Una cerimonia con tanto di taglio di nastro per riaprire al traffico un viadotto già inaugurato nel lontano 1975. Sembra una boutade, invece è accaduto in Sicilia. Il premier Matteo Renzi è tornato sull’isola per incontrare i sindaci di Catania e Palermo, e ne ha approfittato per partecipare alla cerimonia di riapertura del viadotto Himera sull’autostrada 19 che collega le due principali città della Regione. Si tratta per caso del ponte che esattamente un anno fa era franato spezzando in due la Sicilia? Nossignore. Perché ad essere riaperta al traffico sarà solo la carreggiata parallela, quella cioè che da Catania va verso Palermo: non era stata colpita dalla frana di un anno fa, ma si era comunque deciso di chiuderla per motivi di sicurezza. In pratica i tecnici incaricati dall’Anas hanno verificato che la parte del viadotto risparmiata dal crollo non ha subito danni strutturali: dopo dodici mesi può dunque essere riaperta.
“Le indagini – spiegano dall’Anas – ed in particolare le prove di carico svolte nei giorni scorsi hanno dato indicazioni positive sulla statica dell’opera. Sono stati inoltre installati sistemi di monitoraggio sia per le strutture del viadotto che per la pendice interessata dal movimento franoso”. Dunque via all’inaugurazione bis del viadotto mai crollato, alla presenza del premier in persona, accompagnato per l’occasione dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal presidente di Anas Gianni Vittorio Armani.
E pazienza se la vita degli automobilisti siciliani non è poi cambiata molto: fino ad oggi chi deve recarsi da Palermo a Catania deve comunque uscire allo svincolo di Scillato, imboccare la bretella (aperta solo nell’autunno scorso, mentre nei sei mesi precedenti occorreva percorrere la disastrosa statale 626) e rientrare in autostrada all’altezza di Tremonzelli, in attesa che la carreggiata in direzione opposta venga quindi aperta al doppio senso di marcia (con le inevitabili code che allungheranno in ogni caso i tempi di percorrenza). La parte del ponte Himera franata nell’aprile del 2015, invece, è stata abbattuta nel dicembre scorso: secondo alcune stime i lavori di ricostruzione non termineranno prima del 2018, cioè a tre anni dal crollo e a due dalla inaugurazione bis del tratto parallelo. Ecco perché la cerimonia di riapertura del viadotto mai crollato non ha entusiasmato per nulla i cittadini dell’isola, scatenando al contrario un fiume di polemiche.
“Questa è la prova che quello che dicevamo da sempre era corretto: il tratto autostradale era agibile, ne andava testata subito la staticità, dopo aver abbattuto la carreggiata collassata. Chi ha sbagliato paghi e, soprattutto, risarcisca le imprese siciliane per gli enormi danni subiti inutilmente: ricordiamo inoltre che sul fronte frana, che ha causato tutto ciò, non è stato fatto praticamente nulla”, dicono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, mentre persino Gianfranco Micciché, tornato a coordinare Forza Italia sull’isola, definisce l’inaugurazione del viadotto come “una bufala a danno dei siciliani da fare invidia al Totòtruffa che vende la fontana di Trevi”.
Un commento al vetriolo arriva pure da Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo, comune che era rimasto isolato dopo il crollo del viadotto autostradale. “Consiglierei a Faraone (Davide, sottosegretario all’Istruzione ndr) e Renzi di risparmiarci la cerimonia della riapertura della carreggiata del viadotto Himera, diversamente dovremmo ricordagli che è stata una quasi truffa la bretella e che nel Patto per la Sicilia che andrà a presentare al teatro Politeama non c’è un euro per i dissesti della vallata dell’Himera che incombono sui piloni dell’autostrada”, dice il primo cittadino. Il premier, intervenendo alla cerimonia di riapertura, ha risposto così alle voci critiche: “Ci sono state polemiche quando abbiamo detto che saremmo venuti qua per riaprire il viadotto. Che venite a fare? Non è una inaugurazione. Esatto non è una inaugurazione. La nostra priorità numero uno è quella di riaprire le strade che erano chiuse e fare manutenzione per evitare che crollino”.
E dire che la vigilia della trasferta siciliana di Renzi era stata caratterizzata anche da una sorta di giallo, tutto interno allo stato attuale delle infrastrutture dell’isola. Nella sua enews di mercoledì 27 aprile, infatti, il premier scriveva: “Sabato pomeriggio, Sicilia: riapriamo una delle arterie a quattro corsie chiuse dopo i crolli degli scorsi mesi (ricordate gli impegni per rimettere a posto le strade in Sicilia?)”. Arterie a quattro corsie in Sicilia? Panico tra i vertici siciliani dell’Anas, che al sito meridionews.it ammettevano candidamente: “Che strada riapriremo? Stiamo cercando di capirlo anche noi”. “Dopo l’annuncio di Renzi è scattato una sorta di toto inaugurazione: sono così tante le strade chiuse in Sicilia che ci si interrogava su quale fosse l’inaugurazione annunciata dal premier”, era invece il commento sarcastico di Giancarlo Cancelleri, deputato del M5s. E in effetti, come documentato da Ilfattoquotidiano.it dopo il crollo del viadotto Himera, lo stato delle infrastrutture sull’isola somiglia sempre più ad una rete viaria da terzo mondo, tra illuminazioni assenti, manti stradali deformati, gallerie senza aereatori e una viabilità interna praticamente ferma al periodo dei Borbone. Poco male, però, perché Renzi si riferiva alla carreggiata del viadotto Himera, quella mai crollata e quindi pronta per essere riaperta. Dalla prima inaugurazione sono passati appena 41 anni: in pratica è coetanea del premier.
Politica
Sicilia, Renzi inaugura viadotto Himera. Ma è la carreggiata che non è mai crollata e fu “battezzata” la prima volta nel 1975
Il premier riapre al traffico il viadotto sull'autostrada tra Catania e Palermo: è il tratto di strada mai franato e riaperto dopo i controlli di sicurezza. Il sindaco di Caltavuturo: "Dovremmo ricordargli che nel Patto per la Sicilia non c'è un euro per i dissesti della vallata dell'Himera che incombono sui piloni dell'autostrada". Il premier: "Non è un'inaugurazione, ma una riapertura"
Una cerimonia con tanto di taglio di nastro per riaprire al traffico un viadotto già inaugurato nel lontano 1975. Sembra una boutade, invece è accaduto in Sicilia. Il premier Matteo Renzi è tornato sull’isola per incontrare i sindaci di Catania e Palermo, e ne ha approfittato per partecipare alla cerimonia di riapertura del viadotto Himera sull’autostrada 19 che collega le due principali città della Regione. Si tratta per caso del ponte che esattamente un anno fa era franato spezzando in due la Sicilia? Nossignore. Perché ad essere riaperta al traffico sarà solo la carreggiata parallela, quella cioè che da Catania va verso Palermo: non era stata colpita dalla frana di un anno fa, ma si era comunque deciso di chiuderla per motivi di sicurezza. In pratica i tecnici incaricati dall’Anas hanno verificato che la parte del viadotto risparmiata dal crollo non ha subito danni strutturali: dopo dodici mesi può dunque essere riaperta.
“Le indagini – spiegano dall’Anas – ed in particolare le prove di carico svolte nei giorni scorsi hanno dato indicazioni positive sulla statica dell’opera. Sono stati inoltre installati sistemi di monitoraggio sia per le strutture del viadotto che per la pendice interessata dal movimento franoso”. Dunque via all’inaugurazione bis del viadotto mai crollato, alla presenza del premier in persona, accompagnato per l’occasione dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal presidente di Anas Gianni Vittorio Armani.
E pazienza se la vita degli automobilisti siciliani non è poi cambiata molto: fino ad oggi chi deve recarsi da Palermo a Catania deve comunque uscire allo svincolo di Scillato, imboccare la bretella (aperta solo nell’autunno scorso, mentre nei sei mesi precedenti occorreva percorrere la disastrosa statale 626) e rientrare in autostrada all’altezza di Tremonzelli, in attesa che la carreggiata in direzione opposta venga quindi aperta al doppio senso di marcia (con le inevitabili code che allungheranno in ogni caso i tempi di percorrenza). La parte del ponte Himera franata nell’aprile del 2015, invece, è stata abbattuta nel dicembre scorso: secondo alcune stime i lavori di ricostruzione non termineranno prima del 2018, cioè a tre anni dal crollo e a due dalla inaugurazione bis del tratto parallelo. Ecco perché la cerimonia di riapertura del viadotto mai crollato non ha entusiasmato per nulla i cittadini dell’isola, scatenando al contrario un fiume di polemiche.
“Questa è la prova che quello che dicevamo da sempre era corretto: il tratto autostradale era agibile, ne andava testata subito la staticità, dopo aver abbattuto la carreggiata collassata. Chi ha sbagliato paghi e, soprattutto, risarcisca le imprese siciliane per gli enormi danni subiti inutilmente: ricordiamo inoltre che sul fronte frana, che ha causato tutto ciò, non è stato fatto praticamente nulla”, dicono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, mentre persino Gianfranco Micciché, tornato a coordinare Forza Italia sull’isola, definisce l’inaugurazione del viadotto come “una bufala a danno dei siciliani da fare invidia al Totòtruffa che vende la fontana di Trevi”.
Un commento al vetriolo arriva pure da Domenico Giannopolo, sindaco di Caltavuturo, comune che era rimasto isolato dopo il crollo del viadotto autostradale. “Consiglierei a Faraone (Davide, sottosegretario all’Istruzione ndr) e Renzi di risparmiarci la cerimonia della riapertura della carreggiata del viadotto Himera, diversamente dovremmo ricordagli che è stata una quasi truffa la bretella e che nel Patto per la Sicilia che andrà a presentare al teatro Politeama non c’è un euro per i dissesti della vallata dell’Himera che incombono sui piloni dell’autostrada”, dice il primo cittadino. Il premier, intervenendo alla cerimonia di riapertura, ha risposto così alle voci critiche: “Ci sono state polemiche quando abbiamo detto che saremmo venuti qua per riaprire il viadotto. Che venite a fare? Non è una inaugurazione. Esatto non è una inaugurazione. La nostra priorità numero uno è quella di riaprire le strade che erano chiuse e fare manutenzione per evitare che crollino”.
E dire che la vigilia della trasferta siciliana di Renzi era stata caratterizzata anche da una sorta di giallo, tutto interno allo stato attuale delle infrastrutture dell’isola. Nella sua enews di mercoledì 27 aprile, infatti, il premier scriveva: “Sabato pomeriggio, Sicilia: riapriamo una delle arterie a quattro corsie chiuse dopo i crolli degli scorsi mesi (ricordate gli impegni per rimettere a posto le strade in Sicilia?)”. Arterie a quattro corsie in Sicilia? Panico tra i vertici siciliani dell’Anas, che al sito meridionews.it ammettevano candidamente: “Che strada riapriremo? Stiamo cercando di capirlo anche noi”. “Dopo l’annuncio di Renzi è scattato una sorta di toto inaugurazione: sono così tante le strade chiuse in Sicilia che ci si interrogava su quale fosse l’inaugurazione annunciata dal premier”, era invece il commento sarcastico di Giancarlo Cancelleri, deputato del M5s. E in effetti, come documentato da Ilfattoquotidiano.it dopo il crollo del viadotto Himera, lo stato delle infrastrutture sull’isola somiglia sempre più ad una rete viaria da terzo mondo, tra illuminazioni assenti, manti stradali deformati, gallerie senza aereatori e una viabilità interna praticamente ferma al periodo dei Borbone. Poco male, però, perché Renzi si riferiva alla carreggiata del viadotto Himera, quella mai crollata e quindi pronta per essere riaperta. Dalla prima inaugurazione sono passati appena 41 anni: in pratica è coetanea del premier.
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Sicilia, Renzi inaugura tratto dell’A19. Quello non travolto dalla frana
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.