“La questione morale nel Pd esiste e chi la nega, nega la realtà”. Se fino a pochi giorni fa il presidente del Consiglio Matteo Renzi si era limitato a dire che “riguardava tutti”, in diretta a “Che tempo che fa” su Rai3 ha riconosciuto che c’è un problema che tocca direttamente i democratici. Gli ultimi casi in ordine di tempo che hanno coinvolto il partito sono stati l’arresto del sindaco di Lodi Simone Uggetti per turbativa d’asta e l’indagine a carico del consigliere regionale campano Stefano Graziano per concorso esterno in associazione camorristica. Nei giorni scorsi il segretario Pd, in un’intervista a Rtl, aveva invece cercato di generalizzare: “La questione morale c’è dappertutto”, aveva detto, “c’è qualcuno che ruba, non va bene ma smettiamola di sparare sugli altri. Non c’è destra contro sinistra ma onesti contro ladri”. Oggi invece parlando del suo partito ha commentato: “In tanti la negano ma esiste è un dato di fatto: abbiamo 50mila amministratori e in troppi casi le cose non girano“.
Fabio Fazio gli ha poi chiesto spiegazioni sulla candidatura di due consiglieri dem coinvolti nello scandalo dei presunti brogli a Napoli, ma Renzi non ha risposto entrando nel merito. “Quando hai una macchina complessa come il Pd”, ha ribattuto, “puoi dire sì, possiamo fare più e meglio ma abbiamo fatto passi in avanti”. A questo proposito ha commentato il passo indietro della candidata renziana Anna Rita Leonardi nel comune Platì che è stato sciolto per tre volte per mafia: “In Calabria la candidata che avrei voluto ha detto che non si è candidata perché il Pd locale non l’ha sostenuta. Ma il dato di fatto è che quando a Ercolano ho commissariato un intero partito e ho imposto un candidato sindaco che la camorra minaccia una volta alla settimana – perché questi animali hanno del metodo – lui ha vinto contro il parere di tutti. Lui è il simbolo del Pd che riparte: certo, dobbiamo farlo tutti insieme. In alcuni casi siamo riusciti in altri meno, non sempre in una grande comunità si riesce a fare tutto”.
Affrontando poi il tema della giustizia Renzi ha cercato di abbassare i toni dopo gli scontri delle ultime settimane: “Io non ne posso più di discussioni sterili, filosofiche degli ultime 20 anni sul rapporto fra giudici e politici. A me i giudici non fanno paura, perché i cittadini onesti non hanno paura. Io li rispetto, facciano le sentenze. Non mi troverete mai a fare polemica sui magistrati. Evviva i magistrati, vadano a processo, facciano le sentenze”. Il segretario Pd ha detto di “non cercare scorciatoie” sull’argomento: “Due ex amministratori fiorentini sono stati assolti dopo otto anni (gli ex assessori Biagi e Cioni coinvolti nel processo Castello ndr). Perciò dico che bisogna aspettare sempre le sentenze: chi è per la giustizia deve avere questo principio di fondo. Poi ci sono i giustizialisti a giorni alterni, fanno l’onestà differenziata dei principi di giustizia, mentre passano dalla mattina alla sera il tempo a farti le pulci”. Il riferimento è al Movimento 5 stelle che nelle scorse ore ha dovuto affrontare la notizia dell’indagine a carico del grillino Filippo Nogarin per la vicenda della partecipata Aamps.
La riforma della giustizia è all’ordine del giorno? “Noi abbiamo fatto molte cose”, ha risposto genericamente Renzi. “Qualcosa sta cambiando. Ma io non metto naso nelle discussioni interne. Io dico: giudici buon lavoro. Io devo fare le leggi, voi dovete applicarle. Facciano le interviste che vogliono, io devo lavorare”. E sul fatto che i 5 Stelle si siano offerti per votare insieme sullo stop alla prescrizione ha commentato: “Qualcuno dica ai grillini che sulla corruzione abbiamo già votato e loro hanno votato contro”.
Renzi ha anche annunciato il prossimo ministro dello Sviluppo economico al posto di Federica Guidi: “Sarà Carlo Calenda. Ho detto in tutte le sedi che del nome dovevo parlare prima col presidente della Repubblica. Ne ho parlato? Sì. Il nuovo rappresentante del dicastero è l’ex viceministro, gli ho chiesto di tornare da Bruxelles: giurerà in settimana al Quirinale“. Il ministero era rimasto vacante dopo le dimissioni di Federica Guidi per l’inchiesta Tempa Rossa che ha visto indagato il suo compagno. Renzi ha anche detto che al passo indietro della ministra “non c’erano alternative, anche se gli altri le hanno sempre trovate”. Il presidente del Consiglio ha infine annunciato che verrà messa la fiducia sul ddl Unioni civili: “Mercoledì 11 o giovedì 12 maggio l’Italia avrà una legge sulle Unioni civili. Metteremo la fiducia: l’abbiamo messa su tante cose, penso che fosse giusto anche sul tema dei diritti. E’ una cosa bella per tutti e non solo per gli omosessuali”.
Il segretario Pd ha chiuso l’intervista parlando del referendum confermativo sulle riforme costituzionali: “Se i cittadini voteranno no”, ha ribadito, “non posso fare finta di niente, devo avere il coraggio di dire che vado a casa, poi spero di vincere. Io credo che l’etica della responsabilità non può essere uno slogan, bisogna anche delle volte avere il coraggio di dire che se la classe politica prende una tranvata, deve avere il coraggio di dire, ho preso una tranvata e vado via“.