Una battaglia per la privacy in nome del primo emendamento sulla libertà di parola e del quarto, che stabilisce il diritto per le persone e per le imprese di essere informate se il governo perquisisce o sequestra le loro proprietà. Microsoft invoca la Costituzione americana e cita in giudizio il dipartimento di giustizia Usa per fermare il suo tentativo di costringerla a rendere noti le email e altri dati dei clienti senza che essi ne siano messi a conoscenza.
Così, dopo Apple, anche il colosso di Bill Gates si oppone alle richieste del governo, che così violerebbe la riservatezza dei cittadini e, di conseguenza, la Costituzione. La causa è stata depositata ieri in un tribunale del Distretto occidentale di Washington.
Nel caso di Cupertino, il braccio di ferro con l’amministrazione si era consumato in seguito alla strage di San Bernardino in California. In questo caso, la società – nonostante l’ordine del giudice – si era rifiutata di fornire volontariamente l’aiuto richiesto dall’Fbi per entrare nello smartphone del killer Syed Rizwan Farook. Alla fine, però, i federali sono riusciti comunque a sbloccare il dispositivo e ad ottenere le informazioni desiderate.