Gli adulti tacciono. Ed è omertà. I bambini parlano. E ricostruiscono la barbarie. Nel Parco Verde di Caivano è andata così: chi sapeva degli abusi sui minori ha preferito il silenzio, complice. Chi invece quelle violenze le ha subite ha raccontato tutto. E ha evitato altre vittime. 23 marzo 2016, casa-famiglia in cui vive Chiara (nome di fantasia), l’amichetta di Fortuna Loffredo, Chicca, morta a giugno 2014 a sei anni dopo un volo dall’ottavo piano. A spingerla nel vuoto per gli inquirenti è stato Raimondo Caputo, 44 anni. A incastrarlo proprio la testimonianza di Chiara, oggi 11 anni. Anche lei è stata violentata da Caputo, che è il compagno di sua madre. L’uomo è già in carcere da novembre scorso, sempre per violenza sessuale, questa volta su una sorella di Chiara. La madre della piccola, invece, è ai domiciliari: sapeva e non ha detto nulla (leggi). La piccola ricostruisce tutto ciò che ha visto e che le è accaduto. Ad ascoltarla gli inquirenti e una psicologa. Quello che racconta non potranno dimenticarlo: le violenze subite, gli ultimi momenti di vita di Fortuna, il tentativo di tenere tutto segreto, i particolari raccapriccianti della barbarie.
LE VIOLENZE SUBITE E LA CONFESSIONE DI CAPUTO
Pm: “É mai capitato, in una di queste volte che siete rimasti soli, in cui succedevano queste cose, come dici tu, quando ti violentava, di avere parlato della vicenda di Chicca?”
Amichetta: “Sì, quando a me mi violentava. Diceva: ‘Sì, sono stato io, l’ho violentata e l’ho uccisa’”.
Pm: “A chi?”
Amichetta: “A Chicca”.
La bambina riferisce anche che l’uomo riuscì a scoprire la presenza delle microspie sistemate dalle forze dell’ordine e di essersene anche liberato schiacciandole. Poi racconta e descrive le ultime ore di vita di Fortuna Loffredo: il tentativo di violenza, la reazione della piccola, il volo dall’ottavo piano del palazzo dove abitava lei, Chiara, con sua madre. Per il gip le affermazione dell’amica di Chicca e gli elementi che vengono riferiti sono “assolutamente illuminanti ed inoppugnabili“.
LE ULTIME ORE DI VITA DI FORTUNA LOFFREDO
Amichetta: “Mia mamma stava nella cucina. Io stavo lavando per terra. Poi Chicca è venuta a bussare alla porta. Mi ha detto: ‘vuoi giocare?’; ho detto io: ‘aspetta, sto lavando per terra’. Si è seduta sul divano e ha detto: ‘a me mi fanno male le scarpe'”.
A questo punto il pm si fa elencare le persone presenti in casa in quel momento e la piccola risponde che c’erano la mamma, la sorellina, Chicca e Raimondo Caputo. Chicca, riferisce ancora la bambina, esce per andarsi a cambiare le scarpe. Le dice che sarebbe poi ritornata.
Psicologa: “…chi è uscito con lei? Cosa è successo?”
Pm: “É uscito qualcuno, è uscita da sola?”
Amichetta: “con Caputo Raimondo”
Psicologa: “Quindi, è uscita Chicca; poi?”
Amichetta: “Caputo Raimondo”.
La psicologa chiede alla bambina di ricostruire bene l’accaduto e rispondendo al pm, l’amichetta di Chicca riferisce che Raimondo e Chicca sono saliti, invece di scendere. Circostanza che, riferisce ancora la bambina, ha visto anche la mamma. La piccola, una volta finito di lavare a terra chiede alla mamma di accompagnarla a prendere Chicca per giocare. La bambina riferisce che, in compagnia della mamma, ha visto Raimondo Caputo violentare Chicca all’ottavo piano.
Psicologa: “Che stavano facendo?”
Amichetta: “La violentava”.
La psicologa chiede alla bambina di spiegare meglio quest’affermazione, e le chiede se Chicca era in piedi o sdraiata. La bimba risponde che Chicca era sdraiata.
Amichetta: “Anche lui sdraiato e si buttava addosso” a Chicca mentre la bambina “gli dava i calci”.
Psicologa: “Chicca gli dava i calci. Poi cosa succedeva? Cosa vedete?”
Amichetta: “Che lui l’ha buttata giù?”… “la prende in braccio e la butta giù”.
Dalle domande che seguono emerge che, in realtà, la bambina non ha visto il gesto con il quale Chicca è stata lanciata nel vuoto.
Pm: “Pensi che l’ha buttata giù perché poi hai sentito o visto qualcosa?”
Amichetta: “Perché ho sentito le urla”.
La bambina, con la madre, a questo punto – sempre secondo il racconto – scendono al piano sotto l’ottavo. La mamma sviene e Raimondo Caputo le porge un bicchiere d’acqua.
Pm: “Quando avete visto questa cosa, mamma ti ha detto qualcosa?”…”per esempio ‘non dirlo a nessuno’, ‘manteniamo il segreto‘, oppure ‘diciamolo a tutto il Parco Verde‘?”.
Amichetta: “che rimaneva un segreto…”.