Angela Merkel ha deciso: verrà avviato il processo contro il comico Jan Boehmermann, denunciato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan per gli insulti a lui rivolti durante uno spettacolo sul canale tedesco Zdf. L’annuncio è arrivato dalla stessa cancelliera, dopo avere esaminato la nota diplomatica consegnata dal governo turco al ministero degli Esteri tedesco assieme al vice-cancelliere Sigmar Gabriel e ai ministri di Interno, Giustizia ed Esteri. Questi ultimi due, tuttavia, ci hanno tenuto a precisare che “dopo un’accurata riflessione, i ministri dell’Spd hanno votato contro l’autorizzazione al processo. In situazione di parità ha deciso il voto della cancelliera”. Frank-Walter Steinmeier, ministro degli Esteri, ha così spiegato che il suo partito, l’Spd, partner di governo nella Grande Coalizione, è stato messo in minoranza dalla Cdu sulla questione di Boehmermann. E, con il ministro della Giustizia Heiko Maas, ha aggiunto: “Noi crediamo che non avrebbe dovuto essere concessa l’autorizzazione per il procedimento penale – ha detto – La libertà di opinione, di stampa e di espressione artistica sono valori altamente tutelati dalla nostra costituzione”. Dal canto suo la cancelliera Angela Merkel ha anticipato la presentazione di una proposta per abrogare l’articolo del codice penale tedesco che punisce come reato la diffamazione di un capo di Stato straniero, la stessa legge che ha permesso a Erdogan di querelare il comico nei giorni scorsi.
La querelle nasce il 31 marzo quando, durante la trasmissione “Neo Magazin Royale” sull’emittente televisiva tedesca Zdf, Boehmermann aveva recitato un poema su Erdogan che conteneva accuse politiche e allusioni sessuali: in particolare, il comico accusava il presidente turco di “prendere a calci i curdi e picchiare i cristiani mentre si dedica alla pedopornografia” e al sesso con gli animali, e di essere un “idiota di professione”. Erdogan l’aveva così querelato per diffamazione, definendo la trasmissione “inaccettabile” e chiedendo una punizione per l’attore colpevole, a detta delle autorità turche, di aver insultato non solo un capo di Stato “ma anche 78 milioni di turchi”.
A poco era valsa la difesa dello stesso Bohmermann, che aveva affermato di aver agito in base alla libertà di satira, di espressione e di opinione: lo scorso 11 aprile Ankara ha ufficialmente chiesto alla Germania, attraverso una nota diplomatica consegnata al ministero degli Esteri tedesco, di autorizzare l’apertura di un procedimento penale contro Boehmermann per diffamazione di un capo di Stato straniero. La richiesta aveva così portato la polizia di Magonza a mettere sotto protezione l’ingresso di casa sua per “una valutazione dei rischi fatta dalle stesse autorità giudiziarie tedesche sulla base di una possibile minaccia da parte di turchi sostenitori di Erdogan, e non da una richiesta del comico, che non ne ha fatte”.
Jan Boehmermann non è nuovo alle querele: la procura di Magonza ha fatto sapere che l’esposto di Erdogan è stato esaminato nell’ambito di un’inchiesta per presunta “offesa a organi o rappresentanti stranieri” avviata in seguito alla presentazione di altri 20 esposti. Nei giorni precedenti alla querela, infatti, lo stesso comico aveva recitato una canzone satirica sull’emittente Ndr con la quale criticava Erdogan per il suo trattamento autoritario riservato ai giornalisti: in quel caso la Turchia aveva chiamato l’inviato in Germania per avere spiegazioni ma la Germania aveva respinto le proteste turche.