A maggio del 2012 Franco Bastia e sua moglie Giancarla, residenti ad Alberone (in provincia di Ferrara), hanno perso la casa per colpa del terremoto. Oggi, dopo aver trascorso gli ultimi quattro anni in un container, con 520mila euro di contributi pubblici l’hanno finalmente ricostruita, ma a causa dell’autostrada Cispadana, e salvo cambi nel tracciato, la loro abitazione sarà presto espropriata e poi demolita. “E’ una storia che ha dell’incredibile – racconta il figlio Michele Bastia a ilfattoquotidiano.it – prima il terremoto, poi la lunga trafila burocratica per ottenere i contributi alla ricostruzione, e ora questo. Com’è possibile che il Comune di Cento e la Regione Emilia Romagna, quando hanno esaminato il progetto relativo alla casa dei miei genitori, non si siano accorti che sul loro terreno dovrà passare l’autostrada? E pensare che già nel 2011, secondo quanto ci ha detto l’Arc, la società Autostrada regionale Cispadana, vennero dei tecnici qui ad Alberone per effettuare rilievi relativi al tracciato”.
Per il sindaco di Cento, Piero Lodi, la colpa del paradosso, però, non è delle istituzioni locali, ma della burocrazia. La vicenda dei Bastia, infatti, inizia 4 anni fa, quando le scosse rendono l’abitazione dei due coniugi inagibile, e la famiglia avvia le pratiche per poter procedere prima all’abbattimento, e poi alla riedificazione di una nuova casa in via Colombarina Imperiale 26. “Il progetto è stato vagliato dal Comune di Cento e poi dalla Regione, e infine il 20 aprile dell’anno scorso a mio padre è stata rilasciata la concessione edilizia per la ricostruzione a causa del sisma”, con l’ordinanza 164 del 13 agosto 2015. Per i lavori, alla famiglia è stato riconosciuto un rimborso di 520mila euro, e in un anno la ditta incaricata dai Bastia ha praticamente ultimato l’opera, tanto che tra il 20 e il 31 maggio 2016 i coniugi potranno lasciare il container abitativo di 20 metri quadrati dove attualmente vivono per rientrare in casa.
“Nemmeno il tempo di festeggiare”, ha spiegato Bastia, “che pochi giorni fa il sindaco di Cento convoca un’assemblea cittadina ad Alberone per parlare della Cispadana, e abbiamo saputo che l’ipotesi di tracciato deliberata dal Consiglio dei ministri passerà proprio da Alberone, e più precisamente sul nostro terreno”. Così Franco ha contattato la società Arc per chiedere spiegazioni. “Il tecnico ci ha detto che sì, se il tracciato verrà confermato il nostro terreno sarà espropriato, e la casa demolita. Ma io mi chiedo: vi pare giusto che due persone di 65 anni debbano subire per la seconda volta, oltre al terremoto, un disagio del genere?”. La lettera di esproprio i Bastia non l’hanno ancora ricevuta, tuttavia è questione di poco tempo: i cantieri per realizzare l’infrastruttura, 67 chilometri tra il casello di Reggiolo-Rolo, dove si raccorda con l’autostrada A22 del Brennero, e quello di Ferrara Sud, A13 Bologna-Padova, dovrebbero partire entro il 2017.
Bastia ha scritto alla Regione Emilia Romagna per denunciare la situazione: “Questa storia”, ha concluso, “comporterà un enorme spreco di soldi pubblici. Bastava che il Comune di Cento ci avesse delocalizzati ai tempi della ricostruzione, e noi avremmo costruito da un’altra parte”.
A giustificare la situazione è il primo cittadino Pd di Cento Piero Lodi: “Il problema è che fino a fine 2015, il tracciato preso in considerazione per la Cispadana era diverso”. Il percorso autostradale che attraversa Alberone, e quindi anche la proprietà dei Bastia, infatti, fu considerato e poi scartato nel 2011, su richiesta dello stesso Comune e della Regione, proprio perché sarebbe dovuto passare nel cuore del paese, e si ipotizzò un percorso alternativo, che avrebbe portato l’infrastruttura al di fuori del centro abitato. “Ma rimaneva un problema di vincoli paesaggistici, così, senza consultare nessuno, a febbraio il ministero dei Beni Culturali e quello all’Ambiente hanno deciso di tornare al vecchio tracciato”. Cento, infatti, ha il vincolo sul 70% del territorio. “Qualche burocrate a Roma”, continua Lodi, “pensando di essere il più intelligente di tutti, ha tracciato una linea nell’unica fetta di territorio non vincolata a livello paesaggistico, senza accorgersi che stava passando sopra alle abitazioni – spiega Lodi – e il dramma è che il consiglio dei ministri, per sbloccare l’opera, si è espresso su quest’ultima soluzione. Che non solo mette a rischio decine di case, ma passa a 300 metri dall’asilo nido che stiamo costruendo. E’ folle, ma non credo sia una decisione politica. E’ colpa della burocrazia”.
Il 5 maggio, quindi, la città a guida Pd organizzerà un presidio per dire no alla Cispadana con questo tracciato, designato dal governo Renzi: “A noi l’autostrada serve – sottolinea Lodi, che contro l’attuale tracciato farà ricorso al Tar – ma non a queste condizioni”. Ma per la Lega Nord, contraria all’opera assieme a Legambiente, Wwf e M5S, la responsabilità è del Pd, sia locale, sia nazionale. “Comune e Regione non potevano non sapere, di tracciati si parla dal 2011 – attacca Alan Fabbri, capogruppo del Carroccio in Regione – il disagio e il dolore di Bastia pesano sulla coscienza del Pd. In più, l’operazione rischia di mandare a monte oltre 1 milione di soldi pubblici”.
Cronaca
Terremoto Emilia, casa ricostruita con i soldi pubblici: appena finita è già da abbattere. “Ci passerà l’autostrada”
La famiglia Bastia a fine maggio lascerà il container dove vive da quattro anni per entrare nella nuova abitazione. Ma a causa del cambio del tracciato della Cispadana voluto dal governo hanno scoperto che sarà espropriata e distrutta: "Sprecati 500mila euro di rimborsi dallo Stato". Il sindaco dem si difende: "Colpa della burocrazia"
A maggio del 2012 Franco Bastia e sua moglie Giancarla, residenti ad Alberone (in provincia di Ferrara), hanno perso la casa per colpa del terremoto. Oggi, dopo aver trascorso gli ultimi quattro anni in un container, con 520mila euro di contributi pubblici l’hanno finalmente ricostruita, ma a causa dell’autostrada Cispadana, e salvo cambi nel tracciato, la loro abitazione sarà presto espropriata e poi demolita. “E’ una storia che ha dell’incredibile – racconta il figlio Michele Bastia a ilfattoquotidiano.it – prima il terremoto, poi la lunga trafila burocratica per ottenere i contributi alla ricostruzione, e ora questo. Com’è possibile che il Comune di Cento e la Regione Emilia Romagna, quando hanno esaminato il progetto relativo alla casa dei miei genitori, non si siano accorti che sul loro terreno dovrà passare l’autostrada? E pensare che già nel 2011, secondo quanto ci ha detto l’Arc, la società Autostrada regionale Cispadana, vennero dei tecnici qui ad Alberone per effettuare rilievi relativi al tracciato”.
“Nemmeno il tempo di festeggiare”, ha spiegato Bastia, “che pochi giorni fa il sindaco di Cento convoca un’assemblea cittadina ad Alberone per parlare della Cispadana, e abbiamo saputo che l’ipotesi di tracciato deliberata dal Consiglio dei ministri passerà proprio da Alberone, e più precisamente sul nostro terreno”. Così Franco ha contattato la società Arc per chiedere spiegazioni. “Il tecnico ci ha detto che sì, se il tracciato verrà confermato il nostro terreno sarà espropriato, e la casa demolita. Ma io mi chiedo: vi pare giusto che due persone di 65 anni debbano subire per la seconda volta, oltre al terremoto, un disagio del genere?”. La lettera di esproprio i Bastia non l’hanno ancora ricevuta, tuttavia è questione di poco tempo: i cantieri per realizzare l’infrastruttura, 67 chilometri tra il casello di Reggiolo-Rolo, dove si raccorda con l’autostrada A22 del Brennero, e quello di Ferrara Sud, A13 Bologna-Padova, dovrebbero partire entro il 2017.
Bastia ha scritto alla Regione Emilia Romagna per denunciare la situazione: “Questa storia”, ha concluso, “comporterà un enorme spreco di soldi pubblici. Bastava che il Comune di Cento ci avesse delocalizzati ai tempi della ricostruzione, e noi avremmo costruito da un’altra parte”.
A giustificare la situazione è il primo cittadino Pd di Cento Piero Lodi: “Il problema è che fino a fine 2015, il tracciato preso in considerazione per la Cispadana era diverso”. Il percorso autostradale che attraversa Alberone, e quindi anche la proprietà dei Bastia, infatti, fu considerato e poi scartato nel 2011, su richiesta dello stesso Comune e della Regione, proprio perché sarebbe dovuto passare nel cuore del paese, e si ipotizzò un percorso alternativo, che avrebbe portato l’infrastruttura al di fuori del centro abitato. “Ma rimaneva un problema di vincoli paesaggistici, così, senza consultare nessuno, a febbraio il ministero dei Beni Culturali e quello all’Ambiente hanno deciso di tornare al vecchio tracciato”. Cento, infatti, ha il vincolo sul 70% del territorio. “Qualche burocrate a Roma”, continua Lodi, “pensando di essere il più intelligente di tutti, ha tracciato una linea nell’unica fetta di territorio non vincolata a livello paesaggistico, senza accorgersi che stava passando sopra alle abitazioni – spiega Lodi – e il dramma è che il consiglio dei ministri, per sbloccare l’opera, si è espresso su quest’ultima soluzione. Che non solo mette a rischio decine di case, ma passa a 300 metri dall’asilo nido che stiamo costruendo. E’ folle, ma non credo sia una decisione politica. E’ colpa della burocrazia”.
Il 5 maggio, quindi, la città a guida Pd organizzerà un presidio per dire no alla Cispadana con questo tracciato, designato dal governo Renzi: “A noi l’autostrada serve – sottolinea Lodi, che contro l’attuale tracciato farà ricorso al Tar – ma non a queste condizioni”. Ma per la Lega Nord, contraria all’opera assieme a Legambiente, Wwf e M5S, la responsabilità è del Pd, sia locale, sia nazionale. “Comune e Regione non potevano non sapere, di tracciati si parla dal 2011 – attacca Alan Fabbri, capogruppo del Carroccio in Regione – il disagio e il dolore di Bastia pesano sulla coscienza del Pd. In più, l’operazione rischia di mandare a monte oltre 1 milione di soldi pubblici”.
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La Camera respinge la sfiducia a Santanchè: “Sulle dimissioni rifletterò”. Conte: “Siete responsabili di un disastro morale”. Schlein: “Meloni ancora in fuga”
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Tel Aviv, 25 feb. (Adnkronos) - Ofri Bibas, sorella dell'ostaggio liberato Yarden Bibas, ha criticato duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonché i notiziari, gli utenti dei social media e i diplomatici pubblici, per aver descritto in dettaglio, contro la volontà della famiglia, gli omicidi avvenuti durante la prigionia della moglie di Yarden, Shiri, e dei suoi figli piccoli Ariel e Kfir. Pubblicare tali informazioni nonostante le ripetute richieste della famiglia è stato "un abuso fine a se stesso nei confronti di una famiglia che ha attraversato 16 mesi di inferno e che deve ancora affrontare il peggio", ha sritto Ofri Bibas su Facebook.
Netanyahu ha descritto l'omicidio dei ragazzi in modo molto dettagliato in un discorso tenuto davanti all'America Israel Public Action Committee e, mentre teneva in mano una foto delle vittime, durante una cerimonia militare tenutasi ieri, in seguito alla quale, la famiglia Bibas ha inviato una lettera di diffida a Netanyahu e ad altri uffici governativi, chiedendo loro di smettere di pubblicare dettagli non approvati sugli omicidi, riporta il sito di notizie Ynet.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - "Questa decisione lacera l'indipendenza di una stampa libera negli Stati Uniti". Lo ha detto il presidente della White House Correspondents' Association Eugene Daniels, criticando l'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver affermato che d'ora in poi sarà lei stessa a decidere quali giornalisti potranno seguire gli eventi della Casa Bianca. "In un paese libero, i leader non devono scegliere le testate" da accreditare, ha aggiunto.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato durante il briefing di oggi che l'amministrazione determinerà quali organi di stampa faranno parte del pool stampa della Casa Bianca. Attualmente la White House Correspondents Association aiuta a coordinare la copertura del pool.
La Leavitt ha affermato che alle "testate tradizionali" sarà comunque consentito di unirsi al pool, ma ha osservato che l'amministrazione consentirà l'adesione anche ad altri siti. "Sono orgogliosa di annunciare che restituiremo il potere alle persone che leggono i vostri giornali, che guardano i vostri programmi televisivi e che ascoltano le vostre stazioni radio", ha aggiunto.
(Adnkronos) - L'indagine su Twitter International Uk vede due indagati - si tratta di due ex amministratori (un irlandese e un indiano) - che si sono succeduti negli ultimi anni alla guida del social poi rilevato da Elon Musk a fine 2022. L'indagine nasce da un controllo fiscale della Gdf, concluso ad aprile 2024, proprio sulla piattaforma americana, che oggi si chiama 'X', sulla scia delle stesse verifiche fatte su Meta. Il fascicolo è affidato dal pm Giovanni Polizzi, già protagonista di altre indagini sui colossi del web.
Il punto centrale del fascicolo affidato a Polizzi, lo stesso che si è occupato dell'inchiesta su Meta, è l'idea che debbano essere tassate come transazioni commerciali le iscrizioni gratuite alle piattaforme online in cambio della cessione dei propri dati personali, che hanno un valore economico, visto che consentono la profilazione degli utenti.
Solo lo scorso dicembre la procura di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei rappresentanti legali della società di diritto irlandese Meta, titolare dei social Facebook e Instagram. L'inchiesta - ancora aperta - ipotizza per il colosso l'omessa dichiarazione e mancato pagamento - tra il 2015 e il 2021 - dell'Iva per un totale di oltre 877 milioni di euro.
Washington, 25 feb. (Adnkronos) - La Casa Bianca attribuisce il grosso livido sulla mano destra di Donald Trump, che era visibile durante l'incontro di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron, alle strette di mano del presidente americano.
"Il presidente Trump è un uomo del popolo", ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, aggiungendo: "Il suo impegno è incrollabile e lo dimostra ogni singolo giorno. Il presidente Trump ha lividi sulla mano perché lavora costantemente e stringe mani tutto il giorno, tutti i giorni".
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - Sono due i momenti della replica di Daniela Santanchè sottolineati dalle opposizioni, che oggi hanno votato compatte la mozione di sfiducia alla ministra del Turismo. Il primo quello sull''intemerata' del tacco 12 e il glamour, della sinistra che odia la ricchezza. Un tentativo di 'buttarla in caciara' e uscire dal merito, grave, della vicenda, dicono le opposizioni. L'altro passaggio è meno di colore e più inquietante, sostengono, ed è quando la ministra ha detto che alla prossima udienza valuterà le dimissioni "ma lo farò da sola - ha scandito- con me stessa, senza nessuna costrizione e forzatura". Una sottolineatura che, secondo le opposizioni, è un chiaro messaggio a Giorgia Meloni. E fa crescere l'interrogativo: perché la premier Meloni si fa trattare in questo modo? E' la domanda dei parlamentari di minoranza in Transatlantico.
Giuseppe Conte intervenendo in aula nelle dichiarazioni di voto ha dato una sua versione: "Ci sono solo due plausibili spiegazioni. La prima è che lei, Santanchè, ricatta Meloni. Può darsi che all'opposizione abbiate condiviso segreti che oggi mettono in imbarazzo la presidente del Consiglio e allora comprenderemmo perché ogni giorno Meloni dice che non è ricattabile... La seconda è che Fdi dopo aver avuto come motto 'legge e ordine', oggi che siete al potere si sentite casta intoccabile. Il caso Delmastro è l'esempio di questa vostra convinzione di essere al di sopra della legge".
Anche Elly Schlein si rivolge alla premier Meloni: "Cosa le impedisce di far dimettere Santanchè? Come è possibile accettare in silenzio, dopo che Santanchè ha detto che del pressing di Fdi se ne frega, che lei e solo lei decide se dimettersi come se non esistesse una presidente del Consiglio?". E insiste: "Meloni è stata campionessa mondiale di richieste di dimissioni e oggi ha disertato quest'aula, come fa non vergognarsi della sua incoerenza, come fa a non rendersi conto di quanto sia vigliacco il suo atteggiamento di continua fuga da quest'aula e dalla realtà? Dove si è nascosta la premier? Forse sta registrando un altro video, un contributo da inviare a una convention fra motoseghe e saluti nazisti?".
Conte ribatte anche al passaggio 'tacco 12' della ministra: "Lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo, la disonestà". Una questione, quella dei tacchi e delle borsette, che fa sbottare Schlein: "Lei viene qui a difendere le borsette, chi difende gli italiani dalla bollette? Noi non siamo qui per fare un processo ma per porre una gigantesca questione di opportunità politica: davanti ad accuse così gravi, per non ledere le istituzioni, avrebbe dovuto dimettersi".
La segretaria del Pd si rivolge quindi alla maggioranza: "Speriamo in un sussulto della maggioranza e dei singoli parlamentari. Se oggi salvate Santanchè dimostrate che a voi interessa difendere i vostri più che difendere l'onore delle istituzioni. Questa non è difesa nazionale, è difesa tribale". Per Elisabetta Piccolotti che interviene a nome di Avs, "il problema non è la ricchezza della ministra, il problema è che quando si è ricchi e non si pagano" gli stipendi ai lavoratori e si umiliano "le persone più povere".
Anche Iv, Più Europa e Azione che non avevano sottoscritto la mozione di sfiducia, hanno comunque dichiarato il voto a favore in aula. "Noi sappiamo che la mozione di sfiducia non sarà approvata, ma chiunque si è accorto che la ministra Santanchè non è sfiduciata da coloro che hanno presentato questa mozione ma dalla sua stessa maggioranza, dalla premier Meloni", dice Davide Faraone di Iv. Per Azione Antonio D'Alessio spiega: "Le mozioni di sfiducia non ci piacciono" e "la ministra non è colpevole fino a prova contraria" ma "è il quadro complessivo che finisce con il restituirci una politica rispetto alla quale scivolano via situazioni che non consentono una azione della ministra libera di condizionamenti". Linea simile a Riccardo Magi di Più Europa: "Per noi Santanché dovrebbe dimettersi" non per le questioni giudiziarie, ma "perché ha inanellato una serie di fallimenti da ministro". Intanto in serata l'aula ha respinto la sfiducia con 206 voti.
Londra, 25 feb. (Adnkronos/Afp) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha confermato che ospiterà colloqui sull'Ucraina con gli alleati nel fine settimana, dopo essere tornato dall'incontro con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. "Ospiterò diversi paesi questo fine settimana per continuare a discutere di come procedere insieme come alleati alla luce della situazione che ci troviamo ad affrontare", ha detto ai giornalisti.