Le ha messe di nuovo tutte in fila. Inter, Milan, Roma e Napoli. Per la quinta volta negli ultimi cinque anni, la Juventus è campione d’Italia e alle altre non resta che leccarsi le ferite guardando il portafoglio inutilmente svuotato in estate e ancora poi a gennaio. Per ogni squadra che vince, c’è almeno uno sconfitto. Il quinto trionfo bianconero miete tre vittime (e mezzo). Devono inchinarsi presidenti che non hanno badato a spese, allenatori dalla dichiarazione improvvida e giocatori arrivati promettendo lo scalpo dei rivali. Tutti illusi dalla partenza lenta della Juve, dodicesima dopo un quarto di cammino a -11 dalla vetta. E’ accaduto a Milano, dove l’aria è sempre più pesante e il futuro non promette nulla di buono. Ma anche a Roma e un po’ a Napoli. Entrambe, chi per investimenti e chi per risultati a metà campionato, aveva creduto di poter davvero mettere un punto allo strapotere bianconero. Niente da fare, invece. Punto e a capo, sapendo di aver sprecato una grande occasione.
La Roma, un altro arrembaggio mancato
“Il mio obiettivo è conquistare un titolo con la Roma”. Era il 24 novembre dello scorso anno. Alla vigilia della sfida al Barcellona, Rudi Garcia lo disse chiaro e tondo in conferenza stampa. Poche ore dopo, un eurogol di Florenzi permetteva ai giallorossi di fermare la squadra di Luis Enrique. E alimentava il sogno del tecnico francese. È rimasta una delle poche serate di gloria di un’altra stagione da dimenticare. La Roma, già sfibrata dalle 6 pallonate del Camp Nou, ha subito il logoramento lento di un allenatore che avrebbe dovuto lasciare – o essere esonerato – già dopo il k.o. in Coppa Italia contro lo Spezia. L’arrivo di Luciano Spalletti e le nove vittorie consecutive sono state un flebile illusione. Perché la Juve lì davanti correva e la rimonta diventava via via impossibile, mentre in casa montava anche il caso Totti. Un altro senza detronizzare il re, nonostante gli innesti (costosi) di Rudiger, Digne, Perotti, El Shaarawy, Salah e Dzeko.
Inter e Milan, quasi 200 milioni per nulla
Entrambe avevano giocato il tutto per tutto sul mercato. A suon di milioni. Da una parte, quella nerazzurra, per acquistare Miranda, Murillo, Kondogbia, Perisic, Jovetic e Ljajic in estate, più Eder supplemento invernale. Dall’altra, Berlusconi si era giocato l’all-in in attesa di “FantaBee” con gli innesti di Romagnoli, Bertolacci, Kucka, Bacca, Luiz Adriano e Balotelli. Totale della spesa sotto il Duomo? Quasi 200 milioni di euro. C’erano poi le grandi speranze in panchina, Mancini e Mihajlovic: il primo arriva in fondo al campionato da indeciso sul futuro e ridimensionato nel suo valore da una squadra che non ha mai avuto forma né anima; il secondo ha chiuso la sua esperienza due settimane fa per far posto a Brocchi, dopo mesi di non-gioco e tante punzecchiature con il presidente. Alla fine lo scudetto è rimasto una chimera, assaporata almeno tratti dai nerazzurri, e pure la Champions è svanita con il passare dei mesi. La parola fallimento racchiude meglio di qualunque altra una stagione nella quale l’Inter ha raccolto solo la garanzia dell’Europa League, mentre il Milan dovrà guadagnarsela nelle ultime giornate o vincendo la finale di Coppa Italia. Intanto i debiti aumentano e senza gli introiti della Champions, ai rossonerazzurri non resta che lucidare le coppe in bacheca per specchiarsi nel passato. E vendere quel poco di buono che hanno in casa, così da tamponare i continui rossi di bilancio.
Napoli, la grande illusione
Quella che più ha dato fastidio alla Juventus, alla fine, è stata la meno attesa delle concorrenti. Il Napoli veniva da un mercato low-profile (Allan, Regini, Grassi, più la leadership di Reina) e aveva l’enigma di un allenatore esordiente su una panchina di peso. Alla fine, hanno pesato proprio questi due elementi: una rosa all’altezza della Juve nei primi dodici, tredici elementi, grazie anche al lavoro di Maurizio Sarri, capace di rigenerare gente come Koulibaly, Jorginho, Hamsik, Insigne e sopperire con la tattica al gap tecnico. Allo stesso tempo, però, l’allenatore toscano ha predicato calma per mesi. Pure troppa, a conti fatti. Perché il suo Napoli ha finito per credere che davvero lo scudetto fosse tutto una questione di bilanci e di partite giocate a mezzogiorno, nonostante fino a metà febbraio sia rimasto davanti. E le sue parole hanno assunto, nella loro ripetizione, il suono di un alibi. Mentre i problemi sono venuti a galla nello scontro diretto dello Stadium e più in generale in un girone di ritorno con sei partite approcciate male. I numeri non mentono: nel 2016 il Napoli ha subito un gol nei primi quindici minuti di gioco contro Sassuolo, Fiorentina, Chievo, Genova, Udinese e Inter. Disattenzioni costate punti importanti, in un’annata che per sette mesi ha avuto tante similitudini con quella che portò allo scudetto targato Diego Armando Maradona. Se in estate De Laurentiis riuscirà a trattenere Higuain, l’inseguimento alla Juve ripartirà dal Vesuvio.
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Juventus campione d’Italia, a Milano e Roma (sponda giallorossa) è l’ennesimo fallimento. Di classifica e di bilancio
Hanno speso milioni e milioni di euro in estate con un unico obiettivo: vincere lo scudetto (Rudi Garcia) o rientrare nell'Europa che conta (Inter e Milan). Tutti traguardi falliti già da mesi, a causa di errori gestionali (Spalletti ha risollevato le sorti dei capitolini) ma sopratutto societari (i rossoneri all'ennesimo esonero). E i bianconeri restano ancora di un altro pianete
Le ha messe di nuovo tutte in fila. Inter, Milan, Roma e Napoli. Per la quinta volta negli ultimi cinque anni, la Juventus è campione d’Italia e alle altre non resta che leccarsi le ferite guardando il portafoglio inutilmente svuotato in estate e ancora poi a gennaio. Per ogni squadra che vince, c’è almeno uno sconfitto. Il quinto trionfo bianconero miete tre vittime (e mezzo). Devono inchinarsi presidenti che non hanno badato a spese, allenatori dalla dichiarazione improvvida e giocatori arrivati promettendo lo scalpo dei rivali. Tutti illusi dalla partenza lenta della Juve, dodicesima dopo un quarto di cammino a -11 dalla vetta. E’ accaduto a Milano, dove l’aria è sempre più pesante e il futuro non promette nulla di buono. Ma anche a Roma e un po’ a Napoli. Entrambe, chi per investimenti e chi per risultati a metà campionato, aveva creduto di poter davvero mettere un punto allo strapotere bianconero. Niente da fare, invece. Punto e a capo, sapendo di aver sprecato una grande occasione.
La Roma, un altro arrembaggio mancato
“Il mio obiettivo è conquistare un titolo con la Roma”. Era il 24 novembre dello scorso anno. Alla vigilia della sfida al Barcellona, Rudi Garcia lo disse chiaro e tondo in conferenza stampa. Poche ore dopo, un eurogol di Florenzi permetteva ai giallorossi di fermare la squadra di Luis Enrique. E alimentava il sogno del tecnico francese. È rimasta una delle poche serate di gloria di un’altra stagione da dimenticare. La Roma, già sfibrata dalle 6 pallonate del Camp Nou, ha subito il logoramento lento di un allenatore che avrebbe dovuto lasciare – o essere esonerato – già dopo il k.o. in Coppa Italia contro lo Spezia. L’arrivo di Luciano Spalletti e le nove vittorie consecutive sono state un flebile illusione. Perché la Juve lì davanti correva e la rimonta diventava via via impossibile, mentre in casa montava anche il caso Totti. Un altro senza detronizzare il re, nonostante gli innesti (costosi) di Rudiger, Digne, Perotti, El Shaarawy, Salah e Dzeko.
Inter e Milan, quasi 200 milioni per nulla
Entrambe avevano giocato il tutto per tutto sul mercato. A suon di milioni. Da una parte, quella nerazzurra, per acquistare Miranda, Murillo, Kondogbia, Perisic, Jovetic e Ljajic in estate, più Eder supplemento invernale. Dall’altra, Berlusconi si era giocato l’all-in in attesa di “FantaBee” con gli innesti di Romagnoli, Bertolacci, Kucka, Bacca, Luiz Adriano e Balotelli. Totale della spesa sotto il Duomo? Quasi 200 milioni di euro. C’erano poi le grandi speranze in panchina, Mancini e Mihajlovic: il primo arriva in fondo al campionato da indeciso sul futuro e ridimensionato nel suo valore da una squadra che non ha mai avuto forma né anima; il secondo ha chiuso la sua esperienza due settimane fa per far posto a Brocchi, dopo mesi di non-gioco e tante punzecchiature con il presidente. Alla fine lo scudetto è rimasto una chimera, assaporata almeno tratti dai nerazzurri, e pure la Champions è svanita con il passare dei mesi. La parola fallimento racchiude meglio di qualunque altra una stagione nella quale l’Inter ha raccolto solo la garanzia dell’Europa League, mentre il Milan dovrà guadagnarsela nelle ultime giornate o vincendo la finale di Coppa Italia. Intanto i debiti aumentano e senza gli introiti della Champions, ai rossonerazzurri non resta che lucidare le coppe in bacheca per specchiarsi nel passato. E vendere quel poco di buono che hanno in casa, così da tamponare i continui rossi di bilancio.
Napoli, la grande illusione
Quella che più ha dato fastidio alla Juventus, alla fine, è stata la meno attesa delle concorrenti. Il Napoli veniva da un mercato low-profile (Allan, Regini, Grassi, più la leadership di Reina) e aveva l’enigma di un allenatore esordiente su una panchina di peso. Alla fine, hanno pesato proprio questi due elementi: una rosa all’altezza della Juve nei primi dodici, tredici elementi, grazie anche al lavoro di Maurizio Sarri, capace di rigenerare gente come Koulibaly, Jorginho, Hamsik, Insigne e sopperire con la tattica al gap tecnico. Allo stesso tempo, però, l’allenatore toscano ha predicato calma per mesi. Pure troppa, a conti fatti. Perché il suo Napoli ha finito per credere che davvero lo scudetto fosse tutto una questione di bilanci e di partite giocate a mezzogiorno, nonostante fino a metà febbraio sia rimasto davanti. E le sue parole hanno assunto, nella loro ripetizione, il suono di un alibi. Mentre i problemi sono venuti a galla nello scontro diretto dello Stadium e più in generale in un girone di ritorno con sei partite approcciate male. I numeri non mentono: nel 2016 il Napoli ha subito un gol nei primi quindici minuti di gioco contro Sassuolo, Fiorentina, Chievo, Genova, Udinese e Inter. Disattenzioni costate punti importanti, in un’annata che per sette mesi ha avuto tante similitudini con quella che portò allo scudetto targato Diego Armando Maradona. Se in estate De Laurentiis riuscirà a trattenere Higuain, l’inseguimento alla Juve ripartirà dal Vesuvio.
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Rissa tra genitori alla partita di minibasket: bimbi in lacrime e intervento dei carabinieri
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "La manovra correttiva non è nei radar del Governo, ci sono indicatori che dicono che in una situazione complessa l'Italia va meglio di altri partner, non dobbiamo fare trionfalismo". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica al Senato sulle comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo.
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Roma, 18 mar. - (Adnkronos) - La comunità energetica nazionale copre l’intero territorio italiano sfruttando la trasparenza della blockchain: un milione è l’investimento dal 2018 fino ai giorni nostri in cui Rete Verde Italia inizia a vedere la luce. Il progetto ideato da Western CO e Western Engineering - si spiega in una nota - ha la sua peculiarità non solo nelle dimensioni delle comunità che avranno una rete collegata da cabine primarie Enel ma nella certezza che i dati saranno visibili e tracciabili.
Grazie ad un sistema innovativo si avrà la conoscenza in tempo reale dell’energia consumata e scambiata dagli impianti i cui dati verranno registrati su blockchain in modo da essere visibili sulla piattaforma Westernchain. La comunità potrà vantare a regime di massimo equilibrio un risparmio di energia pari al 40%. Rete Verde Italia E.T.S. per indirizzare la sua attività nel terzo settore si è costituita in Fondazione di partecipazione con iscrizione al Runts.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - "Il nostro programma di investimenti di 6 miliardi per le infrastrutture per la mobilità potrà esser messo a terra nei prossimi 3 anni. Pensiamo di aver aperto un ciclo". Lo ha detto oggi il presidente di Edizione, Alessandro Benetton, durante il suo intervento al convegno di Affari & Finanza'L'Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell'era di Trump', in corso a Milano.
Nel corso degli ultimi 3 anni (2022-2024), il Gruppo Mundys ha realizzato investimenti organici per oltre 4,4 miliardi di euro, di cui 1,4 circa in Italia, per il potenziamento e l'ampliamento delle infrastrutture in concessione, per l'introduzione di innovazioni tecnologiche, per l'erogazione di nuovi servizi digitali agli utenti e per la riduzione in modo significativo le emissioni delle proprie infrastrutture, anche generando energia tramite fonti rinnovabili.
Dal punto di vista della crescita inorganica, nel periodo 2022-2025 Mundys ha effettuato investimenti per oltre 2,5 miliardi di euro (pari a 7 miliardi di ev 100%) per acquisire nuovi assets in Francia, Spagna, Porto Rico, Cile.
Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.