di Alberto Piccinini *
Come è noto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori fino a meno di quattro anni fa prevedeva il diritto alla reintegrazione in tutte le ipotesi di licenziamento illegittimo per i dipendenti di datori di lavoro con più di 15 dipendenti.
Nel luglio del 2012 la legge Fornero ha modificato fortemente la norma, consentendo la reintegrazione per le ipotesi di illegittimità più gravi (licenziamento discriminatorio, ritorsivo, per causa di maternità o matrimonio, motivo illecito) limitandola a specifiche ipotesi per il licenziamento disciplinare (solo se il fatto contestato risulta insussistente, o se per quel fatto il contratto collettivo prevede una sanzione minore, conservativa del rapporto di lavoro) e a casi ancora più rari per il licenziamento cosiddetto economico (manifesta insussistenza del motivo). Per le altre ipotesi di illegittimità del licenziamento sono previste indennità economiche da 12 a 24 mensilità, secondo parametri di valutazione del caso concreto affidati al giudice. Favorire la “monetizzazione”, da parte del governo Monti, rispondeva ad esigenze di gestione dell’impresa: un imprenditore deve conoscere con esattezza le conseguenze delle sue scelte, ed in questo caso anche il costo delle sue scelte illecite.
È venuta così meno, dopo più di quaranta anni di applicazione, la norma motivatamente definita “il diritto dei diritti”, che aveva presidiato la dignità nei luoghi di lavoro, con efficacia dissuasiva nei confronti di possibili abusi.
Ma la legge Fornero lascia ancora aperti degli spazi per ottenere il ripristino del rapporto, che i giudici hanno utilizzato in alcune ipotesi di licenziamenti disciplinari sproporzionati e perfino per (finti) motivi economici. Inoltre le indennità economiche alternative alla reintegrazione non sono modeste, costituendo, quindi, un parziale deterrente ad un uso improprio del potere di licenziare.
Con il Jobs Act il governo Renzi si è sentito perciò in dovere di rassicurare ancora di più i datori di lavoro: per i cosiddetti contratti “a tutele crescenti”, applicabili a tutti gli assunti a tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015, in caso di licenziamento illegittimo viene imposto al giudice di applicare la regola (con veramente scarse eccezioni) di un indennizzo economico fisso e basso. Spacciati come estensione di tutele ai precari, in realtà tali contratti hanno precarizzato definitivamente i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
L’aumento di occupati a tempo indeterminato nell’ultimo trimestre del 2015 è però da imputarsi a un diverso, parallelo dono renziano agli imprenditori, fatto di moneta sonante: la previsione – da parte di un’altra legge, quella cosiddetto “di stabilità” – di forti sgravi contributivi fino al 31 dicembre 2017 per tutte le assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2015. Si è trattato quindi di una crescita “drogata”, dal futuro incerto ma con l’effetto certo di schiavizzare definitivamente chi è costretto a vendere il proprio lavoro per sopravvivere.
In questo contesto si inserisce la proposta di legge di iniziativa popolare Cgil denominata Carta dei diritti universali del lavoro di cui si è già parlato in questo blog che, nell’ambito di un’ambiziosa riforma globale per uniformare il mondo del lavoro, si occupa anche dell’art. 18, estendendo le nuove garanzie a tutti i lavoratori, a prescindere dal numero dei dipendenti occupati. La reintegrazione torna ad essere al centro del sistema sanzionatorio del licenziamento illegittimo, con alcune agevolazioni a favore dei datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti, per certi licenziamenti disciplinari o nell’ipotesi di un vizio di sola forma: in questi casi il giudice può consentire al datore di monetizzare il licenziamento ma con un’indennità non inferiore a 20 mensilità. In caso di licenziamento per motivo oggettivo, la reintegra è prevista se non sussistono ragioni poste a base del licenziamento, mentre viene lasciata al giudice la facoltà di scegliere tra la reintegrazione o la condanna a un’indennità risarcitoria da 12 a 48 mensilità (che per i datori con meno di 10 dipendenti diventa da 6 a 36) in presenza della possibilità di adibire il licenziando a diverse mansioni.
Firmando per la proposta di legge della Cgil è possibile anche promuovere tre referendum “sociali”: uno sul lavoro accessorio, un altro in tema di responsabilità solidale negli appalti ed un terzo per la tutela nei licenziamenti. Con quest’ultimo verrebbe, innanzitutto, abrogato il decreto legislativo sulle tutele crescenti “nella sua interezza”, e ripristinato un testo semplice, pulito, coerente.
Il “nuovo articolo 18” risulterebbe come prima del 2012 ma… meglio di prima, estendendo la tutela reintegratoria, in caso di licenziamento illegittimo, ai datori di lavoro sopra i 5 (e non più 15) dipendenti. E il referendum, rispetto alla legge di iniziativa popolare, potrebbe avere tempi più brevi e persino – viste le attuali maggioranze parlamentari – maggiori possibilità di successo: con la nuova riforma costituzionale in cantiere, se venissero raccolte 800.000 firme, il quorum si abbatterebbe al 50% dei cittadini che hanno partecipato alle ultime elezioni politiche anziché degli aventi diritto al voto.
Considerando che delle nuove garanzie potrebbero usufruire anche i lavoratori assunti con gli sgravi contributivi dopo il 7 marzo 2015 (gli ex precari ai quali era stata promessa una situazione di lavoro stabile con l’ingannevole contratto a tutele crescenti) la vittoria del referendum farebbe “crescere”, in particolare per loro, una vera tutela!
* Sono avvocato giuslavorista a Bologna, dalla parte dei lavoratori. Ho scritto numerosi articoli in riviste specializzate e qualche libro in materia di licenziamenti e di comportamento antisindacale (oltre a un paio di romanzi e una raccolta di racconti).
Area pro labour
Giuristi per il lavoro
Lavoro & Precari - 20 Aprile 2016
Articolo 18, un referendum per ripristinarlo: ritorno al futuro?
di Alberto Piccinini *
Come è noto l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori fino a meno di quattro anni fa prevedeva il diritto alla reintegrazione in tutte le ipotesi di licenziamento illegittimo per i dipendenti di datori di lavoro con più di 15 dipendenti.
Nel luglio del 2012 la legge Fornero ha modificato fortemente la norma, consentendo la reintegrazione per le ipotesi di illegittimità più gravi (licenziamento discriminatorio, ritorsivo, per causa di maternità o matrimonio, motivo illecito) limitandola a specifiche ipotesi per il licenziamento disciplinare (solo se il fatto contestato risulta insussistente, o se per quel fatto il contratto collettivo prevede una sanzione minore, conservativa del rapporto di lavoro) e a casi ancora più rari per il licenziamento cosiddetto economico (manifesta insussistenza del motivo). Per le altre ipotesi di illegittimità del licenziamento sono previste indennità economiche da 12 a 24 mensilità, secondo parametri di valutazione del caso concreto affidati al giudice. Favorire la “monetizzazione”, da parte del governo Monti, rispondeva ad esigenze di gestione dell’impresa: un imprenditore deve conoscere con esattezza le conseguenze delle sue scelte, ed in questo caso anche il costo delle sue scelte illecite.
È venuta così meno, dopo più di quaranta anni di applicazione, la norma motivatamente definita “il diritto dei diritti”, che aveva presidiato la dignità nei luoghi di lavoro, con efficacia dissuasiva nei confronti di possibili abusi.
Ma la legge Fornero lascia ancora aperti degli spazi per ottenere il ripristino del rapporto, che i giudici hanno utilizzato in alcune ipotesi di licenziamenti disciplinari sproporzionati e perfino per (finti) motivi economici. Inoltre le indennità economiche alternative alla reintegrazione non sono modeste, costituendo, quindi, un parziale deterrente ad un uso improprio del potere di licenziare.
Con il Jobs Act il governo Renzi si è sentito perciò in dovere di rassicurare ancora di più i datori di lavoro: per i cosiddetti contratti “a tutele crescenti”, applicabili a tutti gli assunti a tempo indeterminato dopo il 7 marzo 2015, in caso di licenziamento illegittimo viene imposto al giudice di applicare la regola (con veramente scarse eccezioni) di un indennizzo economico fisso e basso. Spacciati come estensione di tutele ai precari, in realtà tali contratti hanno precarizzato definitivamente i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
L’aumento di occupati a tempo indeterminato nell’ultimo trimestre del 2015 è però da imputarsi a un diverso, parallelo dono renziano agli imprenditori, fatto di moneta sonante: la previsione – da parte di un’altra legge, quella cosiddetto “di stabilità” – di forti sgravi contributivi fino al 31 dicembre 2017 per tutte le assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2015. Si è trattato quindi di una crescita “drogata”, dal futuro incerto ma con l’effetto certo di schiavizzare definitivamente chi è costretto a vendere il proprio lavoro per sopravvivere.
In questo contesto si inserisce la proposta di legge di iniziativa popolare Cgil denominata Carta dei diritti universali del lavoro di cui si è già parlato in questo blog che, nell’ambito di un’ambiziosa riforma globale per uniformare il mondo del lavoro, si occupa anche dell’art. 18, estendendo le nuove garanzie a tutti i lavoratori, a prescindere dal numero dei dipendenti occupati. La reintegrazione torna ad essere al centro del sistema sanzionatorio del licenziamento illegittimo, con alcune agevolazioni a favore dei datori di lavoro che occupano fino a 5 dipendenti, per certi licenziamenti disciplinari o nell’ipotesi di un vizio di sola forma: in questi casi il giudice può consentire al datore di monetizzare il licenziamento ma con un’indennità non inferiore a 20 mensilità. In caso di licenziamento per motivo oggettivo, la reintegra è prevista se non sussistono ragioni poste a base del licenziamento, mentre viene lasciata al giudice la facoltà di scegliere tra la reintegrazione o la condanna a un’indennità risarcitoria da 12 a 48 mensilità (che per i datori con meno di 10 dipendenti diventa da 6 a 36) in presenza della possibilità di adibire il licenziando a diverse mansioni.
Firmando per la proposta di legge della Cgil è possibile anche promuovere tre referendum “sociali”: uno sul lavoro accessorio, un altro in tema di responsabilità solidale negli appalti ed un terzo per la tutela nei licenziamenti. Con quest’ultimo verrebbe, innanzitutto, abrogato il decreto legislativo sulle tutele crescenti “nella sua interezza”, e ripristinato un testo semplice, pulito, coerente.
Il “nuovo articolo 18” risulterebbe come prima del 2012 ma… meglio di prima, estendendo la tutela reintegratoria, in caso di licenziamento illegittimo, ai datori di lavoro sopra i 5 (e non più 15) dipendenti. E il referendum, rispetto alla legge di iniziativa popolare, potrebbe avere tempi più brevi e persino – viste le attuali maggioranze parlamentari – maggiori possibilità di successo: con la nuova riforma costituzionale in cantiere, se venissero raccolte 800.000 firme, il quorum si abbatterebbe al 50% dei cittadini che hanno partecipato alle ultime elezioni politiche anziché degli aventi diritto al voto.
Considerando che delle nuove garanzie potrebbero usufruire anche i lavoratori assunti con gli sgravi contributivi dopo il 7 marzo 2015 (gli ex precari ai quali era stata promessa una situazione di lavoro stabile con l’ingannevole contratto a tutele crescenti) la vittoria del referendum farebbe “crescere”, in particolare per loro, una vera tutela!
* Sono avvocato giuslavorista a Bologna, dalla parte dei lavoratori. Ho scritto numerosi articoli in riviste specializzate e qualche libro in materia di licenziamenti e di comportamento antisindacale (oltre a un paio di romanzi e una raccolta di racconti).
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di Marco Travaglio e Silvia Truzzi 12€ AcquistaArticolo Precedente
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Giustizia & Impunità
Almasri, la Corte dell’Aja accusa il governo: “Rilasciato senza preavviso né consultarci”. Aereo già in volo mentre Nordio “valutava”
Mondo
Trump: “Con Putin buon rapporto, ma se non mette fine a questa ridicola guerra arriveranno sanzioni”. L’Ue arroccata sulle armi: “Prepariamoci al conflitto”
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Elkann teme i dazi e vede Trump: “Condivido il suo impegno per l’auto”. E Stellantis investe negli Usa
Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.