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Prince morto nella sua casa in Minnesota: aveva 57 anni. Addio al ‘folletto di Minneapolis’ che ha rivoluzionato la black music

Il suo corpo è stato ritrovato all'interno di un'ascensore della sua residenza, ma sono ancora da chiarire le cause della morte. La polizia indaga. Nel corso della sua carriera, la popstar ha venduto 100 milioni di dischi e scomposto vari generi - dal pop al jazz, fino al funk e all'elettronica - creando un suo stile, unico e inconfondibile. Di lui Miles Davis disse: "Potrebbe essere il Duke Ellington dei nostri tempi"

di F. Q.
Prince morto nella sua casa in Minnesota: aveva 57 anni. Addio al ‘folletto di Minneapolis’ che ha rivoluzionato la black music

E’ morto nella sua casa a Minneapolis, la stessa città dove era nato 57 anni fa. Prince – al secolo Prince Roger Nelson, autore di grandi successi internazionali come Purple Rain, Kiss e Nothing compares to you cantata da Sinead O’Connor – aveva 57 anni ed è stato ritrovato senza vita all’interno di un ascensore nel complesso di Paisley Park Estate, la sua residenza in Minnesota, dove viveva e aveva il suo studio di registrazione. I soccorritori hanno tentato invano di rianimarlo con un massaggio cardiaco.

Il decesso è avvenuto intorno alle 9.43 di questa mattina (le 16.43 in Italia), ma la dinamica di quanto è accaduto non è chiara. La polizia ha aperto un fascicolo: i siti anglosassoni parlano di “fatality”, senza meglio specificare se si tratti di morte violenta o di un incidente. Ma a confermare la morte della popstar all’Associated Press è stata la sua agente, Yvette Noel-Schure.

Artista inquieto e prolifico, è stato uno degli artisti più influenti degli ultimi 40 anni (leggi l’articolo di Michele Monina) e di lui Miles Davis disse: “Potrebbe essere il Duke Ellington dei nostri tempi”. Nel 1992 aveva deciso di uccidere il suo nome per uscire dalle logiche dell’etichetta discografica. I suoi ultimi concerti erano ancora sold out. Dalla musica alla moda, dalle sonorità all’estetica, ha creato un proprio riconoscibilissimo universo di riferimenti, senza però fossilizzarsi e perdere la voglia di rinnovarsi (leggi l’articolo di Domenico Naso).

La notizia della morte – Ad annunciare il decesso di una persona all’interno del suo complesso residenziale è stato il vice sceriffo della Contea di Carver, Jason Kamerud: non ha specificato l’identità della vittima, ma ha precisato che il corpo non è della popstar. Altre fonti, invece, spiegano che l’ufficio dello sceriffo, contattato per avere conferma della notizia, non ha voluto dare certezze e ha spiegato – come si legge sul sito della Cnbc – che le forze dell’ordine hanno risposto ad una telefonata dovuta ad una emergenza medica e, una volta constatato il decesso della residenza, non hanno voluto diffondere le generalità della vittima “fino a quando non saranno avvisati i parenti“. Precedenti notizie avevano indicato che Prince era ammalato di influenza già dall’inizio del mese e che per questo era stato portato d’emergenza in ospedale.

Lo scorso 15 aprile aveva quindi costretto il suo jet privato a un atterraggio di emergenza in Illinois. Ma il giorno dopo la pop star era apparsa in un concerto ad Atlanta, Georgia, tranquillizzando i fan. “Wait a few days before you waste any prayers” (“Aspettate qualche giorno prima di sprecare le vostre preghiere”), aveva detto durante lo show.


Davanti alla sua casa, una volta diffusa la notizia della morte, sono arrivate decine di fan:

L’apice del successo, l’Oscar e l’invenzione del suo stile –  Camaleontico, misterioso, eccentrico e geniale, Prince ha cambiato indelebilmente il corso della black music. Era conosciuto da tutti come il folletto di Minneapolis (era alto solo 158 cm), città dove nacque il 7 giugno del 1958 e dove è morto oggi.

Nel corso della sua carriera, iniziata precocemente sul finire degli anni ’70, ha frullato e scomposto generi: pop, jazz, funk ed elettronica. Un mix che è diventato uno stile unico, quello di Prince, imprendibile e mobile. Difficile trovarlo dove lo si era lasciato con l’ultimo disco. Da Purple Rain al recente HITnRUN Phase One, passando per i gioielli Parade e Sign O’ The Times, entrambi pubblicati negli anni Ottanta, il suo periodo migliore e che meglio lo ha contraddistinto.

Il nome Prince deriva dal nome della band dove il padre suonava, ovvero i Prince Rogers Trio. Bimbo prodigio, scrisse la sua prima canzone all’età di sette anni. Nel 1984 ottenne il successo mondiale con Purple Rain. Raggiunse contemporaneamente la prima posizione nelle classifiche dei singoli, degli album e dei film. E prima del musicista di Minneapolis c’erano riusciti solo i Beatles. Il film omonimo Purple Rain vince anche il premio Oscar per la miglior colonna sonora con canzoni originali. Purple Rain vende più di tredici milioni di copie negli Stati Uniti e rimane per ventiquattro settimane consecutive ai vertici delle classifiche. Solo negli Usa il film guadagnò più di ottanta milioni di dollari e fu il più grande successo cinematografico interpretato da Prince.

La popstar ha conosciuto il massimo della notorietà negli anni ottanta e novanta, ha venduto più di 100 milioni di dischi nel corso della sua carriera, vinto sette premi Grammy ed è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2004. Nel 2004 la rivista Rolling Stone lo aveva inserito al 27esimo posto della lista dei cento migliori artisti musicali di sempre. Oltre alla voce suonava chitarra, tastiera e batteria. Il sesso era parte fondamentale della sua scrittura ma ultimamente aveva detto di voler cantare anche “per i figli dei miei fan”.

Le sue hit da record oltre Purple Rain sono Raspberry Beret (1985) e Little Red Corvette (1999). Purple Rain giunse dopo altri cinque album: For You del 1978, Prince del 1979, Dirty Mind del 1980, Controversy del 1981 e 1999 del 1982, inizi di una carriera durante la quale avrebbe realizzato una cinquantina di album, cambiato nome diverse volte, esibito una insaziabile passione per le belle donne e vissuto diversi scontri con le majors della musica, al punto di diventare precursore e alfiere della pubblicazione diretta su piattaforme on line.

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