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Crotone promosso in Serie A: il Leicester d’Italia parla calabrese

Per la prima volta nella storia i gialloblu nell'olimpo del calcio italiano: un traguardo che nessuno poteva immaginare in estate. Merito di un progetto tra i più seri del panorama calcistico nostrano e del lavoro strepitoso di una rosa in cui convivono giovani di assoluto talento e veterani in cerca di rilancio. Sullo sfondo la richiesta della Dda di Catanzaro i beni del patron Vrenna, accusato da alcuni pentiti di aver intrattenuto rapporti con la 'ndrangheta
Crotone promosso in Serie A: il Leicester d’Italia parla calabrese
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Un miracolo calcistico sul campo. Fuori, le ombre sulla società del presidente Vrenna, i presunti rapporti con la ‘ndrangheta, lo spauracchio del sequestro dei beni, squadra compresa. Che però almeno per questa sera non possono offuscare la gioia di un traguardo atteso per una vita dai tifosi calabresi. Per la prima volta nella sua storia il Crotone è promosso in Serie A. Vent’anni fa giocava in Promozione, in passato decine di campionati in Serie C, Dilettanti ed Interregionali. L’anno prossimo grazie ai gol di Budimir, le parate di Cordaz e le idee tattiche di Ivan Juric sfiderà la Juventus e le grandi del pallone italiano.

Un’impresa impronosticabile a inizio stagione, quando la squadra è partita con l’obiettivo dichiarato della salvezza, ma fino a un certo punto: già due anni fa i rossoblù avevano sfiorato lo storico traguardo, sconfitti ai playoff dal Bari. Sono cambiati quasi tutti i protagonisti, non la formula del successo che è sempre la stessa: sul campo la freschezza di giovani talenti, pescati nei vivai delle big; in panchina le idee vincenti di un tecnico spregiudicato. Da Crotone negli ultimi anni sono passati alcuni dei migliori prospetti del panorama nazionale: Alessandro Florenzi bandiera della Roma, Danilo Cataldi capitano in pectore della Lazio, Federico Bernardeschi pronto a volare a Euro 2016 con l’Italia di Antonio Conte. Sembrava difficile superare il talento di quella squadra, e anche i suoi risultati. Invece il Crotone è riuscito a trasformare un sogno impossibile in realtà.

La promozione in Serie A è arrivata con il risultato sul campo del Modena, ma in realtà era in cassaforte da tempo. Epilogo quasi scontato di una cavalcata trionfale, che ha conosciuto solo una lieve flessione a inizio 2016, alla ripresa del torneo dopo la sosta: le altre, le favorite per la promozione, erano convinte che i calabresi alla lunga sarebbe crollati. Non è successo: in tutti i momenti cruciali, in tutte le partite-chiave (vedi l’incredibile vittoria per 3-2 nei minuti finali a Bari), gli episodi sono sempre girati a loro favore. Ma c’è poco o nulla di fortuna e tutto di merito nella promozione del Crotone, che negli ultimi anni ha sempre lavorato bene sui giovani, grazie ai mille occhi del direttore sportivo Beppe Ursino. I gol di Budimir, centravanti croato pescato nella seconda serie tedesca e ora nel mirino delle big europee. I ricami di Ricci (classe ’94 di proprietà della Roma), le sgroppate sulla fascia di Martella (terzino di grandi prospettive), le parate di Alex Cordaz (uno dei pochi veterani in una squadra di “pulcini”, tutti nati negli Anni Novanta) hanno trasformato la cittadine calabrese nella capitale del bel calcio in Serie B. E la firma più prestigiosa è quella dell’allenatore Ivan Juric, ex calciatore di Genoa, cresciuto alla corte di Gasperini e forse già pronto per superare il maestro.

Adesso che il sogno è realtà il Crotone può puntare addirittura a vincere il torneo, lasciandosi alle spalle la corazzata Cagliari, e a mettere in bacheca il primo trofeo della sua storia. Poi si aggiungerà al lungo elenco delle provinciali terribili, rivelazioni della Serie B, capaci di salire contro ogni pronostico nella massima serie. Se riuscirà a seguire l’esempio dell’Empoli, o anche del Carpi che in questi giorni lotta per una storica salvezza, o resterà soltanto una meteora è presto per dirlo. Le voci di mercato impazzano da settimane: il tecnico Juric è dato per sicuro partente, è già iniziata l’asta per i pezzi pregiati della rosa. Mentre sulla società pende la spada di Damocle della richiesta della Dda di Catanzaro di sequestrare i beni del patron Vrenna, accusato da alcuni pentiti di aver intrattenuto rapporti con la ‘ndrangheta: la prima domanda di sigilli è stata respinta dal tribunale di Crotone, i pm non si sono arresi e l’ultima parola spetterà alla Corte di appello. Per tutte queste ragioni, sportive e non, ripetersi non sarà facile. Ma stasera non è tempo di brutti pensieri: per i suoi tifosi il Crotone è solo un miracolo di pallone. La festa meritata può cominciare.

Twitter: @lVendemiale

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