Silvio Berlusconi? “Sotto scacco” da parte di Matteo Renzi, che utilizza come arma lo spauracchio di una legge sui diritti tv che penalizzi Mediaset. A evocare lo scenario è stato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, intervistato da 24 Mattino – Attenti a noi due su Radio 24. “I timori di Berlusconi sono comprensibili” e in questa fase il leader di Forza Italia “agisce soprattutto come uomo d’impresa e come padre preoccupato di lasciare ai figli le aziende sane e rigogliose” visto che “ci sono in ballo interessi per centinaia di milioni di euro”, ha detto Salvini da Filadelfia, dove sta seguendo le primarie del candidato repubblicano Donald Trump.
Durante la trasmissione il conduttore Alessandro Milan ha ricordato che Renzi, nell’intervista a Repubblica pubblicata il 25 aprile, ha confermato che il governo alla luce degli ultimi scandali sta lavorando alla riforma “dei diritti tv e del sistema sport nel suo insieme”: “Ci sta lavorando in modo costante il sottosegretario Lotti. Questione di qualche settimana e presenteremo il nostro progetto”. E secondo il capo del Carroccio è questo il motivo per cui, al di là del patto del Nazareno ormai tramontato, l’ex premier ha rinunciato a fare una guerra a tutto campo al governo Pd-Ncd. Tuttavia Salvini non ha ricordato che Mediaset Premium è ormai fuori dall’orbita del Biscione, essendo stata acquisita da Vivendi nell’ambito dell’intesa che ha portato a uno scambio azionario tra i due gruppi.
Alla domanda su come Berlusconi ricambierebbe un’eventuale benevolenza del governo, o quantomeno una non penalizzazione di Mediaset, Salvini ha chiamato in causa l’opposizione soft portata avanti dagli azzurri e ha citato a titolo di esempio della candidatura per il Campidoglio: “Non c’è alcun motivo per non sostenere Giorgia Meloni – ha commentato -. Insistere su Bertolaso può solo significare che si punta a perdere”. Ovvero non mettere i bastoni tra le ruote al candidato renziano Roberto Giachetti, che stando ai sondaggi non raggiungerebbe il ballottaggio nel caso di un centrodestra unito schierato con la leader di Fratelli d’Italia. Una scelta, quella di Bertolaso, contestata anche da esponenti di primo piano del partito dell’ex Cavaliere, tra cui il capogruppo dei senatori Paolo Romani.
Proprio mercoledì il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è tornato a commentare la notizia della multa da oltre 50 milioni comminata al Biscione dall’Antitrust per la vicenda dell’asta dei diritti tv sul calcio: “C’è da restare allibiti, lo abbiamo già detto: credo che l’Antitrust debba essere a tutela del mercato reale“, ha detto. Al contrario secondo il braccio destro di Berlusconi la decisione dell’authority, contro la quale Mediaset ricorrerà, “non è stata a tutela della concorrenza, ma piuttosto ha creato insicurezza per gli operatori”. “Abbiamo notato un inusitato supersconto per Sky (pagherà 4 milioni, ndr) ottenuto per la sua collaborazione: ci sarebbe da citare l’Amleto di Shakespeare e la Danimarca ma lasciamo perdere….”.
Da Forza Italia è arrivata la replica di Lara Comi, europarlamentare e vicepresidente del Ppe: “Sapevamo che Matteo Salvini fosse dotato di una straordinaria immaginazione, ma non pensavamo che arrivasse al punto tale da affermare che Silvio Berlusconi è sotto scacco di Renzi perché teme una legge che penalizzi Mediaset. Berlusconi ha dimostrato negli anni di agire sempre nell’interesse del partito e dei cittadini”.
Politica
Diritti tv, Salvini: “Berlusconi? Renzi lo tiene sotto scacco con lo spauracchio di una legge che penalizzi Mediaset”
Secondo il leader della Lega è questo il motivo per cui il creatore di Forza Italia "insiste su Bertolaso" per le comunali di Roma invece di sostenere Giorgia Meloni. Ma il Biscione, all'inizio di aprile, ha ceduto Premium a Vivendi. Confalonieri sulla multa dell'Antitrust: "Non è stata a tutela della concorrenza, ha creato insicurezza per gli operatori"
Silvio Berlusconi? “Sotto scacco” da parte di Matteo Renzi, che utilizza come arma lo spauracchio di una legge sui diritti tv che penalizzi Mediaset. A evocare lo scenario è stato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, intervistato da 24 Mattino – Attenti a noi due su Radio 24. “I timori di Berlusconi sono comprensibili” e in questa fase il leader di Forza Italia “agisce soprattutto come uomo d’impresa e come padre preoccupato di lasciare ai figli le aziende sane e rigogliose” visto che “ci sono in ballo interessi per centinaia di milioni di euro”, ha detto Salvini da Filadelfia, dove sta seguendo le primarie del candidato repubblicano Donald Trump.
Durante la trasmissione il conduttore Alessandro Milan ha ricordato che Renzi, nell’intervista a Repubblica pubblicata il 25 aprile, ha confermato che il governo alla luce degli ultimi scandali sta lavorando alla riforma “dei diritti tv e del sistema sport nel suo insieme”: “Ci sta lavorando in modo costante il sottosegretario Lotti. Questione di qualche settimana e presenteremo il nostro progetto”. E secondo il capo del Carroccio è questo il motivo per cui, al di là del patto del Nazareno ormai tramontato, l’ex premier ha rinunciato a fare una guerra a tutto campo al governo Pd-Ncd. Tuttavia Salvini non ha ricordato che Mediaset Premium è ormai fuori dall’orbita del Biscione, essendo stata acquisita da Vivendi nell’ambito dell’intesa che ha portato a uno scambio azionario tra i due gruppi.
Alla domanda su come Berlusconi ricambierebbe un’eventuale benevolenza del governo, o quantomeno una non penalizzazione di Mediaset, Salvini ha chiamato in causa l’opposizione soft portata avanti dagli azzurri e ha citato a titolo di esempio della candidatura per il Campidoglio: “Non c’è alcun motivo per non sostenere Giorgia Meloni – ha commentato -. Insistere su Bertolaso può solo significare che si punta a perdere”. Ovvero non mettere i bastoni tra le ruote al candidato renziano Roberto Giachetti, che stando ai sondaggi non raggiungerebbe il ballottaggio nel caso di un centrodestra unito schierato con la leader di Fratelli d’Italia. Una scelta, quella di Bertolaso, contestata anche da esponenti di primo piano del partito dell’ex Cavaliere, tra cui il capogruppo dei senatori Paolo Romani.
Proprio mercoledì il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è tornato a commentare la notizia della multa da oltre 50 milioni comminata al Biscione dall’Antitrust per la vicenda dell’asta dei diritti tv sul calcio: “C’è da restare allibiti, lo abbiamo già detto: credo che l’Antitrust debba essere a tutela del mercato reale“, ha detto. Al contrario secondo il braccio destro di Berlusconi la decisione dell’authority, contro la quale Mediaset ricorrerà, “non è stata a tutela della concorrenza, ma piuttosto ha creato insicurezza per gli operatori”. “Abbiamo notato un inusitato supersconto per Sky (pagherà 4 milioni, ndr) ottenuto per la sua collaborazione: ci sarebbe da citare l’Amleto di Shakespeare e la Danimarca ma lasciamo perdere….”.
Da Forza Italia è arrivata la replica di Lara Comi, europarlamentare e vicepresidente del Ppe: “Sapevamo che Matteo Salvini fosse dotato di una straordinaria immaginazione, ma non pensavamo che arrivasse al punto tale da affermare che Silvio Berlusconi è sotto scacco di Renzi perché teme una legge che penalizzi Mediaset. Berlusconi ha dimostrato negli anni di agire sempre nell’interesse del partito e dei cittadini”.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.