“Non ho violato segreti di Stato. Vallejo Balda era come un editor per il mio libro Via crucis. Chaouqui è inaffidabile”. Risponde così Gianluigi Nuzzi all’interrogatorio dei magistrati vaticani nel processo Vatileaks 2 che lo vede imputato insieme a Emiliano Fittipaldi, autore di Avarizia, e a monsignore Lucio Angel Vallejo Balda, Francesca Chaouqui e Nicola Maio. “Non potevo non fare il mio lavoro. Potevo tenere i documenti nel cassetto – ha spiegato Nuzzi ai giudici – ma poi i colleghi mi avrebbero sputato in faccia. L’obbligo del giornalista è di pubblicare le notizie. C’è anche una rilevanza sociale. Non mi sembra di aver divulgato documenti fondamentali per la sicurezza dello Stato, ma solo privilegi. Non ho messo in pericolo la salute del Papa rivelando la password di accesso alla sua residenza, Casa Santa Marta. E non ho fatto sollecitazioni per avere i documenti”.
Sul rapporto con monsignor Vallejo Balda, Nuzzi ha spiegato: “Mi era stato presentato dalla Chaouqui. Ci siamo incontrati più volte, quasi sempre a pranzo o a cena. Mi ha passato le 85 password dei documenti della Cosea e lo confermo solo perché lo ha detto lui nel suo interrogatorio altrimenti mi sarei attenuto al segreto professionale. È stato quasi un editor per il mio libro Via crucis e lo utilizzavo spesso come chiave di lettura dei documenti”. Sulla Chaouqui, invece, Nuzzi ha dichiarato: “Con lei ero evasivo quando mi chiedeva notizie sul libro che stavo scrivendo. È inaffidabile. Combina troppi pasticci. Lo pensavo e lo penso tuttora. È bipolare”.
Ai magistrati vaticani Nuzzi ha raccontato anche di due furti che avvennero negli uffici della redazione del suo editore, Chiarelettere, mentre stava scrivendo il suo ultimo libro sulle finanze vaticane. “Ci furono due effrazioni notturne – ha affermato il giornalista – e la prima volta non fu portato via nulla, mentre la seconda volta si rubarono solo un vecchio pc e alcune penne”. Per questo motivo Nuzzi ha precisato di aver osservato un embargo assoluto a livello internazionale sul suo libro e di essersi allarmato quando aveva saputo che anche Fittipaldi stava lavorando su un volume analogo al suo.
La prossima udienza si terrà il 26 aprile e i giudici inizieranno ad ascoltare i testimoni chiesti dal pm e dagli avvocati difensori. Respinta, invece, la richiesta di Laura Sgrò, legale della Chaouqui, che aveva chiesto di inserire tra i testimoni anche Luigi Bisignani, così come non è stata accettata la richiesta dell’avvocato di Vallejo Balda, Emanuela Bellardini, che voleva far deporre anche l’avvocato Cesare Sammauro e il medico che ha attualmente in cura il suo assistito, il dottor Enrico Rosini.
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