E mentre l’Italia viene piegata dalla storia che, nonostante i legislatori retrogradi, sonnolenti e volgari, distribuisce diritti alle coppie di omogenitori e ai loro figli grazie ai tribunali (seconda sentenza definitiva pochi giorni fa), mentre fatichiamo a scalare senza imbracatura la parete liscia di stigma, pregiudizio e ignoranza, mi accorgo che forse i veri nemici delle famiglie same-sex non sono i preti e i loro amici, e nemmeno le destre nostrane. No. I veri nemici li abbiamo in casa, e sono i nostri padri. Sì, coloro che, come leggevo in un bellissimo articolo su Meryl Streep, pubblicato da Vanity Fair, sono “Sophisticated in superficial ways but still expecting the fulfillment of promises made in the more pious Eisenhower era”.
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E’ proprio vero, i nostri padri erano superficialmente sofisticati, ma aspettavano ancora di compiere le promesse più pie (conservatrici/moraliste) degli anni ’50. Nascosti dietro alla narrativa femminista che professava l’amore libero, potevano perpetuare un comportamento coerente ai loro padri e ai loro nonni, riuscendo a far trionfare ancora una volta l’uomo promiscuo che vive la sua vita, professionale e personale, lontano dalla famiglia. Ma forse anche le nostre mamme erano vittime del patriarcato, nonostante fossero femministe. Mi chiedo: non sarà forse che, nel gridarsi proprietarie di quell’utero che oggi preferiscono gestito da altri pur di non metterlo a disposizione di qualcuno (magari maschi…), si sono a tal punto identificate con la visione maschile della femminilità (= utero, riproduzione) da non riuscire, oggi, a far parte della contemporaneità, per esempio accettando le donne trans? Sono i nostri padri e le nostre madri (un Galli della Loggia, una Lucetta Scaraffia – sua compagna, una Silvia Veggetti Finzi, le donne di “Se non ora quando”, Comencini Cristina in testa, la durissima Adriana Cavarero, e la lista è lunghissima), oggi, ad essersi ritrovati davvero impreparati quando i loro figli e loro figlie hanno stravolto l’identità di genere.
Il fatto è che i veri rivoluzionari non sono stati loro, ma i padri della nostra generazione, classe ’70 e dintorni per intenderci: i padri di oggi. Sì, loro che pienamente esercitano il diritto e il dovere di educare e far crescere i figli, per esempio stando a casa coi bambini mente la madre va a lavorare. Sono loro che aprono la porta alle coppie di uomini gay con figli. Sono loro ad aver cambiato l’immaginario, tanto che tutto il mondo sta adeguando la giurisprudenza per inscrivere nei vari codici la genitorialità same-sex, anche per le coppie di uomini. Me la prendo insomma con quelle ex femministe (sono misogina?) che, dopo aver ribaltato il mondo per consegnarcelo più libero, oggi frenano il virtuoso corso della storia che vorrebbe distribuire diritti democraticamente e in modo inclusivo, inchiodate a un utero, considerato parte per il tutto, che non permette di vivere nella fluidità dell’identità (e dell’orientamento sessuale!).
Ed eccomi a ribattere:
- Ci avete insegnato, care mamme, a riconoscere il primato femminile nella procreazione, e ve ne siamo grate. Ma se questo significa rifiutare il valore della genitorialità fuori della procreazione, o non poter determinare in libertà come trattare il proprio corpo, o considerare “meno donne” coloro che non si riproducono, per noi non va più bene, perché oggi le ideologie hanno lasciato il posto alle esperienze libere di sé.
- Ci avete insegnato la cultura della differenza sessuale, ed è stato un punto di non ritorno per la nostra evoluzione. Ma la biologia non può essere la misura di tutto, specialmente oggi, dove l’ipocrisia ottocentesca che permetteva ai padri di fingersi tali a discapito dei donatori occasionali non è più perpetrabile grazie all’esistenza delle banche del seme. Come potete parlare di emancipazione se restate attaccate alla biologia del vostro corpo? Davvero, come hanno sempre voluto i maschi, vi identificate esclusivamente con l’utero, con la fisiologica capacità di riprodurvi? Davvero non riconoscete il valore dell’attaccamento, di relazioni significative, al di là del primo legame con chi ci ha partorito? Una donna che partorisce per forza è madre più di una che adotta con amore?
Sylviane Agacinski, celebre femminista francese, scrive: “La maternità surrogata spesso è basata sullo sfruttamento delle donne più povere […]. Queste transazioni inique implicano un consenso da parte di donne poco informate, o del tutto disinformate, una scarsa remunerazione, una coercizione, una insufficienza di assistenza medica nonché gravi rischi per la salute, a corto e lungo termine, delle donne che accettano la gestazione per altri”, e firma un appello (Stop surrogacy now) che dice: “Anche se non c’è scambio di denaro, ogni pratica che espone le donne e i bambini a tali rischi deve essere vietata”. Per noi non va bene fare di tutta l’erba un fascio. Ogni donna ha il diritto di decidere del proprio destino, anzi ogni essere umano.
Chi siamo noi per sapere che tutte le donne sono inconsapevoli, disinformate, sfruttate? Chi siamo noi per decidere che ogni donna che acconsente alla gpa, anche se ben pagata e informata correttamente, non ha il senso della propria femminilità e integrità? Noi crediamo, care mamme, che sia possibile connettere i desideri di alcune/i e la disponibilità di una donna a portare avanti una gravidanza per loro. Noi rifiutiamo l’idea dell’uomo barbaro e della donna manipolata o manipolabile. Un grazie particolare va quindi ai nuovi padri e alle nuove famiglie, e non mi riferisco tanto a quelle omogenitoriali, ma soprattutto alle famiglie eteroparentali che sostengono tutte le famiglie se basate sull’amore, il rispetto e la cura dei figli, e che sono scese in piazza, il 30 aprile, per festeggiare le famiglie arcobaleno, famiglie come le altre.
Eugenia Romanelli
Scrittrice, giornalista e docente
Società - 3 Maggio 2016
Famiglie arcobaleno, i veri rivoluzionari sono i nuovi padri
E mentre l’Italia viene piegata dalla storia che, nonostante i legislatori retrogradi, sonnolenti e volgari, distribuisce diritti alle coppie di omogenitori e ai loro figli grazie ai tribunali (seconda sentenza definitiva pochi giorni fa), mentre fatichiamo a scalare senza imbracatura la parete liscia di stigma, pregiudizio e ignoranza, mi accorgo che forse i veri nemici delle famiglie same-sex non sono i preti e i loro amici, e nemmeno le destre nostrane. No. I veri nemici li abbiamo in casa, e sono i nostri padri. Sì, coloro che, come leggevo in un bellissimo articolo su Meryl Streep, pubblicato da Vanity Fair, sono “Sophisticated in superficial ways but still expecting the fulfillment of promises made in the more pious Eisenhower era”.
E’ proprio vero, i nostri padri erano superficialmente sofisticati, ma aspettavano ancora di compiere le promesse più pie (conservatrici/moraliste) degli anni ’50. Nascosti dietro alla narrativa femminista che professava l’amore libero, potevano perpetuare un comportamento coerente ai loro padri e ai loro nonni, riuscendo a far trionfare ancora una volta l’uomo promiscuo che vive la sua vita, professionale e personale, lontano dalla famiglia. Ma forse anche le nostre mamme erano vittime del patriarcato, nonostante fossero femministe. Mi chiedo: non sarà forse che, nel gridarsi proprietarie di quell’utero che oggi preferiscono gestito da altri pur di non metterlo a disposizione di qualcuno (magari maschi…), si sono a tal punto identificate con la visione maschile della femminilità (= utero, riproduzione) da non riuscire, oggi, a far parte della contemporaneità, per esempio accettando le donne trans? Sono i nostri padri e le nostre madri (un Galli della Loggia, una Lucetta Scaraffia – sua compagna, una Silvia Veggetti Finzi, le donne di “Se non ora quando”, Comencini Cristina in testa, la durissima Adriana Cavarero, e la lista è lunghissima), oggi, ad essersi ritrovati davvero impreparati quando i loro figli e loro figlie hanno stravolto l’identità di genere.
Il fatto è che i veri rivoluzionari non sono stati loro, ma i padri della nostra generazione, classe ’70 e dintorni per intenderci: i padri di oggi. Sì, loro che pienamente esercitano il diritto e il dovere di educare e far crescere i figli, per esempio stando a casa coi bambini mente la madre va a lavorare. Sono loro che aprono la porta alle coppie di uomini gay con figli. Sono loro ad aver cambiato l’immaginario, tanto che tutto il mondo sta adeguando la giurisprudenza per inscrivere nei vari codici la genitorialità same-sex, anche per le coppie di uomini. Me la prendo insomma con quelle ex femministe (sono misogina?) che, dopo aver ribaltato il mondo per consegnarcelo più libero, oggi frenano il virtuoso corso della storia che vorrebbe distribuire diritti democraticamente e in modo inclusivo, inchiodate a un utero, considerato parte per il tutto, che non permette di vivere nella fluidità dell’identità (e dell’orientamento sessuale!).
Ed eccomi a ribattere:
Sylviane Agacinski, celebre femminista francese, scrive: “La maternità surrogata spesso è basata sullo sfruttamento delle donne più povere […]. Queste transazioni inique implicano un consenso da parte di donne poco informate, o del tutto disinformate, una scarsa remunerazione, una coercizione, una insufficienza di assistenza medica nonché gravi rischi per la salute, a corto e lungo termine, delle donne che accettano la gestazione per altri”, e firma un appello (Stop surrogacy now) che dice: “Anche se non c’è scambio di denaro, ogni pratica che espone le donne e i bambini a tali rischi deve essere vietata”. Per noi non va bene fare di tutta l’erba un fascio. Ogni donna ha il diritto di decidere del proprio destino, anzi ogni essere umano.
Chi siamo noi per sapere che tutte le donne sono inconsapevoli, disinformate, sfruttate? Chi siamo noi per decidere che ogni donna che acconsente alla gpa, anche se ben pagata e informata correttamente, non ha il senso della propria femminilità e integrità? Noi crediamo, care mamme, che sia possibile connettere i desideri di alcune/i e la disponibilità di una donna a portare avanti una gravidanza per loro. Noi rifiutiamo l’idea dell’uomo barbaro e della donna manipolata o manipolabile. Un grazie particolare va quindi ai nuovi padri e alle nuove famiglie, e non mi riferisco tanto a quelle omogenitoriali, ma soprattutto alle famiglie eteroparentali che sostengono tutte le famiglie se basate sull’amore, il rispetto e la cura dei figli, e che sono scese in piazza, il 30 aprile, per festeggiare le famiglie arcobaleno, famiglie come le altre.
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Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.