In questa testimonianza agli atti dell’ordinanza del gip che ha portato all’arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti, la funzionaria comunale Caterina Uggè racconta in presa diretta una improvvisa riunione nell’ufficio del primo cittadino. L’oggetto è il bando per l’assegnazione della gestione delle piscine estive, al cento dell’inchiesta, sul quale la Uggè aveva sollevato forti perplessità. Con sua grande sorpresa, la funzionaria trova nell’ufficio anche l’avvocato Cristiano Marini, poi finito in carcere insieme al sindaco Pd, consigliere della società Sporting Lodi, secondo l’accusa beneficiaria del bando truccato. Non solo: i due, accusati di turbativa d’asta, stanno correggendo insieme la bozza del bando. Il sindaco propone inoltre di coinvolgere nell’affare anche la società sportiva della sorella della funzionaria. Che però, nonostante il panico, registra tutto e, uscita dalla stanza, si rivolge al responsabile anticorruzione del Municipio. Dalla sua denuncia in procura partirà l’inchiesta che ha portato agli arresti di oggi.
“La scena che mi si presenta mi è subito chiara. Questa volta l’incontro non sarà come al solito a due, ma a tre. Il terzo interlocutore mi viene presentato come l’avvocato Marini, consigliere del cda di Astem e di Sporting Lodi. Vorrei andarmene, ma non trovo il coraggio. Vedo sulla scrivania la copia del mio bando e del mio capitolato e capisco di aver interrotto una riunione in cui lo stavano esaminando e correggendo insieme.
Il mio stato confusionale è totale. Quando Marini con il fare più naturale del mondo comincia a leggermi un articolo del bando riguardante l’offerta economica e il sindaco mi invita a spiegare meglio quanto ho scritto, riesco solo a chiedere che Marini esca dall’ufficio. Capisco che la mia reazione ha infastidito il sindaco e questo atteggiamento mi matte in una condizione di vulnerabilità ancora più forte. Durante gli oltre 20 minuti di registrazione, cerco di reggere alle insistenze del sindaco che mi chiede un cambiamento dopo l’altro alternando dinieghi a rassegnate accettazioni. Cerco sempre, in uno stato di panico mentale, di trovare spiegazioni logiche alle sue proposte, di incanalarle in ciò che potrebbe essere comunque accettabile. Fingo di essere disposta a rimettere in discussione ancora tutto, per paura della reazione, sapendo ormai dentro di me che quel bando non lo avrei mai più firmato perché veniva totalmente snaturato nel suo equilibrio, perché chissà da quante mani era già passato, perché da quel procedimento di cui dovevo essere l’unica responsabile ero ormai completamente estranea.
Fingo di prendere appunti e mi rendo conto che sto lavorando sulla copia del bando di Marini. Leggo in stampatello la parola Sportime scritta da Marini come appunto e chiedo spiegazioni. E’ casualmente la società sportiva gestita da mia sorella, che tra l’altro è stata da sempre esclusa dalla nuova piscina coperta poiché in concorrenza con Sporting Lodi. Il sindaco mi spiega che lui stesso aveva pensato che Sporting Lodi potesse chiedere Sportime di collaborare poiché i suoi tanti iscritti avrebbero fatta massa critica per l’assegnazione dei punteggi (nel bando di gara, ndr). Da società concorrente di Sporting Lodi nella piscina coperta, Sportime poteva ambire a diventare un partner strategico per le estive. Parlo, parlo senza nemmeno sentirmi e capisco subito chiaramente che il tentativo di coinvolgimento della società di mia sorella non è per niente casuale, ma è il modo con cui farmi sentire parte della partita.
Prima di uscire, porto via il bando su cui Martini stava lavorando. Lui è restato tutto il tempo fuori dalla porta. Quando lo saluto, rientra tranquillo nell’ufficio del sindaco. Quel bando da me ormai non verrà più firmato e, come insegnatoci nei recenti corsi dell’anticorruzione, decido di andare segnalare quanto accaduto alla persona indicata nel Piano Anti Corruzione Comunale, ovvero il mio Dirigente G. D. E’ tardi e non lo trovo in ufficio”.