Il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello è indagato dalla Procura di Potenza. La circostanza emerge dagli atti dell’inchiesta su petrolio e appalti che ha portato anche alle dimissioni dell’ex ministro Guidi che i pm definiscono “inconsapevole strumento del clan”. Per assicurarsi il controllo di un pontile nel porto di Augusta, secondo i pm, fu costituita un’associazione per delinquere composta da Gianluca Gemelli, Nicola Colicchi, Paolo Quinto e lo stesso Lo Bello. A Colicchi e Gemelli è attribuito il ruolo di “promotori, ideatori ed organizzatori”; a Quinto e Lo Bello quello di “partecipanti”. Scopo del sodalizio, tra l’altro, fare del porto di Augusta (Siracusa), città natale di Gemelli, uno dei principali poli di stoccaggio di petrolio nel Mediterraneo. Un affare da 20 milioni di euro l’anno.
Scoppiata l’inchiesta Lo Bello aveva cercato di chiamarsi fuori, dicendosi “deluso” e “tradito” dall’amico Gemelli, scaricando di fatto il fidanzato dell’ex ministro Guidi. Sostenne anche che Gemelli non gli parlò mai di un interesse per il pontile nel porto di Augusta. E invece le contestazioni all’associazione partono proprio dal pontile nel porto di Augusta per estendersi anche ad altri progetti di impianti energetici e permessi di ricerca e i “Sistemi di difesa e sicurezza del territorio” da attuare in Campania.
Per gli inquirenti l’organizzazione faceva “leva, soprattutto al fine di ottenere nomine di pubblici amministratori compiacenti o corruttibili, sul contributo di conoscenze ed entrature politico-istituzionali acquisite in anni di militanza politica da Quinto e Colicchi”. Gli inquirenti citano l’esempio di Alberto Cozzo, commissario straordinario del porto di Augusta, che è indagato e che ottenne la riconferma nell’incarico. Quinto è indicato negli atti dell’inchiesta come capo della segreteria della senatrice Anna Finocchiaro (Pd), Colicchi come componente dell’esecutivo nazionale della Compagnia delle Opere e con un ruolo nella Camera di Commercio di Roma.
L’organizzazione viene definita “rudimentale” dagli inquirenti, secondo i quali però “il gruppo di indagati ha mostrato di essere permanentemente impegnato in attività che, seppure connotate da finalità lecite, vengono perseguite attraverso condotte illecite, quali il traffico di influenze illecite e l’abuso d’ufficio”. Riferendosi in particolare al pontile nel porto di Augusta, Quinto, in un’intercettazione del 16 gennaio 2015, dice a Gemelli: “Se noi vogliamo fare una cosa intelligente, ti conviene prendere il pontile così condizioni l’uso di esso”.
“Ho appreso dalle agenzie di stampa di essere indagato dalla magistratura di Potenza” è il commento di Lo Bello. Che conclude: “Ho sempre avuto piena fiducia nell’operato dei magistrati. Chiederò alla procura di Potenza di poter essere sentito quanto prima per chiarire ogni cosa”.
Nelle carte si legge anche che l’ex Ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi, era diventata “inconsapevole strumento di quello che lei stessa non aveva mancato di individuare quale vero e proprio ‘clan'” che aveva tra i componenti il suo compagno, Gianluca Gemelli (indagato). La Guidi, che non è indagata ma “parte offesa”, si è dimessa lo scorso 31 marzo dopo gli arresti eseguiti nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata.