“Nessun amico”. È la frase chiave che usa Matteo Renzi per presentare le tanto attese nomine sulla sicurezza. Un vero e proprio valzer di poltrone che disegna la nuova geografia dei posti di comando.

Ecco che Alessandro Pansa, ora capo del dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale, occuperà la poltrona del Dis, l’organismo di coordinamento dei due servizi segreti (Aisi, interno, Aise, esterno) finora occupata dall’ambasciatore Giampiero Massolo. Il nuovo capo della Polizia è invece il prefetto di Roma Franco Gabrielli. Il governo, ha detto Renzi, individuerà “nelle prossime settimane” il nuovo prefetto della capitale. Al servizio segreto civile, Aisi (ex Sisde), cambio tutto all’interno dell’Arma: il generale Arturo Esposito, attuale comandante, sarà sostituito dal suo vice, ed ex capo dei Ros, Mario Parente.

Alla guida della Guardia di finanza, al posto del generale Saverio Capolupo (che andrà in pensione il 24 maggio e svolgerà la funzione di segretario di Stato) va il numero due della Guardia di finanza Giorgio Toschi. Toschi, nato a Chieti, ha già retto il comando dei Reparti speciali delle Fiamme Gialle e ricoperto la carica di ispettore per gli Istituti di istruzione del Corpo. Il fratello Andrea, ex presidente di Banca Arner, è imputato nel processo per truffa ai danni della cassa previdenziale dei giornalisti, l’Inpgi, in quanto ex amministratore della società di gestione del risparmio Adenium. 

L’ammiraglio Valter Girardelli è il nuovo capo di Stato maggiore della Marina Militare. Girardelli, attuale capo di gabinetto del ministro della Difesa, prende il posto dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, in scadenza di mandato dopo essere finito indagato nell’inchiesta di Potenza sul petrolio. Renzi ha ringraziato “l’ammiraglio De Giorgi” per la sua “straordinaria carriera”, alla quale “nessun tipo di polemica può togliere qualcosa”. Il generale dell’Esercito Carmine Masiello è il nuovo consigliere militare di palazzo Chigi. “Era una nomina a cui tenevo molto – ha detto – Masiello ha molte esperienze internazionali e non solo, ed è uno stretto collaboratore del capo di Stato maggiore della Difesa”.

“Nelle settimane scorse ho letto una ridda di nomi che francamente non avevano riscontro come se io volessi mettere qualche amico a capo dei servizi: in un Paese civile e normale – dice il premier – quando si tratta di fare le nomine degli alti vertici istituzionali si scelgono le personalità che hanno comprovata esperienza nei settori. La politica rivendica la facoltà di fare le nomine ma di farle con un criterio di trasparenza totale: sono totalmente istituzionali, non ci sono cordate, c’è un meccanismo per cui esce il capo e ci va il vice, ai servizi va il capo della Polizia…”. 

Della nomina dell’amico Marco Carrai, suo amico e presidente dell’Aeroporto di Firenza Spa, a consulente per la cybersicurezza. Renzi dice di augurarsi che accetti la nomina: “Spero non abbia cambiato idea. Spero che accetti di lavorare con noi. Se accettasse la sua qualità della vita peggiorerebbe, per via del blind trust che dovrebbe fare e per tutti i soldi che perderebbe. Ma quella di palazzo Chigi migliorerebbe”. Il premier si è lamentato di come sia stata trattata la nomina della stampa: “I fatti separati dalle opinioni”. “Ci conosciamo da dieci anni. Ho chiesto a Carrai di darmi una mano nel settore del Big Data – dice Renzi rispondendo a una domanda – spero che non abbia cambiato idea. Io no, spero che venga a lavorare con noi. Si sta parlando delle nomine di staff, spero che lui accetti di venir a lavorare con noi”.  Infine una dichiarazione che sembra un appello: “Spero che Carrai non si sia stancato di leggere il suo nome nel modo in cui l’avete dipinto. Naturalmente la libertà è la bellezza dell’informazione, ma la realtà è la realtà. I fatti separati da opinioni ed in questo periodo ho letto molte opinioni e pochi fatti”.

La nomina dovrebbe arrivare a breve: “La prossima settimana procederò a delle variazioni nel mio staff a Palazzo Chigi come opportuno fare. Nello staff ci sono grandissimi professionisti e altri stanno arrivando. Voglio sia chiaro che c’è differenza tra le nomine istituzionali e le nomine di staff che sono collaboratori del presidente del Consiglio corrente e lasciano quando il premier se ne va. Succede così in tutto il mondo e solo da noi viene una potenziale confusione tra questi due ruoli”.

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