un peso rilevantissimo anche sul fronte economico, quindi legiferare a livello centrale sulla congruità e sul numero, per esempio, dei robot e delle nuove tecnologie importanti e costose che vengono, diciamo, proposte. L'altra cosa è incentivare l'intelligenza artificiale. Tuttavia sappiamo che soltanto il 26% delle Asl in Italia ha investito in intelligenza artificiale". Così all'Adnkronos Salute il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Maurizio Brausi, in occasione del secondo congresso Cic, momento di confronto sul presente e il futuro della chirurgia, promosso oggi a Roma.
"La formazione per i giovani chirurghi è importantissima - continua Brausi - A questo proposito abbiamo ideato un questionario che è stato spedito a tutte le scuole di specialità. Abbiamo già raccolto più di 600 risposte sulla soddisfazione o meno che i nostri specializzandi hanno nelle varie scuole". Per far fronte alla carenza di professionisti, poi, "dobbiamo fare una programmazione diversa. Sappiamo che 3mila medici all'anno vanno in pensione e non vengono sostituiti - ricorda - e abbiamo anche un problema contingente degli specializzanti stessi: per diventare un chirurgo occorrono 11 anni, cosa che non aiuta". A questo si aggiunge "il problema dello stipendio che in Italia non è equiparato a quello europeo", e quello "delle denunce: ne arrivano circa 35mila-40mila all'anno per i chirurghi. Questo ovviamente è un fattore un po' negativo", che rende "più difficile la scelta della specialità". La prova lampante è sui "concorsi, soprattutto per l'ortopedia e anche per chirurgia generale: vanno deserti".
Altra cosa che interessa molto il Collegio, che rappresenta circa 47 società chirurgiche e 45 mila chirurghi italiani, è "l'uso delle nuove tecnologie e la loro sostenibilità per il sistema sanitario nazionale - conclude Brausi - Possiamo fare qualcosa per ridurre i costi, però occorre essere molto determinati e prendere decisioni sia a livello centrale che a livello regionale per razionalizzare, ad esempio, il numero di robot in Italia o il numero delle nuove tecnologie. L'intelligenza artificiale può ridurre nettamente il lavoro e dovrebbe essere applicata nelle varie Asl, vista l'applicazione incredibile che c'è nell'imaging, della radiologia, con la velocizzazione degli esami radiologici e diagnosi molto più sicure in accordo con le linee guida".
Roma, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Mary Modaffari, presidente nazionale della Confederazione nazionale esercenti (Cne), associazione sindacale datoriale italiana, iscritta al registro dei lobbisti del Parlamento Europeo, è stata l' unica italiana entrata a far parte del direttivo del Seri ( sindacato europeo dei rappresentanti di interessi ) e contestualmente nominata a responsabile della gestione dei rapporti istituzionali esteri del Seri.
"Il Seri, acronimo di Sindacato europeo rappresentanti interessi presso il Parlamento Europeo è un’organizzazione sindacale europea composta da presidenti di varie sigle sindacali datoriali di tutta Europa. Il Seri è stato istituito per rappresentare e tutelare i diritti e gli interessi dei professionisti che operano al Parlamento Europeo come rappresentanti di interessi e dunque portavoce delle esigenze delle imprese associate presso le rispettive associazioni datoriali dei vari Paesi Europei. L' obiettivo è quello di fornire un supporto qualificato a livello istituzionale, promuovendo la valorizzazione delle competenze e delle specificità del lavoro che ogni rappresentante svolge al Parlamento Europeo. Le finalità principali includono la difesa dei diritti delle imprese, pmi e start-up in ambito parlamentare, la promozione di politiche di equità e sostenibilità nel mondo del lavoro e il rafforzamento delle relazioni tra il settore istituzionale europeo e partner internazionali presso Paesi extra Ue", afferma Modaffari.
"La mia priorità -continua- è consolidare e ampliare le relazioni internazionali del Seri coinvolgendo in primo luogo soprattutto l' Italia , dando dunque voce alle varie associazioni sindacali datoriali italiane aderenti al Seri creando nuove opportunità di collaborazione istituzionale e professionale. L’obiettivo è rendere il Seri un associazione sindacale europea dei rappresentanti di interessi autorevole e riconosciuta non solo a livello europeo ma globale. La prima tappa del mio programma è organizzare con lo staff del dipartimento del Seri che mi è stato assegnato, incontri con rappresentanti di istituzioni straniere, anche tramite tavoli tematici, su argomenti che hanno come obiettivo la crescita delle imprese e pmi tenendo conto dei punti di vista dei colleghi rappresentanti di interessi degli altri stati europei", spiega ancora.
"I punti centrali da trattare sono: commercio internazionale (limiti e prospettive future), sostenibilità, crescita economica, innovazione e tutela dei diritti umani, transizione digitale e particolare attenzione sull' utilizzo dell'Ia. In sostanza, il nostro obiettivo è quella di fungere da ponte tra le istituzioni europee e le imprese degli stati membri , promuovendo uno scambio continuo e costruttivo su temi di particolare rilevanza sociale, economica e culturale. Altresì attraverso l’internazionalizzazione sarà possibile consolidare nuove partnership, rendendo il Sindacato europeo dei rappresentanti di interessi un organo "influente" nei processi decisionali che riguardano il mondo del lavoro e delle imprese", spiega ancora.
"Sono davvero onorata ed orgogliosa di questo importante incarico che mi è stato conferito e ringrazio la presidenza nazionale per la fiducia accordatami. Da anni lavoro nel mondo sindacale, ho svolto l' attività di politica sindacale con grande responsabilità ed impegno, e pertanto metterò a disposizione il mio bagaglio di esperienze. Sono certa che riusciremo a portare benefici concreti ai nostri iscritti nonché il nostro obiettivo finale è poter dare supporto con le nostre proposte alle istituzioni europee ed alle rispettive commissioni", conclude Mary Modaffari.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Si è chiuso alle 13, come annunciato, il collocamento del nuovo Btp Più che ha registrato nel quarto e ultimo giorno di raccolta 39.759 contratti per un controvalore di 1.096.376.000 euro. Il dato porta il totale del collocamento a oltre 14,9 milioni di euro. L'attenzione adesso è per il dato definitivo sul rendimento che, nelle speranze dei sottoscrittori, potrebbe portare a qualche ritocco al rialzo.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.