“Il giudizio che la Capacchione ha dato del Pd è sbagliato e ingeneroso. Non mi riconosco in quelle parole. Contro le infiltrazioni abbiamo fatto e stiamo facendo molto”. Così Franco Mirabelli, l’uomo che due mesi fa il Pd ha spedito nella terra dei Casalesi per commissariare il partito e traghettarlo verso le amministrative in 32 comuni. Classe 1960, il senatore Mirabelli è un milanese doc, laureato in economia politica e ha fatto tutta la sua carriera all’interno del partito. Che però lo designa, pur senza una competenza specifica in materia, capogruppo nella commissione antimafia. Per poi spedirlo nelle terre della camorra, dove una settimana via l’altra sono stati sciolti comuni, indagati sindaci, azzerate giunte per sospette infiltrazioni. Fino all’altro ieri Mirabelli ha lavorato gomito a gomito con Stefano Graziano, indagato per concorso esterno. La missione era smarcare le liste e i candidati dai dissidi interni – ad Aversa, Sessa Aurunca o Marcianise e altri – dove le inchieste hanno provocato un ricambio da gestire. Ma dei suoi guai giudiziari la sentinella della legalità alla frontiera della legge non si è accorto e oggi nulla dice: “Sì però su Graziano non commento. La magistratura farà il suo corso, verificheremo”, premette. Dice alcune cose però sulle uscite della collega Rosaria Capacchione che in un’intervista a La Stampa ha attaccato pesantemente la classe dirigente del Pd denunciandone l’inerzia nei confronti del rischio infiltrazioni. Peggio, una forma di complicità che si esercita anche dall’alto, premiando chi “porta pacchetti di voti” e marginalizzando chi lotta per la legalità. Per questo, la giornalista che era stata imbarcata come simbolo di resistenza alle mafie, ha annunciato che non si candiderà più. Parole che non sono piaciute affatto a Mirabelli che pure in commissione e a Caserta ha condiviso con l’autrice del libro inchiesta L’Oro della Camorra fior di riunioni, tavoli e sedute. Una dissociazione a sfondo politico, legalitario e morale che è la stessa che attraversa e dilania il primo partito d’Italia.
Cos’ha pensato leggendo lo sfogo della Capacchione?
Ognuno pensa quello che vuole: Rosaria è una giornalista, una persona che purtroppo per lei ha avuto a che fare con la camorra. Non condanno le cose che dice, non mi riconosco. Il giudizio nei confronti del partito è un giudizio sbagliato e ingeneroso. Non penso che siamo in una situazione disperata. Non so perché dica quella cosa, probabilmente le pensa. Però…
Però?
Voglio far notare una cosa. Se è vero che quella terra è più a rischio di altre non è sottraendosi all’impegno che si crea un argine. Penso ai Cinque Stelle che ci attaccano ma pur di non rischiare nulla si defilano, non presentando liste in nessuno dei 32 comuni. Chiaro che se c’è solo il Pd poi l’aggressione del malaffare sia a senso unico o tale possa sembrare.
Ma cosa le ha dato più fastidio?
C’è una attribuzione a Renzi di responsabilità che non ha. Il partito casertano è stato commissariato molte volte in questi anni, si muove in una realtà molto difficile in cui i rischi di infiltrazione sono grandi. Anche l’autoreferenzialità e la lotta tra le diverse correnti concorre a far perdere di vista l’interesse generale. E questo rischio qui è più forte che altrove. L’esperienza che sto facendo io in queste settimane insieme alla Capacchione dice che lavorando sulle candidature si può dare il segno che la legalità è al primo posto.
E allora questa uscita?
Dovete chiederlo a lei, non condivido alcuni eccessi.
Però l’accusa arriva l’indomani di un’indagine a carico del presidente del partito…
Sì l’indagine, però su Graziano non dico niente. La magistratura farà il suo corso, verificheremo. La vicenda di Santa Maria Capua Vetere è purtroppo uguale a tante altre in cui le in chieste stanno facendo luce: c’è stata Maddaloni, Marcianise, arresti e operazioni diverse in queste settimane hanno segnalato l’interesse dei Casalesi a infiltrarsi nelle imprese e condizionarle, conquistare gli appalti.
In due mesi nel Casertano da commissario ha respirato le pressioni dei clan sui politici locali?
No no, non ho sentito affatto questa pressione. Ho incontrato tante persone perbene, oneste che soffrono tantissimo, quanto Rosaria e forse più di Rosaria non avendo la possibilità di esprimersi come fa lei ma che sono pronte a lavorare e impegnarsi. C’è uno scontro politico nel partito della città fondato magari più interessi di corrente a favore di candidati diversi però no, io però faccio il commissario, non devo essere eletto né ricevere voti da nessuno…
Candiderebbe Roberto Saviano?
Sì, probabilmente sì.
Però Saviano ha da poco detto le stesse cose che dice oggi la Capacchione…
Ma io candiderei sia lui che la Capacchione. Non è che se uno dice una cosa per me sbagliata e sgradevole e allora…
Ma entrambi pensano e dicono che Renzi e Pd premiano solo chi porta voti…
Ma questa è una sciocchezza. Stiamo lavorando per cercare di cambiare le cose. Questo lavoro lo stiamo facendo in sintonia con il Nazionale e non “nonostante” Renzi, se si è deciso di mandare il capogruppo dell’antimafia a Caserta a commissariare il partito evidentemente non c’è una sottovalutazione del problema.
Quando fu candidata alle europee nel 2009 prese 73mila preferenze non ce la fece per un pugno di voti. Anche allora disse che il Pd non l’aveva sostenuta.. Ed era la stessa Capacchione…
Questo non lo sapevo, non mi ricordavo neanche si fosse candidata alle europee… In ogni caso se avesse accettato di candidarsi a Caserta sarei stato felice, il mio problema non è avere persone con cui non condivido alcuni giudizi ma non avere delinquenti o persone non affidabili per la legalità…
A sentirla sembra che una parte del territorio sia infetta ma il partito sia sano…
Penso che ci sia il problema di fare più attenzione perché siamo il più grande partito del Paese perché è evidente che c’è il rischio di infiltrazione e malaffare. Ma te la dico con una battuta, ripetendo il concetto: se facessimo come i Cinque stelle che a Caserta neppure si presentano saremmo tranquilli sul fatto che non ci sarebbero infiltrazioni. Non so se è compito di un partito non assumersi la responsabilità di tentare di governare in terre così difficili. Loro non presentano il simbolo da nessuna parte. Così è più facile. Dopo di ché penso che le forze politiche debbano provare a governare in modo pulito in terre difficili.
C’è un problema morale nel PD?
Non ci sto. Non è vero che non abbiamo gli anticorpi. Siamo gli unici che quando qualcuno viene sfiorato da indagini si sospende dalle cariche di partito…
De Luca, ad esempio…
Quella è un’altra questione. Il punto non è il garantismo ma che in vicende legate alla criminalità organizzata chi è coinvolto o sospettato di esserlo si deve fare da parte. Lo facciamo e lo abbiamo sempre fatto. Si sono dimessi sottosegretari e ministri in questa legislatura per vicende che spesso si sono rivelate marginali.
Ministri, sottosegretari… torno a chiederle: non c’è un problema morale del PD?
Penso che siamo un grande partito, governiamo la stragrande maggioranza dei comuni. Cerchiamo di combattere contro le infiltrazioni. L’anno scorso si è parlato tanto della Campania. Io ricordo però che il lavoro fatto sulle liste del Pd da parte della segreteria regionale è stato davvero importante. Che ha escluso persone e ha avuto anche problemi legati alla sicurezza per aver escluso persone chiacchierate.
Per la terza volta: non è una conferma del problema?
Senta, dire che su questo non si fa niente è sbagliato. Non abbiamo aspettato l’inchiesta di ieri per mandare a Caserta il capogruppo dell’antimafia in una terra dove c’è la camorra e la quesitone dell’infiltrazione della politica è una questione molto seria. Penso si stia dando un’amplificazione enorme a ogni quesitone assolutamente legittima che riguarda il Pd.
Quanto rimane a Caserta?
Non lo so…. Fino alle elezioni forse, anzi no, probabilmente di più. Altrimenti non riesco a fare nulla di quello che ho detto. Sarete contenti così non faccio campagna per Sala a Milano
Politica
Camorra, il commissario dem a Caserta: “La Capacchione sbaglia ed è ingenerosa. Il Pd fa molto contro le infiltrazioni”
Il senatore Mirabelli, inviato da due mesi nel casertano per traghettare i comuni a rischio infiltrazioni, si dissocia dalle parole della collega che ha accusato la classe dirigente del Pd di non avere anticorpi contro il malaffare e di premiare solo chi porta "pacchetti di voti", marginalizzando chi combatte per la legalità. "Il Pd sta facendo tanto", ribatte lui accusando i Cinque Stelle: "per paura e per non rischiare nulla qui non si candidano neppure"
“Il giudizio che la Capacchione ha dato del Pd è sbagliato e ingeneroso. Non mi riconosco in quelle parole. Contro le infiltrazioni abbiamo fatto e stiamo facendo molto”. Così Franco Mirabelli, l’uomo che due mesi fa il Pd ha spedito nella terra dei Casalesi per commissariare il partito e traghettarlo verso le amministrative in 32 comuni. Classe 1960, il senatore Mirabelli è un milanese doc, laureato in economia politica e ha fatto tutta la sua carriera all’interno del partito. Che però lo designa, pur senza una competenza specifica in materia, capogruppo nella commissione antimafia. Per poi spedirlo nelle terre della camorra, dove una settimana via l’altra sono stati sciolti comuni, indagati sindaci, azzerate giunte per sospette infiltrazioni. Fino all’altro ieri Mirabelli ha lavorato gomito a gomito con Stefano Graziano, indagato per concorso esterno. La missione era smarcare le liste e i candidati dai dissidi interni – ad Aversa, Sessa Aurunca o Marcianise e altri – dove le inchieste hanno provocato un ricambio da gestire. Ma dei suoi guai giudiziari la sentinella della legalità alla frontiera della legge non si è accorto e oggi nulla dice: “Sì però su Graziano non commento. La magistratura farà il suo corso, verificheremo”, premette. Dice alcune cose però sulle uscite della collega Rosaria Capacchione che in un’intervista a La Stampa ha attaccato pesantemente la classe dirigente del Pd denunciandone l’inerzia nei confronti del rischio infiltrazioni. Peggio, una forma di complicità che si esercita anche dall’alto, premiando chi “porta pacchetti di voti” e marginalizzando chi lotta per la legalità. Per questo, la giornalista che era stata imbarcata come simbolo di resistenza alle mafie, ha annunciato che non si candiderà più. Parole che non sono piaciute affatto a Mirabelli che pure in commissione e a Caserta ha condiviso con l’autrice del libro inchiesta L’Oro della Camorra fior di riunioni, tavoli e sedute. Una dissociazione a sfondo politico, legalitario e morale che è la stessa che attraversa e dilania il primo partito d’Italia.
Cos’ha pensato leggendo lo sfogo della Capacchione?
Ognuno pensa quello che vuole: Rosaria è una giornalista, una persona che purtroppo per lei ha avuto a che fare con la camorra. Non condanno le cose che dice, non mi riconosco. Il giudizio nei confronti del partito è un giudizio sbagliato e ingeneroso. Non penso che siamo in una situazione disperata. Non so perché dica quella cosa, probabilmente le pensa. Però…
Però?
Voglio far notare una cosa. Se è vero che quella terra è più a rischio di altre non è sottraendosi all’impegno che si crea un argine. Penso ai Cinque Stelle che ci attaccano ma pur di non rischiare nulla si defilano, non presentando liste in nessuno dei 32 comuni. Chiaro che se c’è solo il Pd poi l’aggressione del malaffare sia a senso unico o tale possa sembrare.
Ma cosa le ha dato più fastidio?
C’è una attribuzione a Renzi di responsabilità che non ha. Il partito casertano è stato commissariato molte volte in questi anni, si muove in una realtà molto difficile in cui i rischi di infiltrazione sono grandi. Anche l’autoreferenzialità e la lotta tra le diverse correnti concorre a far perdere di vista l’interesse generale. E questo rischio qui è più forte che altrove. L’esperienza che sto facendo io in queste settimane insieme alla Capacchione dice che lavorando sulle candidature si può dare il segno che la legalità è al primo posto.
E allora questa uscita?
Dovete chiederlo a lei, non condivido alcuni eccessi.
Però l’accusa arriva l’indomani di un’indagine a carico del presidente del partito…
Sì l’indagine, però su Graziano non dico niente. La magistratura farà il suo corso, verificheremo. La vicenda di Santa Maria Capua Vetere è purtroppo uguale a tante altre in cui le in chieste stanno facendo luce: c’è stata Maddaloni, Marcianise, arresti e operazioni diverse in queste settimane hanno segnalato l’interesse dei Casalesi a infiltrarsi nelle imprese e condizionarle, conquistare gli appalti.
In due mesi nel Casertano da commissario ha respirato le pressioni dei clan sui politici locali?
No no, non ho sentito affatto questa pressione. Ho incontrato tante persone perbene, oneste che soffrono tantissimo, quanto Rosaria e forse più di Rosaria non avendo la possibilità di esprimersi come fa lei ma che sono pronte a lavorare e impegnarsi. C’è uno scontro politico nel partito della città fondato magari più interessi di corrente a favore di candidati diversi però no, io però faccio il commissario, non devo essere eletto né ricevere voti da nessuno…
Candiderebbe Roberto Saviano?
Sì, probabilmente sì.
Però Saviano ha da poco detto le stesse cose che dice oggi la Capacchione…
Ma io candiderei sia lui che la Capacchione. Non è che se uno dice una cosa per me sbagliata e sgradevole e allora…
Ma entrambi pensano e dicono che Renzi e Pd premiano solo chi porta voti…
Ma questa è una sciocchezza. Stiamo lavorando per cercare di cambiare le cose. Questo lavoro lo stiamo facendo in sintonia con il Nazionale e non “nonostante” Renzi, se si è deciso di mandare il capogruppo dell’antimafia a Caserta a commissariare il partito evidentemente non c’è una sottovalutazione del problema.
Quando fu candidata alle europee nel 2009 prese 73mila preferenze non ce la fece per un pugno di voti. Anche allora disse che il Pd non l’aveva sostenuta.. Ed era la stessa Capacchione…
Questo non lo sapevo, non mi ricordavo neanche si fosse candidata alle europee… In ogni caso se avesse accettato di candidarsi a Caserta sarei stato felice, il mio problema non è avere persone con cui non condivido alcuni giudizi ma non avere delinquenti o persone non affidabili per la legalità…
A sentirla sembra che una parte del territorio sia infetta ma il partito sia sano…
Penso che ci sia il problema di fare più attenzione perché siamo il più grande partito del Paese perché è evidente che c’è il rischio di infiltrazione e malaffare. Ma te la dico con una battuta, ripetendo il concetto: se facessimo come i Cinque stelle che a Caserta neppure si presentano saremmo tranquilli sul fatto che non ci sarebbero infiltrazioni. Non so se è compito di un partito non assumersi la responsabilità di tentare di governare in terre così difficili. Loro non presentano il simbolo da nessuna parte. Così è più facile. Dopo di ché penso che le forze politiche debbano provare a governare in modo pulito in terre difficili.
C’è un problema morale nel PD?
Non ci sto. Non è vero che non abbiamo gli anticorpi. Siamo gli unici che quando qualcuno viene sfiorato da indagini si sospende dalle cariche di partito…
De Luca, ad esempio…
Quella è un’altra questione. Il punto non è il garantismo ma che in vicende legate alla criminalità organizzata chi è coinvolto o sospettato di esserlo si deve fare da parte. Lo facciamo e lo abbiamo sempre fatto. Si sono dimessi sottosegretari e ministri in questa legislatura per vicende che spesso si sono rivelate marginali.
Ministri, sottosegretari… torno a chiederle: non c’è un problema morale del PD?
Penso che siamo un grande partito, governiamo la stragrande maggioranza dei comuni. Cerchiamo di combattere contro le infiltrazioni. L’anno scorso si è parlato tanto della Campania. Io ricordo però che il lavoro fatto sulle liste del Pd da parte della segreteria regionale è stato davvero importante. Che ha escluso persone e ha avuto anche problemi legati alla sicurezza per aver escluso persone chiacchierate.
Per la terza volta: non è una conferma del problema?
Senta, dire che su questo non si fa niente è sbagliato. Non abbiamo aspettato l’inchiesta di ieri per mandare a Caserta il capogruppo dell’antimafia in una terra dove c’è la camorra e la quesitone dell’infiltrazione della politica è una questione molto seria. Penso si stia dando un’amplificazione enorme a ogni quesitone assolutamente legittima che riguarda il Pd.
Quanto rimane a Caserta?
Non lo so…. Fino alle elezioni forse, anzi no, probabilmente di più. Altrimenti non riesco a fare nulla di quello che ho detto. Sarete contenti così non faccio campagna per Sala a Milano
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Elkann teme i dazi e vede Trump: “Condivido il suo impegno per l’auto”. E Stellantis investe negli Usa
Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.