Una il suo bel contratto lo aveva già ottenuto, fino alla fine del mandato di Roberto Maroni. L’altra ci è arrivata di proroga in proroga, finché la scadenza è stata posticipata anche per lei al 28 febbraio 2018, con un compenso annuale di 54mila euro lordi. Entrambe sistemate negli uffici della delegazione di Roma di Regione Lombardia. Mara Carluccio e Mariagrazia Paturzo, le due fedelissime del governatore leghista che è a processo con l’accusa di avere esercitato pressioni per fare ottenere alla prima un incarico nella società del Pirellone Eupolis. E per fare unire la seconda, quando lavorava per Expo, a una missione in Giappone a cui avrebbe dovuto prendere parte Maroni stesso. Un viaggio poi saltato, ma che ha già portato alla condanna in primo grado a quattro mesi del direttore generale di Expo Christian Malangone con una sentenza in cui la partecipazione di Paturzo, non indagata, viene definita come “legata esclusivamente al piacere personale del presidente”.
Bene, una volta lasciata la società Expo dopo l’emergere dell’inchiesta, Paturzo aveva ottenuto un contratto a tempo determinato per occuparsi sempre di Expo, ma all’interno della Regione. “Da Sala a Sala”, aveva scherzato qualcuno, sottolineando come Paturzo lasciasse la società guidata da Giuseppe Sala per passare sotto l’assessorato guidato da Fabrizio Sala, nel frattempo diventato vicepresidente della Lombardia. Il contratto, da 35mila euro lordi per otto mesi, scadeva il 31 ottobre, ultimo giorno dell’esposizione. Ma Paturzo, che secondo la procura di Milano all’epoca del viaggio aveva “una relazione affettiva” con Maroni, ha continuato a lavorare nell’ufficio regionale di via del Gesù a Roma: il 17 novembre, infatti, le è stato fatto un altro contratto della durata di poco più di un mese, fino al 31 dicembre. E come si scopre ora dagli elenchi del personale pubblicati nei giorni scorsi sul sito del Pirellone, l’incarico è stato prorogato fino al termine naturale della legislatura guidata da Maroni.
Contattata al telefono, l’interessata non vuole spiegare di che cosa si occupi adesso che l’esposizione è terminata, ma taglia corto: “Lavoro per il vicepresidente”. Fabrizio Sala, appunto. È dunque al suo assessorato che bisogna rivolgersi per saperne qualcosa in più: Paturzo, che Sala definisce una “collaboratrice valida”, ha percepito tra novembre e dicembre 4.201 euro lordi mensili, mentre attualmente il compenso è di 53.975 lordi per tredici mensilità. “Il contratto – dice l’assessore – è stato rinnovato per seguire le attività delle reti europee NEREUS (Rete Europea delle Regioni del settore aerospaziale), di cui sono membro del board ed ECRN (Rete europea delle regioni della chimica), di cui sono vicepresidente. Entrambi gli incarichi sono ricoperti in qualità di rappresentante di Regione Lombardia. Alla dottoressa Paturzo spetta il compito di monitorare e seguire i progetti e le attività delle due reti per mio conto. Inoltre, nell’ambito della mia delega all’Internazionalizzazione delle imprese, la dottoressa Paturzo sta seguendo l’organizzazione di un evento internazionale dell’EU Strategy for the Adriatic and Ionian Region (EUSAIR) previsto per l’estate 2016 a Pescara. Sta seguendo inoltre l’evoluzione del Draft Programme del Forum Eusair previsto il prossimo 12 e 13 maggio a Dubrovnik, in Croazia”.
Tutte attività che Paturzo seguirà negli stessi uffici in cui, come detto, lavora anche Mara Carluccio. Che dopo la collaborazione con Eupolis, ne ha ottenuto un’altra in Regione a partire dallo scorso settembre per supportare Maroni sulla “strategia dell’Unione europea per la Macroregione alpina”. Per lei 40mila euro lordi all’anno. Raggiunta al telefono, Carluccio non vuole raccontare come vada la nuova esperienza lavorativa: “Non rilascio nessuna dichiarazione”, dice prima di mettere giù. Per sentirla parlare bisognerà attendere che si presenti in udienza a Milano, dove è imputata insieme a Maroni nel processo che partirà il 5 maggio. Dopo il rinvio di inizio marzo, quando il difensore del governatore, Domenico Aiello, ha fatto valere un legittimo impedimento, in quanto impegnato come difensore in altri procedimenti.