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Coppia dell’acido, in appello confermati 14 anni per Boettcher. Ridotta da 14 a 12 anni la pena per la Levato

La ragazza dopo la sentenza: "Sono contenta, vuol dire che ho toccato cuore e mente dei giudici". Nella scorsa udienza aveva confessato e aveva indicato l'ex amante come "regista" delle aggressioni. In un processo parallelo il broker è stato condannato a 23 anni e la giovane a 16
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Confermata la condanna a 14 anni per Alexander Boettcher, ridotta la pena per Martina Levato, da 14 a 12 anni. E’ la sentenza della corte d’appello di Milano nel processo per uno degli episodi di cui è accusata la cosiddetta “coppia dell’acido“. Al centro di questo filone c’è l’aggressione a Pietro Barbini, ex fidanzato della ragazza. In un processo parallelo – per altre aggressioni – l’ex studente della Bocconi è stato condannato a 23 anni di reclusione, mentre Martina a 16 anni di carcere.

La corte quindi ha accolto oggi la richiesta della difesa della Levato di abbassare la pena, mentre la Procura generale aveva chiesto la conferma totale della sentenza di primo grado. “Sono contenta – ha commentato dopo la sentenza la Levato, secondo quanto riferito dall’avvocato – è la dimostrazione che quello che ho fatto ha toccato il cuore e la mente dei giudici”. Per il suo legale i giudici hanno “tenuto conto del diverso ruolo” tra i due. L’avvocato della donna, Alessandra Guarini, aveva sottolineato nella sua arringa tra le altre cose che, a differenza dell’ormai ex amante, ha già confessato di aver sfigurato l’ex fidanzato, Barbini. Martina nella scorsa udienza aveva anche raccontato che fu Alex il “regista” delle aggressioni.

Alexander, invece, “non ha fatto commenti – dice uno dei legali, Giovanni Maria Flora – era molto deluso però, aveva la faccia di chi è molto deluso. Questa, infatti, è una sentenza poco comprensibile”. Scontato il ricorso in Cassazione da parte della difesa di Boettcher, mentre quella di Levato valuterà dopo aver letto le motivazioni.

Nell’ultima udienza, prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, le parti hanno discusso sulla perizia disposta dalla corte d’appello sulle condizioni dell’occhio destro di Barbini, che nel processo è parte civile. La perizia è servita al collegio per capire se confermare o meno l’aggravante specifica dell’indebolimento permanente della vista. Nella relazione medica è emerso che la situazione della vista si è aggravata e che Barbini nell’occhio ha un residuo di soltanto due decimi.

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