Tre raid aerei hanno colpito l’ospedale al-Quds di Aleppo, gestito da Medici Senza Frontiere. Tra le vittime, che sono almeno cinquanta, ci sono anche tre bambini e l’ultimo chirurgo pediatra rimasto nella zona controllata dai ribelli, Wasem Maaz. L’Ong che gestisce la struttura afferma inoltre che il raid, avvenuto intorno alla mezzanotte del 27 aprile, ha distrutto l’edificio.
L’esercito della Siria, che in un primo momento era stato indicato come autore del raid, ha negato che siano stati i suoi aerei da guerra a colpire l’ospedale al-Quds ad Aleppo. Lo riferisce la tv di Stato siriana, citando appunto una fonte militare.
A riferire la notizia dell’attacco è stata invece l’emittente al-Jazeera, mentre la conferma arriva dal mediatore per la Siria delle Nazioni unite, Staffan de Mistura, il quale ha detto che il bombardamento aereo contro un ospedale ha “probabilmente provocato la morte dell’ultimo pediatra” della zona. L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha anche invitato le parti in conflitto a rispettare il cessate il fuoco, e sollecitato Russia e Stati Uniti a fare tutto il possibile per salvare il processo di pace.
Le fonti affermano che il raid ha colpito anche abitazioni nel quartiere di Sukkari, dove sorgeva l’ospedale al Quds. Secondo le stesse fonti locali il bilancio è destinato a salire, a causa dell’alto numero di civili gravemente feriti.
L’attivista locale Abdel-Rahman, membro dell’ong White Helmet Civil Defence, ha dichiarato all’agenzia di stampa Dpa: “Abbiamo trenta corpi, 22 sono stati identificati e di otto non conosciamo ancora i nomi”. Secondo il primo bilancio diffuso da Medici senza frontiere, invece, “almeno 14 persone tra pazienti e staff sono rimaste uccise”.
L’organizzazione umanitaria su Twitter spiega che si è trattato di un “attacco aereo diretto”, che la struttura stata distrutta e che fra le vittime ci sono almeno tre medici, tra cui l’ultimo pediatra che era attivo nella città. “Condanniamo la distruzione dell’ospedale al-Quds ad Apello, che priva le persone di assistenza sanitaria essenziale. Gli ospedali non sono un obiettivo“. Sul social network l’organizzazione ha lanciato l’hashtag #NotATarget.
Nell’ospedale ad Aleppo, in Siria, fa sapere ancora l’organizzazione “c’era pronto soccorso, ambulatorio, terapia intensiva e sala operatoria. Ora è tutto distrutto”. La struttura “era il centro di riferimento principale per la pediatria, con 8 medici e 28 infermieri”.
Osservatorio nazionale per i diritti umani: “in sei giorni 140 morti ad Aleppo” – I raid del regime siriano hanno ucciso in soli 6 giorni 140 persone nella città di Aleppo: è il bilancio riferito stamani dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), una piattaforma che dal 2007 monitora le violazioni sul terreno. Secondo il conteggio dell’Ondus, 139 civili sono morti sotto le bombe sganciate da elicotteri e jet di Damasco. Tra i morti si contano 23 tra bambini e adolescenti e 15 donne. I quartieri colpiti sono quelli fuori dal controllo governativo nella parte est della città contesa nel nord del Paese.
Croce Rossa: “Aleppo è sull’orlo del disastro umanitario” – Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) lancia un allarme: “Aleppo – è la denuncia della Croce Rossa- è sull’orlo del disastro umanitario”. Tra gli eventi che preoccupano l’organizzazione, naturalmente, anche questo ultimo raid: “Le intense battaglie che infuriano ad Aleppo, dove un importante ospedale è stato distrutto con gravi perdite di vite umane, stanno mettendo in grave pericolo milioni di persone”.
Il direttore per il Medio Oriente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Robert Mardini, su Twitter, scrive: “Indignati: l’attacco contro l’ospedale Quds di Aleppo supportato dal Cicr è inaccettabile. Medici e pazienti uccisi. Ospedale distrutto”.