Il governo Renzi ha messo nero su bianco nel Documento di economia e finanza che intende disinnescare le cosiddetta clausole di salvaguardia, quelle che impongono aumenti dell’Iva per oltre 15 miliardi nel 2017 a meno che non si trovino coperture alternative. Peccato che nel documento manchino “indicazioni sufficientemente dettagliate di misure alternative credibili al fine del consolidamento dei conti”. A dirlo è stato detto Alberto Zanardi, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, in audizione sul Def. L’organismo chiamato a vigilare in modo indipendente sui conti pubblici sottolinea che in assenza di quei dettagli diventa più incerta “la valutazione che la commissione Ue darà circa l’annunciata intenzione del governo di sterilizzare le clausole”.
“Gli eventi legati alle clausole dell’aumento dell’Iva e accise rendono testimonianza degli effetti potenzialmente controproducenti di una ambiguità nella coerenza tra impegni aggregati in termini di saldo e misure preannunciate“, ha chiosato il rappresentante dell’Upb. “Se per il 2015 – ha aggiunto Chiara Goretti dell’Upb – il rispetto delle regole” europee “è confermato, per il 2016 dipende dalla flessibilità che ci verrà concessa, per il 2017 e 2018 il Def non rientra nel quadro di rispetto” delle regole.
“Il profilo quantitativo degli introiti previsti da privatizzazioni – continua l’Upb – risulta molto ambizioso e non vi sono al momento informazioni sufficienti per valutare se il programma di privatizzazioni del governo, e quindi la dinamica di discesa del debito, sia credibile. Questo pone un elemento di rischio nel quadro di programmazione”. E non è l’unico elemento di rischio: sul fronte della crescita, esiste “la possibilità di un rimbalzo dell’attività economica all’inizio del 2016. Sulla base delle stime dei modelli Upb di breve periodo, il Pil potrebbe crescere di circa lo 0,4% nel primo trimestre, registrando poi una parziale decelerazione nei successivi tre mesi”.
Sul fronte della crescita, stando alle stime dell’Ufficio, per l’Italia l’”aperta fase recessiva” è “alle spalle”, ma si delinea “un ciclo di ripresa anomalo, esposto ai ricordati rischi di deterioramento del contesto internazionale e condizionato dalle difficoltà che le politiche di stimolo incontrano particolarmente nell’area europea”.